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Autore: Mini GD    13/09/2013    4 recensioni
Era un palazzo con i colori spenti come le persone che gli passavano vicino ignorandolo. Molti tra quelli che erano costretti a camminare per le strade parallele al grande portone giallo, cercavano in tutti i modi di farlo, per non venire in contatto con le persone che vi abitavano da tempo ormai.
Dentro quegli appartamenti vivevano senza rendersi conto di quello che accadeva all’esterno, erano chiusi nel loro mondo colorato.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un palazzo con i colori spenti come le persone che gli passavano vicino ignorandolo. Molti tra quelli che erano costretti a camminare per le strade parallele al grande portone giallo, cercavano in tutti i modi di non farlo, per non venire in contatto con le persone che vi abitavano da tempo ormai.
Dentro quegli appartamenti vivevano senza rendersi conto di quello che accadeva all’esterno, erano chiusi nel loro mondo colorato.
C’era una signora che adorava parlare e parlare, della sua vita, dei problemi della sua gioventù, ma era rimasta sola, non aveva parenti o figli che le stessero accanto. Ma lei continuava a parlare con “Maria” la sua adorabile amica di una vita, seduta fuori alla terrazza, con due tazze di tè ben zuccherate. Maria, però, era sempre silenziosa, come un filo di vento, inafferrabile come quest’ultimo e visibile solo agli occhi di quella signora con i segni del tempo sempre più marcati sul volto.
Al piano sottostante, il piano terra esattamente, le piante curate da Giovanni crescevano sempre più belle, sotto le cure di chi non aveva più nulla se non quel prezioso tesoro verde. Dedicava anima e cuore per quelle foglioline delicate e fragili, come la sua pazienza e tranquillità. Era un tipo molto burbero, asociale e chiuso agli altri. Non parlava affatto, lui passava i pomeriggi a guardare il cielo e le nuvole per stabilire la quantità giornaliera di acqua da donare ai suoi amori.
Non era l’unico uomo del palazzo, al terzo piano, tra carte e fogli di giornali risalenti a qualche anno prima, c’era il signor pipa, chiamato così per il suo continuo vizio di fumare, dondolandosi sulla sua sedia vecchia quanto lui, probabilmente. Cigolava pericolosamente, sempre di più ogni giorno, sotto il peso di un’esistenza passata a fumare e a cullarsi su chissà quale pensiero.
All’ultimo piano, quello più in alto, ospitava una giovane con un sorriso sempre aperto, un cd di musica classica all’interno dello stereo polveroso e le scarpette ai piedi. Ballava, ballava sempre sulle note di un motivetto stantivo. Non sentiva la fatica di un sogno tanto grande e irrealizzabile, lei guardava le pareti di camera sua e immaginava quadri e foto del suo ultimo e glorioso balletto, nelle sue orecchie risuonavano gli applausi di un pubblico solo suo, nel suo sguardo la bellezza di uno sacrificio apprezzato.
Al termine della musica, si dedicava agli inchini più belli e profondi che poteva donare, con le lacrime agli occhi per la gioia di aver reso al massimo delle sue forze. Poi crollava sul freddo pavimento, scoppiando a piangere con una gamba tra le braccia e il viso poggiato su questo.

Nessuno sapeva che la signora Clara aveva davvero un’amica di nome Maria, che le fu strappata via da una brutta malattia. Passavano i pomeriggi insieme, a fare torte e a prendere il tè, con due zollette belle grandi di zucchero.
Nessuno sapeva che il giardiniere era rimasto devoto al suo primo grande amore, alla donna che non riuscì a sposare perché i genitori di lei non lo volevano. Loro si parlavano tra un giardino e l’altro, era lui ad occuparsi dei fiori che la facevano arrossire e sorridere, finché non la vide partire per un’altra città.
Nessuno sapeva che il signor pipa era rimasto sordo in seguito alla guerra che aveva affrontato, il suo vizio era legato al bisogno di aggrapparsi a qualcosa, a qualcosa che potesse in qualche modo sollevarlo dalla solitudine in cui l’avevano lasciato.
Nessuno sapeva che la piccola ragazzetta che voleva ballare fin da piccolissima era bloccata da un male incurabile alla gamba destra, nessuno si aspettava che il suo sogno non avrebbe mai smesso di battere dentro di lei.

Nessuno sapeva, eppure tutti parlavano.
  
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