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Autore: Lilian Potter    15/09/2013    3 recensioni
-Oh, Kira-chan! Dovresti saperlo che mi chiamo Penguin. Ma se preferisci, per te potrei essere Pen-chan! È carino, non trovi? Su, ripeti con me: Pen-chan!-
Essere il vice ed al contempo la balia di Eustass Kidd ha donato a Killer una pazienza che molti credono infinita, ma anche questa ha un limite, e si chiama Penguin. Ma quest’ultimo è deciso a conquistarsi ciò che vuole, persino a costo di utilizzare quelli che potrebbero venir definiti come mezzi ignobili. [Penguin/Killer ; Kidd/Law]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eustass Kidd, Killer, Penguin, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Tutti i diritti ad Eiichiro Oda, nessuno scopo di lucro.

 

 

Come irritare un Massacratore in modo calcolato
La pazienza di Killer ha un limite: si chiama Penguin.

 

 

Killer era, sostanzialmente, una persona tranquilla e paziente.

Certo, non erano aggettivi che di norma si attribuirebbero ad uno che veniva chiamato il Massacratore, ma nonostante questo ad utilizzarli non si poteva essere più vicini al vero: infondo, il suo soprannome era un derivante della sua potenzialità omicida ed al contempo una semplice raffigurazione di ciò che si lasciava alle spalle dopo uno scontro, e non una descrizione del suo carattere.

 

Chiunque conoscesse il ruolo che Killer occupava nella ciurma dei Pirati di Kidd poteva affermarlo senza alcuna esitazione. E no, non era solo il vice; la sua vera occupazione era niente di meno che la fottutissima balia personale del grande Eustass Captain Kidd.

 

Wire ripetè a sé stesso quanto non invidiasse la posizione del suo nakama, rimanendo comodamente seduto sul water mentre lucidava il suo tridente, quando una potente voce si fece udire per tutta la nave: -Kiiiiiilller! Dove sono quelle cazzo di cartine?! Killer!- risuonò la voce, esauriente nell’esprimere la rabbia del suo proprietario.

Quella, in realtà, era una scena che si ripeteva di sovente, come unica differenza l’oggetto delle ricerche del rosso: variavano da importanti documenti fino a cibarie, cosmetici e talvolta le sue mutande. Come diavolo faceva a perdere persino le sue mutande?!

 

Heat, lanciando a Killer uno sguardo di commiserazione, continuò a cercare nella dispensa qualcosa da buttare giù. Il biondo, sospirando rassegnatamente, uscì dalla cucina posando la sua bottiglia di rhum ed andò incontro al suo capitano. –Sono nella tua cabina, Kidd. Sulla scrivania, a sinistra.- disse con tono secco ma non indisponente. Per tutta risposta, ottenne uno schiocco infastidito della lingua, come se volesse dirgli che lì aveva già cercato nonostante non fosse per niente vero. Voltandogli la schiena e senza aggiungere una parola, Kidd si voltò senza aggiungere altro, accompagnato dal suono della sua pelliccia che strisciava sul legno.

 

Arcuando le sopracciglia in un modo che nessuno avrebbe notato da sotto il casco, si lasciò scappare un sorrisetto per poi tornare alle sue occupazioni. Se non avesse sentito le sue urla entro qualche minuto, significava che Kidd aveva trovato le carte nautiche che cercava.

 

 

Passandosi stancamente una mano sugli occhi coperti dalla lunga frangia, Killer rivolse il suo peggior sguardo assassino a quello stramaledetto den den mushi che non la piantava di suonare. Provò ad ignorarlo dandogli la schiena e sistemandosi più comodamente il cuscino sotto l’orecchio, ma il suono non placava: biru biru – biru biru.

 

Ringhiando rispose, e come sempre, evitò di parlare prima che lo facesse l’interlocutore.

Tuttavia questo non sembrò per nulla desideroso di lasciarlo in attesa, ed una petulante voce gli assordò le orecchie: -Kiraaaa-chaaan! Quanto tempo!-

 

Una pesante vena ballerina fece la sua comparsa sulle tempie del biondo.

Se avesse creduto in qualche dio, avrebbe sicuramente pregato perché quella terribilmente evidente e scomoda verità non fosse reale: purtroppo, lo sapeva bene, non poteva essere altrimenti. Quello era l’unico a chiamarlo in una maniera tanto irritante.

 

-Lo stupido tipo col cappello idiota della ciurma di Trafalgar. Cosa vuoi?- decretò, sperando che la questione terminasse in fretta. Lo detestava, davvero.

 

-Oh, Kira-chan! Dovresti saperlo che mi chiamo Penguin. Ma se preferisci, per te potrei essere Pen-chan! È carino, non trovi? Su, ripeti con me: Pen-chan!- strillò quell’altro, senza essersi offeso neppure minimamente, la vivacità ancora dominante nella sua voce.

Un grugnito sfuggì spontaneamente dalle labbra del massacratore. Sapeva benissimo come si chiamava, ma non aveva intenzione di dare all’altro la soddisfazione di venirne a conoscenza. Comunque, non aveva risposto alla sua domanda; tanto meglio.

 

-Se questo è ciò che avevi da dire, credo che la conversazione sia chiusa.-

E, detto fatto, riagganciò. Neppure il tempo di risistemarsi a letto che, ancora una volta, il suono della chiamata riempì il silenzio della sua cabina.

 

-Che cazzo vuoi?!- urlò allora, allo stremo. La risata che si udì dall’altro lato non fece altro che innervosirlo ulteriormente. –Oh, Kira-chan, non te la prendere!- affermò, senza neppure il minimo suono di dispiacere o pentimento. Poi, facendosi leggermente più serio, lo sentì affermare: -Il mio capitano vuole vedere Eustass.-

 

Killer trattenne un sospiro unicamente per non dare la gratificazione all’altro di intuire il suo stato.

Avrebbe potuto chiedere per quale motivo Trafalgar volesse incontrare Kidd, ma la verità è che lo sapeva perfettamente, e non intendeva porre il quesito solo perché sapeva che l’altro gliel’avrebbe chiaramente sputato in faccia. E lui preferiva fingere di non esserne a conoscenza. Avrebbe potuto dire che doveva chiedere al suo capitano, ma anche in questo caso conosceva la risposta, e sarebbe stata solo un’inutile perdita di tempo che l’avrebbe costretto a rimettersi in contatto con quella sottospecie di creatura antropomorfa. Ma perché non poteva occuparsi quello strano orso di queste faccende?

 

-Dammi le vostre coordinate.- borbottò rassegnato.

 

Lui non ci voleva andare, ma, ovviamente, avrebbe dovuto seguire Kidd all’ennesimo incontro in quello stupido sottomarino giallo che gli dava un senso di claustrofobia, e mentre il rosso sistemava le faccende con il Chirurgo della Morte con il solito finto proposito di volerlo ammazzare, lui sarebbe stato sottoposto alle molestie sessuali di quell’odioso animale antartico che, unicamente in quelle situazioni tirava fuori la sua parte ‘’responsabile’’, attentando seriamente al suo culo.

 

Killer si considerava una persona paziente; lo era diventato assistendo Kidd, si era abituato.

Ma, ne era convinto, non avrebbe mai fatto altrettanto con Penguin.

 

Lo voleva fare a pezzi, e il reale motivo per il quale non lo avesse ancora fatto era per lui un’incognita. Ad ogni modo, mai e poi mai avrebbe ceduto il suo culo a quello strambo e petulante essere.

 

Al massimo, si sarebbe preso lui il suo.

 

Ma, beh, questo è un pensiero che avrebbe tardato ancora qualche tempo ad attraversargli la mente: lo stesso tempo che, più avanti, l’avrebbe smentito.

 

 

Penguin si lasciò andare sulla sedia, rilassato, mentre si calcava il cappello sugli occhi. Killer era, dopo tutto, come una valvola di sfogo. Non che questo non significasse che non era serio nelle sue intenzioni: oh, eccome se l’avrebbe avuto.

 

Si sentì un vecchio sporcaccione nel pensare a tutte le cose che avrebbe fatto fare a Kira-chan, e non potè trattenere una risata soddisfatta.

 

Spostandosi dallo stipite della porta della cucina, Trafalgar Law non potè evitare di sfoggiare un sorriso perturbante. –Da quand’è che io avrei riferito di voler vedere Eustass-ya, Penguin?- chiese allora, osservando come il membro della sua ciurma scattava in piedi, sorpreso. Notando che nel viso del moro non c’era nessun tratto che indicasse collera o insoddisfazione, ricambiò il sorriso.

-Pensavo di farti un regalo, Capitano.- affermò sfacciatamente. Il diretto interessato ampliò il suo sorriso. –Penguin.- cominciò, andando a servirsi una tazza di sakè. –Dovresti smetterla di usarmi come capro espiatorio ogni volta che vuoi vedere il nostro caro massacratore.- lo intimò con finto rammarico. L’altro non s’intimorì, ed aspettò il continuo che sapeva sarebbe arrivato.

 

-Anche se in realtà, devo ammetterlo, non mi dispiace affatto che Eustass-ya venga a riscaldarmi il letto.- affermò, suonando totalmente indifferente nonostante  tutto.

 

-È quello che mi immaginavo, Capitano; per questo mi sono permesso.- disse, mentre si riaccomodava sulla sedia.

 

Sedendosi di fronte a lui, Trafalgar Law notò come il sorriso che sfoggiava il suo sottoposto appariva terribilmente simile al suo. Non potè trattenere una risata nel costatare quanto fosse diventato calcolatore, caratteristica che probabilmente aveva appreso passando troppo tempo in sua compagnia.

 

-Dovremo preparare un’accoglienza adeguata, allora.-

-Agli ordini.-

 

FINE.

Non ho resistito, davvero.
Questa one-shot è nata da una mia riflessione sulla Killer/Penguin, su cui mi sono soffermata a pensare al carattere del secondo nominato. Amo seriamente vederlo portare al limite Killer, ed ho pensato che, sotto quell’aria irritante e vivace, si nasconda un uomo, almeno in parte, calcolatore. E che mira a scoparsi il Massacratore, ovviamente. Ed allora ho pensato che, infondo, stare in compagnia di Trafalgar Law dev’essere senz’altro contagioso XD Quanto vorrei che infettasse anche me *-*
Voi cosa ne pensate? È troppo insensato e contorto e Penguin è e rimane un sempliciotto?

Grazie mille a chiunque vorrà lasciarmi un piccolo parere (:
Spero di essere riuscita a suscitarvi qualche risata!

  
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