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Autore: theshinygirl    13/09/2013    4 recensioni
Perchè mai Hermione Granger ha obbligato Severus Piton a sposarla?
Traduzione
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Questa è la traduzione della storia “A dark tale” pubblicata sul sito ‘fanfiction.net’ da The-shiny-girl. Potete trovare il link della versione originale nel profilo.


A Dark Tale

~ Chapter 7 ~

 

 

Mi fa male la testa.

Riesco a stento ad aprire gli occhi e a guardarmi intorno. Quando mi rendo conto di essere nella mia stanza, mi rilasso, poi i ricordi iniziano a scorrere nella mia mente.

A che diavolo stavo pensando?

Ubriacarsi non è decisamente da me.

Ma... è stato divertente finché è durato. Posso ancora ricordare come tutto sembrasse buffo e non mi preoccupavo per nulla. Non provo vergogna, né imbarazzo, niente mi ha trattenuta. Potevo persino parlare con Piton senza essere - .

Oh Dio.

Piton.

Nascondo il volto sotto le coperte mentre cerco di ricordare cosa gli ho detto.

Non c'è molto che possa ricordare.

Un minuto prima gli stavo ridendo in faccia e quello dopo lui mi stava accompagnando nella mia stanza, mettendomi a letto.

É stato carino da parte sua.

Di certo l'ha probabilmente fatto perché non voleva che vomitassi per tutto il suo salotto.

Chiudo gli occhi, decidendo di riposarmi ancora un po'.

Poi sento un leggero bussare alla porta.

É lui?

"E-entri." Dico, obbligandomi a sedermi e a sembrare sobria.

Ma non è lui.

É il suo Elfo Domestico e sta reggendo un piatto.

Mi guarda con fare scettico. "Buon giorno, Miss."

"'Giorno." Rispondo. "Che ore sono?"

"Le undici passate, Miss."

I miei occhi si spalancano in sorpresa. "Sono in ritardo per le lezioni!" Salto giù dal letto velocemente, poi capisco che è stata una cattiva idea poiché la stanza inizia a girare attorno a me ancora una volta. Proprio come ieri, ma questa volta è meno divertente.

Mi risiedo sul letto, chiudendo gli occhi per un secondo. "Come mai nessuno è venuto a svegliarmi?"

"Il padrone ha ordinato così." Risponde l'Elfo e posa una grossa tazza di caffè sul comodino. "Inoltre mi ha ordinato di portare questo alla signorina quando si sarebbe svegliata."

"Davvero?"

L'Elfo annuisce, poi mi guarda in modo strano.

"P-puoi andare. Grazie." Gli dico e lui se ne va immediatamente.

Mi passo una mano tra i capelli, non credendo a quanto sia stata stupida.

In che modo potrò spiegare tutto ai miei amici? Non posso semplicemente ammettere di essermi ubriacata. Loro vorrebbero sapere perché e i-io non posso rispondere a questa domanda.

Perché?

Credo che ero semplicemente stufa e seccata per tutto e avevo disperatamente bisogno di rilassarmi un po' e... non sentire più niente.

Dimenticare tutto.

E l'alcool ha aiutato.

Purtroppo l'effetto è durato solo un paio d'ore.

 

 

 

ooo

 

 

 

Mi copro la bocca, sperando che il malessere vada via. Sono stata al bagno già tre volte ed è passata solo mezza giornata. Se vomito ancora una volta, di me non rimarrà nient'altro.

"Credo che inizierò a nascondere le mie bottiglie di Whiskey Incendiario." Una voce rompe il silenzio.

Mi scappa un piccolo urlo e mi volto per vedere chi sia.

É lui. Chi altro potrebbe essere? Chi altro irromperebbe in camera mia senza bussare?

"Lei ha davvero bisogno di imparare un po' di buone maniere." Gli abbaio contro. "Questa è la mia stanza e - " Smetto di parlare mentre un'altra ondata di nausea mi travolge e chiudo gli occhi, aspettando che passi.

Quando alla fine mi sento abbastanza forte da parlare di nuovo, gli rivolgo uno sguardo freddo. "Se non impara a bussare prima di entrare, inizierò a chiudere la porta a chiave."

Dopo questo lui alza solo un sopracciglio, leggermente divertito.

Tiro le coperte fino al collo e aspetto.

Cosa vuole?

Lentamente si avvicina al mio letto, guardando in basso oltre il suo naso. "Come ti senti?"

"Secondo lei?"

"Sei in grado di tenere una conversazione? Ci sono alcune cose di cui avrei bisogno di discutere con te."

Annuisco. "Di che si tratta?"

"Cosa sta succedendo esattamente tra te e Minerva?"

"C-cosa?"

"Voi due state nascondendo qualcosa."

"Cosa le fa pensare una cosa simile?"

Socchiude gli occhi. "Quando non sei venuta a lezione oggi lei si è precipitata nella mia classe esigendo spiegazioni e mi ha quasi messo a terra pur di accedere ai miei... nostri alloggi."

M'irrigidisco. "É sempre stata come una madre per me."

Un sorrisetto freddo prende vita sulle sue labbra. "Credo che ci sia molto più di questo. Si comportava come se tu fossi morta."

Mordendomi il labbro inferiore cerco di restare calma e di non lasciarmi influenzare dalle sue parole.

Lui continua. "E quando le ho spiegato la vera ragione della tua assenza, il suo comportamento è diventato... strano."

Mi sforzo di sorridere. "Questo è qualcosa che dovrebbe chiedere a lei."

"Cosa mi stai nascondendo?" La sua voce si fa più rabbiosa. "Perché prendi delle medicine?"

Il mio cuore si arresta. "Medicine? Ha... ha rovistato tra le mie cose?"

Alza gli occhi al cielo. "Non sono completamente privo di buone maniere, Miss Granger."

"Allora come - ?"

"L'hai detto tu stessa. La scorsa notte, quando ti ho offerto una pozione ti sei rifiutata di assumerla, dichiarando che avrebbe potuto reagire male con la tua medicina."

Sono senza parole.

Cosa posso dire?

Come faccio a liberarmi di quest'ultima affermazione?

"I-i-io ero ubriaca." Le parole riescono a uscirmi di bocca in qualche modo.

"Questa è una bella giustificazione. Cosa intendevi per 'medicina'?"

Un'altra ondata di malessere mi travolge e non potrei esserne più grata. Saltando già dal letto, corro passandogli accanto e fiondandomi in bagno, sbattendo la porta e urlando "Vada via!" prima di cadere sulle ginocchia e di affacciarmi sulla tazza.

 

 

 

ooo

 

 

 

É umiliante.

Mi stanno guardando tutti.

Sussurrando cose. Indicandomi. Facendo smorfie. Scuotendo la testa.

Ed è comprensibile.

Due giorni fa ho sposato il Maestro di Pozioni.

I miei amici fingono di capire. Fingono di non giudicarmi, ma posso vederlo nei loro occhi. Si stanno chiedendo cosa diavolo c'è che non va in me.

Cammino per il corridoio, dirigendomi in Sala Grande, cercando ardentemente di sembrare forte e sicura di me.

"Hermione!"

Quella voce.

Mi volto, notando Ron a pochi passi da me.

Non posso crederci.

É stato via per più di un mese. Da allora il fatto che avrei sposato Severus Piton è diventata una cosa pubblica.

Immediatamente gli corro incontro, con l'intento di abbracciarlo, di chiedergli come sta, dov'è stato, perché è tornato. Così tante domande.

Ma mi paralizzo non appena noto l'espressione sul suo volto.

Rabbia.

Odio.

"Ron."

"Allora l'hai fatto davvero." Dice in tono freddo. "Hai sposato quel... quell'essere spregevole."

"Andiamo nella mia stanza." Cerco di farlo calmare.

"La tua stanza? Vuoi dire i suoi alloggi?"

"Ron - "

"Cosa diavolo c'è che non va in te, Hermione?" Alza la voce. "Sei... impazzita? Ti ha lanciato qualche incantesimo, deve essere così!"

Tutti ci stanno guardando adesso.

"Ron, smettila, non sono sotto incantesimo. Non sai di cosa stai parlando."

"Allora spiegamelo! Non puoi, non è così?"

Digrigno i denti. "Andiamocene semplicemente da qualche parte in privato."

"Non posso farlo, Hermione. Sei una donna sposata adesso, cosa si potrebbe pensare se te ne andassi da qualche parte con il tuo ex-ragazzo?"

Le persone stanno sussurrando.

Amano vedere scene come questa.

Come può Ron farmi questo?

Prendo un bel respiro. "Non discuterò di questa cosa qui."

Proprio quando sto per andarmene, lui ride. "Capisco. Non puoi discutere della tua vita amorosa in pubblico!"

"Ronald, chiudi il becco!" Gli urlo contro, tutto il mio corpo sta tremando.

"Chiuderò il becco, ma solo quando ti sarai spiegata!"

"La signorina Granger non ha bisogno di spiegarti nulla, Signor Weasley."

Piton.

Appare dal nulla e si sposta accanto a me.

"Bastardo." Ron sussurra. "Sapevo che non era un eroe. Desiderare ragazze di meno della metà dei suoi anni! Lei è disgustoso."

"Ron, smettila!" Provo di nuovo.

Piton sposta la sua attenzione sugli studenti che ci circondano. "Conterò fino a tre e chiunque sarà ancora nei paraggi nel momento in cui pronuncerò 'tre', sconterà punizioni ogni giorno per il resto dell'anno. Uno."

In due secondi se ne sono andati tutti.

Mi avvicino a Ron. "Mi dispiace. Non posso spiegare, ma un giorno capirai. Te lo prometto, è tutto per il meglio."

Lui afferra il mio braccio. "Mi hai rimpiazzato con lui! Lui tra tutte le persone!"

Cosa posso dire per migliorare le cose?

Piton non si muove, ma la sua voce fredda rompe il silenzio. "Toglile le mani di dosso, Weasley, se non desideri portarti via un arto sanguinante."

Ron mi lascia andare e scuote solo la testa, guardandomi in modo grave. "Chi sei tu?"

Prima di avere l'opportunità di rispondere lui si volta e va via.

Me ne sto lì, sentendomi come se qualcuno mi avesse strappato via le budella.

Piton si avvicina a me. "Farò sì che non gli sia più permesso di accedere alla scuola."

E poi va via anche lui.

 

 

 

ooo

 

 

É quasi notte ormai.

Sto ancora male, ma avevo bisogno di farlo.

Mi mancano così tanto.

Fa freddo e inizio a tremare mentre mi nascondo dietro un cespuglio della strada dove affaccia casa mia.

La mia ex-casa.

La casa dove sono cresciuta e che avrei dovuto eventualmente lasciare per sempre.

M'irrigidisco nel momento in cui una macchina parcheggia di fronte ad essa.

Passa un secondo.

Poi un altro.

E poi lei apre la portiera.

Mamma.

Un sorriso prende vita sulle mie labbra mentre la guardo. Sembra che stia bene. É in salute ed è felice. La vita è migliorata così tanto per lei da quando non ha più una figlia malata di cui prendersi cura.

Osservo in silenzio mentre solleva una grande busta della spesa e la porta all'interno dell'abitazione. Un'arancia cade sul pavimento e avverto questo forte bisogno di andare lì e aiutarla. Di aprire la porta di casa per lei, di raccogliere l'arancia, di dirle 'ciao, mamma, com'è andata la giornata?'.

Ma non faccio nessuna di queste cose.

Mi nascondo e la guardo mentre torna indietro per prendere l'arancia, chiude la macchina e sparisce all'interno della casa.

Me ne sto lì per un paio di minuti, con silenziose lacrime che scivolano sul mio viso.

E poi mi smaterializzo nel Mondo Magico.

 

 

 

ooo

 

 

 

"A volte mi chiedo perché sono tornato qui," ammette Harry, tirando fuori i libri dalla sua cartella e appoggiandoli sul banco.

"Perché," Gli ricordo. "Vuoi diventare un Auror."

"Forse c'è un altro modo..."

"Harry, smettila."

Lui scuote la testa. "Due ore di Trasfigurazione! Non pensi che dovrebbero riservarci una specie di... trattamento speciale per essere eroi di Guerra?"

Gli sorrido. "Sei solo pigro, Harry."

La Professoressa McGranitt entra in classe e ci sediamo tutti, spostando la nostra attenzione verso di lei.

"Buon giorno, ragazzi." Inizia.

Apro il libro, girando a pagina cinquantacinque e poi inizio a sentirla.

La nausea.

Sbatto le palpebre un paio di volte, facendo un bel respiro.

Passerà.

Ignorandola, guardo la Professoressa McGranitt ma presto mi rendo conto che non la sento davvero. Avverto una pressione nella mia testa e mi chino sul banco, pregando e sperando che passi.

Ma non succede.

Presto inizio a vedere macchie nere e questo mi spaventa.

"Harry." Riesco a sussurrare prima che la mia vista si oscuri.

"Hermione."

"Che succede?"

"Respira."

Posso sentire le voci ma non riesco a vedere nulla.

Presto l'oscurità mi travolge completamente.

 

 

 

ooo

 

 

 

Gemo, aprendo gli occhi lentamente.

Questa non è la mia camera.

Perché sono nel letto di qualcun'altro?

Il Professor Piton.

É seduto sulla sedia accanto al mio letto.

E mi sta fissando.

"Perché lei è qui?" Chiedo, la mia voce è rauca.

"In quanto tuo marito io sono la prima persona da contattare in caso di emergenza."

"Emergenza?" Sono un po' sorpresa, poi do un'occhiata in giro. "Infermeria."

"Sono colpito dal tuo potere d'osservazione."

Ignorando il suo commento, chiedo. "Come sono finita qui?"

"Sei svenuta."

Oh.

Adesso ricordo.

Non la parte dello svenimento, ma ricordo di essermi sentita un po' strana e di aver sperato che la sensazione passasse.

"Beh, i-io mi sento bene adesso." Dico, mettendomi seduta.

"Dove credi di andare, Miss Granger?"

"Fuori di qui. Sto bene, è stato solo un... incidente."

La sua espressione mi blocca.

É serio.

"Tu non vai da nessuna parte." Dice in modo tranquillo e non posso obbligarmi di disobbedire.

"Sto bene." Insisto.

"Non stai bene. Sei stata priva di sensi per un paio d'ore."

I miei occhi si spalancano per lo shock. "Cosa?"

"Esattamente." Annuisce. "E rimarrai in questo letto fin quando non tornano i risultati delle analisi del sangue."

La gola mi si chiude. "D-d'accordo. Ma lei può andare. Sto bene e non c'è bisogno che lei rimanga qui. Ho già sprecato il suo tempo più che a sufficienza."

I suoi occhi scuri mi mandano un'occhiata e per un secondo penso che lui sappia tutto.

Ma questo è impossibile, giusto?

"Non andrò da nessuna parte." Risponde lui. "Per quanto possa dolermi ammetterlo, sei sotto la mia responsabilità adesso."

"Non lo sono."

"Lo sei." Ripete. "E non ho mai voltato le spalle alle mie responsabilità. Solo quando vedrò la prova che tu stai veramente bene, ti lascerò da sola e potrai iniziare di nuovo a infastidirmi con la tua presenza. Ma fino a quel momento io me ne starò seduto qui e tu te ne starai su questo letto. Preferibilmente, in silenzio."

Deglutisco, mantenendo un'espressione tranquilla.

E adesso?

  
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