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Autore: Ser Balzo    12/09/2013    4 recensioni
STORIA IN REVISIONE (tanto per cambiare)
Nel cuore della Polonia c'è una vecchia e grande foresta. Da tempo immemore domina le terre e le genti circostanti, venendo adorata e temuta come un'antichissima divinità. Nessuno ha mai contestato il suo immenso potere.
Nessuno, fino ad oggi.
È il 1807: Napoleone domina l'Europa. Tra nemici implacabili, commilitoni esuberanti e una infida e onnipresente neve, il giovane Dastan si ritrova improvvisato protettore di una strana ragazza con un elegante vestito rosso.
La fanciulla non ha casa, ne' famiglia, ne' amici. Ma una cosa è certa: qualcuno la rivuole indietro.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Fanciulla e il Cacciatore - L'ombra della Neve




         Un magnifico ed evocativo disegno offerto dalla gentilissima
nonchè talentuosa Nashira. Mica pizza e fichi.





1. Neve



Cammina.

Il suo passo è così leggero che non lascia impronte sulla neve fresca. L’unico rumore è il sussurro prodotto dal suo lungo vestito scarlatto che accarezza la terra.

Nevica. Gli alberi, tronchi scuri e nodosi, sono l’unica nota di contrasto in quel bianco altrimenti così puro e avvolgente.

Alberi e neve, fin dove cade lo sguardo. Sembra di essere da un’altra parte, su un altro mondo, dove  le cose non nascono, non crescono e non muoiono. Si sente quasi smarrita, di fronte a quella cristallina immensità, eterna ed incorruttibile.

Grossi fiocchi cadono sui suoi lunghi capelli corvini. Bianco accecante su nero profondo.

Chiude gli occhi, per meglio sentire la neve cadere. E’ un suono meraviglioso, quello della neve che cade. Solo in un luogo dove tutto è quiete può essere udito.

E’ un mormorio, un sussurro. Una sinfonia di silenzi.

Ama il suono della neve. E’ difficile tenerla a bada, quando i fiocchi candidi cominciano a poggiarsi sulla nuda terra. Vaga nei boschi come stordita, ebbra di quell’immacolato candore che ricopre tutto, animali, rocce, funghi, alberi. Tutto.

Ma c’è qualcosa.

E’ lontano, profondo, cubo. Un rombo sordo. Sembra un tuono, ma lei sa che quando nevica non ci sono tuoni.

Un altro rombo. E poi un altro, e un altro ancora.

Che sta succedendo? Non aveva mai udito una cosa del genere, prima d’ora.

Aumenta il passo, sempre di più, sempre più veloce. I tuoni diventano sempre più numerosi, si affastellano, cercando di rubarsi la voce l’un l’altro.

Com’è possibile? Per qualche istante crede che tutto quanto sia soltanto un parto della sua mente.

Poi arriva ai margini della foresta, e li vede.

Uomini.

Tanti uomini.

Avanzano insieme, schiacciati l’uno contro l’altro, in una informe selva color blu scuro di carne, legno, acciaio. Tengono le loro lunghe armi sulla spalla, mentre vanno verso la morte al ritmo secco e disadorno dei tamburi e alla musica grottescamente allegra dei pifferi.

Qualcosa si schianta a terra, ogni tanto, sollevando sbuffi di neve e zolle di terra. Non riesce a vedere cosa sia, è troppo veloce. Ma di qualunque cosa si tratti, è pesante. Pesante e pericolosa. Ad un certo punto, una di queste cose atterra davanti agli uomini, rimbalza, e si apre un varco sanguinolento in mezzo alla massa di carne umana. Per un attimo gli pare di scorgere una forma sferica.

Davanti agli uomini in blu compaiono altri uomini, di colore diverso, però. Anche essi avanzano in quello strano modo, stretti gli uni contro gli altri. Rimane affascinata dalla cadenza sincrona dei loro movimenti.

I due schieramenti continuano ad avanzare, fin quando non sono molto, molto vicini. Poi qualcuno grida, e la massa blu erutta una colonna di scoppi fiammeggianti. Vede gli altri uomini cadere come spighe di grano maturo, prima che un fumo azzurrognolo nasconda tutto alla sua vista.

Rimane sconvolta. Come si puo' morire a quel modo? È come rimanere fermi e impalati dinanzi ad un lupo feroce. È stupido.

Perché gli uomini non si sono buttati a terra? Perché non sono scappati, non si sono nascosti? Trova tutto quanto decisamente ridicolo, eppure stranamente affascinante. C’è qualcosa, in quella massa di uomini in blu, in quei tamburi, in quella fiammata, che la ammalia.

Un altro rombo si aggiunge alla tempesta che infuria. Questo, però, è di tipo diverso. È più sordo, continuo, una vibrazione della terra.

Si sdraia sulla neve e poggia un orecchio per terra.

Sono cavalli. Ma non una decina di animali pigri e mansueti, come quelli che ha visto qualche giorno prima giù, vicino alla cascata.

Sono centinaia, migliaia. Un infinità di bestie lanciate al galoppo. E stanno venendo verso di lei!

Una fitta d’ansia zampilla nel suo cuore. Prova l’impulso di andarsene, di correre via, verso il seno materno della foresta. Eppure qualcosa la tiene inchiodata lì.

Vuole sapere. Vuole vedere.

E poi, finalmente arrivano.

Come un'impavida legione di eroi, una sconfinata distesa di cavalieri sbuca dalla foschia. Sono verdi come la foglia, grigi come il ferro, rossi come il fuoco, azzurri come il cielo: mai aveva visto tanti colori tutti insieme. Sopra di loro, gli stendardi garriscono spavaldi. Mulinando acciaio e urlando come bestie infernali, si infrangono sui loro nemici come un’onda inarrestabile di maremoto.

Rimane in piedi, immobile come una statua, sconvolta e rapita da quella scena così maestosamente incredibile. È qualcosa di così potente e sublime che gli invade prepotentemente l'anima, scacciando via tutto il resto.

Solo in quel momento ode il fruscio alle sue spalle. Prova a girarsi, ma è già troppo tardi.






NOTE DELL'AUTORE (che d'ora in poi saranno in questo formato, che è più comodo): Ok, la devo smettere di pubblicare storie. Sto diventando molesto. Solo che in questi giorni ho una botta di creatività parecchio intensa, e non me la sento di sprecarla. Perciò, ahivoi, vi beccate quello che esce dalla mia testa bacata.
Comunque, spesso basta poco per avere un'idea: ho visto il video di Lithium, degli Evanescence (mi dispiace, niente di alternativo o filosofico. Ma che vi posso dire? La voce di quella donna mi ha stregato) e qualcosa è scattato. Neve, foreste e pischelle che vagano in lunghi vestitoni
e... ta-dan, ecco che sboccia una nuova storia. Beccati questa, Fabio(93).
Sperando che tutto ciò vi sia di gradimento, mi inchino e riverisco, e al prossimo capitolo!
  
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