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Autore: Kitsune Blake    13/09/2013    2 recensioni
Eddie la sta guardando. E’ ancora fermo, in sospeso. Gli occhi scuri la cercano, la scrutano. Il volto è spento e tirato, tanto che per un istante –eppure così vero, così reale- Sally potrebbe dire che sia invecchiato. Non ricorda quelle rughe, né così tanti capelli grigi. Nemmeno la cicatrice spettrale che attraversa la guancia, spaccandola in due fino all’angolo della bocca.
“Non piangere, ora. Maledizione, odio vederti piangere.”

Ci sono momenti in cui non serve essere vicini per sentirsi l’un l’altro.
[ Questa storia si è classificata seconda al contest "My Last Breath" ]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Blake/Il Comico, Sally Jupiter
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Torno a pubblicare, finalmente, dopo mesi. Chiedo umilmente perdono, ma l’ispirazione è una brutta bestia e la vita non smette mai di sorprendere con i suoi imprevisti. Ma adesso ci sono, ed è quello che conta!
Ringrazio bluemary e Vannagio che, con le loro minacce il loro supporto, hanno fatto sì che l’ispirazione tornasse pian piano a bussare alla mia porta. Spero di tornare a pubblicare più frequentemente e lo so, sono pessima. Quindi uccidetemi, visto che Eddie non l’ha ancora fatto. ^^
Buona lettura!

 

La storia si è classificata seconda al concorso My Last Breath, indetto da Macy McLaughlin.

 

Titolo: Fallen
Autore: Kitsune Blake
Fandom: Watchmen
Personaggi/Pairing: Edward Blake, Sally Jupiter, Edward Blake/Sally Jupiter
Avvertimenti: Lime, Movieverse
Tipo di storia: One Shot (drabble+flashfic+drabble)
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo
Rating: Arancione
Breve introduzione: Ci sono momenti in cui non serve essere vicini per sentirsi l’un l’altro.
Note: Il titolo della storia è ispirato all’album “Fallen”, degli Evanescence (2003).
I versi a inizio e fine storia sono tratti dalla canzone “My Last Breath”, contenuta nel medesimo album.

 

 

 

 

 

 

 

Fallen

 

 

 

 

 

“Hold on to me love
You know I can’t stay long
All I wanted to say was “I love you
And I’m not afraid”
Can you hear me?
Can you feel me in your arms?”

 

 

 

Perché piangi, Sally?
Stupida, stupida donna. Che hai sognato stavolta?
Era così vero, così reale, che il cuore ancora esita a calmarsi.
Svegliarsi nel buio della notte, il nodo alla gola che ti mozza il respiro: chiunque avrebbe pianto. Non piangere, ora. Maledizione, dolcezza, odio vederti piangere.
E invece, contro ogni volontà, le lacrime rotolano sulle guance. Non si fermano.
Come gli anni trascorsi in questo letto sempre più grande e sempre più vuoto. Un presente e un futuro di morte, per un passato ogni giorno più ricolmo di luce.
Perché piangi, Sally? Che hai sognato stavolta?

Il suo calore.
Stupida donna.


Il suo calore.

Tutto avrebbe pensato Sally, ma non che fosse così caldo. Eppure non può negarlo nemmeno a sé stessa mentre, fra le braccia esili, stringe il corpo dell’uomo che otto anni fa cercò di farla sua con la forza, e che ora la abbraccia come se avesse timore di farla a pezzi con una sola carezza.
Dio, quant’è caldo.
Apre gli occhi nella penombra, lo osserva. La luna attraversa la finestra, accarezza il viso dell’amante e sembra ammorbidirlo, come se volesse smussare la rude violenza dei suoi lineamenti.

Il Comico.
Alza una mano, la porta sul suo viso. Sfiora la barba ispida, e per tutta risposta lui si preme contro le dita che lo accarezzano, un movimento gentile che ancora una volta la sorprende.
No, non è il Comico.
“Eddie”. Una richiesta, una preghiera? Dovrebbe odiarlo, e non ci riesce.
Solo una volta.
“Non ti farò del male.”

Avresti potuto dirlo otto anni fa, e hai rovinato tutto.
Affonda il viso nel suo collo, lo stringe di più fra le proprie braccia. Percorre con dita esili la schiena, le pallide cicatrici in rilievo, segno di chi la guerra l’ha vissuta davvero.

Bastardo. Non è nulla in confronto a ciò che mi hai fatto.
Eddie ha smesso di muoversi. Ma lo sente, dentro di sé, e non può impedirsi di tremare dinanzi alla verità che la travolge. La vergogna tinge le guance morbide, la sommerge con un grido d’accusa.
Si guarda intorno, smarrita, osserva il letto sfatto, il letto in cui ha permesso all’uomo che odia di entrare. Stupida donna. Cosa dirà a Laurence?

Solo una volta.
Puttana.

“Non piangere, Sally.”
Eddie la sta guardando. E’ ancora fermo, in sospeso. Gli occhi scuri la cercano, la scrutano. Il volto è spento e tirato, tanto che per un istante –eppure così vero, così reale- Sally potrebbe dire che sia invecchiato. Non ricorda quelle rughe, né così tanti capelli grigi. Nemmeno la cicatrice spettrale che attraversa la guancia, spaccandola in due fino all’angolo della bocca.
“Non piangere, ora. Maledizione, odio vederti piangere.”
Dita ruvide le asciugano le lacrime e, quando lei riapre gli occhi, tutto è al suo posto. Nessuna ruga, nessuna cicatrice. Sui capelli scuri non c’è che il pallido riflesso della luna.
“No, Eddie, non riesco a smettere, perché-”
Le labbra dell’amante cercano le sue, e Sally non può che affogare le parole in un bacio che ha il sapore delle lacrime.

Perché ti amo. E odio me stessa.
Lentamente Eddie si ritrae, ed è un sorriso quello che compare sul suo volto. Una piega amara come amara è la sensazione che lei sente nel cuore, mentre le lacrime ancora lottano per vincerla ancora.
“Ti odio.”
“Non dovrai più farlo.”
“Perché?”
Non c’è spazio per la risposta, Eddie è sparito. Con lui il letto, la stanza, il suo maledetto e struggente sorriso. Ci sono solo lacrime e un vuoto dal sapore di morte, una camera buia e il vivido colore dei ricordi. Ti odio.

Non è vero.
Perché?


Perché ti amo, Sally.

Anche ora, se ci pensi, non saresti in grado di dirglielo. Ma avresti voluto.
E cosa sarebbe cambiato?
Cadi. Chiudi gli occhi, la coscienza si tinge di nero. E non è un brutto sogno, di quelli che ti svegliano e ti lasciano senza respiro. Quelli sono finti. Questa è la maledetta realtà.
La vedi? Senti il profumo dei suoi capelli, il calore della sua pelle?

Mi senti, Eddie?
Cadi.
Ti sento. Non piangere, ora. Maledizione, dolcezza, odio vederti piangere.
Sorridi, l’oblio si avvicina. Ti piace pensare che, in qualche modo, lei abbia capito.
Forse non ti odierà più.
E tanto basta.

 

 

“Holding my last breath
Safe inside myself
Are all my thoughts of you
Sweet raptured light
It ends here tonight”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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