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Autore: Il Saggio Trentstiel    14/09/2013    12 recensioni
Alejandro approfittò dell'astioso silenzio della consorte per ricominciare l'opera di convincimento.
-Querida, pensavo fosse un regalo carino per augurarti una pronta guarigione...- -Beh, hai pensato male!- lo interruppe Heather, lanciando un'occhiata quasi disgustata a quella roba che Alejandro stringeva tra le mani.

Pillole di quotidianità per Alejandro e Heather, tra regali sgraditi, subdole strategie e un deus ex machina in miniatura che risolverà il tutto in perfetto stile Alheather.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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-Ho detto di no!-
Alejandro sospirò paziente e si sedette accanto al letto.
-Heather, sei ancora convalescente, non agitarti troppo.-
La donna lo fulminò con lo sguardo e digrignò i denti: convalescente o meno, non l'avrebbe data vinta a quello lì.
Quello lì a cui, ricordò infastidita a se stessa, aveva avuto la dabbenaggine di unirsi per tutta la vita. O almeno finché la di lui morte non li avrebbe separati.
Alejandro approfittò dell'astioso silenzio della consorte per ricominciare l'opera di convincimento.
-Querida, pensavo fosse un regalo carino per augurarti una pronta guarigione...- -Beh, hai pensato male!- lo interruppe Heather, lanciando un'occhiata quasi disgustata a quella roba che Alejandro stringeva tra le mani.
Fece per dire – o meglio urlare – qualcosa di maligno al marito, ma un colpo alla porta li fece voltare entrambi: una bella bimba dai lunghi capelli neri e con gli occhi verdi stava sulla soglia, un foglio di carta tra le mani.
-Mammina...- esordì, entrando nella camera -... Ti ho portato un disegno!-
Heather sostituì la sua espressione irritata con una serena e rilassata.
-Grazie, tesoro: vieni pure a metterlo sul comodino.-
La bambina sorrise e si avvicinò al letto della madre: aveva però fatto solo pochi passi quando notò cosa Alejandro avesse posato in grembo.
Con uno strillo di gioia abbandonò il disegno sul letto e corse accanto al padre, impadronendosi rapidamente del motivo dell'ennesima contesa tra i due coniugi.
-Oh, papà, è così carino! Possiamo tenerlo?-
Alejandro diede una carezza alla figlia.
-Prima di tutto, tenerla: è una femminuccia.- puntualizzò con un ampio sorriso, e a quelle parole il volto della bimba si illuminò -Secondo poi... Credo che tu debba chiedere prima a tua madre...-
La bambina, il tenero cucciolo nero di labrador tra le braccia, si voltò verso la madre esibendo un'espressione che eguagliava quella del cagnolino in quanto a tenerezza.
-Mammina, possiamo tenerla?-
Heather, dopo aver lanciato un'occhiata intrisa del più profondo astio ad Alejandro, sospirò e si rivolse alla figlia.
-Amanda, tesoro, non credo che...- -Me ne occuperò io!- -Va bene, ma...- -E non disturberà, lo prometto!- -D'accordo, però...- -E soprattutto...- proseguì Amanda, incurante delle deboli opposizioni della madre, uno scintillio astuto negli occhi -... La chiamerò Gwen!-
Heather ammutolì. Completamente. Alejandro, dal canto suo, se la rideva sotto i baffi.
-Vorresti chiamarla... Gwen?- domandò retoricamente la donna, una volta recuperato l'uso della parola.
Amanda annuì energicamente e ad Alejandro parve di vedere degli ingranaggi lavorare febbrilmente nel cervello della moglie: avrebbe ceduto, oppure si sarebbe dimostrata una volta di più un'insostenibile testarda?
-Chiamare un cane... Gwen?- si disse Heather per la terza volta. Avrebbe dovuto sopportare la presenza costante del nome di quella ex-gotica da strapazzo – e già le era bastato doverla rivedere al matrimonio di Cody e Sierra – in casa sua?
Sorrise, somigliando più che mai alla Heather subdola e calcolatrice di diversi anni prima.
-D'accordo, tesoro: la terremo con noi.-
Amanda esultò e si catapultò fuori dalla stanza, pronta a lanciarsi in giochi sfrenati con il suo nuovo cucciolo. Alejandro fece per seguirla, ma la moglie lo bloccò.
-Ti riterrò direttamente responsabile di qualunque danno possa causare la bestia.- comunicò in tono piatto, sebbene il sorriso di poco prima continuasse ad aleggiarle sulle labbra -Anche se non mi dispiace l'idea di poter sgridare, far mangiare cibo per cani e mettere il guinzaglio a Gwen!-
Alejandro rise e, baciata la moglie sulle labbra, uscì dalla camera da letto.
Giunto fuori vista, si lasciò andare a un ghigno soddisfatto: sapeva che la scelta di quel particolare nome avrebbe convinto Heather.
-Oh, Alejandro?- lo richiamò lei con tono falsamente dolce, costringendolo a riaffacciarsi in camera.
-Hai bisogno di qualcosa, mì amor?-
La donna annuì con estrema lentezza.
-La prossima volta che vuoi convincermi, non elaborare scadenti strategie che coinvolgano nostra figlia, oppure...- -Tranquilla, Heather: Amanda ha fatto tutto da sola!-
E in quel momento Alejandro non seppe per cosa sentirsi più felice, se per l'astuzia che la figlia aveva ereditato da entrambi o per il sorriso orgoglioso che aveva illuminato il volto di Heather.

   
 
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