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Autore: Rico da Fe    13/09/2013    3 recensioni
Il timido e docile Lituania, dopo anni e anni passati a sbavare per Bielorussia, finalmente (con il beneplacito di Russia) ha la possibilità di tentare la conquista della gelida nazione slava... ma per uno che le donne le vede solo con il cannocchiale l'impresa potrebbe risultare difficile! E allora chi, se non il nostro latin lover preferito, l'italiano che conquistò il Belgio, può aiutare il povero Lituania a coronare il suo sogno d'amore? Sono gradite recensioni, grazie! XDXD
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belgio, Bielorussia/Natalia Arlovskaya, Lituania/Toris Lorinaitis, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Dunque..." cominciò Romano squadrando da capo a piedi Lituania.
Erano entrambi nell'arioso e luminoso soggiorno dell'italiano, e il meridionale stava esaminando con occhio esperto lo slavo in piedi davanti a lui, che per poco non scattava sull'attenti, tanto era teso.
"Punto primo: il look!" esordì Romano schioccando le dita.
"Che cos'ha il mio look che non va?" chiese Lituania leggermente offeso.
"Uhm... Beh, non so, secondo te alle ragazze piacciono gli sfigati con la divisa verde muschio (sbiadita) retaggio del periodo sovietico, e i capelli sciolti e flosci?"
Romano vide il povero Lituania rimpicciolire per la vergogna, più imbarazzato che mai, ma scacciò subito i sensi di colpa: se il lituano gli chiedeva consigli doveva stare zitto e dargli retta!
"Dunque..." riprese Romano ripassandolo con una veloce occhiata. "Innanzitutto legati i capelli: a molte ragazze piacciono gli uomini col codino! Fa figo!"
Mentre Lituania obbediva, rimediando da chissà dove un elastico, l'italiano andò di sopra a rovistare nell'armadio (del fratello) in cerca di vestiti adatti.
Quando tornò, guardò con piacere il suo primo consiglio messo in pratica: lo slavo stava davvero bene con i capelli legati! Il viso era molto più luminoso e gli occhi verde pino splendevano raggianti.
Se Bielorussia non gli cadeva ai piedi, o era lesbica o era ancora fissata col fratello.
Ma c'era ancora del lavoro da fare...
"Ecco, indossa questi!"
Gli porse i vestiti di Feliciano (che portava più o meno la stessa taglia) e lo invitò a cambiarsi nel bagno degli ospiti. Lituania obbediva mansueto come sempre, tanto che Romano non si sorprese del fatto che sia Polonia che Russia avevano fatto un sacco di storie prima di concedergli l'indipendenza. E dove lo trovavano un altro così servile e accomodante come Lituania?
Romano si riscosse dai suoi pensieri quando sentì il click della porta del bagno che si apriva.
Guardò il lituano. Si fece i complimenti da solo. E poi li fece a Lituania.
"Caspita! Lo vedi che se mi ascolti fai strage di cuori (alla faccia di Francia)?"
Lituania si guardò timidamente al grande specchio appeso nel soggiorno: la camicia di seta blu scuro, i costosi pantaloni d'alta sartoria, gli stivaletti di Pollini... Ma era davvero lui quel dandy col codino che ammiccava dallo specchio? Era davvero Lituania? In un impeto subito sopito di vanità, la nazione pensò alle possibili reazioni degli altri due baltici se lo avessero visto in quel momento.
Si ripromise di farsi una foto, possibilmente con Bielorussia, e di spedirla a entrambi.
"Bene!" esordì Romano quando il novello Cenerentolo ebbe finito di rimirarsi allo specchio: c'era ancora bisogno del Fata Madrino!!!
Mise amichevolmente un braccio intorno alle spalle di Lituania.
"È ora di passare al punto secondo..."
 
 
"Très bien! Cominciamo!" esordì Belgio, invitando Bielorussia a seguirla in camera da letto, più precisamente nella sua enorme cabina armadio.
Bielorussia restò a bocca aperta.
"A-accidenti! Ma quanti vestiti hai? Si direbbe che hai svaligiato gli outlet di mezzo mondo!"
La belga le rivolse un sorriso eloquente.
"Tesoro, Monaco ha un guardaroba che é il doppio del mio... Del resto, quando confini con Francia, avere un'infinità di vestiti chic é d'obbligo..."
Mentre Belgio si tuffava allegramente in quella miriade di abiti e vestiti d'ogni genere alla ricerca di qualcosa per lei, Bielorussia ne approfittò per rifarsi gli occhi: caspita quanta roba!
Nel suo povero Paese non avrebbe mai visto quella straordinaria fiera dell'alta moda... C'era di tutto, e forse anche di più: borse costosissime, scarpe con tacchi vertiginosi, eleganti abiti da cocktail, raffinati abiti di gala e sontuosi abiti da ballo, e poi morbide pellicce, impeccabili tailleurs, cappotti dai prezzi esorbitanti (Belgio non sembrava curarsi di togliere i cartellini)...
"Ecco qua!"
Belgio riemerse da quel mare di vestiti e le porse raggiante quello che doveva indossare.
"Di là, se magari ingaggi un esploratore o usi Google Maps trovi (forse) un camerino dove cambiarti... Io ti aspetto qui!"
La belga sorrise incoraggiante e Bielorussia, presa la roba, si affrettò a cercare l'agognato camerino.
Più che un camerino, quello era lo stanzino delle scope (che diavolo ci faceva nella cabina armadio?), ma la slava lasciò correre: ormai era così abituata ad arrangiarsi...
Al buio, si infilò i leggins neri e una casacca di seta che aveva tutta l'aria (data la leggerezza al tatto) di essere costituita da ben poco materiale e quindi di lasciare davvero poco all'immaginazione.
Almeno non era aderente...
Non appena calzò le décolleté di Guess con tacco 15 e plateau, la bielorussa si sentí mancare: neanche un fachiro sarebbe riuscito a restare FERMO in piedi su quei trampoli (figurarsi a camminare...)!
Barcollando, uscì dal camerino e tenendosi saldamente ancorata al muro costeggiò il perimetro della cabina armadio fino a sbucare nel corridoio principale, dove la sua nuova amica la aspettava.
Non appena la vide, Belgio si illuminò: altro che vestitino alla Alice in Wonderland!
Una bionda da favola con un fisico ancora più da favola camminava verso di lei, avvolta in una casacca di seta scollatissima e bordata di strass, le gambe fasciate da aderenti leggins neri e i delicati piedini infilati in scarpe... Ehm... Forse un tantino troppo alte...
Bielorussia, dal canto suo, guardò la belga con l'aria di uno scalatore davanti a una cima particolarmente irraggiungibile.
"Coraggio Biel... Ce la puoi fare... Non lasciarti bloccare da un semplice paio di tramp... Cioè, scarpe..." pensò la slava mentre si staccava dal muro e pian piano, simile a un'equilibrista in bilico su un filo di nylon teso tra due mongolfiere sospese a 1200 metri di quota, cercò di raggiungere Belgio.
"Avanti, Biel... Ancora... Ehm... Una decina di metri..." la incoraggiò Belgio, ma la nazione dovette ammettere che qualcosa non andava: Bielorussia stava benissimo con quelle scarpe, ma aveva l'andatura di un acrobata con entrambe le gambe ingessate e seri problemi di scoliosi.
Del resto, la slava non aveva mai neppure visto delle scarpe del genere...
Finalmente Bielorussia raggiunse, pericolosamente in bilico sulle due lussuose torture cinesi, l'agognata meta belga.
"Eccomi, ci sono quasi..."
Allungò le mani aspettandosi di essere sorretta (o meglio, soccorsa) da Belgio...
Ma abbrancò l'aria!
"Aspettami qui, vado a prenderti delle scarpe più basse!" disse frettolosamente l'amica scomparendo nuovamente nei meandri oscuri della cabina armadio.
"BELGIOCAZZOTORNAQUIIIIIIII!!!" gridò Bielorussia, agitando invano le braccia e barcollando come una giraffa ubriaca con la labirintite.
Ma quando Belgio tornò dall'amica, raggiante e con un paio di Gucci tacco 12 senza plateau, la trovò spiaggiata faccia a terra sul parquet.
"Bielorussia! Sei caduta?"
"Ma no, diciamo che sono diversamente in piedi..." rispose l'interpellata cercando di tirarsi su e di liberarsi degli aggeggi infernali.
"Vabbè, dai, provati queste!" disse Belgio rifilando alla bielorussa il nuovo paio di scarpe.
Bielorussia se le infilò e con l'aiuto di Belgio provò ad alzarsi e a fare qualche passo.
"Uhm... Sì, decisamente meglio!" constatò la belga. "Adesso prova ad ancheggiare un po', così..."
Le mostrò come doveva fare, e si compiacque del risultato: persino Russia le avrebbe fatto stalking!
"E ora... Passiamo al punto B!"
 
 
  
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