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Autore: SanjitaSwan    12/09/2013    1 recensioni
Questo è il mio primo esperimento sulla mia coppia preferita, ovvero lo ZoSan. Ambientato nell'epoca moderna, Sanji è un ragazzo timido e chiuso, senza amici e la cui vita sembra dipendere dalla fidanzata Nami. Un giorno incontra Zoro, un tipo violento e odioso, tormentato da un trauma legato al passato. Seppur diversissimi tra loro, nascerà un sentimento speciale che va al di là della loro immaginazione. Spero di avervi stuzzicato un po' la curiosità! Buona lettura ;)
Note: il Rating della fic potrebbe cambiare col proseguimento
Un grazie a Mizori11 per avermi aiutato
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Sanji, ma dov’eri? È tutta mattina che ti cerco e non mi rispondi! È successo qualcosa?”
La voce di Nami gridava dall’altra parte del telefonino di Sanji, seduto sull’autobus diretto al luogo d’incontro con Zoro.
“No, Nami, non è successo niente” rispose Sanji, pensando ‘ho solo perso il lavoro, che vuoi che sia!’.
“Mmh. Come è andata al lavoro? Zef ha rotto ancora?”
“Guarda, penso che d’ora in avanti non dovremo più preoccuparci di lui” fu quello che riuscì a dire Sanji, pensando per un attimo di dire la verità, e accantonando l’idea subito dopo, ovviamente.
“Aaah, bene! Vuol dire che ti ha finalmente notato”
“Sicuramente non mi dimenticherà facilmente” rispose Sanji, ripensando alla faccia di Zef. Gli venne da sorridere, ripensando alla sua liberazione di quel vecchiaccio.
“Hai visto! Finalmente ha capito che sei il migliore! Stai facendo carriera!” continuò Nami, con gli occhi che le si illuminavano. “Ora magari ti darà un aumento e la promozione! Così potremo finalmente dare una svolta alla nostra vita!”
“Eh, questo lo vedremo” Sanji si sentiva sempre più frustrato a sentire le parole di Nami. Era già tanto se non lo sbattevano fuori casa, stavolta.
Mentre Nami continuava il suo repertorio di sogni già sicura che Sanji avrebbe preso l’aumento e la promozione, Sanji scese dall’autobus, mentre una lacrima gli scendeva giù dalla guancia. Aveva fatto male a mentire, ora da quella situazione non ne usciva più.
“Io comunque ora devo uscire con Robin. Ci sentiamo più tardi, ok? Ciao!” lo salutò Nami, tutta soddisfatta, lasciando a Sanji giusto il tempo di dire “Ciao Nami”.
Sanji guardò il telefono muto, mentre un’altra lacrima gli rotolava giù.
“Sono un idiota” si disse sedendosi sulla stessa panchina dove si era seduto con Zoro nella mattinata.
“Lo so che lo sei”
Di nuovo, Zoro spuntò fuori dal nulla, facendo trasalire Sanji, che si affrettò ad asciugarsi la terza lacrima e si alzò in piedi.
“So già che è successo. Hai detto alla tua padroncina del tuo licenziamento, vero?” chiese Zoro, sicuro della risposta positiva.
“No. Ho fatto una stronzata” spiegò il biondo con la coda tra le gambe. “Le ho raccontato una balla e ora è convinta che mi daranno una promozione”
“Mmmh… hai paura di lei, quindi” concluse Zoro,
“Ma che dici!” esclamò Sanji cercando di trovare un punto a suo favore anche se, odiava ammetterlo, non riusciva proprio.
“Se così non fosse le avresti semplicemente raccontato la verità, pur sapendo quale sarebbe stata la sua reazione. Nella vita di coppia la fiducia è alla base di tutto”
“Lo so. Hai ragione tu. Ma ormai la frittata è fatta”
Zoro stava per contraddirlo, ma capiva che non aveva tanta voglia di affrontare l’argomento.
“Va bene. Dai, muoviti, ci stanno aspettando” concluse il verde, dirigendosi verso sinistra.
Sanji lo seguì, e insieme, senza parlare, imboccarono una via interna, che sbucava in un’altra strada.
“Non ci sono mai stato qui” disse il biondo, guardando le case intorno senza orientarsi.
“Non c’è motivo di venirci. Ecco, siamo arrivati a casa di Usopp” rispose l’altro fermandosi davanti a un’abitazione di mattonelle a due piani e suonando il campanello.
Il primo a presentarsi alla porta fu il naso di Usopp, seguito dal suo simpatico sorriso.
“Eccovi qui! Venite, accomodatevi!” li accolse il ricciolino facendoli entrare.
“Permesso” disse Sanji entrando timidamente e osservando l’ambiente a lui circostante.
All’interno c’era un buonissimo profumo di carne soffritta e di verdure, e la casa in sé era piccola, ma accogliente, arredata in modo semplice.
“Venite, venite! Rufy e Ace sono già a tavola!” disse Usopp, accompagnandoli in sala da pranzo, dove Sanji riconobbe i due ragazzi mori conosciuti due sere prima.
“Ciao ragazzi!!!” fu il caloroso saluto del più giovane dei due, quello con la faccia più tenera e ingenua. “Fortuna che siete arrivati, stiamo morendo di fame!”
“Tu hai sempre fame, Rufy” gli disse Zoro, sedendosi accanto a lui.
“Ciao a tutti” disse Sanji, prendendo posto tra Zoro e il ragazzo con le lentiggini, che lo salutò amichevolmente.
“Tu e Zoro siete amici?” chiese Rufy a un certo punto, con un sorrisone a sessantaquattro denti.
“Ehm… ci siamo visti solo due volte” rispose Sanji.
Effettivamente non riusciva a capire chi fosse per lui Zoro.
Non sapeva se definirlo un conoscente, uno con cui si vedeva, un ragazzo incontrato per caso, un idiota con i capelli verdi, una persona strana. Sicuramente non un amico del cuore.
“E a cosa dobbiamo la tua presenza, Sanji?” chiese Ace, il ragazzo lentigginoso.
“Oggi ha perso il lavoro, pensavo che magari un po’ di compagnia non gli avrebbe fatto male” rispose Zoro anticipando il biondo, che annuì sorridendo di circostanza.
“Oh, mi dispiace” commentò Usopp, arrivando improvvisamente con una pentola fumante dalla cucina, dove era scomparso.
“UOOOH!!!! Si mangia!!!” strillò Rufy con l’acquolina in bocca e gli occhi a stelline. “Pancia mia fatti capanna!”
“Mmmmh, che profumino!” commentò Ace tirando su le posate.
“Ce n’è per tutti ragazzi, state calmi” sorrise Usopp appoggiando la pentola piena di ramen alle verdure.
“Hanno un bellissimo aspetto!” commentò Sanji osservandoli compiaciuto.
“Grazie, amico. Ora mangiamo!” disse Usopp riempiendo i piatti sotto le urla di gioia di Rufy.
 
“Aaaaah! Che mangiata, ragazzi!” commentò Rufy dopo aver finito l’ennesimo piatto.
“E tu perché mangi più di noi?” chiese Zoro scocciato, indicando la pila di piatti sporchi lasciati da Rufy.
Sanji sorrise, bevendo un sorso del sakè gentilmente offerto da Usopp. Dopo i ramen, Usopp aveva preparato dell’ottimo riso con pollo e curry e una torta alle fragole, il tutto spazzolato via in fretta (soprattutto da Ace e Rufy, che mangiavano come se non vedessero cibo da anni).
Per la prima volta si sentiva a suo agio all’interno di un gruppo. I ragazzi erano simpatici, chiacchieravano e mangiavano ed erano troppo buffi e simpatici.
Zoro non aveva parlato molto durante il pranzo. Aveva fatto fuori tre quarti del sakè di Usopp, mandandoli giù come se fosse acqua, come aveva fatto la sera prima con la birra.
E soprattutto, per quell’ora e mezza che aveva passato in compagnia non aveva mai pensato a Nami e alle sue disgrazie.
Insomma, era stato proprio un bel pranzetto.
“Ragazzi, non mettetevi a litigare” disse Usopp, mentre sparecchiava, vedendo Rufy e Zoro sulla buona strada per iniziare un litigio.
“Vuoi che ti aiuto?” chiese Sanji rivolto al ricciolino, alzandosi in piedi.
“No, non ti preoccupare, faccio tutto io!” fu la risposta di Usopp, mentre portava la pila di piatti di Rufy in cucina.
“Ehi!!! Non ho finito! Quello lo stavo leccando!” si lamentò il moretto, sotto lo sguardo divertito del fratello.
“Stai zitto, che hai mangiato più di tutti noi messi insieme!” lo rimbeccò nuovamente il verde, buttando giù un altro bicchiere di sakè.
“Beh, potremmo dire lo stesso di te con il sakè. Te lo sei preso tutto tu” sorrise Ace indicando il bicchiere.
Zoro non rispose, finì di trangugiare il contenuto del bicchiere e si alzò dal tavolo.
“Ehi, Zoro, dove vai?” chiese Rufy, guardandolo coi suoi occhi enormi.
“Devo andare. Ho promesso a Franky di aiutarlo con una riparazione nel pomeriggio”
A Sanji tornò in mente che quella mattina, Zoro gli aveva detto di aver la giornata libera, e ci tenne a ricordarglielo.
“Infatti non devo lavorare, devo solo dargli una mano. Tu ci capisci qualcosa di motori?”
“Beh, no… non molto a dir la verità…” rispose Sanji, facendo un cenno vago con la mano.
“Mmh… pazienza, puoi sempre farmi da assistente. Vieni con me, dai”
“Eh… uh… ok…” rispose Sanji alzandosi dal tavolo.
“Usopp! Io e Sanji andiamo, io ho da fare!” urlò Zoro, facendo uscire Usopp dalla cucina.
“Ah, ok. Mi ha fatto piacere avervi a pranzo!” li salutò Usopp stringendo calorosamente la mano di Sanji.
“Anche a me. Mi sono proprio divertito” sorrise il biondo, ricambiando la stretta. “Ciao ragazzi! Grazie della compagnia!”
“Ciaooooo!” esclamò Rufy sorridendo e agitando la mano.
“Ci si vede presto” Ace si limitò a sorridere e a stringere la mano di Sanji, che, dopo aver salutato tutti, seguì Zoro fuori da casa di Usopp.
Chissà che aveva in mente ora, quel pazzo.
Però doveva ammetterlo, gli aveva decisamente tirato su il morale dopo la mattina che aveva avuto.
   
 
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