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Autore: I Fiori del Male    12/09/2013    1 recensioni
ATTENZIONE: CONSIDERO QUESTA FF UN SEGUITO DELLA ONE SHOT "SPEZZARSI" PUBBLICATA DA ME SU QUESTO FANDOM, PERCIO' E' CONSIGLIABILE LEGGERE PRIMA QUELLA.
Gale, alla fine della rivolta, e Snow, che sta per morire.
Genere: Dark, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gale Hawthorne, Presidente Snow, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE HUNGER GAMES
Wish I could go back to our happy days together.
 
Gale osserva, da una decina di metri di distanza, il presidente Snow, in ginocchio a terra, legato per i polsi ad un palo di ferro piantato nel bel mezzo del cortile del palazzo presidenziale.

L’abito bianco che indossava al momento della cattura è quasi nero di cenere e polvere sulle ginocchia e sul polsi, mentre qualche goccia di sangue brilla all’altezza del petto e delle cosce. Man mano che il tempo passa, la tosse dell’uomo si fa sempre più insistente e il sangue fuoriesce sempre più copioso dalla sua bocca. Un rivolo rossastro gli sfugge dalle labbra, quando intercetta i suoi occhi e sorride.

Nessuno è ancora arrivato. Ci sono solo lui, Snow, e la Coin, intenta ad osservare la scena soddisfatta. Tra pochi minuti, l’intera forza armata del distretto 13 sarà lì, per assistere all’esecuzione. Gale si avvicina a Snow, senza che la Coin accenni a ostacolarlo. La vede invece allargare il suo sorriso sadico, con la coda dell’occhio.

- Gale.  Mi stavo giusto chiedendo quando avrei avuto ... l’opportunità di parlarti. – dice, con la sua solita voce melliflua, serpentina. Qualcosa si agita nello stomaco di Gale. Disgusto. Snow viene attaccato da altri colpi di tosse, e un po’ del suo sangue finisce sulla divisa immacolata di Gale, che si guarda il petto macchiato, reprimendo l’impellente bisogno di vomitare. Non è il sangue in se a fargli quell’effetto, quanto piuttosto sapere da chi proviene. – che tu sia dannato, Snow! – esclama Gale, piazzandogli uno schiaffo in pieno viso. Snow volta la testa e sputa un grumo di sangue e saliva, poi sorride. – Che effetto ti fa, stare qui a farti schiaffeggiare da un minatore del 12? Eh, signor presidente? –

- E a te che effetto fa, sopravvivere a una guerra come questa e ritrovarti senza di lei? – gli chiede Snow in risposta, senza abbandonare il suo ghigno malefico. Gale si paralizza. Katniss. Katniss che è crollata nel bel mezzo del salone del distretto 13, quando Peeta è stato ucciso in diretta, davanti ai suoi occhi. La sua Catnip, che non tornerà mai più, che si è spezzata per sempre, che si trova chiusa sola in una stanza immacolata, a combattere coi suoi fantasmi, perché nessuno può avvicinarla più, ormai. Katniss che non fa altro che passarsi una piccola perla sulle labbra, mormorando frasi incomprensibili, nelle quali talvolta si riesce a cogliere un “resta con me”.

- Fa male, vero? Io posso anche morire, ma tu non lo farai, no, tu vivrai ancora a lungo e lo farai per lei, e soffrirai in eterno perché non tornerà. – sibila, alitando sangue sul viso di Gale.  In quel momento, si sente uno scalpiccio di passi che si fa sempre più forte, man mano che la gente si riversa nel cortile. Gale si volta e vede che la Coin è sparita, per riapparire sulla terrazza sovrastante, da dove farà il suo discorso prima dell’esecuzione. – Lei è come me – sussurra Snow. – Nelle sue mani tutto tornerà com’era prima. Ha anche proposto altri Hunger Games ai tributi rimasti ... – sogghigna, vomitando altro sangue  . Poi tace, fissandolo. Gale distoglie lo sguardo e si piazza al suo posto, nel punto da dove scoccherà lui stesso la freccia che porrà fine alla vita di Snow. Avrebbe dovuto farlo Katniss, ma al momento non ne è in grado, perciò il compito, su insistenza di Haymitch e di molti altri suoi compagni di battaglia e amici, è passato a lui.

Alma Coin inizia il suo discorso con una promessa di pace. Nessuno dovrà più soffrire, saranno tutti liberi, e gli Hunger Games faranno parte del passato, anche se si terranno degli ultimi giochi, coinvolgendo i bambini delle personalità più influenti di Capitol City, inclusa la nipote di Snow. A quella notizia, la folla sussurra, bisbiglia scontenta. Nessuno voleva questo, malgrado le torture subite, le morti e le sofferenze, non vogliono ripetere ancora gli Hunger Games. Gale si acciglia, scoprendo che quella di Snow non era affatto una menzogna. Per un attimo si rende conto di che persona è davvero Alma Coin. Poi pensa a Katniss. Se fosse stata a posto col cervello, ci sarebbe stata lei al suo posto, avrebbe sentito lei questa dichiarazione, ed anzi le sarebbe stato chiesto di votare per l’approvazione di quel macabro progetto, e lei avrebbe capito, e cosa se ne sarebbe fatta, di quella freccia che ora lui stringe tra le dita?  Cosa avresti fatto, Catnip?

La risposta arriva, provvidenziale, quando Gale incrocia di nuovo lo sguardo di Snow, che sorride. Ma non sorride a lui, no, forse nemmeno si è accorto che lo sta fissando. Il suo è un sorriso di vittoria, perché sa che alla sua morte niente sarà cambiato, che il regime di terrore non finirà, che i distretti avranno perso comunque. Proprio in quel momento, la Coin termina il suo discorso e lo invita a procedere. Gale incocca la freccia, la punta al cuore di Snow, dove di solito ci sarebbe una rosa bianca appuntata alla giacca.

Silenzio. Tutti trattengono il fiato. Gale alza il tiro all’improvviso, scocca la freccia  e il corpo di Alma Coin precipita tra le urla della folla. Si sente, fragorosa su tutte, la risata piena e sincera di Snow, che si spegne soffocata dalla tosse intrisa di sangue, fin quando non emette un ultimo suono strozzato e la sua testa si abbandona sul petto. È morto.

Haymitch lo ha preso per il polso e lo sta trascinando all’interno del palazzo, seguito da diverse persone, fra cui Boggs, il volto mezzo bruciato dall’esplosione di un baccello cui è scampato per miracolo, Plutarch e la Paylor, del distretto 8. Si chiudono a chiave in una stanza. La porta attutisce a malapena il chiasso provocato dalla folla, che ancora non sa spiegarsi l’accaduto.

Gale si guarda intorno, aspettandosi di essere condannato a morte per tradimento. I secondi si succedono senza che nessuno parli, ma infine Haymitch si decide a prendere la parola.

 - Non credevo che ci saresti arrivato, ragazzo, non tu che conservi così tanta rabbia dentro. Hai fatto esattamente quello che confidavamo Katniss avrebbe fatto. Alma Coin non era che uno Snow donna. Ce ne siamo resi conto definitivamente quando ha proposto una nuova edizione degli Hunger Games. –

- Cosa credevi, Haymitch? – chiede Boggs. – Quello che hai di fronte è un soldato scelto ma anche il progettista delle bombe a detonazione alternata e delle trappole con cui abbiamo assediato Capitol. Non è stupido. –

- Quindi non verrò giustiziato per tradimento? – domanda Gale, ancora incredulo. La Paylor scuote la testa, sorridendo. – Piuttosto verrai ricordato come eroe di Panem. –

- Boggs, spetta a noi due placare gli animi adesso. Andiamo. – dice Plutarch, ed entrambi lasciano la sala, seguiti dalla Paylor. Restano Haymitch, Gale e il dottor Aurelius.

- Come sta Catnip? – chiede Gale al dottore, che si acciglia per un attimo. – Katniss. – chiarisce. Il volto del dottore si rabbuia. – Non bene, purtroppo. Snow ha fatto un ottimo lavoro. Ha mostrato a Katniss un Peeta sano per settimane, illudendola che fosse possibile salvarlo, per poi farlo uccidere davanti ai suoi occhi. Vedi Gale, so che non ti farà piacere sentirlo, ma devi sapere che per quanto lei stessa non se ne rendesse conto fino in fondo,  Peeta era il centro del suo mondo. Adesso che lui non c’è più, non c’è alcuna speranza che lei torni ad essere com’era prima, voglio essere onesto. –

Haymitch ha una mano davanti agli occhi, e singhiozza in silenzio. Aurelius fissa un qualche punto del pavimento. La voce di Gale finisce inevitabilmente per spezzarsi. – Se penso a quanto l’ho odiata, a volte, perché non mi amava, perché mi dedicava le sue attenzioni solo quando vedeva la mia sofferenza ... se penso a quanto ho odiato lui, per essere riuscito in qualcosa in cui io ormai non speravo affatto. Vorrei tornare indietro. Vorrei solo averla di nuovo con me, mi accontenterei di vederla felice, e torneremmo ... a cacciare, ogni domenica, a  raccontarci come vanno le nostre vite. Vorrei tornare indietro ma non posso ... non posso ... –

Per un attimo non si sente altro che il respiro affannoso di Haymitch. Il dottor Aurelius tiene gli occhi incollati al pavimento. Poi si sente uno strappo, e il dottore alza lo sguardo, terrorizzato. Haymitch si toglie le mani dal volto, gli occhi spalancati fissi davanti a se.

Gale giace riverso a terra. La minuscola tasca sulla spalla è strappata. Gli occhi grigi sono fissi su di loro, vacui, immobili.

 
   
 
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