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Autore: Cabiria Minerva    15/09/2013    2 recensioni
1 settembre 2039, il binario 9 e ¾ è affollato e l'aria è piena di grida, risate, pianti e saluti. Non esattamente un luogo dove ci si aspetterebbe di vedere Severus Piton. Ma questo è un giorno importante e non se lo perderebbe per nessuna ragione.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Lily Luna Potter, Severus Piton | Coppie: Lily Luna/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'La famiglia Piton'
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1 settembre, 2039

 

 

«Guarda, mamma! Che strano animale, che cos'è? Possiamo prenderne uno anche noi?» Una bambina, i lunghi capelli neri raccolti in una coda, stava strattonando la madre verso un treno dall'aria piuttosto vecchiotta, facendosi largo tra una marea di ragazzini altrettanto eccitati.

«Non so che animale sia, tesoro, e non sono nemmeno sicura che sia tra quelli accettati dalla scuola...» La donna che l'accompagnava socchiuse gli occhi, studiando brevemente quello che sembrava un incrocio tra un pappagallo e una salamandra. «E poi, con la fatica che abbiamo fatto per trovare Enid sarebbe un peccato lasciarla a casa, non trovi?» Sentitasi presa in causa, Enid, un gufo reale di cinque mesi, bubbolò stizzita.

«Ma potremmo tenerlo a casa, no? Magari papà sa che animale è. Forse sa anche dove si trova. Possiamo chiederglielo, mamma? È così bello, e vi terrebbe compagnia mentre noi siamo a scuola!»

«Ci penserò...» Lily Luna sorrise alla figlia e si voltò per cercare il compagno, da cui si era separata pochi minuti prima per andare a salutare uno dei suoi fratelli, anche lui a King's Cross per accompagnare i figli all'Espresso per Hogwarts. «Anche se dubito che Febo apprezzerebbe un intruso così... vivace...» Mentre parlavano, infatti, la strana creatura aveva iniziato a svolazzare attorno alle teste dei propri padroni, cercando di attirare la loro attenzione beccandoli e tirando loro i capelli. «Oh, ecco papà.» Sorrise nel vedere l'inconfondibile macchia nera spiccare nella folla colorata e rumorosa. Alzò una mano per attirare la sua attenzione, e trattenne a stento un ghigno nel notare lo sguardo sollevato di Severus nel vederla – malgrado non avesse fatto troppe storie ad accompagnarla (era un giorno importante e non lo avrebbe perso per nessuna ragione), Lily Luna sapeva che tutto quel movimento, gli sguardi che lo seguivano e i sussurri tutt'altro che discreti lo mettevano estremamente a disagio. Non per niente si era ritirato tra le brulle colline gallesi, anni prima.

«Papà! Papà! Possiamo prendere quello strano animale? Sai dove possiamo trovarne uno? Possiamo, eh?» Alanora lasciò la mano di Lily Luna per correre incontro al padre, sommergendolo con il suo solito chiacchiericcio.

Severus lanciò un'occhiata allo strano animale, quindi alla compagna. «Vedremo.» Con la mano libera – l'altra era impegnata con Eireen – agguantò la più esagitata delle sue figlie prima che si perdesse nella folla.

«Hai caricato i bagagli?» gli chiese Lily Luna non appena l'uomo le fu abbastanza vicino.

«Sì.» Nel sentire un fischio provenire dalla cima del treno, Severus consegnò le due figlie alla donna e, in cambio, prese le due gabbie che si trovavano dietro di lei. «E ora arriva la parte più difficile...» Osservò i pochi metri che li separavano dal treno, alzando appena un sopracciglio in segno d'irritazione. Tra genitori con le lacrime agli occhi che urlavano le ultime raccomandazioni e bambini che correvano qua e là per entrare in questo piuttosto che in quel vagone, quella breve tratta si prospettava alquanto turbolenta.

«Bambine, non lasciate la mia mano, d'accordo?» Lily Luna sorrise alle figlie, gli occhi un poco lucidi. Era la prima volta che si separavano per così tanto tempo da loro e, per quanto sia lei che Severus pregustassero ormai da settimane il silenzio e la quiete che avrebbero avuto dopo quel giorno – Alanora aveva iniziato ad agitarsi in marzo, quando, pochi giorni dopo il loro compleanno, lei e Eireen avevano ricevuto la lettera che annunciava loro che a settembre avrebbero finalmente iniziato a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts – era un poco triste all'idea di non vedere le figlie fino a Natale. «E, Sev, non ci provare nemmeno.» aggiunse guardando il compagno che, con un grugnito poco felice, smise di mormorare quello che Lily Luna sapeva essere un qualche incantesimo per tener lontana la gente. «Sono solo pochi metri...» Sorrise all'uomo e gli diede un bacio su una guancia, attirando verso di sé gli sguardi di disapprovazione di alcune persone a pochi metri da loro. «Puoi resistere, lo so.» Gli sorrise, ignorando bellamente il capannello di gente che li stava ancora fissando.

Con aria poco convinta Severus si fece largo tra la folla, sballottando suo malgrado Enid e Bran, i cui reclami non si fecero attendere. «Non capisco perché non hai voluto che le portassimo direttamente noi.» borbottò mentre raggiungeva la porta della carrozza prescelta. «Sono certo che Minerva avrebbe autorizzato senza problemi un collegamento speciale tra il nostro camino e quello del suo ufficio.»

«Ne sono sicura, ma vuoi mettere l'emozione del primo viaggio verso Hogwarts? Gli altri ragazzini sul treno, il carrello dei dolciumi, le barche sul Lago Nero... Non sono certo cose che vogliamo perderci, non è vero?» chiese, rivolgendosi alle figlie; Eireen rispose con un sorrisetto timido, mentre Alanora scoppiò nuovamente in chiacchiere e domande. «Che ti dicevo?» Guardò nuovamente il compagno che, rassegnato, la fissava impassibile. «E poi non ci fa male vedere un po' di gente, di tanto in tanto!» aggiunse con allegria mentre Severus saliva gli scalini della carrozza per caricare le gabbie dei gufi. L'uomo non rispose a quest'improbabile affermazione, tuttavia il suo sguardo lasciava trasparire chiaramente che nutriva seri dubbi su di essa.

Il fischio risuonò nuovamente sul binario 9 e ¾.

Entrambi i genitori si chinarono sulle figlie. Lily Luna sistemò pieghe invisibili sui loro vestiti, ricordando loro di indossare le divise prima di arrivare a destinazione, quindi accarezzò i capelli delle figlie e le strinse a sé. «Fate buon viaggio. Mandateci un gufo non appena vi siete sistemate, d'accordo? E fate le brave, e...» Severus la interruppe appoggiandole una mano su una spalla e staccandola delicatamente dalle gemelle.

«Il treno sta per partire.» le ricordò pragmaticamente. Strinse le labbra nel guardare quelle piccole creaturine la cui esistenza lo stupiva da più di undici anni – mai avrebbe pensato di potersi emozionare per una cosa simile, per una semplice partenza. Le abbracciò entrambe per pochi, silenziosi istanti. «Ci vediamo presto...» sussurrò, quasi più a sé stesso che alle figlie.

Le guardarono salire sul treno e prender posto in uno scompartimento assieme ai cugini e rimasero sulla banchina finché l'Espresso non fu che un puntino lontano all'orizzonte e molti genitori, ormai abituati a quella partenza, se n'erano già andati, non senza lanciar sguardi di sottecchi all'uomo che, quasi a volerla proteggere proprio da quegli sguardi, stringeva la mano della giovane figlia del famoso Harry Potter.

«Mi mancano già..» ammise Lily Luna, e Severus, incurante delle persone che non se n'erano ancora andate (la sua Lily Luna era ben più importante di qualche imbecille che mormorava Mangiamorte e sgranava gli occhi), la prese tra le braccia, stringendola a sé.

«Lo so.»

«Però sono anche contenta. Hogwarts è uno dei luoghi più belli che ci siano, impareranno così tanto... E noi avremo finalmente un po' di tranquillità... Niente più urla al mattino presto, né oggetti che vanno in mille pezzi perché Alanora ha deciso di giocare in salotto, e le tue piante avranno un po' di tregua, per non parlare di Febo, poverino...» Alzò lo sguardo verso quello dell'uomo, gli occhi un po' meno lucidi e un sorrisetto sulle labbra. «Dici che dovrei sentirmi in colpa?»

«Assolutamente no.» fu la replica, accompagnata da un sorriso che lasciava intendere che concordava su tutto. Le accarezzò i capelli – per riprendersi da tutte quelle effusioni in pubblico si sarebbe rinchiuso nel suo laboratorio e avrebbe rifiutato di vedere anima viva per almeno un mese, e lei lo sapeva bene. «Andiamo a casa?»

Lily Luna annuì. «Andiamo a casa.»

 


Buonsalve!
Un paio di appunti (brevi, ché non voglio tediarvi): il titolo è frutto di un mio veloce et approssimativo calcolo, quindi potrebbero esserci delle incongruenze rispetto a Twice (da cui nasce la serie sulla famiglia Piton)... Se così fosse, chiedo venia! Per quanto riguarda Alanora e Eireen, invece, un breve promemoria: sono OC, "nate" come conseguenza di Twice, ma io le amo come se fossero personaggi "reali", quindi trattatemele bene! ;)
Un grazie di cuore a chi è arrivato a leggere fino a qui, spero che la lettura sia stata di vostro gradimento e di vedervi presto su questi lidi! (no, non mi drogo, sono così di mio..)
Ciao a tutti,
Cabiria Minerva

 

 
   
 
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