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Autore: YayMe    15/09/2013    6 recensioni
Si sono conosciuti una notte e poi non si sono rivisti per sei anni.
Quella notte la vita di entrambi cambiò.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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25 gennaio 2018

La mia voglia di essere in una discoteca in quel momento era sottozero. Tutta colpa delle mie amiche.
<<Hai finalmente ventun’anni, divertiti per una volta!>> avevano detto.
La verità era che odiavo le discoteche. Anzi, certe volte odiavo anche uscire per andare a fare shopping con loro.
Potevo essere definita un’asociale. Ma non mi dispiaceva essere considerata tale, d’altronde ero io.
Quindi, le mie tre migliori amiche mi avevano convinto costretto ad andare a ballare, mi avevo infilato in un vestitino decisamente troppo corto e prestato delle scarpe decisamente troppo alte, e mentre loro si stavano divertendo ballando, io ero seduta su uno sgabello al bancone.
Ero più che sicura che nessuna delle tre si sarebbe ricordata di questa sera: erano pazze. Si ubriacavano ogni volta che uscivano, ma erano la mia famiglia da quando ero al college e le amavo da morire. Senza loro non sarei sopravvissuta.
Stavo cercando di abbassare per l’ennesima volta la gonna del mio vestito quando vidi con la coda dell’occhio un ragazzo che non mi toglieva gli occhi di dosso.
Perfetto, ora dovevo anche mettermi a discutere con gli ubriaconi.
Quando decisi di dirgliene quattro, mi girai di scatto e a momenti non mi strozzai con la mia saliva.
<<Ventun’anni eh?>> mi chiese indicando il cerchietto imbarazzante che le ragazze mi avevano costretto ad indossare.
Rimasta senza parole, annuì confusa.
<<Perché non festeggi? I ventun’anni sono importanti>> affermò avvicinandosi a me.
Rimasi a fissarlo, con la bocca dischiusa senza dire una parola.
Lui ridacchiò scuotendo la testa <<Non sei di molte parole stasera, vero?>> disse sedendosi di fianco a me.
Bene, ora mi avrà scambiata per una delle sue fan urlanti. In realtà mi scioccava il fatto di avere una persona così famosa di fianco, e che parlava con me oltre tutto.
<<Okay, ho capito. Presentiamoci: io mi chiamo Justin>> disse porgendomi la mano.
Mi risvegliai dal mio stato di trance e gli strinsi la mano <<Leslie>> dissi semplicemente, non volevo che sapesse che l’avevo riconosciuto.
<<Ah, ma parli!>> disse ridacchiando. La sua risata mi fece ridere a mia volta.
<<Perché non festeggi?>> mi chiese di nuovo sorridendo.
Presi coraggio e risposi scrollando le spalle <<Odio le discoteche>>
Lui corrugò le sopracciglia <<E perché sei qui?>> mi chiese confuso.
Io sospirai e indicai le mie amiche <<Le vedi quelle tre che si strusciano? Mi hanno costretta>> dissi alzando le spalle.
Lui si mise a ridere e io sorrisi guardandolo.
<<Ti offro qualcosa?>> mi chiese indicando il bancone.
Scossi la testa immediatamente <<No grazie, non bevo>>
Lui guardò il barista, e poi me <<Sai cosa? Non bevo neanch’io, ti riporto a casa>> disse alzandosi dallo sgabello.
Lo guardai spalancando gli occhi <<Non voglio crearti problemi…>> dissi, anche se l’idea di ritornare a casa mi piaceva un sacco.
<<Stai tranquilla, ho una limousine che mi aspetta fuori>> disse indicando l’ingresso.
Essere portata a casa da Justin Bieber su una limousine, non era uno dei miei desideri per i ventun’anni, ma non mi dispiaceva affatto.
<<Grazie…>> dissi sorridendo <<…vado ad avvertire le ragazze>> dissi indicando la folla.
<<Ti aspetto qui>> Justin sorrise appoggiandosi al bancone.
Mi infilai tra la folla e dovetti tirare varie gomitate prima di riuscire a raggiungere le mie amiche.
Cassie sembrava la più sobria, quindi mi rivolsi a lei <<Cassie, torno a casa>> le annunciai nell’orecchio.
<<Chi ti riporta a casa? Vai da sola? Non puoi andare da sola! Ci sono un sacco di malintenzionati là fuori…>> disse biascicando la maggior parte delle parole.
<<No, mi riporta a casa un ragazzo>> cercai di chiudere il discorso lì ma lei mi prese per il polso.
<<Chi?>> mi chiese con gli occhi spalancati dalla paura.
<<Lascia perdere, domani non mi crederai mai>> dissi staccandomi dalla sua stretta.
<<Stai attenta Les!>> la sentì urlare mentre ritornai al bancone.
Justin mi aspettava lì con le mani in tasca, e sorrise quando mi vide.
Mi indicò l’uscita, facendomi passare prima di lui. Sentì le sue mani sulle mie spalle, mentre mi dirigeva verso la porta.
Una volta fuori, non potei fare a meno di non notare la limousine parcheggiata proprio di fronte a me.
L’autista mi aprì la portiera e io scivolai dentro, incredula di essere per la prima volta su una limousine.
Mi misi comoda, cercando di abbassare il più possibile il vestito, mentre Justin prendeva posto di fianco a me.
<<Dove abiti?>> mi chiese guardandomi.
<<Local street, numero 23>> lo informai.
Justin informò l’autista dell’indirizzo e si rimise comodo di fianco a me.
<<Comunque so chi sei>> sputai fuori. Non sapevo perché l’avevo ammesso, ma almeno sembrava leggermente sollevato.
<<Oh, bene>> disse sorridendo leggermente.
Dopo vari minuti di silenzio imbarazzante, sentì Justin allungare il suo braccio attorno alle mie spalle, facendo crescere ancora di più l’imbarazzo dentro di me.
<<Visto che tu sai tutto di me, non è giusto che io non sappia niente di te>> annunciò guardandomi.
<<Non ho detto che so tutto di te, ho solo detto che so chi sei>> chiarì <<E poi sai il necessario, mi chiamo Leslie e ho appena compiuto ventun’anni>> dissi scrollando le spalle.
<<Hai un fidanzato?>> chiese senza giri di parole.
Scossi la testa <<Sono contro ogni tipo di unione, solo rapporti occasionali>> ammisi.
<<Magari non hai ancora conosciuto la persona giusta>> disse scrollando le spalle.
<<Magari non esiste>> dissi ridacchiando.
Justin sorrise debolmente e disse <<Mi piace la tua filosofia>>
Prima che potessi rispondere, sentì una pressione sulle labbra.
Chiusi gli occhi quando le nostre labbra iniziarono a muoversi in sincronia. Le sue labbra piene e carnosi mi lanciavano brividi su tutto il corpo. La sua mano iniziò ad accarezzarmi la guancia, mentre io, con un gesto audace, mi misi a cavalcioni su di lui, facendolo ansimare sulle mie labbra.
La sua mano scivolò sulla zip del mio vestito, mentre io cercai di togliergli la maglietta.
Buon compleanno Leslie!
 
 
11 febbraio 2018.

Quel mattino, nel momento in cui aprì gli occhi, sentivo che c’era qualcosa che non andava.
Mi alzai lentamente dal letto, mentre una strana sensazione si insinuava nello stomaco.
Lentamente mi diressi in cucina, dove trovai Alison che preparava la colazione per tutte.
<<Buongiorno tesoro, come stai?>> mi chiese sorridendo.
<<Uno schifo>> risposi sinceramente <<Mi sento come se fossi uno straccetto calpestato mille volte>>
<<Ouch, che ti senti?>> mi chiese continuando a cucinare.
<<Mi sento strana nello stomaco, non credo di venire oggi alle lezioni>> ammisi.
<<Non c’è problema, ti porto gli appunti>> mi rassicurò mettendomi la mia porzione di uova sul piatto davanti a me.
Il quel momento, era come se non riuscissi più a trattenermi.
Mi alzai velocemente facendo quasi cadere la sedia dietro di me, corsi fino al bagno e spalancai la porta trovandomi Tracy che si stava truccando.
<<Les! Che fai?>> mi chiese spaventata.
Non riuscì a risponderle, alzai velocemente la tavoletta del gabinetto e mi liberai del peso sullo stomaco.
Dopo pochi secondi sentì qualcuno che mi aiutò legandomi i capelli.
Vari minuti dopo sentì di essere libera e Tracy tirò lo sciacquone al posto mio.
<<Cos’hai mangiato ieri sera?>> mi chiese, sedendosi sul bordo della vasca.
<<Quello che avete mangiato anche voi>> le risposi strofinandomi un occhio.
<<Mi vai a prendere una mentina?>> le chiesi gentilmente.
Tracy annuì e velocemente uscì dal bagno.
Mi sentivo troppo debole per alzarmi, quindi lasciai che il mio sguardo vagasse per tutta la stanza, quando si fermò su un pacco di assorbenti, che stava usando in questo periodo Cassie.
Velocemente feci due calcoli a mente e mi sentì di nuovo male quando realizzai. Io e Cassie avevamo sempre avuto i nostri cicli insieme.
<<No…>> sussurrai incredula.
<<Tracy!>> urlai disperata, mentre sentivo già le lacrime pungermi dagli occhi.
 
 
Giugno 2018.

Alison mi aveva accompagnata a fare l’ecografia, e finalmente avevamo scoperto il sesso del mio bambino. O meglio dire, bambina.
Eravamo in macchina con la radio accesa, appena uscite dall’ospedale, mentre io accarezzavo il mio pancino che non poteva più essere nascosto.
Improvvisamente dalla radio, si sentì una canzone, che già alle prime note mi fece venire la pelle d’oca.
Alison sbuffò e cambiò velocemente stazione radio.
Io la guardai male e rimisi di nuovo sul singolo di Justin.
<<Voglio provare a fare una cosa>> annunciai accarezzandomi la pancia.
<<Les, sono felice davvero che tu abbia deciso di tenere la bambina, ma non potrai tenerle segreto chi è suo padre. Né tantomeno a lui, deve prendersi le sue responsabilità>> cominciò a parlare Alison.
<<Non voglio rovinargli la vita, e poi si sarà già scordato di me. Con la piccola ce la farò a crescerla da sola, non ha bisogno per forza di un padre, le farò da mamma e da papà>> annunciai.
Alison sbuffò di nuovo <<Les, ha bisogno di una figura maschile al suo fianco>>
La guardai male incominciando a perdere la pazienza <<Alison, non voglio più tornare sull’argomento. Mi aiuteranno anche i miei genitori, quindi ci sarà mio padre>> conclusi, spegnendo la radio e non volendo sentire altro.
 
 
30 ottobre 2018.

Non riuscivo a credere che questa piccola creatura fosse mia figlia. Dopo nove lunghi mesi, ora era qui tra le mie braccia a dormire beatamente. Era così piccola che avevo paura di stringerla troppo forte. Era incredibile quanto già l’amassi, era mia e solo mia. Mi divertivo a porgerle il mio mignolo, e lei lo stringeva con forza con tutta la sua manina. Aveva un nasino perfetto, non l’aveva preso sicuramente da me. Era così bello che non riuscivo a smettere di darle piccoli e delicati baci sulla punta. E i suoi occhi, anche questi non li aveva presi da me. Io avevo gli occhi verdi, i suoi erano di un marrone così chiaro che sembravano fatti di caramello. E le sue labbra, così piene e carnose che mi faceva venir voglia di riempirla di baci.
Mia figlia era perfetta.
Mia madre era seduta di fianco a me, per la prima volta felice da quando le annunciai di essere incinta.
Lei non voleva che la tenessi, lei voleva che continuassi gli studi al college. Io invece decisi di abbandonare i corsi e dedicarmi interamente a questa piccola creatura.
<<Sono felice che tu l’abbia tenuta, è bellissima>> ammise con le lacrime agli occhi.
Sentì qualcuno bussare alla porta e mia madre si alzò per aprire.
Entrò un’infermiera con una cartella e una penna in mano.
<<Come si chiama questa bella bimba?>> chiese sorridendo.
<<Lily>> affermai convinta. Avevo visto un’intervista di Justin in cui diceva che se avesse avuto una figlia l’avrebbe chiamata Lily, e io non potevo essere più d’accordo.
<<Cognome?>> continuò l’infermiera.
Mia madre mi lanciò un’occhiata che feci finta di non notare.
<<Moretz>> conclusi non troppo sicura.
 
 
14 dicembre 2018

Fare la mamma era bellissimo, ma anche terribile, certe volte.
Come per esempio in quel momento, quando Lily non smetteva di piangere.
Provavo a darle da mangiare, ma lei non lo voleva; il pannolino era pulito; cercavo di cantarle delle ninna-nanne per farla addormentare, ma sembravano infastidirla ancora di più.
Capì che sarebbe stata una lunga nottata, quindi mi misi comoda sul divano, con Lily in braccio che continuava a piangere, incominciando a fare zapping.
Lily lanciò un urlo più forte, e decisi di lasciar perdere la tv.
Incominciai a cullarla dolcemente tra le mie braccia, quando notai su che programma avevo lasciato.
Ellen Degeneres. E sembrava andasse bene, fino a quando non vidi il suo ospite.
Justin che rideva per una battuta della presentatrice.
È vero, l’avevo visto solo una volta, ma è grazie a quell’incontro che ora la mia piccola Lily era qui. E inoltre mi mancava terribilmente, mi chiesi se mi pensasse ogni tanto.
Abbandonai i miei pensieri e mi concentrai sul programma.
<<Allora Justin, parliamo di amore. Sei single, vero?>> chiese Ellen.
Justin annuì <<Decisamente, non ho il bisogno di trovarmi una ragazza in questo momento. Ho sempre detto che a venticinque anni avrei voluto sposarmi ma ora ne ho ventiquattro e non mi sento ancora pronto>>
Lasciai il respiro che non mi ero accorta di trattenere.
<<Ma sei innamorato in questo momento?>> continuò Ellen.
Justin guardò la telecamera e sorrise debolmente.
<<Wow, abbiamo un ragazzo innamorato! Chi è lei?>> chiese Ellen entusiasta di aver appena creato una nuova notizia.
<<Sì ma l’ho vista una volta sola…>> ammise Justin fissando il pavimento.
In quel momento trattenni di nuovo il fiato.
<<Amore a prima vista?>> chiese la presentatrice interessata.
Justin annuì imbarazzato.
<<Vuoi parlarci di lei?>> continuò l’intervistatrice.
<<Non so molto di lei…>> ammise Justin <<Si chiama Leslie e ha ventun’anni>>
Ero più che sicura che la mia mascella fosse arrivata a toccare il pavimento.
<<E’ da quasi un anno che non la vedo, ma se sta guardando voglio che lei sappia che non l’ho mai dimenticata>> continuò lui <<E’ che non so assolutamente niente di lei, né il suo cognome, niente. Una volta sono andato a casa sua, ma una sua coinquilina mi aveva detto che non abitava più lì. Le ho chiesto di lei ma non ha voluto dirmi niente…>>
Aspetta, cosa?
Ellen lo ascoltava a bocca aperta <<Magari dopo aver visto quest’intervista deciderà di cercarti>> ipotizzò.
<<Magari, lo spero>> concluse Justin fissando la telecamera.
Quando Ellen mandò la pubblicità, mi accorsi di come Lily si era calmata e ora dormiva tranquilla tra le mie braccia. Meno male.
 
26 Agosto 2024.

<<Lily! Lily non correre!>> urlai rincorrendo la mia bambina. Forse lasciar correre una bambina di cinque anni in un aeroporto non era l’ideale.
Lei si fermò di colpo e si girò verso di me prendendomi per mano <<Mamma dobbiamo sbrigarci! Zia Cassie è appena arrivata!>> disse trascinandomi verso dove solo lei sapeva.
<<Eccola!>> urlò Lily vedendo Cassie in lontananza che ci salutava.
Lily mi lasciò la mano e corse verso di lei lasciando ondeggiare la sua chioma bionda.
Purtroppo Lily non vide una persona, e gli andò a sbattere contro.
<<Lily! Fai attenzione!>> urlai andandole incontro.
<<Mi scusi signore>> disse lei dispiaciuta mentre mi avvicinavo.
Il ragazzo si abbassò alla sua altezza <<Stai tranquilla, stai bene piccola?>> chiese, e quando sentì la sua voce mi ghiacciai immediatamente.
Lily gli sorrise annuendo con la testa e io la chiamai <<Lily andiamo, ti prego>> le dissi porgendole la mano.
Il ragazzo tornò in piedi e sentì i suoi occhi addosso.
<<Leslie? Sei veramente tu?>> chiese lui continuando a fissarmi.
Lo guardai e gli sorrisi debolmente <<Ciao Justin>>
<<Vi conoscete?>> chiese Lily guardandoci dal basso con i suoi occhioni spalancati dallo stupore.
Justin abbassò il suo sguardo su di lei e la guardò attentamente.
In quel momento mi sentì male: non era stupido, e sicuramente stava notando la somiglianza, anche perché lui e Lily erano due gocce d’acqua.
<<Lily, andiamo>> sentì dire da dietro di me.
Girai lo sguardo e vidi Cassie che la prendeva in braccio portandola via.
<<Mamma!>> mi chiamò quasi spaventata mentre si allontanava con Cassie.
<<Lei è tua figlia?>> chiese Justin indicandola mentre sparì tra la folla.
Annuì imbarazzata non sapendo cosa dire.
<<Wow, è passato tanto tempo vero?>> disse ridacchiando grattandosi la nuca.
<<Sei anni…>> sussurrai fissando il pavimento.
Justin annuì facendo due calcoli a mente.
<<Tua figlia è stupenda, scommetto che te lo dicono in molti>> confessò sorridendo.
In effetti era vero, quando la gente la vedeva, mi fermava per farmi i complimenti per una bambina così bella. Capelli biondi, occhi quasi dorati e un visino perfetto con il sorriso sempre sulle labbra. Mio padre si divertiva a farle migliaia di foto, e si vantava anche dicendo <<Guardate quant’è bella mia nipote>>
Era così bella perché aveva preso tutto dal padre, per fortuna.
Ritornai a guardare Justin e lo ringraziai.
<<Quanti anni ha?>> chiese curioso.
Mi chiesi mentalmente se fosse la cosa giusta rispondergli, ma poi decisi che se avesse fatto due conti, la scelta sarebbe stata sua.
<<Sei ad ottobre>> risposi guardando altrove.
Justin fece una faccia sorpresa e mi dissi che la discussione si stava facendo seria, e io, malgrado tutto, non volevo.
<<Justin devo andare, Lily mi starà cercando>> dissi indietreggiando.
<<Aspetta!>> mi bloccò dal polso <<Dammi almeno il tuo numero>> mi chiese.
Mi staccai dalla sua presa e scossi la testa <<Non posso, mi dispiace>> dissi girandomi.
<<Leslie! Dimmi almeno il tuo cognome!>> lo sentì implorare.
Mi voltai lentamente verso di lui <<Moretz, Leslie Moretz>>
 
 
2 settembre 2024

Lily stava guardando i cartoni animati in salotto, mentre io mi trovavo in cucina a preparare la cena, quando sentì il campanello della porta suonare.
<<Lily, amore, puoi andare tu? La mamma sta cucinando>> urlai, e poco dopo sentì Lily scendere dal divano e andare verso la porta.
<<Ciao tesoro, c’è la tua mamma?>> sentì chiedere a Lily.
Mi asciugai velocemente le mani quando Lily mi urlò <<Mamma! C’è il signore dell’aeroporto che ti vuole!>>
In quel momento mi bloccai spalancando sia la bocca che gli occhi.
Perché Justin era qui? Come aveva trovato casa mia?
Cercai di rimanere impassibile mentre raggiunsi la porta, e il mio cuore fece centinaia di capriole quando vidi Justin.
<<Ciao>> lo salutai gentilmente.
<<Dobbiamo parlare>> annunciò serio.
Annuì velocemente e mi rivolsi a Lily <<Piccola torna dentro, la mamma arriva subito>> le dissi con un sorriso rassicurante.
Le annuì e si girò verso Justin <<Ciao signore!>>
Detto questo sparì dentro, mentre Justin confuso la salutava lentamente <<Ciao piccola…>>
Dischiusi leggermente la porta e gli feci segno di sedersi sulla panchina che avevo nel giardino.
Quando ci sedemmo un silenzio imbarazzante cadde su di noi.
<<Leslie, non sono stupido>> annunciò dopo vari minuti.
<<Quella bambina ha quasi sei anni, sono passati sei anni da quando ci siamo conosciuti, e se non sbaglio quella sera non abbiamo usato nessun tipo di protezione…>> continuò torturandosi le mani.
Io trattenni il fiato, sapendo che quel momento sarebbe arrivato prima o poi, ma avevo sempre sperato che più tardi fosse arrivato, meglio sarebbe stato.
<<E inoltre, vogliamo parlare della somiglianza? Quella bambina è praticamente la versione femminile di me>> concluse girandosi per guardarmi.
<<Leslie…>> incominciò <<Dov’è suo padre?>> chiese.
BAM! Aveva centrato il punto.
Scossi la testa leggermente <<Non c’è…>> risposi sussurrando.
<<Ah, è morto?>> chiese ironicamente.
Scossi la testa fissando il terreno sotto di me.
<<Allora dov’è? Lo sai dov’è, vero?>> continuò a chiedere.
<<Justin, non ti ho chiesto di venire qui>> affermai girandomi per guardarlo in faccia.
<<Hai ragione, ma se io sono il padre di quella bambina, non pensi dovrei saperlo?>> mi chiese allargando le braccia.
<<Lei è mia figlia. Mia e basta. Non potrai portarmela via>> dissi iniziando a perdere la pazienza.
<<Leslie, io voglio esserci per lei. Non voglio che poi un giorno pensi che suo padre l’abbia abbandonata. Non voglio portartela via, voglio solo che lei sappia di avere un padre e che io ci sarò sempre per lei>> disse iniziando ad alzare la voce.
<<Non ti sto chiedendo di esserci. Continua a vivere la tua vita e non pensare a noi, fai finta di non avermi mai conosciuta>> cercai di chiudere il discorso.
<<Non sono così egoista Leslie. Sai per quanto tempo ho cercato di rintracciarti? E ora ci vediamo dopo sei anni e scopro di avere una figlia>> disse mettendosi le mani alla testa <<E’ incredibile>>
<<Non ti ho mai detto di essere suo padre>> affermai.
<<Leslie, sono o non sono suo padre?>> mi chiese direttamente guardandomi in faccia.
Io lo guardai semplicemente negli occhi senza dire una parola.
<<Oh mio dio>> disse ridacchiando guardando il cielo <<Ho una figlia e non lo sapevo. Wow>>
<<Justin, vattene per favore. E non tornare più>> gli dissi alzandomi dalla panchina.
<<Ora che so di essere suo padre non me ne andrò>> annunciò alzandosi anche lui guardandomi negli occhi.
<<Justin…ti prego…>> lo implorai con la voce smorzata.
Lui sbuffò e mi prese il telefono dalla tasca <<Chiamami quando hai bisogno, voglio esserci, sia per lei che per te>> disse scrivendo il suo numero.
Mi porse il mio cellulare e si avvicinò a me dandomi un bacio sulla guancia <<Salutamela. E dille che la amo>> concluse sorridendomi.
Io annuì distrattamente e lo guardai mentre se ne andava.
Ritornai dentro e mi fermai a fissare la mia bellissima bambina.
<<Cosa voleva il signore dell’aeroporto?>> mi chiese continuando a guardare i cartoni.
<<Niente tesoro, non ti devi preoccupare di niente>> le risposi per il suo bene.
 
 
12 settembre 2024.

Si poteva dire che io ero più emozionata di Lily per il suo primo giorno di scuola.
Sentì la campanella suonare e una valanga di bambini urlanti uscì correndo dall’ingresso principale.
Quando vidi una bambina dai lunghi capelli biondi e con uno zaino sulle spalle più grosso di lei, mi inginocchiai allargando le braccia.
<<Mamma!>> urlò allacciando le sue braccine dietro al mio collo.
<<Ciao tesoro! Com’è andato il primo giorno di scuola?>> le chiesi accarezzandole i capelli.
Vidi il suo viso passare dall’essere felice, all’essere turbata.
<<Cos’hai piccola? Cos’è successo?>> le chiesi accarezzandole le guance.
Lei scosse la testa e velocemente disse <<Niente>>
Mi alzai in piedi e prendendole la mano ci dirigemmo verso la mia macchina.
Le presi lo zaino dalle spalle e lo lasciai nel bagagliaio. Aprì la portiera posteriore a Lily e lei scivolò sul suo seggiolino mentre la legai con la cintura attentamente. Feci il giro della macchina e salì sul posto di guida.
<<Allora? Non mi dici niente? Cos’avete fatto?>> le chiesi insistendo.
<<Le maestre ci hanno chiesto di fare un disegno…>> incominciò a parlare.
<<Wow! E tu che hai disegnato?>> le chiesi accendendo il motore.
<<Hanno detto che dovevamo disegnare la nostra famiglia e io ho disegnato me, te e i nonni. Poi quando l’ho fatto vedere alla maestra lei mi ha chiesto “E il tuo papà?” e io non sapevo cosa risponderle!>> mi spiegò frustata.
<<Mamma?>> mi chiamò.
<<Sì tesoro?>> le chiesi distrattamente.
<<Dov’è il mio papà?>> mi chiese sul punto di piangere.
Il quel momento capì che lei aveva bisogno di un padre. Lei aveva bisogno di suo padre, e mi si spezzava il cuore vederla così.
<<Ti farò conoscere il tuo papà Lily, te lo prometto>> conclusi.

**

Lily si era appena addormentata, e io mi ritrovavo a comporre un numero che non avrei mai pensato di usare.
Al terzo squillo rispose <<Pronto?>>
<<Justin? Sono Leslie>>
<<Leslie? Non pensavo mi avresti più richiamato>> e potevo sentire lo stupore nella sua voce <<Dimmi tutto>>
Feci un respiro e parlai <<Lily ha bisogno di un padre>>
<<Devo venire subito da te?>>
<<No, vediamoci domani pomeriggio>>
<<Cancello tutti i miei impegni, conoscere mia figlia è mille volte più importante>>
 
 
13 settembre 2024

Potevo vedere Justin seduto ad un tavolo fuori dal bar che gli avevo detto. Spensi il motore dell’auto e feci un respiro profondo. Scesi dalla macchina e andai ad aprire la portiera a Lily che si era già tolta la cintura. La aiutai a scendere e le presi la mano, incominciando a dirigermi verso Justin.
Lui ci vide e si alzò velocemente dalla sedia.
<<Mamma! Che ci fa qui il signore dell’aeroporto?>> chiese Lily guardandomi.
Giunte davanti a Justin gli sorrisi, cosa che lui ricambiò, e abbassammo entrambi lo sguardo su Lily.
<<Non volevi conoscere il tuo papà?>> le dissi sorridendo.
Lily spalancò la bocca guardando Justin, mi lasciò la mano e gli si buttò letteralmente addosso.
<<Papà!>> disse mentre Justin la prendeva in braccio.
<<Ciao piccola, sono qui>> disse lui iniziando a riempirla di baci.
Mi sentì leggermente gelosa, ma Lily aveva bisogno di Justin, quindi avrei dovuto abituarmici.
Justin si sedette, continuando a tenere Lily in braccio.
Lily si staccò leggermente da lui e cominciò a fissarlo <<Il mio papà è bello>> disse girandosi a guardarmi.
Justin scoppiò a ridere e disse dandole un buffetto sul naso <<No, no, la mia principessa è bella>>
Sorrisi leggermente a questa scena, rassegnandomi all’idea che scene di questo genere ce ne sarebbero state a volontà.
<<Quindi ora vieni a vivere con noi!>> esclamò Lily emozionata.
Justin mi guardò ed io intervenni <<Piccola, è complicato. Papà non verrà a vivere con noi adesso>> le dissi accarezzandole la schiena.
<<No!>> esclamò delusa <<Io voglio che il mio papà venga a vivere con noi, come una vera famiglia>> si lamentò continuando a stringere Justin.
Lui mi guardò un po’ titubante ed io capì <<Forse, potrebbe venire stanotte, se vuole>> dissi non troppo convinta.
<<Certo che vuole! Vero papà?>> chiese Lily con i suoi occhioni speranzosi spalancati.
<<Certo che voglio, principessa>>affermò, prima che Lily tornò ad abbracciarlo.

**

Lily aveva insistito per farsi leggere una storia da Justin e ora io mi ritrovavo sul mio letto a fantasticare su quanto le nostre vita cambieranno da ora.
Avevo appena finito di parlare al telefono con mia madre e alla notizia <<Ho fatto conoscere Justin a Lily>> lei aveva incominciato a sparami domande a raffica riguardo alle reazioni e se fosse stata la cosa giusta.
Non riuscivo a risponderle, sapevo solo che in quel momento ero confusa da far paura.
I miei pensieri si arrestarono quando sentì bussare alla porta.
<<Avanti>> dissi mettendomi seduta sul letto.
Justin fece capolino in camera mia <<La piccola si è addormentata>> mi annunciò.
<<E’ andata in bagno? Le hai spento la luce? L’hai coperta bene? E…>> incominciai a chiedere.
<<Ehi, stai calma. Tranquilla, ho fatto tutto>> disse sorridendomi rassicurante e sedendosi sul mio letto.
Incominciai a sentirmi a disagio e gli chiesi <<Lo sai vero che ti ho preparato il divano per stanotte?>>
Lui ridacchiò e annuì <<Vedi? Abbiamo una figlia ma neanche ci conosciamo da sentirci a nostro agio>> annunciò guardandomi <<Tu sai di me, ma io non so di te. Fino a qualche settimana fa non sapevo neanche il tuo cognome>> concluse.
Sospirai e cominciai a parlare <<Quando ci siamo conosciuti andavo al college, poi ho lasciato i corsi al quarto mese di gravidanza. Faccio la commessa, non guadagno molto ma è l’indispensabile per non far mancare nulla a Lily>> dissi alzando le spalle.
<<Perché non hai mai cercato di rintracciarmi?>> mi chiese.
Scrollai le spalle <<Non volevo crearti problemi>> dissi sussurrando.
<<Ho passato sei anni della mia vita a cercarti, tu non hai idea di quanto tu mi abbia colpito quella notte. Voglio sapere se è stata la stessa cosa anche per te>> annunciò guardandomi negli occhi.
Mi guardai intorno e poi risposi <<Sei il padre di mia figlia, sei molto importante per me>>
Justin scosse la testa <<Lasciando da parte Lily, se non ci fosse stata lei, tu mi avresti pensato?>> continuò a chiedermi.
Alzai le spalle <<Forse…>> risposi sussurrando.
<<Forse?>> chiese Justin incredulo <<Forse Leslie? Io mi sono innamorato di te quella notte, e lo sono tutt’ora. E fidati quando ti dico che sono l’uomo più felice di questo mondo da quando ho scoperto di avere una figlia con te. Io non voglio che lei passi quello che ho passato io, quindi voglio stare con te>> confessò avvicinandosi a me.
<<Mi pare di averti detto che sono contro qualsiasi tipo di unione>> gli ricordai.
<<Okay, va bene. Dammi una settimana, in questa settimana farò in modo che tu ti innamori di me, se vinci te i nostri rapporti si baseranno solo sul bene di Lily. Ci stai?>> chiese allungando la mano come per stringere questo patto.
Annuì e gli strinsi la mano.
Nel momento in cui stavo ritirando la mia, lui mi tirò verso sé e posò le sue labbra sulle mie.
E in quel momento realizzai che lui aveva già vinto la sua scommessa.
 
 
 
 
Angolo autrice
Se siete arrivati a leggere fin qui significa che l’avete letta tutta, quindi vi ringrazio infinitivamente.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questa storia, se vi è piaciuta, se la amate, se vi ha fatto schifo, se siete disgustate, tutto! Voglio sapere tutto, non mi offendo, giuro.
Let me know e grazie ancora per aver letto :) Peace.

 
  
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