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Autore: GirlOnFire    15/09/2013    3 recensioni
Breve os su Roy e Thea, dal punto di vista di lei, su come si è sentita estromessa dalla vita di Harper che neanche conosceva così bene e che invece ne sentiva il bisogno prima ancora di capirlo.
Genere: Angst, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Thea Queen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il rumore aveva sovrastato qualsiasi parola avessi potuto continuare a dire mentre lui chiudeva la porta. Averebbe persino potuto buttare giù qualcosa. Un muro, non uno qualsiasi però, uno di quelli portanti. Anzi no, l'intera casa. Sì, il paragone veniva meglio.
Non mi ero mai ritrovata davanti una porta sbattuta in faccia, sempre troppo importante perchè qualcuno mi dicesse anche solo un semplice no. Non avevo mai avuto mai un muro a dividermi da qualcuno, da lui che conoscevo a malapena e con il quale sentivo una sorta di connessione che non sarebbe svanita così, con qeui mattoni, se solo fossero stato solo quelli e invece no, c'era un'intera casa, una fortezza in quel suo gesto a volermi escludere, estromettere dalla sua vita ancora una volta mentre cercavo solo di dargli una mano.
Sospirai mentre scuotevo il capo e giravo i tacchi. Ecco cosa succede a voler fare del bene a quelli del Glades.
Parlavo più tra me e me, rassegnata nel sapere che sperare di sentire quella porta aprirsi era quasi inutile con uno come Roy Harper. Quel nome sembrava anche l'unico di cui non mi riuscissi a liberare e potevo sentire tutta quella rabbia e quella sensazione strana che mi prendeva quando lo guardavo negli occhi, trasformarsi in una brutta sensazione che prendeva lo stomaco, che mi faceva attorcigliare tutti gli organi. Non erano farfalle come quando gli parlavo, non era l'insetticida che mi prendeva quando mi faceva diventare acida e un po' stronza - come avrebbe detto Oliver. Era una pistola puntata contro; un coltello pronto a ferirmi.
Erano stati due ragazzi che tentavano di molestarmi in una qualche maniera; era stato un pugno e un 'lasciatela stare'. Una paura che non mi abbandonava; una voglia di combattere per me stessa; una scarica di adrenalina che non era la mia. Una mano afferrata mentre correvamo via da quei due tipi adesso a terra.
Era stato arrivare in un posto più sicuro, tra colonne bianche di una delle vecchie fabbriche abbandonare in quel quartiere. Il suo respiro caldo sentito sul mio collo mentre cercava di riprendere fiato, con me attaccata al suo corpo; con me contro il muro e lui a sovrastarmi. I suoi occhi che si abbassavano sul mio volto, le sue labbra che si premevano contro le mie; le mie che si muovevano con le sue.
E di nuovo una sensazione allo stomaco, un'altra, diversa perché nessuno poteva spiegarmi cosa mi stesse succedendo, cosa ci stesse succedendo probabilmente.

Non l'avevo più visto in giro; se lo cercavo in casa non rispondevo ed ero sempre più preoccupata. Mi resi conto che l'unica cosa che mi rimaneva di Roy Harper era il suo numero, scarabocchiato una sera su un foglio e messo chissà come nella mia borsa. Sapevo che era veloce di mano quindi non mi preoccupai più di tanto ma sapevo che era venuto il momento che ascoltasse la mia voce. Non dietro ad una porta dove dall'altra parte avrebbe potuto esserci lui a sentirmi bussare, ma al telefono mentre io passavo una mano tra i capelli e camminavo nervosamente per il pavimento, a lunghe falcate.
Composi il numero e attesi. Sapevo bene che non aveva il mio, che avrebbe potuto ignorarmi e far partire la segreteria ma visti i suoi giri forse mi avrebbe risposto; non mi accorsi neanche che il consueto beep era scomparso e al suo posto la voce calda del ragazzo stava ripetendo di dirgli chi ero.
Il mio intento non era mostrarmi subito con il nome, era inutile, mi avrebbe comunque riconosciuta appena avessi iniziato a parlare; speravo solo che rimanesse in linea, che mi ascoltasse una buona volta e capisse cosa poteva perdere: me.
"L'altro giorno parlavo di muri, sai? Ma qui muri non ce ne sono stati, c'è stata proprio la porta chiusa a chiave a doppia mandata che non si è più aperta e sinceramente penso che questa sarà l'ultima volta che vi busserò; che prendo io l'iniziativa di cercarti per sapere come stai, se sei vivo almeno!
Penso che in realtà non te ne freghi nulla alla fin fine. Di te, di me, forse di tutto.. Che dopo quel bacio hai capito che non potevi rischiare di affezzionarti a qualcuno che non fosse te stesso, che mettere a rischio un'altra persona non ne valeva la pena, non per il bene che potresti avermi potuto volere ma perché rischiare la pelle per due è più difficile. Meglio chiudere qualsiasi cosa ci fosse, no?
Eppure, Harper, ti dirò una cosa: se continui così e cadessi, nessuno verrà a prenderti. Nessuno avrà due mani pronte a reggerti la testa per non farla sbattere sul suolo freddo. Ci sarei stata io che comunque sono qui, ancora una volta a cercarti. Devo essere proprio stupida, eh?
Hai paura di deludere tutto e tutti, ti si legge in faccia. E sì, l'hai fatto. Non quando mi hai rubato la borsa, non quando non ti sei presentato per il lavoro, l'hai fatto quando mi hai chiusa fuori, quando mi sono aspettata qualcosa che non è arrivato. Sarebbe bastato un affacciarsi dalla finestra mentre bussavo; un segno; qualsiasi cosa Roy!.. ma neanche quello. E non so che pensare.
Detto questo, io ho chiamato, tu hai ascoltato e ora sarò io a chiudere la chiamata ma non la porta e tu.. tu vedi cosa vuoi farne."
Chiusi la chiamata di scatto, non avevo voglia di sentire una risposta, in realtà credevo che non l'avesse. Lui riprovò a richiamare e io non risposi, sapevo di tirare troppo la corda forse, ma il mio orgoglio era peggio di qualsiasi altra cosa.

Me ne pentii quella sera stessa, quando la sera non provò più. Andai a trovarlo, era meglio parlare faccia a faccia mi ritrovai a pensare perché prendevo le cose di petto e finalmente lo trovai. Una pistola in mano e un lavoro che non era quello che avrei potuto offrirgli tramite Tommy e mio fratello. Una pistola che costò a me rimanere a terra e a lui essere una delle vittime di Joseph Falk.
Ricordai la paura, cercare Oliver, vedere alla tv quello che sarebbe potuto capitare a chi non avrei mai voluto perdere, per nessuna ragione al mondo.
Ma era salvo, L'Incappucciato che avevo potuto odiare fino a quel momento, l'aveva salvato e io l'avevo baciato e tutto quelle parole, tutti i giorni passati in silenzio - odiato e temuto quasi - scivolarono via perché eravamo insieme, di nuovo.

 

 

 

 

GirlOnFire’s Notes.

 

Nuovo fandom, vecchia me. E’ la prima volta che scrivo su Arrow e penso non sarà l’ultima; più mi allontano da Glee, più mi torna la voglia di scrivere. Poco, tanto, non mi importa neanche, l’importante è mettere sentimenti nero su bianco. (:
Spero di non deludere le aspettative di chi mi ha sempre seguita e mai abbandonata! E vorrei anche fare un ringraziamento speciale ed una dedica a DarknessIBecame che è la mia prima fangirl migliore al mondo. 
Alla prossima, V.

 

 

   
 
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