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Autore: _Her    13/09/2013    3 recensioni
Mi accarezza i capelli e mi sussurra all’orecchio che andrà tutto bene. La sua voce finalmente mi sembra reale. Io lo stringo forte, Dio quanto mi era mancato. Lui scioglie la presa un attimo dopo, prendendo il mio viso fra le sue mani. Asciuga le mie lacrime e mi fissa negli occhi come sempre, per accertarsi che stia bene. Quando i miei polmoni riescono a recuperare di nuovo un po’ d’aria, mi calmo a poco a poco. Il suo pollice accarezza delicatamente la mia guancia rosea e accaldata, poi appoggia la sua fronte contro la mia.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nathan Sykes , Nuovo personaggio, Tom Parker
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Freddo, buio, solitudine.
 
Tre parole così significative e tristi. 
  
È così che mi sento in questo momento, triste, ferita. 
 
L’angolo in cui mi sono rifugiata, mi sembra troppo rassicurante per lasciarlo e reagire.
 
Il mio appartamento non mi è mai sembrato così vuoto come ora.
 
Forse perché manca qualcosa. Qualcuno. Lui.
 
Sei lettere, quattro consonanti, il nome più bello che le mie orecchie abbiano mai sentito. Quel nome che ora mi procura dolore solo a pronunciarlo. Quel nome che appartiene alla persona che in questo momento amo più di me stessa, e che proteggerei con la mia vita. Quel nome che sto urlando ormai da ore.
“Nathan, ti prego, smettila.” Imploro, rivolta verso il portone di casa oscillante.
 
Un colpo violento.
 
“Nathan, ho detto basta.” Ripeto.
 
Un colpo violento.
 
“Nathan!” urlo con tutta la voce che ho in corpo. 
 
Silenzio.
 
“Ti prego aprimi.” Dice lui al di là del portone che fino a tre secondi fa stava percuotendo. 
 
La sua voce trema, sembra sull’orlo di una crisi di nervi.
 
Mi alzo, asciugo le lacrime e mi dirigo verso la porta. La sfioro con la mano destra, e sembra di toccare lui. Non il legno, non il ferro, ma la sua pelle, il suo corpo. La ritraggo immediatamente, prima di parlare.
 
“No.” Mi limito a dire. Ma a lui questo non basta.
 
“No non è una risposta.” Il tono della sua voce si sta alzando. Il mio cuore batte a mille, ho paura.
 
“Bhe, mi dispiace, ma te la dovrai far bastare.” Rispondo secca. Se devo troncare, almeno sarà veloce e indolore. Ma sembra avere l’effetto opposto. Un colpo mi fa sobbalzare, mentre la porta davanti a me oscilla per l’ennesima volta.
 
“Smettila di fingere che non t’importi di nulla!” sento la rabbia nella sua voce. Copro la bocca con una mano, non deve sentire i miei singhiozzi. “Lo sai anche tu che non è finita.” Sussurra debolmente. Faccio un lungo respiro per calmarmi.
 
“Nathan fattene una ragione. Non posso continuare così, non con mio padre che..” mi blocco all’improvviso. Non dovevo nominare mio padre.
 
“Allora è per tuo padre che l’hai fatto. È per tuo padre che mi hai lasciato.” Non rispondo. Ammettere la realtà sarebbe troppo doloroso per entrambi.
 
“Rispondimi.” Ringhia lui.
“Non mi pare che tu abbia fatto una domanda.” Dico nel modo più stronzo che potesse uscire dalla mia bocca. Lui sembra accorgersene.
 
“Oh, andiamo! So che lo stai facendo per allontanarmi!” resto in silenzio. “So che lo stai facendo per proteggermi..” la sua voce s’inclina.
  
“Ti sbagli. Lo faccio perché.. perché..” l’unica cosa che mi viene in mente da dire, è quella più sbagliata del mondo. “Perché non ti amo più. Ecco perché.”
 
Silenzio.
 
“Non è vero.”
 
Il cuore inizia a battermi veloce.
 
“Perché dici questo?!” urla lui.
 
Il mio respiro si affanna, inizio ad annaspare, non c’è aria. In pochi secondi inizio ad iperventilare, la testa mi gira.
 
“Smettila di coprire tuo padre! So che c’è lui dietro tutta questa storia!”
 
Stringo la gola con la mano destra, non riesco a respirare. Cado per terra in ginocchio, piegandomi in due. Le lacrime continuano a scendere, peggiorando la situazione.
 
“Elisa?” 
 
Non rispondo. Le parole mi muoiono in gola, soffocate dallo stato confusionale in cui mi trovo. Nathan si allarma. Capisce cosa sta succedendo e inizia a calciare la porta fino a quando non si spalanca. Corre subito verso di me, prendendo il mio corpo esanime fra le sue braccia. Mi accarezza i capelli e mi sussurra all’orecchio che andrà tutto bene. La sua voce finalmente mi sembra reale. Io lo stringo forte, Dio quanto mi era mancato. Lui scioglie la presa un attimo dopo, prendendo il mio viso fra le sue mani. Asciuga le mie lacrime e mi fissa negli occhi come sempre, per accertarsi che stia bene. Quando i miei polmoni riescono a recuperare di nuovo un po’ d’aria, mi calmo a poco a poco. Il suo pollice accarezza delicatamente la mia guancia rosea e accaldata, poi appoggia la sua fronte contro la mia.
 
Restiamo in silenzio per qualche minuto, ascoltando l’uno il respiro dell’altra.
 
 
 
 
 
 
 
Saaaalve. Questa ff nasce da un sogno che ho fatto di recente :3 Spero vi paccia e che sia scritta decentemente, perchè è da tanto che non scrivevo qualcosa e mi sentivo un pochino arrugginita :D Nathan è il mio preferito tra i The Wanted, è lo amo sul serio, quindi questa storia è dedicata a lui! mwahahahahah Fatemi sapere cose ne pensate con una recensioneee:££ grassie, Elisa.
 
  
  
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