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ad Eiichiro Oda, nessuno scopo di lucro.
Come
irritare un Massacratore in modo calcolato
La
pazienza di Killer ha un limite: si chiama Penguin.
Killer
era, sostanzialmente, una persona tranquilla
e paziente.
Certo,
non erano aggettivi che di norma si attribuirebbero ad uno che veniva
chiamato
il Massacratore, ma nonostante questo ad utilizzarli non si poteva
essere più
vicini al vero: infondo, il suo soprannome era un derivante della sua
potenzialità omicida ed al contempo una semplice raffigurazione di ciò
che si
lasciava alle spalle dopo uno scontro, e non una descrizione del suo
carattere.
Chiunque
conoscesse il ruolo che Killer occupava nella ciurma dei Pirati di Kidd
poteva
affermarlo senza alcuna esitazione. E no, non era solo il vice; la sua vera occupazione era niente di meno che
la fottutissima balia personale del grande Eustass Captain Kidd.
Wire
ripetè a sé stesso quanto non invidiasse la posizione del suo nakama,
rimanendo
comodamente seduto sul water mentre lucidava il suo tridente, quando
una
potente voce si fece udire per tutta la nave: -Kiiiiiilller! Dove sono
quelle
cazzo di cartine?! Killer!- risuonò la voce, esauriente nell’esprimere
la
rabbia del suo proprietario.
Quella,
in realtà, era una scena che si ripeteva di sovente, come unica
differenza
l’oggetto delle ricerche del rosso: variavano da importanti documenti
fino a
cibarie, cosmetici e talvolta le sue mutande. Come diavolo faceva a
perdere
persino le sue mutande?!
Heat,
lanciando a Killer uno sguardo di commiserazione, continuò a cercare
nella
dispensa qualcosa da buttare giù. Il biondo, sospirando
rassegnatamente, uscì
dalla cucina posando la sua bottiglia di rhum ed andò incontro al suo
capitano.
–Sono nella tua cabina, Kidd. Sulla scrivania, a sinistra.- disse con
tono
secco ma non indisponente. Per tutta risposta, ottenne uno schiocco
infastidito
della lingua, come se volesse dirgli che lì aveva già cercato
nonostante non
fosse per niente vero. Voltandogli la schiena e senza aggiungere una
parola,
Kidd si voltò senza aggiungere altro, accompagnato dal suono della sua
pelliccia che strisciava sul legno.
Arcuando
le sopracciglia in un modo che nessuno avrebbe notato da sotto il
casco, si
lasciò scappare un sorrisetto per poi tornare alle sue occupazioni. Se
non
avesse sentito le sue urla entro qualche minuto, significava che Kidd
aveva
trovato le carte nautiche che cercava.
Passandosi
stancamente una mano sugli occhi coperti dalla lunga frangia, Killer
rivolse il
suo peggior sguardo assassino a quello stramaledetto den den mushi che
non la
piantava di suonare. Provò ad ignorarlo dandogli la schiena e
sistemandosi più
comodamente il cuscino sotto l’orecchio, ma il suono non placava: biru biru – biru biru.
Ringhiando
rispose, e come sempre, evitò di parlare prima che lo facesse
l’interlocutore.
Tuttavia
questo non sembrò per nulla desideroso di lasciarlo in attesa, ed una
petulante
voce gli assordò le orecchie: -Kiraaaa-chaaan! Quanto tempo!-
Una
pesante vena ballerina fece la sua comparsa sulle tempie del biondo.
Se
avesse creduto in qualche dio, avrebbe sicuramente pregato perché
quella
terribilmente evidente e scomoda verità non fosse reale: purtroppo, lo
sapeva
bene, non poteva essere altrimenti. Quello
era l’unico a chiamarlo in una maniera tanto irritante.
-Lo
stupido tipo col cappello idiota della ciurma di Trafalgar. Cosa vuoi?-
decretò, sperando che la questione terminasse in fretta. Lo detestava,
davvero.
-Oh,
Kira-chan! Dovresti saperlo che mi chiamo Penguin. Ma se preferisci,
per te
potrei essere Pen-chan! È carino, non trovi? Su, ripeti con me:
Pen-chan!- strillò
quell’altro, senza essersi offeso neppure minimamente, la vivacità
ancora
dominante nella sua voce.
Un
grugnito sfuggì spontaneamente dalle labbra del massacratore. Sapeva
benissimo
come si chiamava, ma non aveva intenzione di dare all’altro la
soddisfazione di
venirne a conoscenza. Comunque, non aveva risposto alla sua domanda;
tanto
meglio.
-Se
questo è ciò che avevi da dire, credo che la conversazione sia chiusa.-
E,
detto fatto, riagganciò. Neppure il tempo di risistemarsi a letto che,
ancora
una volta, il suono della chiamata riempì il silenzio della sua cabina.
-Che
cazzo vuoi?!- urlò allora, allo stremo. La risata che si udì dall’altro
lato
non fece altro che innervosirlo ulteriormente. –Oh, Kira-chan, non te
la
prendere!- affermò, senza neppure il minimo suono di dispiacere o
pentimento.
Poi, facendosi leggermente più serio, lo sentì affermare: -Il mio
capitano
vuole vedere Eustass.-
Killer
trattenne un sospiro unicamente per non dare la gratificazione
all’altro di
intuire il suo stato.
Avrebbe
potuto chiedere per quale motivo Trafalgar volesse incontrare Kidd, ma
la
verità è che lo sapeva perfettamente, e non intendeva porre il quesito
solo
perché sapeva che l’altro gliel’avrebbe chiaramente sputato in faccia.
E lui
preferiva fingere di non esserne a conoscenza. Avrebbe potuto dire che
doveva
chiedere al suo capitano, ma anche in questo caso conosceva la
risposta, e
sarebbe stata solo un’inutile perdita di tempo che l’avrebbe costretto
a
rimettersi in contatto con quella sottospecie di creatura antropomorfa.
Ma
perché non poteva occuparsi quello strano orso di queste faccende?
-Dammi
le vostre coordinate.- borbottò rassegnato.
Lui
non ci voleva andare, ma, ovviamente, avrebbe dovuto seguire Kidd
all’ennesimo
incontro in quello stupido sottomarino giallo che gli dava un senso di
claustrofobia, e mentre il rosso sistemava
le faccende con il Chirurgo della Morte con il solito finto
proposito di
volerlo ammazzare, lui sarebbe stato sottoposto alle molestie sessuali
di
quell’odioso animale antartico che, unicamente in quelle situazioni
tirava
fuori la sua parte ‘’responsabile’’, attentando seriamente
al suo culo.
Killer
si considerava una persona paziente; lo era diventato assistendo Kidd,
si era
abituato.
Ma,
ne era convinto, non avrebbe mai fatto altrettanto con Penguin.
Lo
voleva fare a pezzi, e il reale motivo per il quale non lo avesse
ancora fatto
era per lui un’incognita. Ad ogni modo, mai e poi mai avrebbe ceduto il
suo
culo a quello strambo e petulante essere.
Al
massimo, si sarebbe preso lui il suo.
Ma,
beh, questo è un pensiero che avrebbe tardato ancora qualche tempo ad
attraversargli la mente: lo stesso tempo che, più avanti, l’avrebbe
smentito.
Penguin
si lasciò andare sulla sedia, rilassato, mentre si calcava il cappello
sugli
occhi. Killer era, dopo tutto, come una valvola di sfogo. Non che
questo non
significasse che non era serio nelle sue intenzioni: oh, eccome se
l’avrebbe
avuto.
Si
sentì un vecchio sporcaccione nel pensare a tutte le cose che avrebbe
fatto
fare a Kira-chan, e non potè trattenere una risata soddisfatta.
Spostandosi
dallo stipite della porta della cucina, Trafalgar Law non potè evitare
di
sfoggiare un sorriso perturbante. –Da quand’è che io avrei riferito di
voler
vedere Eustass-ya, Penguin?- chiese allora, osservando come il membro
della sua
ciurma scattava in piedi, sorpreso. Notando che nel viso del moro non
c’era
nessun tratto che indicasse collera o insoddisfazione, ricambiò il
sorriso.
-Pensavo
di farti un regalo, Capitano.- affermò sfacciatamente. Il diretto
interessato
ampliò il suo sorriso. –Penguin.- cominciò, andando a servirsi una
tazza di
sakè. –Dovresti smetterla di usarmi come capro espiatorio ogni volta
che vuoi
vedere il nostro caro massacratore.- lo intimò con finto rammarico.
L’altro non
s’intimorì, ed aspettò il continuo che sapeva sarebbe arrivato.
-Anche
se in realtà, devo ammetterlo, non mi dispiace affatto che Eustass-ya
venga a
riscaldarmi il letto.- affermò, suonando totalmente indifferente
nonostante tutto.
-È
quello che mi immaginavo, Capitano; per questo mi sono permesso.-
disse, mentre
si riaccomodava sulla sedia.
Sedendosi
di fronte a lui, Trafalgar Law notò come il sorriso che sfoggiava il
suo
sottoposto appariva terribilmente simile al suo. Non potè trattenere
una risata
nel costatare quanto fosse diventato calcolatore, caratteristica che
probabilmente aveva appreso passando troppo tempo in sua compagnia.
-Dovremo
preparare un’accoglienza adeguata, allora.-
-Agli
ordini.-
FINE.
Non ho resistito,
davvero.
Questa
one-shot è nata da una mia riflessione sulla Killer/Penguin, su cui mi
sono
soffermata a pensare al carattere del secondo nominato. Amo seriamente
vederlo
portare al limite Killer, ed ho pensato che, sotto quell’aria irritante
e
vivace, si nasconda un uomo, almeno in parte, calcolatore. E che mira a
scoparsi il Massacratore, ovviamente. Ed allora ho pensato che,
infondo, stare in
compagnia di Trafalgar Law dev’essere senz’altro contagioso XD Quanto
vorrei
che infettasse anche me *-*
Voi cosa
ne pensate? È troppo insensato e contorto e Penguin è e rimane un
sempliciotto?
Grazie
mille a chiunque vorrà lasciarmi un piccolo parere (:
Spero di
essere riuscita a suscitarvi qualche risata!