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Autore: MyeLe    18/03/2008    1 recensioni
.. la mia prima OneShot dedicata ad un membro della band del momento: i Tokio Hotel. ovviamente, non vi dirò di chi si tratta perchè non voglio rovinarvi la sorpresa. Spero sia di vostro gradimento e, buona lettura.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'


Ti vidi quel giorno.. a quell’indimenticabile concerto milanese del 30 Ottobre 2007. Non eri dalla mia parte ma bensì da quella opposta e ancora oggi mi chiedo.. perché? Ero rimasto colpito da te: dai tuoi occhi luminosi e profondi come il mare dei caraibi, dalle tue sensualissime labbra che avrei tanto voluto mordere e.. dal tuo comportamento. Non eri come tutte le altre; non strillavi ai nostri discorsi, non gridavi “Tom you are handsome” e soprattutto non volevi farti notare anzi, quando mio fratello cercò tra il pubblico una ragazza che lo affiancasse per la parte finale di “ Scream”, te e un’altra, molto probabilmente una tua amica, vi nascondevate dietro le transenne per non farvi “pizzicare”. Non hai neppure pianto per noi ma, solo per la canzone che mi fa pensare a te.. "Forgotten Children”. Durante il concerto tentavo in tutti i modi di richiamare la tua attenzione e, a stento ci riuscì; tutto il mio impegno portò ad un misero quanto sudato sguardo. Ma vaffanculo!!!! cosa non andava in me? perché preferivi passare il tempo a supportare tutta la band tranne me? non ti attizzavano i chitarristi? eppure, ci sono ragazze che venderebbero l’anima per avere ciò che tu, senza tanti problemi, hai liberamente rifiutato. Finita l’esibizione ti pensavo e mandai Bill a cercarti tra la folla ma, come un dolce e piacevole sogno eri scomparsa, lasciandomi con l’amaro in bocca. Non sono tipo che si arrende.. dovevo averti! Nei giorni successivi ti sognai e arrivate in redazione le registrazioni dello “Scream Tour“ cercai come un disperato il nastro dove ero certo di trovarti e, con il consenso dei capi lo masterizzai per poterlo vedere sul mio computer portatile una volta a casa. Di due ore e mezzo di registrazione una ventina erano tutte per te. Eri bellissima.. con la tua camicetta bianca firmata e i tuoi capelli non più perfettamente piastrati a causa del maltempo. I tuoi occhi.. erano un qualcosa di indescrivibile: azzurri/blu, proprio come piacciono a me e leggermente accentuati da quel poco di trucco resistito ad un’intera giornata di attesa sotto la pioggia. Stoppavo e riavvolgevo spesso il nastro solo per poter “incrociare” nuovamente il tuo sguardo che.. mi aveva folgorato. Non sapevo con esattezza cosa mi stava accadendo e non provavo nemmeno a capirlo.. avrei tolto del tempo a te . Nelle settimane seguenti cercai in tutti i modi di scoprire qualcosa sul tuo conto.. chi eri realmente? Purtroppo scoprì solo che.. eri Italiana. “sposatela! – esclamò Bill che come sempre, sapeva tutto su di me – che se sa cucinare la pasta con il sugo e la pizza margherita, vengo a cena da voi tutte le sere!” sarcastico lui.. come sempre! Cercava di tirarmi su di morale e lo apprezzavo davvero ma, non era prendendomi in giro che le cose sarebbero cambiate. Verso Novembre ci proposero delle nuove date italiane ed io nella speranza di rivederti ancora, saltellavo per il corridoio, percorrendolo in lungo e in largo, canticchiando:”Italia, Italia, mai nessuno ti batterà!”. Inutile dire che tutti erano seriamente preoccupati per me ma, forse per merito delle mie pazzie, ci accordarono tre date: Torino, Roma & Bologna. “ad una delle tre dovrà venire” disse Gustav avvicinandosi al divanetto posto poco distante da me. “già, speriamo ne sia valsa la pena” risposi, spostando la mia attenzione a destra e a manca, su tutte le persone che mi circondavano, consapevole d’essermi messo in ridicolo. All’apertura delle prevedite, ci fu un movimento mai visto: tutti sold out in pochi giorni. “allucinante – pensai – ce l’avrà fatta?” sapevo ormai fin troppo bene che non ti avrei più rivista perché.. era a dir poco impossibile. Ben presto arrivò la Pasqua e con essa il nostro secondo concerto in Italia, nella patria di chi, con la sua apparente semplicità, mi aveva colpito. Tutto il pomeriggio a pensarti e giunta la sera, temevo di non vederti. Un vero e proprio colpo di scena.. eri ancora lì, davanti a Georg. il bassista si voltò e sorrise accompagnando tale gesto da un cenno del capo, come per invitarmi a far cambio. Ovviamente, non ci pensai due volte e subito, mi scambiai con lui sistemandomi alla sinistra di Bill. Ti avevo lì, davanti a me e stavolta non mi saresti scappata, per nulla al mondo! Il live andò bene, eravamo sconvolti oltre che esausti ma poco prima di tornare nel backstage chiesi a Toby & Saki di prelevarti dal pubblico e di regalarti un pass per aspettarmi, come dono per la tua raggiante bellezza, oh mia Dea. Mi giunse voce che quando vennero a prenderti, eri senza parole e, non capivi. Il perché di questa opportunità; bè, dopo l’avresti certamente capito. Me la presi comoda e solo dopo un’ora ti fu concesso di vedermi. Ricordo come se fosse ieri la tua espressione [ sicuramente non felice. Lo intuì anche dalla frase che formulasti subito dopo:”perché a me?” ] ed ora.. mi piacerebbe tornare indietro per poterla rivivere infinite volte con te. Dopo un attimo di smarrimento entrambi prendemmo coraggio ed iniziammo a parlare fino a quando non ci comunicarono che era ora di andare. Ti riaccompagnai in albergo e concordai con lo staff che l’indomani saresti stata con me e nessuno avrebbe potuto disturbarci. Scoperto il tuo nome, qualche ora dopo, mi presentai da te. Non potevi partire senza aver passato ancora qualche ora con me. ancora non parevi entusiasta al rivedermi ma, perché non darmi un’occasione? Non eri te a sostenere che le persone vanno conosciute prima di giudicarle?con questa scusa, mi permisi di stare ancora un po’ con te e di scoprire che.. ero proprio partito! La tua presenza mi rendeva un imbranato e dopo più di quattro ore non avevo ancora avuto il coraggio di darti un bacio, nemmeno sulla guancia. Dovetti presto salutarti.. il concerto di Roma mi aspettava e che band sarebbe stata quella dei Tokio Hotel senza il lavoratore più meritevole nonché il chitarrista più bravo, figo [ e modesto ] dell’intero continente Europeo? Prima di salire sul turbus ti domandai il numero che ovviamente ottenni [ come resistermi? ] e oltre a quello riuscì a rubarti un bacio a stampo sulle labbra aumentando in me la voglia, già irresistibile, di andare oltre il semplice stampo. [ non pensare male ] In viaggio continuavo a guardare e riguardare quel tanto quanto voluto e sognato trofeo, soddisfatto ovviamente di me stesso e impaziente [ da morire ] di chiamarti e parlare. Dovevo sapere tutto della tua vita perché.. m’interessava davvero. Dopo l’esibizione nella Capitale trovai del tempo per telefonarti e restammo a parlare per più di un’ora e mezzo. Volevo vederti.. ancora quei miseri momenti non mi erano bastati e per stare bene avevo bisogno di te Ti proposi di scendere a Bologna per rivedersi ma purtroppo, i tuoi genitori te lo impedivano. Non immagini nemmeno quanto quel “mi dispiace, non posso” mi avesse in qualche modo distrutto. io, colui che niente può scalfire, stavo cadendo ai tuoi piedi. Il che è strano se ci pensi. Ho sempre preso in giro Bill per tutto ciò ma tu, mi stavi cambiando e quel che è buffo è che.. ci conoscevamo da relativamente poco. Terminato il concerto di Bologna tornammo in Germania e non ebbi più tue notizie per circa due settimane [ come darti torto.. non avevi il mio numero. e fesso io che non te lo avevo lasciato! ]. Allora decisi di telefonarti con il mio cellulare consenziente di quanto avrei speso per stare anche solo due minuti con te ma.. dovevo farlo. Mi mancavi terribilmente. Alla tua risposta, un sussulto diventò reale nel mio cuore, era come se fossi tornato in vita. Mi chiesi come stavo e in tutta risposta ti confessai che sentirti mi faceva stare meglio. ti raccontai di tutto e di più e ti chiesi se potevamo passare insieme l’estate. Dovevo stare da solo con te su un’isola deserta, quella dove io e gli altri componenti della band passiamo le vacanze di Natale ma stavolta, loro non dovevano esserci. Temevo un "No” per risposta ma fortunatamente non arrivò. Mi spiegasti che di libero, avevi solamente il mese di Agosto e così, prenotai per noi due. Per fortuna arrivò in fretta il nostro momento e in partenza da Berlino, ci attendeva un fantastico mese di puro divertimento. Il viaggio, al tuo fianco, passò velocemente. Rimasi ad osservarti; più ti guardavo e più sentivo che.. dovevi essere mia. sistemati in albergo ci concedammo giusto qualche attimo prima di andare in spiaggia. Per fortuna la notizia era rimasta Top Secret e nessuno sapeva di noi due. La prima giornata, fu molto tranquilla.. spaparanzati sulla sdraio, prendavamo il sole e di tanto in tanto, qualche coccola, d’obbligo. Non so dove trovai il coraggio di farlo ma, ti baciai dolcemente e tu ricambiasti facendomi impazzire. Da lì a poco, ci saremmo fidanzati e dopo qualche mese avremmo fatto l’amore a casa mia, in Germania, durante una pausa dai miei impegni. La nostra storia durò qualche anno e arrivò alla fine quanto tu, mi abbandonasti. Ora sono qui che ripenso a te e a tutto ciò che abbiamo passato. Quanto desidererei tornare indietro e rivivere ogni istante passato insieme magari con un’unica variante: un futuro insieme


Goodbye
my little sunshine
..


Ricordati che sarai sempre con me.

Tuo per sempre Tomi

  
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