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Autore: Penelopee    15/09/2013    14 recensioni
SPOILER!!!!!!!! (klaroline)
La storia inizia proprio nell'ultima scena che vede come protagonisti Klaus e Caroline nella 4x13.
Cosa succede quando ti rendi conto di essere terribilmente attratta dal tuo peggior nemico?
Riuscirà Caroline a resistere al fascino di Klaus? Riuscirà a perdonarlo??
Dalla storia:
-lo so- disse lui squadrandomi con un sorrisetto malizioso.
Solo allora mi accorsi della posizione equivoca nella quale ci trovavamo. Per girarmi mi ero quasi messa a cavalcioni su di lui e i nostri visi erano separati da pochissimi centimetri.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Per prima cosa volevo ringraziare le ragazze che mi seguono sempre
e scusarmi per non aver risposto, di nuovo, alle recensioni.

Grazie mille a tutte voi!!!!
 


 

La mia più grande debolezza


 

-E' per questo che alla fine ho deciso di lasciar perdere i ragazzi- Affermai con convinzione.

-Ed eri solo in terza elementare- ribattè lui con una risata roca.

Eravamo sdraiati nell'enorme letto, al centro della camera di Klaus. Era quasi l'alba ormai. Il mio corpo nudo era avvolto dalle lenzuola di seta e adagiato stancamente su un lato del letto mentre Klaus, al mio fianco, giocherellava con i miei capelli sparsi disordinatamente sul cuscino.

-Grazie a Jimmy Moon avevo già capito una lezione importante...-

-Mai uscire con un ragazzo che ti tira le trecce al primo appuntamento?- mi chiese lui inclinando la testa divertito. Non avevo mai visto Klaus così rilassato, sembrava un ragazzo normale, dolce e sensuale che ha appena passato la notte con la sua amorevole fidanzata. Se non lo conoscessi e mi avessero detto che quel ragazzo accanto a me, con cui avevo appena fatto l'amore, aveva commesso tante azioni orribili sicuramente non ci avrei creduto.

-Anche- mormorai con un sorriso radioso ripensando a Jimmy Moon, quel bambino secco secco che si era aggrappato alle mie trecce il primo giorno di terza elementare nel cortile della scuola. Mi ero “innamorata” di lui dopo neanche una settimana durante la quale continuava a farmi i dispetti. Un giorno infatti ero senza merenda, Liz sempre troppo presa dal suo lavoro si era dimenticata di mettermela in cartella, così lui si avvicinò e condivise con me la sua. Quel giorno capii che mi aveva tirato le trecce solo per attirare la mia attenzione e che poteva essere davvero un bambino dolce. Inoltre sua madre preparava la torta di mele più buona del mondo e lui la condivideva sempre con me. La nostra storia durò poco però, due settimane dopo lo vidi mentre tirava le trecce ad un altra bambina e capii c subito che era finita. Da quel giorno non mi offrì più la merenda.

-Ricordo ancora il sapore di quella torta di mele-

Lui sorrise come un ragazzino, sexy ed impertinente -Potrò mai competere con Jimmy Moon e la sua torta di mele?- mi chiese ironico ma con una luce allusiva negli occhi.

-Non lo so- mormorai con un sorriso malizioso -Puoi provarci- lo provocai.

-E' una sfida, cherì?- mi chiese lui mettendosi a cavalcioni su di me e guardandomi in modo dannatamente sensuale e vagamente minaccioso. Quello sguardo e il suo accento per me erano combinazione esplosiva, capace d'incendiare ogni parte di me.

Sorrisi prima di rivoltare le posizioni a velocità vampiresca -Forse- mormorai.

Era da tanto tempo che non mi sentivo così spensierata. Era incredibile che proprio Klaus riuscisse a farmi sentire così.....così giovane! Come una ragazza della mia età, spensierata, felice....e innamorata. Senza Silas o mostri vari intenti a distruggere il mio mondo. E se Elena, Bonnie o Matt non approvavano.......in quel momento non poteva importarmene di meno.

-Pronta per il secondo round, dolcezza?- mi chiese lui con malizia e un sorriso tentatore.

Non mi diede tempo di rispondere che le posizioni erano già invertite e il suo corpo premeva sul mio mentre le nostre labbra si cercavano, esplorandosi in una danza senza fine.


 


 

-Non credevo che potesse essere così- mormorò lui spostando i miei capelli di lato per lasciarmi un bacio soffice alla base del collo.

Ero sdraiata tra le sue gambe con la schiena appoggiata al suo petto. Il mio corpo a contatto con le lenzuola di seta, chiare e fresche. Che sollievo. Mi scappò una risata mentre lui continuava a torturare il mio collo con baci dispettosi.

-Che cosa non credevi che potesse essere così?- gli chiesi curiosa iniziando a giocare con le dita della sua mano appoggiate dolcemente sul mio ventre.

Lui sembrò rifletterci prima di rispondere -Così....facile-

-Facile?- gli chiesi confusa alzando gli occhi per vederlo in faccia. Era forse impazzito. Tra noi poteva essere molte cose ma non facile.

-Siamo insieme da..- finse di guardare l'orologio che portava al polso –....da quasi 13 ore e non abbiamo ancora litigato- osservò con un sorriso sexy e contagioso.

-Non lo definirei facile...questo è un miracolo- mormorai -quando usciremo di qui però i problemi torneranno- gli feci notare amaramente.

Lui mi strinse avvicinandomi a sé -Allora non usciremo più, tesoro.-

-Hai intenzione di rapirmi?- gli chiesi e per un attimo la cosa mi sembrò allettante, molto allettante.

-Forse- rispose lui malizioso -oppure potremmo scappare in Europa, a Parigi, prendere un caffè a Montmartre e guardare l'alba che sorge dalla cima della torre Eiffel....oppure in Italia....Ti porterei a Venezia o a Napoli dove preparano una pizza tanto buona da farti dimenticare la torta di mele di Jimmy in un istante-

Per un attimo mi ritrovai a fantasticare su mozzarelle filanti, giri in gondola e shopping in Champs-Élysées -Voglio andare anche a Barcellona- aggiusi con gli occhi che brillavano come quelli di una bambina.

-Tutto quello che vuoi, cherì- Lo sentii sorridere sui miei capelli per poi lasciarmi un bacio dolce e sensuale.

-Mi piace il tuo profumo....Sai di fragola e vaniglia....- sussurrò lui posando le labbra sul mio collo.

-E' solo il mio schampoo-

-Mi piace, sembra di baciare lo zucchero filato- Le sue labbra si schiusero per assaggiare la mia pelle.

.Mi girai per guardarlo meglio, tirandomi dietro le lenzuola e scivolando fino a dargli un bacio sulle labbra. Lento e sensuale.

-Ora ti sembro ancora zucchero filato?-

-Siiiii.....sei inebriante- biascicò mentre i miei baci continuavano in una scia fino a raggiungere il suo petto, poi giù, sugli addominali perfetti e sempre più giù.....


 

KLAUS

Caroline era adagiata sul mio petto, gli occhi chiusi e il respiro lento e regolare. Sembrava così tranquilla e beata, così perfetta come un'opera d'arte mentre i tenui raggi del sole le accarezzavano i lineamenti delicati in un gioco di chiaroscuri.

Le sfiorai i capelli facendo attenzione a non svegliarla.

-TU, ero venuta solo per parlarti a cuore aperto, ho passato tutto il giorno a litigare con i miei amici per te.... e poi quando ti trovo non fai che fare insinuazioni e minacciare le persone a cui tengo. E' incredibile, come cavolo ho fatto ad innamorarmi di te? Devo essere impazzita, non c'è altra spiegazione plausibile. Probabilmente....-

Ancora non riuscivo a crederci, come aveva fatto lei ad innamorarsi di me? Forse era davvero impazzita....Dopo tutto quello che avevo fatto, le azioni orribili che avevo compiuto il male che avevo provocato a lei e alle persone che amava. Com'era possibile che mi amasse?

Ero sempre stato consapevole di chi sono, del mostro che ero diventato. Non era stato il tempo a trasformarmi o le sofferenze, o tutto ciò che di solito si usa per giustificarsi, la mia era stata una scelta consapevole e razionale. Molto tempo fa avevo imparato che se volevo diventare potente dovevo rinunciare a qualcosa. Dovevo rinunciare alla mia umanità, era un prezzo alto ma lo avevo pagato, senza mai pentirmene. Mio padre, Mikael, mi aveva insegnato che la debolezza non era accettabile se si vuole sopravvivere, con il tradimento di mia madre invece avevo capito che anche le persone amate possono ferirti e sono proprio loro a farti più male. Per secoli ho cercato di allontanare ogni debolezza, di sopprimere ogni traccia della mia umanità. Ho imparato ad usare la paura come arma. Volevo il controllo, il controllo sugli altri e l'unico modo per ottenerlo era la paura, gli altri dovevano temermi.

Klaus Mikaelson, da secoli il mio nome è sussurrato con terrore.

Anche dai miei fratelli, nemmeno loro potevano scampare alla mia ira. Il perdono era una debolezza che non mi sarei mai permesso. Ogni tradimento andava punito. Per raggiungere i miei scopi ho versato più sangue di quanto avrei mai potuto bere. Ho dimenticato cosa sia la pietà, ho ignorato i sentimenti. Questo è quello che sono.

Guardai Caroline che continuava a dormire beatamente, lei era pura, buona, era tutto ciò che io non sarei mai stato. Tutto ciò che avevo lottato per non essere. Lei mi aveva perdonato, a modo suo, aveva sacrificato la sua vita per salvare la mia. Questo la rendeva debole, indifesa....eppure la rendeva anche forte, in un modo che non riuscivo a capire e che mi costringeva a mettere in dubbio tutte le mie certezze. Questo mi confondeva, mi costringeva a guardarmi dentro, per cercare quell'umanità che lei, e solo lei, sembrava ancora vedere in me. Quell'umanità contro la quale avevo lottato per secoli, al solo scopo di sopprimerla.

Cosa diavolo mi stava facendo? Delicatamente la scostai, adagiandola sulla sua parte del letto per potermi alzare. Avevo bisogno di spazio, di aria. Lei emise una specie di sbuffo prima di tornare a dormire, con la testa sprofondata sul cuscino ed un broncio innocente e sensuale.

Avrei dovuto lasciarla perdere, dovevo allontanarmi da lei, Non potevo essere chi lei voleva. Non volevo esserlo. Rimasi ad osservarla, terrorizzato da ciò che lei rappresentava. Sarebbe stato così facile svegliarla e cacciarla via malamente, potevo fare qualcosa di orribile affinché lei mi odiasse. Sarebbe stata la scelta più saggia, lei era una debolezza, la mia debolezza, dovevo allontanarla da me. Lasciarla andare prima che questa storia portasse entrambi alla rovina. Eppure non ci riuscii, non ci riuscivo. Più volte avevo provato ad allontanarla da me, a rinunciare a lei, ma qualcosa mi spingeva a ricercarla sempre. Avevo bisogno di lei, questa era la verità. Questo la rendeva la mia più grande debolezza.

L'idea di stare con lei era inaccettabile quanto quella di starle lontano.

Il mio cellulare squillò interrompendo i miei cupi pensieri, risposi rapidamente per non svegliarla, indossai un paio di jeans ed uscii dalla stanza.


 

Avevo appena chiuso la chiamata. Mi trovavo in giardino, ero uscito per prendere aria e schiarirmi le idee. Per allontanarmi da lei. La chiamata che avevo ricevuto da New Orleans però mi aveva ulteriormente scosso ed innervosito.

All'improvviso sentii dei passi alle mie spalle. Capii subito che non si trattava di Caroline.

-Chiunque tu sia, dovevi fare più piano- sogghignai -Hai appena rovinato l'effetto sorpresa-

-Dov'è lei?-

-Non ricordavo d'averti invitato- esclamai disinvolto voltandomi verso il mio sgradito ospite.

-Cosa le hai fatto?- Tyler avanzò verso di me, tra le mani teneva un paletto di quercia bianca. Pensavo d'averli eliminati tutti, maledizione!

Sorrisi con arroganza, non volevo che pensasse d'avere qualche chance di battermi. Non ne aveva. - Stai parlando di Caroline?- gli chiesi con nonchalance ed un sorriso malizioso.

-Dov'è?-

-Sono un gentiluomo quindi eviterò di rispondere alla tua domanda ma posso assicurarti che lei sta bene.....più che bene- aggiunsi sadicamente.

Un ringhio soffocato uscì dalle labbra del mio nemico -Ti uccido-

-Puoi provarci- ammisi con ostentata sicurezza. Mi ci sarebbe voluto un attimo per strappargli il cuore ma per questa volta avevo deciso di risparmiarlo. Ma non doveva provocarmi.

-Vedremo-

-Combatterei molto volentieri con te ma c'è una persona che non gradirebbe di trovare il tuo cadavere in giardino al suo risveglio-

Vidi il suo sguardo rabbuiarsi e capii che aveva intuito a chi mi riferissi. Caroline.

-Lei non potrà mai stare con uno come te- sbottò lui con rabbia.

-Ne sei sicuro?- sogghignai -Credo che la questione sia opinabile-

-Non so bene come tu abbia fatto, quali cazzate tu le abbia messo in testa ma la conosco, prima o poi vedrà che persona sei.....Tu non la meriti-

Sentii una strana e fastidiosa pressione al petto. Mi stavo innervosendo. Non ero famoso per la mia pazienza.

-Vattene- sibilai minaccioso. Era un avvertimento che avrebbe fatto bene a seguire.

-La verità ti fa paura, potrai anche stare con lei oggi ma alla fine dei giochi le persone come Caroline non stanno mai con persone come te- Era la verità, lo sapevo, eppure sentirlo dire da lui risvegliò qualcosa dentro di me, qualcosa di doloroso -Tu sei un mostro, distruggi la vita delle persone....-

-Stai forse parlando di tua madre?- gli chiesi sorridendo malignamente con il solo scopo di ferirlo. Ci riuscii.

Il dolore sul suo volto mi diede subito una sadica soddisfazione.

-Almeno mia madre mi amava- ribattè lui con insolenza -Tu puoi dire lo stesso?- Strinsi i pugni mentre sentivo montare la collera. Doveva smetterla....ma lui continuò -Tutti coloro che ti hanno amato hanno finito per odiarti, lo farà anche Caroline-

Una rabbia bruciante mi ribollì nel petto, all'altezza di quel cuore che pensavo morto da secoli -Allora ucciderò anche lei e tu mi guarderei mentre le stacco il cuore dal petto-

Lui si scagliò contro di me, cercò di colpirmi ma con un colpo secco riuscii a fargli perdere la presa sul paletto. Senza quello non aveva scampo. Gli presi il braccio e lo rigirai all'indietro, godendo nel sentire le sue ossa che si spezzavano. Al diavolo Caroline, l'umanità e tutto il resto. Io ero un mostro ed è ciò che sarei stato, sempre.


 

CAROLINE


 

Mi rigirai più volte nel letto prima di rendermi conto che le voci che sentivo nel sonno erano reali. Aprii gli occhi lentamente, cercando di fare mente locale. Il grande letto era vuoto, Klaus non c'era. Presi rapidamente la sua camicia abbandonata a terra, ai piedi del letto, e l'indossai.

Avevo una bruttissima sensazione, mi concentrai per sentire ancora quelle voci.

Tyler?.....Tyler e Klaus.

Mi alzai di scatto dal letto, in un improvviso moto di panico. Mi avviai verso la porta per poi correre al piano di sotto. Le voci si fecero sempre più vicine e mi guidarono fino al lato posteriore del giardino.

La scena che mi si parò davanti agli occhi m'immobilizzò per un istante. Klaus teneva Tyler da dietro tirandogli il braccio in una posa innaturale. Il biondo sorrideva malignamente mentre Tyler aveva il viso contorto dal dolore.

Mi ripresi rapidamente dallo shock e in poche falcate li raggiunsi.

-Lascialo stare- urlai arrabbiata. Cosa diavolo stava accadendo?

-Vattene Caroline- Malgrado l'apparente sicurezza riuscii a scorgere la rabbia nella voce dell'ibrido originale. Si stava trattenendo dallo spezzare il collo di Tyler in una semplice mossa davanti ai miei occhi.

-Cos'è successo?- In quell'istante il mio sguardo cadde su un paletto di quercia bianca abbandonato a pochi metri da loro. Provai un brivido. OH no! Tyler era stato davvero così stupido da venire solo per ammazzare Klaus? La risposta era abbastanza ovvia. Perché dovevo avere a che con due emeriti idioti?

-Chiedilo a lui- ringhiò Klaus tirando dolorosamente il braccio di Tyler che emise un urlo soffocato. Il volto stravolto dal dolore.

-Smettila!- la mia voce era ai limiti dell'isteria -Finitela subito!-

Tyler posò i suoi occhi su di me. Scuri come la notte e colmi d'amarezza come non li avevo mai visti -Lascialo fare, Caroline. Almeno così aprirai gi occhi e vedrai chi è realmente-

-Non provocarmi, non sai da quanto tempo sogno di mettere fine alla tua patetica esistenza- la voce di Klaus era tesa ma il suo viso appariva stranamente tranquillo. Aveva indossato la sua maschera imperscrutabile da vampiro cattivo, ovvio.

-Allora fallo, ma fallo davanti a lei. Uccidimi davanti ai suoi occhi. FALLO!-

I miei occhi si sbarrarono mentre la maschera di Klaus andava in frantumi. Oh cavoli, non era un buon segno. Non l'avevo mai visto così furioso, il viso contorto e gli occhi fiammeggianti.

-Ti prego no- avanzai di un passo verso di loro. Cercavo lo sguardo di Klaus ma lui fissava solo Tyler con un odio misto a follia.

-E' inutile Car. Lui è un mostro, non l'hai ancora capito?- mi chiese Tyler con rabbia, stava per aggiungere qualcosa prima d'essere sbattuto violentemente contro il muro di pietra della casa.

Urlai correndo verso Tyler ma Klaus fu più veloce e lo prese per il collo. Con l'altra mano puntava al suo petto, pronto a staccargli il cuore. Osservai un istante il suo viso, non c'era traccia d'umanità, niente che potesse anche lontanamente ricordare l'uomo che mi teneva fra le braccia solo un paio di ore prima.

I suoi occhi erano iniettati di sangue, sangue ed odio.

L'avrebbe ucciso, ne ero certa. Provai un brivido che mi costrinse ad agire. Senza riflettere presi il paletto di quercia bianca e mi lancia contro di loro, spinsi Tyler per allontanarlo da Klaus e mi parai davanti a lui mentre il corpo di Tyler cadeva a terra.

Ero davanti a Klaus che vibrava di rabbia e sorpresa. Non sapevo che fare, stringevo con forza il paletto tra le mani. Lui puntò lo sguardo su di me come se avesse notato solo ora la mia presenza. I suoi occhi celeri individuarono il paletto, la fronte si corrugò, e poi il suo sguardo si alzò per incontrare nuovamente il mio.

Tyler intanto stava a terra, privo di sensi, forse. In quel momento non m'importava. La mia attenzione era interamente calamitata dal vampiro biondo che stava immobile davanti a me.

-Vuoi uccidermi, love?- mi chiese Klaus con sarcasmo. Eppure nel suo sguardo c'era un ombra di arrendevolezza, era come se avesse sempre saputo che sarebbe finita così. Che alla fine lo avrei tradito.

-Forse- mormorai con voce soffocata. La mia voce era meno decisa di quanto sperassi -e tu hai ancora intenzione di fare del male alle persone a cui tengo?-

Tentennai con il paletto ancora stretto tra le mani, non volevo ucciderlo, solo fermarlo. Era una minaccia a vuoto, pensavo che fosse evidente eppure qualcosa nel suo sguardo dimostrava che per lui non era così. Sembrava deluso malgrado stesse provando a nasconderlo. Pensava davvero che lo avrei ucciso? Perché non riusciva a provare fiducia in me?

-Uccidimi, Caroline- mi sfidò lui con una calma snervante, facendo un passo verso di me.

Perché doveva fare così? Perché per lui era tutto una sfida, una provocazione?

-Voglio solo salvare Tyler- mormorai sentendomi stanca. Perché lui non sembrava capire?

Klaus si avvicinò facendo aderire la punta del paletto al suo petto -E se questo fosse l'unico modo?- mi chiese indicando con uno sguardo gelido la punta di legno adagiata sul suo cuore -Se il mio desiderio di uccidere Tyler prevalesse....Se ora gli strappassi il cuore, qui, davanti ai tuoi occhi- Sembrava che neanche lui sapesse in che direzione sarebbe andato il suo discorso -E' questo che sono, è questo che voglio- a quel punto un ghigno maligno gli contorse le labbra -Mi ami ancora, Caroline?-

Sentii le lacrime premere per uscire. Cos'era successo? Cosa voleva dimostrare? Voleva solo ferirmi? Come poteva essere così egoista?

Un improvviso moto di rabbia eclissò il dolore, facendomi riscuotere.

Lasciai cadere il paletto, mentre sentivo la rabbia avvampare sul mio viso e fremere nel mio corpo.

-Sei un idiota- sbottai spingendolo con tanta forza da farlo sbattere contro il muto. Ma non abbastanza da fargli male. Lui rimase a guardarmi stupito, appoggiato con la schiena al muro. Non si aspettava certo questa reazione.

-Cosa diavolo vuoi dimostrare?- urlai irritata -che se davvero ti amo dovrei stare a guardare mentre ammazzi una persona a cui tengo? O forse dovrei pure offrirti il mio supporto?- Continuava a fissarmi stupito.

Dopo pochi istanti lui si riprese e vidi la decisione tornare sul suo viso. I suoi occhi freddi e calcolatori In poche falcate si piazzò difronte a me.

-Non lo so, magari, dopo la tua bella dichiarazione, non mi aspettavo che mi puntassi contro un paletto per proteggere il tuo grande amore!- mormorò lui con sprezzante ironia.

-Lui non è il mio grande amore- ribattei acida.

-Ne sei sicura?- mi sfidò.

I nostri visi erano sempre più vicini. Era come se avessimo voglia di metterci le mani addosso. Anche se non era certo in quale senso. Forse tutti e due.

-Eppure sei corsa subito in sua difesa- I suoi occhi erano diventati due fessure ardenti.

-Lo stavi per uccidere!-

-E' stato lui ad iniziare- brontolò lui mettendo il broncio come un ragazzino colto in fallo che cercava invano di giustificarsi per una bravata. Per la quale non provava alcun rimorso, ovviamente.

Strinsi le mani lungo i fianchi sfinita dal suo comportamento -Mio dio, quanto sei ottuso, un bambino ottuso!-

Lui mi guardò ancora qualche istante con gli occhi arrabbiati e poi....le sue labbra si incurvarono in un sorriso sinceramente divertito.

Sgranai gli occhi. Quell'uomo era davvero lunatico.

-Che hai da ridere?- domandai seccata dai suoi sfinenti cambi d'umore.

-Bambino ottuso?- ripetè lui con una risatina soffocata ed incredibilmente, e inspiegabilmente, sexy-nessuno mi aveva mai definito così. E ne ho ricevuti d'insulti-

-E sono certa che fossero tutti più che meritati- brontolai incrociando le braccia al petto, senza riuscire a trattenere una piccola risata, nascosta dietro un'espressione che voleva essere severa.

Lui sembrò pensarci un attimo -Per la maggior parte si- ammise con aria inspiegabilmente compiaciuta, facendomi alzare gli occhi al cielo. Era sconcertante.

-Non puoi minacciare le persone a cui tengo -

Lui sembrò tornare serio -Caroline non lasciarti ingannare, le mie non sono solo minacce-

-Se lo avessi ucciso mi avresti persa- mormorai stancamente.

Lui sembrò pensarci un attimo, il volto tormentato da pensieri che non riuscivo a capire -Su una cosa Tyler ha ragione, ti perderò comunque-

-Ma che diavolo stai dicendo?- sbottai più acidamente di quanto avrei voluto.

-Non importa se adesso risparmio Tyler, se rinuncio a vendicarmi di Elena, se provo ad essere chi vuoi....Prima o poi farò qualcosa di orribile per la quale tu non potrai mai perdonarmi...è nella mia natura-

Stavo per ribattere quando accadde tutto in un stante. Tyler comparve alle sue spalle, arrivando da destra. Mi ero completamente dimenticata di lui. Tra le mani teneva il paletto. L'unica arma al mondo in grado d'uccidere lo sfinente, insopportabile, arrogante uomo che da poco avevo capito d'amare. Non so cosa cosa pensai di preciso....ma non potevo permetterlo. Senza riflettere mi lanciai contro Klaus, spingendolo verso sinistra e facendogli scudo con il mio corpo. Stupido, vero?

Accadde tutto nel giro di pochi secondi, la realtà del mio gesto assurdo fu esplicitata da un urlo sordo che uscì dalle mie labbra quando il paletto mi affondò con forza nella carne.

Sentii due braccia forti reggermi mentre mi lasciavo cadere a terra.

-Caroline- la voce di Tyler arrivò roca alle mie orecchie. Percepii la sua disperazione ed anche la sua incredulità per il mio gesto. Io stessa ne ero sconvolta.

-Vattene- questa volta era Klaus a parlare. Il suo petto, sul quale era affondato il mio viso vibrava di rabbia. La sua voce fredda come il ghiaccio.

-Io...non volevo- Tyler sembrava sconvolto.

Un ringhio soffocato fuoriuscì dalla bocca di Klaus che mi stava stringendo con possesso.

-Via Tyler- mormorai con voce soffocata -Ora!- Doveva andarsene, questa volta Klaus sembrava aver perso definitivamente il controllo. L'unica cosa che gli impediva d'uccidere il mio amico era il mio corpo ferito abbandonato tra le sue braccia -Via- ripetei con più decisione possibile. Provai un momentaneo, ma breve, sollievo quando lo sentii muoversi.

-Mi dispiace- Furono le ultime parole di Tyler prima di sparire.

Klaus emise un profondo sospiro prima di adagiarmi a terra aiutandomi a rimanere seduta per poter controllare la mia schiena.

-Ha mancato il cuore per pochi centimetri- mormorò con voce fredda, sembrava ancora arrabbiato eppure nella sua voce io trovai solo molta apprensione. Apprensione e paura.

-Adesso devo estrarlo, sei pronta?- Annuii. Mi avevano torturata più volte, sapevo cosa aspettarmi.....eppure nel momento in cui estrasse il paletto non riuscii a trattenere un gemito. Ahi, che male!

Senza dire nulla lui mi sollevò, prendendomi tra le braccia. Non obiettai, mi limitai a rannicchiarmi contro il suo petto, stordita dal dolore e dagli ultimi avvenimenti.


 


 

Ero sdraiata nel suo letto a pancia in giù, lui sedeva accanto a me e, con un panno umido, stava pulendo la mia schiena. I suo movimenti lenti e circolari erano dannatamente rilassanti ed io ero così stanca. Chiusi gli occhi godendomi le mie meritatissime cure.

-Perché l'hai fatto?- il suo tono era incolore. Mi girai per capire dove volesse arrivare ma il suo viso era una maschera imperscrutabile.

-Potevi morire- mormorò serrando le mani a pugno -Perché?-

Mi sentii in imbarazzo sopraffatta dall'intensità del suo sguardo -Non lo so- ammisi. Perché mi sentivo così....vulnerabile?

--Eri arrabbiata con me...e poi...ti sei buttata letteralmente addosso ad un paletto per salvarmi- Era sinceramente sconcertato -Perché?-

-Non mi sono buttata addosso ad un paletto- precisai con la voce da maestrina per celare il mio imbarazzo. Cavoli, l'amore rende davvero stupidi. Caroline Forbes, capitano delle cheerleaders, Miss Mystic Falls e ….egina indiscussa delle idiote.

Lui mi lanciò un occhiataccia -Lasciamo perdere la semantica-

Il suo sguardo indugiava su di me, criptico e disorientato, attendendo una risposta.

-Stava per ucciderti- dissi con ovvietà.

-Ma tu eri così arrabbiata e poi....così avrebbe potuto uccidere te! Te ne rendi conto?-

Era...arrabbiato. Arrabbiato e sinceramente confuso. Non riusciva davvero a capire i motivi del mio gesto. Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per lui. Per lui era inconcepibile che qualcuno mettesse a rischio la sua vita solo per salvare la sua. Per me era normale, forse non mi ero mai messa sulla traiettoria di un paletto, gesto decisamente sconsiderato, ma avevo già messo in pericolo me stessa per aiutare le persone che amavo. E sono certa che, in caso di bisogno, loro lo avrebbero fatto per me.

Questa certezza era la mia forza, sapere che qualunque cosa accada alla fine non sarò sola. Provai un'improvvisa stretta al cuore rendendomi conto che lui non aveva mai potuto contare su nessuno. Sicuramente era anche colpa sua e della sua totale mancanza di fiducia, ma questo non rendeva la cosa meno triste.

-Anche se le persone che amiamo ci deludono non smettiamo mai di amarle- dissi addolcendo il tono -è questa la grande fregatura-

Un sorriso riconoscente ma fugace attraversò il suo viso -Questo non rende meno stupido quello che hai fatto-

-Ho visto Tyler con il pugnale e....non ho pensato a me. Non volevo....- Oh mamma, se era difficile spiegarlo a parole. In più lui non mi rendeva certo le cose facili. Che nervoso. Mi bloccai.

-Non puoi semplicemente dire: grazie Caroline per avermi salvato la vita- blaterai nervosamente strappandogli un sorriso.

Dal suo sguardo capii con sollievo che si era arreso.

-Grazie, Caroline- mormorò in un soffio caldo -per avermi salvato la vita-

Detto da lui, con il suo inconfondibile accento inglese, inconsapevolmente sensuale, faceva tutto un altro effetto. Sentii il mio cuore battere più forte. Possibile che lui riuscisse sempre a farmi un tale effetto?

-Pre..go- soffiai mentre la sua mano mi sfiorava il labbro inferiore con dolcezza.

-Hai l'aria stanca, love- constatò lui piegando la testa di lato e sorridendomi in modo enigmatico. Cosa aveva in mente adesso?

-Credo che tu abbia bisogno di energie- continuò malizioso avvicinandosi a me. In un attimo si posizionò sul letto affianco a me, con la schiena appoggiata alla testiera del letto. -Vieni- ordinò dolcemente, sollevandomi. MI ritrovai seduta tra le sue gambe, con la schiena aderita al suo petto. Ero come una bambola tra le sue mani, poteva fare di me ciò che voleva. E, come sempre, era bello perdere il controllo, con lui.

-Non mi sono scordata della nostra litigata- ci tenni a precisare. Ero pur sempre me stessa -sono ancora arrabbiata con te-

-Lo so- sentii il suo sorriso tra i miei capelli prima che lui ci depositasse un bacio.

-Non pensare di blandirmi...cos...ì- la mia decisione scemò nel momento in cui lui afferrò il mio lobo per poi baciarmi sotto l'orecchio. Poi continuò lasciando un scia di baci sul mio collo, spezzandomi il fiato. Ok, la mia rabbia era momentaneamente scemata, o semplicemente si era trasformata in un bisogno fisico che solo lui poteva soddisfare.

Incapace di resistergli mi girai per baciarlo e rendere le cose ancora più eccitanti ma lui mi bloccò. In un attimo mi ritrovai con la schiena appoggiata sul materasso dall'altra parte del letto e lui sopra di me con disegnato in volto un sorrisino soddisfatto.

-Sei troppo debole, love- Oh ma senti questo, decisamente sadico.

-Ora sto benissimo- protestai piccata ma lui mi aveva immobilizzata, tenendomi i polsi ai due lati del viso.

Lui sorrise davanti al broncio involontari che misi su. Maledetto ibrido!

-Forse ho un'idea che potrebbe rendere tutto più interessante e rimetterti pure in forze- Il suo sguardo era malizioso e divertito. Così pieno di vita. Ancora una volta mi stupii che quest'uomo magnifico era lo stesso che poco tempo fa minacciava d'uccidere Tyler a sangue freddo. Quanti uomini diversi esistevano in lui?

-Quale sarebbe?- gli chiesi anch'io con un pizzico di malizia, cercando di tenere a freno la mia fervida immaginazione.

-Mordimi- sussurrò lui al mio orecchio facendomi rabbrividire -Ora-

Provai un incredibile moto d'eccitazione, ricordavo l'effetto che mi faceva il suo sangue. A dir poco inebriante. Senza esitazione gli addentai il collo, provando una brivido di piacere inimmaginabile quando il suo sangue scese lungo la mia gola.

Sentii il suo respiro divenire irregolare mentre io mi sentivo sempre più...viva.

Le sue mani iniziarono a vagare su di me, sul mio corpo, rendendo tutto ancora più forte, più inebriante. Doloroso per quanto era bello ma intenso..

Rimasi paralizzata quando fu lui a mordere me. All'improvviso provai un'ondata di paura. Mi aveva già morsa, lo ricordavo troppo bene. Al ricordo mi divincolai spaventata.

Lui alzò il viso guardandomi allarmato -Cosa..?- era sinceramente confuso. Forse ferito. Non sapevo che dire. Era stata una paura folle, irrazionale, sapevo che, in questo momento, non voleva farmi del male.

-Stai tranquilla- sussurrò lui senza allontanarsi da me -Non ti farò del male-

-Ma....- lui capì senza bisogno che continuassi.

-Guarirai all'istante bevendo il mio sangue. Berremo contemporaneamente-

Ero ancora ansiosa. Lui lo notò e mi accarezzò il viso con dolcezza -Non potrei mai farti del male...non più- aggiunse con un'ombra di rammarico sul viso che mi strinse il cuore -ti fidi di me?-

Era assurdo ma si, mi fidavo completamente. Senza rispondere scesi nuovamente sul suo collo fino ad affondargli i denti nella carne poi lo attirai verso di me, dandogli un tacito consenso. Dopo un attimo d'esitazione lo sentii baciare il mio collo prima di affondarci i denti.

Sentii dolore ma durò solo un attimo, sostituito da un'ondata di puro piacere. Ed era solo l'inizio. Mi abbandonai completamente a lui, alle sue mani esperte, facendomi travolgere da quel mare di emozioni mai provate prima.


 


 


 

Note:

Sono tornata!!!!!!!!!!!! Per farmi perdonare della lunga attesa ho pubblicato un capitolo abbastanza lungo ed intenso.

Per la prima volta ho provato a scrivere dal punto di vista di Klaus, per rendere un pochino più evidente anche il suo dissidio interiore. Non sono certa d'aver fatto un buon lavoro, ho paura d'essere uscita fuori dai personaggi, è difficile riuscire a far evolvere il loro rapporto senza stravolgere il loro carattere originale. Soprattutto per quanto riguarda Klaus, posso solo immaginare come si potrebbe comportare in una situazione simile, a rapportarsi con una persona che per lui sta diventando così importante. Immagino che sarebbe combattuto, per stare con Caroline deve mettere in discussione tutta la sua vita, il suo modo d'essere, e non è facile. Non lo so, fatemi sapere le vostre opinioni, ho davvero bisogno di consigli per continuare!!!!!!!

Quindi aspetterò con ansia i vostri commenti.

Vi ringrazio ancora infinitamente per il supporto e prometto solennemente che da adesso in poi risponderò a tutte le recensioni (o comunque ci proverò!!!!!!!!!)

Spero non mi abbiate abbandonata!!!!

Un bacione

Alla prossima

  
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