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Autore: Zalika    15/09/2013    1 recensioni
Un killer sconosciuto che uccide, in un albergo. L' unico modo per far si che i personaggi si salvino e scoprire la sua vera identità.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sofia aveva prenotato quell’ albergo per riposarsi un po’ dal suo lavoro. Lavorava in un’ agenzia di viaggi molto famosa, quindi le sue ferie duravano poco. Meritava questa pausa è decise di andare. Quando entrò nell’ albergo notò i numerosi ricami disegnati sul legno dei mobili, le tende lussuose di seta, e i divani e le poltrone imbottite di cotone. Sofia era entusiasta di quel favoloso albergo in stile ‘800. D’ un tratto notò che alla hall non c’era nessuno, si chiese se fosse successo qualcosa, ma subito dopo uscì una vecchia signora con un viso dolce e rassicurante per via delle sue rughe che le coprivano gli occhi e li facevano sembrare a mandorla, la signora le diede un mazzo di chiavi. Sofia un po’ impaurita, prese le chiavi e mentre saliva la scala a chiocciola, ripensava a tutto quello che era successo in quegli ultimi minuti. Quando arrivò in camera, la numero 8, si accorse che era già aperta la porta, ma non ci fece caso perché la stanza era intatta e pensò che pulendo, qualcuno si fosse dimenticato di chiudere. La stanza era bellissima, il colore che predominava era il rosso, i mobili erano stupendi e anche i quadri. Visto che era sera posò i bagagli per terra senza disfarli e si mise a dormire su quel letto molto comodo. Miriam e Roberto erano una coppia in luna di miele e gli sembrava bellissimo pernottare in quell’ albergo. Quando entrarono si stupirono del meraviglioso arazzo in mezzo alla stanza raffigurante cervi e altra selvaggina in un bosco, era veramente un bello spettacolo, poi videro alla hall, tante persone indaffarate e non sapevano a chi rivolgersi: quelle persone svolazzavano di qua e di là come se fosse successo qualcosa o ci fosse qualche evento. Il proprietario dell’albergo li notò era un uomo sulla cinquantina che sembrava pensieroso, dal viso marcato dalle occhiaie profonde. Diede loro la chiave senza pensarci un po’ con l’aria infastidita. La giovane coppia pensò che avendo molte prenotazioni non avevano molto tempo da perdere. La loro camera era la numero 12. Quando entrarono rimasero stupiti dalla bellezza della camera, ma trovarono strano che il letto fosse disfatto, ma non volevano chiedere spiegazioni visto come l’avevano accolti. Andarono a cenare a un ristorante là vicino per non pensare a quel fatto. Giorgia era una detective che per motivi di lavoro doveva recarsi in un paesino in provincia di Siena, ma visto che si era fatta sera decise di fermarsi a un albergo poco lontano, bastava che si rilassasse un po’. Decise di fermarsi in quell’ albergo soprattutto per il paesaggio montano e sperduto e poi era l’ unico nei dintorni. Quando entrò nell’albergo percepì una sensazione strana, ma decise di non farci caso e aspettando qualcuno che l’ accogliesse ammirava quel meraviglioso lampadario in vetro. Finalmente l’ attesa era finita, uscì dalla porta un giovane che la guardò in un modo sorpreso e, impaurito le diede una chiave. A Giorgia le sembrò strano quel comportamento e gli disse << Se c’è qualcosa che non va a me può dirlo >> .Quel comportamento era troppo sospetto. Il suo istinto le diceva di indagare e interrogò il giovane .Lui le rispose << da tempo riceviamo delle minacce da uno sconosciuto, e ha scritto che oggi sarebbe venuto e avrebbe ucciso qualcuno>> .Giorgia allora, pronta a tutto, andò nella sua camera la numero 2, la prima cosa che si notava era un quadro raffigurante una bellissima donna: dalla pelle chiara e dai lunghi boccoli biondi che gli arrivavano sulla schiena. Giorgia ammirò per un po’ il quadro, ma subito dopo, le vennero in mente le parole del ragazzo alla hall . Non sapeva ancora che qualcuno, da quel quadro, la stesse osservando. Simone doveva trovarsi un lavoro e proprio in quei giorni trovò un annuncio su internet: si richiedevano camerieri per un albergo. L’annuncio diceva che doveva recarsi all’albergo Chanel di mattina presto. Lui andò e, tutto lo staff lo accolse caldamente. Il direttore gli diede la chiave della stanza nella quale avrebbe dovuto alloggiare. Gli diede una specie di ripostiglio dove c’era solo un letto, ma si accontentò, aveva bisogno di quel lavoro. Cesare era il direttore dell’albergo è il suo fedelissimo staff era costituito da : Clara una vecchietta che ormai lavorava da quarant’anni per quell’albergo, Edoardo, il cuoco, nipote di Clara, Eleonora la cameriera e Massimo il vicedirettore. In quel periodo erano tutti un po’ strani perché da molto tempo degli sconosciuti inviavano messaggi minatori . Ormai in quell’albergo non ci si fidava di nessuno. Chiunque poteva essere lo sconosciuto. Visto che durante la giornata non successe niente pensarono che fosse tutto finito, ma non immaginavano ancora cosa sarebbe successo. Era ormai sera e tutti s’erano addormentati tranne Giorgia, perché pensava ancora a quello che aveva detto il ragazzo della hall. Era ormai notte tarda quando sentì un urlo, lei mantenne il sangue freddo e decise di andare a controllare anche se aveva paura. Quando aprì la porta si ritrovò per terra, accanto all’ uscio una maschera bianca dal sorriso inquietante, sembrava macchiata di sangue e all’interno c’era un biglietto con scritto: Salve sono Blood e sono qui per uccidervi tutti, avrete solo una possibilità per scappare cioè capire chi sono. Mi crederete matto ma questo è un gioco, che a me diverte molto, ucciderò ogni due ore…. A non potete chiamare perché ho preso i vostri cellullari mentre dormivate e ho tolto la connessione internet. Che il gioco inizi e buon divertimento ! -Blood Giorgia rimase un po’ scioccata da quel messaggio si trovava davanti a un pazzo e per sua esperienza non poteva prevedere le sue mosse. Vide che le maschere erano anche ad ogni porta. La prima cosa che fece era di chiamare tutti per informarli. Quando li chiamò gli raccontò l’accaduto. Mancava una persona Eleonora, allora Giorgia capì che quelle potevano essere le sue urla. Si mise a correre pensando che avrebbe potuto salvarla, i clienti e lo staff dell’ albergo la guardarono increduli ma scesero anche loro. Giorgia arrivata lì in mezzo alla hall trovò il corpo senza vita di Eleonora, la cameriera, distesa su quel bel tappeto, le avevano sparato all’ addome e alla testa, sicuramente con un silenziatore. Il volto non si riusciva a vedere perché era coperto dai suoi lunghi capelli e la ferita all’ addome era coperta dalla mano della vittima. La prima cosa che fece Giorgia era di non perdere la calma e recarsi nel piccolo salotto adiacente. Solo che la paura prese tutti sia gli ospiti che lo staff. Massimo si fece così prendere dalla paura e corse verso la porta, ma Giorgia sapeva che era una cattiva mossa e gli disse di non andare, lui non senti ragioni e quando toccò la maniglia della porta sentì qualcosa penetrargli la mano, gridò e svenne. Giorgia scoprì che era un ago, il killer aveva messo sull’ago un veleno. Ormai era troppo tardi per Massimo o forse no? Giorgia conosceva tutti o quasi tutti i veleni e capì che era cianuro, e Massimo sarebbe morto in un paio d’ ore circa. Quindi lei sperava, anzi doveva risolvere il caso, al più presto. Lei si fece aiutare da Roberto a prendere il corpo e a metterlo sul divano della hall, non appena posarono il suo corpo, Giorgia inciampò su un filo che era collegato a una specie di cimice, all’ improvviso una specie di allarme fece azionare una registrazione fatta dal killer. Incominciò a parlare dicendo << Salve miei cari ospiti sono felice di avervi qui, siete rimasti in otto giusto? O qualcuno ha avuto la sciocca idea di cercare di aprire la porta? Beh non mi interessa molto, il tempo sta passando, fra poco devo scegliere la mia prossima vittima…>>. Giorgia era infastidita dalla sua aria sarcastica e non sapeva più che pensare, non aveva nessuna idea di chi fosse il killer, doveva indagare su tutti su ogni persona perché aveva una certezza: l’assassino era uno di loro. Erano tutti lì, in soggiorno apparentemente sconvolti. Giorgia, poi, volle andare a vedere di nuovo il corpo della cameriera e si accorse che accanto c’ era una perla, ma non era sua … doveva essere del assassino ma, se il killer l’ avesse fatto a posta? Se volesse sviare le indagini? Quelle idee attanagliavano la mente di Giorgia e lei non sapeva più che pensare. Capì che doveva agire in fretta mancava un’ ora e poi il killer avrebbe ucciso ancora. Ricordava di aver visto una collana di perle, ma non sapeva a chi appartenesse. Giorgia si preoccupava affannosamente per la salute di Massimo che peggiorava ogni minuto di più. Stava camminando nervosamente intorno alla stanza mentre tutti gli “ostaggi” la guardavano come se quella “pazza” potesse essere l’unica a salvarli da una morte certa. All’ improvviso l’ orologio a pendolo che era in un angolo abbandonato incominciò a suonare. D’ un tratto Giorgia si accorse che le due ore erano già passate. Tutti si presero dal panico ma lei sapeva che in uno di quegli occhi impauriti si nascondevano occhi duri spietati e freddi. La luce cominciò a spegnersi ed ad accendersi interrottamente. Giorgia aveva capito il suo piano ma non sapeva chi era la sua prossima vittima. La luce si spense per un paio di minuti e per quel lasso di tempo tutti gridarono ma così fu difficile capire chi veniva aggredito dal Killer. La luce finalmente si accese e tutti ringraziarono il cielo per non essere stati uccisi da lui. Giorgia si accorse all’ istante che non mancava una persona ma due! Mancavano Miriam e Clara, ma il killer che era da solo e anche al buio come era riuscito a prendere due persone? Giorgia presa dalla paura disse quasi urlando << Dividiamoci ! Dobbiamo cercare quelle povere signore prima che sia troppo tardi!>>. Tutti avevano l’ aria un po’ incerta, ma decisero di seguirla. C’ erano tre gruppi: Il primo era formato da Sofia e Roberto, il secondo da Giorgia e Simone e il terzo da Cesare ed Edoardo. Decisero di dividersi; il primo gruppo doveva perlustrare il piano terra il secondo il primo piano e il terzo il secondo piano. Giorgia disse << Fra un’ ora ci dobbiamo ritrovare nel soggiorno, siate precisi mi raccomando c’è in mezzo la vita di quelle donne>>. Giorgia però sospettava che in uno di quei gruppi ci fosse l’assassino quindi avrebbe potuto uccidere il suo compagno inventando una scusa, ma non voleva pensarci, il suo primo pensiero era cercare quelle due donne. Il primo gruppo come già detto era formava da Sofia e Roberto. Incominciarono a cercare dentro l’armadio del soggiorno ma niente, poi si recarono alla piscina al chiuso che era adiacente. C’ era un orecchino e Roberto riconobbe che era di sua moglie ma quello poteva averlo perso il giorno prima…. Lui era preoccupato per sua moglie e non riusciva a concentrarsi, così Sofia gli disse <>. Lei aveva un po’ paura ma si fece coraggio perché era l’ultima stanza. La porta era piccolina e malandata. E quando entrò vide una specie di camera da letto, alle pareti c’erano foto di tante persone tra cui lei e tutti gli altri ospiti, Sofia si spaventò quando sentì un rumore fuori dalla porta, non sapeva cosa fare, quella stanza apparteneva sicuramente al killer! Ma non c’era nient’ altro, allora lei corse alla porta, ma era chiusa, provò a gridare ma nessuno la sentì, l’unica cosa da fare a quel punto era cercare di capire di chi era quella stanza inquietante. Il secondo gruppo era formato da Giorgia e Simone e dovevano perlustrare il primo piano. Le camere erano quelle degli ospiti quindi si servirono delle chiavi che erano alla hall. Le camere erano 6 quindi ci avrebbe voluto un bel po’, prima che finissero. Giorgia alloggiava in quel piano quindi andarono a controllare prima la sua camera. Cercarono ma non trovarono niente di sospetto. Ad un certo punto Simone si accorse di quel meraviglioso quadro e anche Giorgia lo guardò e si accorse che gli occhi erano diversi. Capì subito che da lì qualcuno la spiava. Giorgia chiese a Simone <> lui rispose <>. Giorgia non riusciva a capire, perché spiare solo lei? Quale sarebbe stato il senso ? A meno che il killer non sapesse chi fosse e dove avrebbe pernottato. Lei era ormai sicura che il killer non era uno degli ospiti ma qualcuno che lavorava in quell’ albergo. Simone e lei pattugliarono le altre stanze e stranamente non c’era niente di sospetto. Perché si vedeva che quelle camere non erano più abitate da un paio di mesi quindi il killer non aveva messo nessuna trappola. Camminarono lungo il corridoio lì regnava un silenzio profondo quasi inquietante. Visto che avevano finito pensarono di scendere. Il terzo gruppo era formato da Cesare ed Edoardo, andarono al secondo piano e anche lì c’erano 6 stanze ma solo due erano occupate infatti in quei tempi non ricevevano molte prenotazioni. Cercarono in ogni stanza ma non trovarono niente di sospetto tranne alla camera numero 9: trovarono un capello. Può sembrare che non sia niente ma in quella camera non alloggiava nessuno da quasi un anno e quel capello era abbastanza lungo, come poteva un cameriera non accorgersi di quello? Non sapevano cosa fare, magari quel capello apparteneva al killer. Quindi decisero che dopo aver controllato le stanze sarebbero andati da Giorgia a riferirgli tutto. In un'altra stanza invece, precisamente la numero 11, trovarono una macchia di sangue ben nascosta sotto il comodino. Il sangue era secco ma Cesare ed Edoardo non potevano saperlo per certo. Non andarono in soffitta perché avevano controllato il giorno prima e non volevano riempirsi di polvere. Nelle altre stanze non trovarono niente quindi scesero subito al piano terra. Si ritrovarono tutti in soggiorno in un paio di minuti. Ognuno raccontò quello che aveva scoperto, ma poi si incominciarono a preoccupare per Sofia perché non si vedeva da un’ ora. Quindi Giorgia chiese a Roberto dove l’ aveva vista l’ultima volta. E’ andarono a cercarla nelle poche stanze che erano al piano terra. Poi all’ improvviso trovarono una porta che non si apriva, il killer poteva averla nascosta là. Allora Giorgia gridò << Sofia! Ci sei?>>. Sentirono bussare alla porta come se fosse un’ affermazione. Allora Edoardo disse << Giorgia utilizza una forcina!>> Lei rispose <>. Edoardo con l’ aria un po’ imbarazzata e confusa glielo diede. Così Giorgia aprì la porta. Si trovarono davanti la figura esile di Sofia, non aveva l’aria spaventata anzi sembrava molto sicura. Giorgia le disse << Hai trovato qualche indizio?>> lei disse <>. La fece entrare nella stanza e poi disse agli altri di allontanarsi e andò via anche lei perché Giorgia doveva mettercela tutta a scoprire il Killer e, con quegli indizi ci sarebbe riuscita ma lei sapeva che gli altri l’ avrebbero disturbata se fossero rimasti. Intanto Sofia e gli altri andarono a controllare le condizioni di salute di Massimo. Era peggiorato non riusciva a respirare si vedeva che aveva poco da vivere se non l’avrebbero portato con urgenza all’ ospedale. Giorgia quando ritorno aveva un aria soddisfatta come se avesse scoperto chi era l’assassino, infatti era vero. Tutti erano speranzosi, ad un tratto Giorgia disse <>. Tutti risposero << si>> ma ad un tratto Edoardo disse <>. Giorgia sembrava spaventata sapeva che il killer aveva messo delle cimici in soggiorno e fece segno di silenzio. Ormai sapevano dov’era o dove aveva nascosto le sue vittime il killer. Giorgia seguita da tutti gli altri andò a controllare in soffitta. Quando salì trovo Miriam e Clara tutte e due legate, le liberò e disse <> tutti sembravano sia spaventati sia ansiosi volevano proprio saperlo. Giorgia scese le scale e preparò tutto. Quando gli altri scesero trovarono il tavolo del soggiorno pieno delle foto che si trovavano nella stanza misteriosa e altri oggetti. Giorgia iniziò a parlare << Vi prego sedetevi tutti>>; loro fecero come gli era stato detto. Poi Giorgia continuò con un po’ di enfasi << Vorrei che non mi interrompeste, come sapete tutti, ho scoperto chi è il killer. Ed è uno dello staff!>> Tutti si guardarono attorno. Giorgia continuò <> sospirò e continuò <>. Tutti i cuori in quella stanza battevano velocemente, il killer ormai sapeva che non aveva scampo e come aveva detto non poteva più ucciderli perché il gioco era finito, gli rimaneva da sperare che avrebbe sbagliato. Giorgia continuò << E’ la signora Clara!>> tutti la guardarono increduli e gli occhi di Clara non sembravano sorpresi, si alzò e fece un si con la testa e poi l’ abbassò. Edoardo disse <>. Giorgia disse <> Clara disse a bassa voce << Lo dica lei…>>. Giorgia con l’aria soddisfatta disse << In questo albergo circa 25 anni fa ci fu un delitto che nessuno sa.. la vittima è la madre del signor Edoardo cioè la figlia di Clara …. La povera vittima si chiamava Bianca>> respirò profondamente e continuò << Ad ucciderli sono stati la madre di Eleonora, Teresa e il padre di Cesare, Stefano. La uccisero perché venne a scoprire che insieme avevano rapinato una banca per poter costruire quest’ albergo, la spararono in una di queste camere e la seppellirono in giardino, ma poi Stefano uccise anche Teresa per evitare che per i sensi di colpa lo dicesse a qualcuno>>. Clara disse a bassa voce <>. Edoardo disse << Ma nonna come l’ hai scoperto?>>. Clara rispose<< Me l’ ha detto Stefano prima di morire , dovevo fare qualcosa , allora mi sono vendicata…. Su quest’ albergo!! Ma adesso la mia vendetta è finita>> Giorgia poi continuò a parlare << le prove che mi hanno portato a scoprire chi era il killer era la perla che forse, anche volontariamente Clara aveva lasciato vicino il corpo di Eleonora, e poi tutti gli indizi nella camera misteriosa: foto vecchie, giornali in cui si parlava della scomparsa della figlia…. E’ stato a quel punto che ho capito tutto>> esitò ma puoi continuò << Clara aveva scoperto anche che gli rimanevano pochi mesi di vita.. e voleva vendicare sua figlia prima che morisse>>. Clara disse <> Giorgia le fece un cenno. Clara continuò << Eleonora sapeva tutto per questo l’ ho uccisa. Credeva che sua madre avesse fatto bene ad uccidere la mia povera figlia.. allora l’ ho ripagata con la stessa moneta, devo ammettere che ho provato piacere ad ucciderla. Avrei ucciso tutti, e poi mi sarei uccisa, siete stati fortunati per la presenza di Giorgia…>>. Edoardo aveva uno sguardo spaventato e triste, non si aspettava che sua nonna, quella che l’ aveva accudito, avrebbe ucciso tutte quelle persone, sentì salire le lacrime ma le trattenne. Clara poi rimase in silenzio, Giorgia capì che quello era il momento di continuare a parlare << Cosa dirvi… adesso chiamiamo un’ ambulanza e la polizia, ma Clara dovrà aiutarci ad aprire la porta>> Clara sapeva che non avevano scampo, allora, andò alla porta, c’era ancora il veleno , lei mise la mano sulla maniglia e aprì la porta, quell’ ago trafisse la sua mano , poi la tolse subito e svenne. Giorgia chiamò immediatamente l’ ambulanza, si preoccupava soprattutto per il vicedirettore perché era da più tempo che stava in quelle condizioni. Poi chiamò la polizia, mentre gli altri guardavano il vicedirettore che ormai aveva il battito debole e, la signora Clara che sembrava non respirare più. La polizia arrivò e il capitano Rossi disse << Giorgia la ringrazio, senza il suo aiuto tutte quelle persone sarebbero morte… >> Giorgia le rispose << E’ il mio lavoro… e del resto e anche il suo, vorrei potermi fermare ma ora devo andare in un paesino qua vicino per un altro caso di omicidio>>. Il capitano Rossi disse << Ah, si, la capisco… Buon…>> Giorgia lo interruppe << La signora Clara e Massimo si salveranno?>> Il capitano le rispose << Clara non c’è l’ ha fatta è una notizia di pochi minuti fa, anche se colpita dopo dal veleno.. aveva un cancro al fegato e quel veleno le è stato letale, invece il signor Massimo visto che è un uomo al quanto robusto se l’è cavata ma, dovrà stare in ospedale per qualche settimana>>. Giorgia disse << La ringrazio per le informazioni. Ora devo proprio andare. Salve!>>.Se ne andò via, mentre tutti gli altri, che erano in commissariato, erano felici di essere ancora vivi, ma anche un po’ impauriti, Edoardo invece era un po’ triste per via di Clara ma sapeva che quello che aveva fatto, anche se sbagliato, l’aveva fatto per sua madre. In un paio di ore tutti se ne andarono dopo aver detto cosa era successo e ognuno tornò alla vita di tutti i giorni anche se quel che era successo gli sarebbe rimasto sempre nella mente.
  
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