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Autore: Tamar10    13/09/2013    1 recensioni
Ventisei anni dopo il giorno della mietitura. Il giorno in cui tutto iniziò.
I pensieri dei quattro protagonisti, ormai vecchi, le loro riflessioni, dopo tutte le difficoltà che hanno dovuto passare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A me stessa, per essere un anno (e un giorno) che pubblico cavolate su questo sito



Katniss fa fatica ad alzarsi dal letto quella mattina. Di solito è felice di sottrarsi agli incubi, mettersi in movimento, distrarsi. Ma non oggi, perché sa che giorno è.
Sono passati 26 anni, ma è ancora nell'aria. La paura, l'eccitazione, il dubbio, l'angoscia.
Ormai il giorno della mietitura è diventato un giorno di festa, ma solo in pochi lo vivono così. I bambini, ingenui, che guardano le bancarelle con gli occhi sgranati, i fortunati che non hanno nessun morto da ricordare.
Non lei.
Lei non può. Lei non vuole. Tutto. Tutta la sua vita è cambiata quel giorno di 26 anni fa.
Aveva fatto tutto per salvare la sua sorellina e alla fine Prim è stata solo una delle tante cose che ha perduto.
Alla fine Katniss si alza dal letto. Sa che qualcuno lo dovrà fare. Quindi comincia.
Pensa a Rue, a Mags, a Cinna, a Finnick. Pensa a tutti quelli che ha ucciso o ha visto morire.
Infine pensa a Prim, a quanto le sarebbe piaciuta quella Festa della Ghiandaia, ai suoi occhi grandi, al suo corpo esile. Osserva il grande prato fiorito e si lascia cullare dal ricordo della sua sorellina.
 
Peeta ha tutto quello che ha sempre desiderato. Ama Katniss e lei ama lui, hanno due splendidi figli, vivono serenamente.
Peeta ha avuto paura per troppo tempo. Però i fantasmi restano, i ricordi ancora confusi, le torture, Katniss.
Un vortice che lo riporta indietro. In luoghi e tempi in cui non vorrebbe più stare.
Quello è un giorno di festa per tutti.
Per questo va da Madge, la più grande, e le accarezza dolcemente i capelli.
-Ti va di andare in paese, piccola?-
-Mi compri un gelato, vero papà?-
Il fornaio sorride, sciogliendo un po' le sue angosce.
-Vero-
 
Haymitch ha una sola soluzione per queste situazioni.
Ha smesso di bere, o almeno di essere ubriaco dalla mattina alla sera, ma ci sono giorni in cui non può stare sobrio.
Abbraccia la bottiglia come sua ultima ancora di salvezza. Brama l'incoscienza, ma il salto fra incubi ed oblio è breve.
Katniss ha Peeta. Tutti gli altri hanno una famiglia su cui appoggiarsi. Lui è da solo.
Può fingere quanto vuole a fare il nonno, può illudersi di essere felice, ma in questi giorni è solo ed è questo che conta.
Haymitch e la sua bottiglia.
È sempre stato così e lui ormai è vecchio e stanco.
Nessuno sentirebbe la sua mancanza. Ha fatto tutto il possibile, ma è dura vivere quando sei vuoto dentro.
Haymitch e la sua bottiglia.
Si attacca alla sua compagna di vita. Lei c'è stata sempre.
Sono passati 50 anni da quando il suo nome è stato chiamato. Cinquanta maledettissimi anni, il ragazzino arrogante è morto da tempo. Morto insieme a Maysilee, morto insieme alla sua famiglia, morto insieme a tutti i suoi protetti.
Ora resta solo il vecchio involucro vuoto che si chiede quante volte ancora debba morire.
 
I boschi hanno un potere latente. Sono come una grande casa, fresca, protetta, accogliente. Uno spirito saggio e silenzioso che veglia sui suoi figli.
Lì Gale c'è cresciuto, ha conosciuto la paura, l'odio, l'amore. Ha conosciuto Katniss.
La parte più meschina e codarda di lui è felice di non vivere più nel 12, in un certo senso rende più facile dimenticare. Eppure certe volte quando esce a caccia per gli immensi boschi del distretto 2 a volte sente ancora la sua camminata leggera dietro di lui, il fruscio della sua treccia, il suo respiro concentrato appena prima di scoccare.
Gale si gira con il sorriso sulle labbra, come se non fossero passati 26 anni, come se fossero ancora due sedicenni affamati, come se lei fosse ancora la sua Catnip.
Invece vede sempre gli alberi o qualche animale sventurato e si sente vuoto.
Gli manca qualcosa, perché tutta la sua vita è stata una lotta. In fondo, pensa ironicamente, lui non è poi tanto diverso dai favoriti del distretto 2. Lui vive per alimentare il fuoco che gli brucia dentro e ormai che non c'è più niente contro cui lottare.
È costretto ad affrontare colpe a cui non potrà mai porre rimedio, a confrontarsi con sé stesso.
Sa già che perderà. Quello non è mai stato un gioco che potesse vincere.
Raccoglie una manciata di bacche, le stesse di quel giorno di ventisei anni prima.
Ne lancia una in aria.
-Felici centesimi Hunger Games...-
La prende al volo con la bocca.
-...e possa la fortuna essere sempre a vostro favore.-




Autrice:
Non so come è nata questa storia. Volevo pubblicare qualcosa per "festeggiare" il mio compleanno su EFP (anche se non gliene sbatte a nessuno)
Inizialmente doveva essere qualcosa su Loki (io amo Loki <3) ma poi HG ha preso il sopravvento.
Era da tanto che volevo scrivere su questo forum, ma non sapevo cosa. Spero che la mia storia non sia una boiata assurda (l'ho scritta in fretta e l'ho anche pubblicata in ritardo di un giorno T.T)
Grazie a chiunque la degnerà di attenzione <3
  
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