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Autore: axlrosespack    16/09/2013    3 recensioni
Questa non è una storia. È una verità che non può godere della luce del sole.
«Nick non avrebbe di certo odiato Miley per quelle parole, chinò il capo e si rassegnò a quello che lei aveva detto, i riccioli scuri che penzolavano a mezz'aria tra una delusione e un rimpianto.»
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Boom.

 
 
January 12th, 2012.
 
«...sono...in...ritardo...sono...in...ritardo...merda...merda...merda...»
La suola delle sue scarpe batteva sull'asfalto di uno dei tanti parcheggi di Los Angeles talmente forte e veloce come se stesse scappando da qualcosa, correva, pensieri sconnessi si affollavano, si scavalcavano e si accavalcavano uno sull'altro nella sua mente, incosciente lei che stesse pensando a qualcosa. Continuava a correre, Miley, senza guardare, ...«...ritardo...»... 
Miley sentì di essere bloccata, l'impatto era stato forte.
«Mi scus...»
il suo viso coperto di fondotinta era ancora poggiato sul petto di qualcuno,
«Va tutto bene»...
Quel “va tutto bene” detto a mezz'aria le aveva impedito, dopo aver pronunciato quel “mi scus...” rivolto ad un qualsivoglia passante che aveva spaccato la sua incoscienza nel pensare, di lasciar fuoriuscire aria dai suoi polmoni, anch'essa incredula di essere rubata di nuovo solo da chi ne era sempre stato degno. Miley perse la memoria per qualche secondo, sentendosi come inebriata da reminiscenze, lei, piccola, sentiva il tocco di qualcuno di cui si fidava, dopo suo padre, il suo principe azzurro. Cercò il coraggio ovunque, ma, incosciente di nuovo, le palpebre mobili dei suoi occhi blu si contrassero così da far spazio alle pupille che nel frattempo stavano incontrandosi con la luce del sole, e non solo. Miley ne era sicura: conosceva quel tono di voce, le sue narici riprovavano il piacere di sentire dopo tanto tempo la colonia dell'Abercrombie, e aveva paura, non poteva sbagliarsi. 
Per lui fu come rivederla per la prima volta, “non ho mai visto due occhi così” pensò l'undici Giugno 2006, “i suoi occhi” pensò invece oggi, forse, dato che stava cercando di uscire da quell'uragano di ricordi in cui si era cacciato, in quel labirinto che erano i suoi occhi, cercando di trovare un'uscita da quel dedalo in cui stava trovandosi da diversi secondi, quei secondi che scappano dal pianeta terra per far da supporto a chi è veramente felice e stupefatto da qualcosa e che non riesce a capire cosa succeda in quell'esatto momento; sono quelle cose che accadono poche volte, improvvise, belle perché non puoi viverle da persona cosciente. Le cose belle non si fanno vedere, si fanno attendere. 
Miley ritornò finalmente in sé dopo aver capito che il tempo non aveva guarito le ferite, né il suo amore. I loro occhi castano e blu ora si specchiavano l'uno nell'altro, intrattenendo quel momento d'imbarazzo prima che loro parlassero. Improvvisavano, i loro occhi, oh sì, e lo facevano alla perfezione. 
«Nick.»
le sue labbra mezze aperte che lasciavano intravedere i suoi denti bianchissimi fecero da porta alla sua piccola voce, si sentiva come quella notte dell'undici Giugno.
«Miley.»
si sentì in dovere lui, ancora meravigliosamente scioccato da tutto quello spezza-respiri. 
Abbassando i loro sguardi emisero un gemito, erede dell'impatto, Nick involontariamente poggiò entrambe le sue mani sulle spalle di lei, come per proteggerla mentre qualche centimetro di distanza si formava mentre lei si distaccava lentamente dal corpo di lui.
Miley non poté far altro che rivolgere il suo sguardo, dopo anni sincero, a colui che le si trovava di fronte.
«Oggi mi ha salvato il caso, se dovessi sapere che ogni nostro impatto sarà così dovrò preparare una briglia e tenermi stretti la ragione, la cognizione del tempo e il controllo della mente per far sì che non si avventurino chissà dove quando incontrano i tuoi occhi».
Miley, ancora semi-scossa, ma cosciente, non diede risposta migliore, se non il suo solare sorriso, i due incisivi centrali lasciavano trasparire ancora qualche segno della loro accavalcatura, ma era quello che rendeva il suo sorriso ciò che era, accompagnato da uno sguardo ancora incredulo ma compiaciuto, abbassò gli occhi e li chiuse, Nick non avrebbe preferito altro. 
«Sono, davvero,» davvero, stava dicendo lei, che non è uno di quei “davvero” che vengono inseriti nelle frasi per renderle più belle o rafforzarle, si era fermata dopo il “sono” ma, davvero, era felice, incredula, e felice e incredula di nuovo di rivederlo; «ahm» abbassò di nuovo lo sguardo chinando il capo, sorrideva. «felice» non le veniva altro da dire; “di rivederti” non era riuscita a dirlo, in quanto fosse una frase fatta, era felice, in lei, di averlo rivisto. 
«Si dice che le cose forti, a volte, risolvano le cose, credo che un caffè farebbe al caso nostro». Miley annuì, molto più debole, e lo seguì, alla caffetteria dietro l'angolo. 
Era freddo, ed era fredda anche l'aria intorno ad essi, la strada sembrava non finire, quel silenzio alimentato dall'imbarazzo era un silenzio che doveva starsene zitto, ma non necessariamente voleva starsene zitto. 
Entrarono e sederono.
Prima di potersi trovare di nuovo al fronte di un silenzio quasi tombale ordinarono il loro caffè che arrivò in fretta. Il caffè rendeva l'imbarazzo meno imbarazzante, a quanto pareva, i due avevano da alzare la tazza e bere per ammazzare quel silenzio.
Cosa succedeva? Quasi mai, Miley, come ora si era trovata in imbarazzo. Qualsiasi cosa volesse dire le sembrava sbagliata. Quando si tratta d'amore, anche la più sfacciata delle creature tacerebbe. Quel sentimento così penetrante, si prende gioco del tuo corpo colpendo ogni parte incitata a reagire; per tempo. L'amore ti distrugge. 
Miley, fra tutto, pensò che non avrebbe potuto vedere più Nick a causa della sfilze di paparazzi, ma per di più perché era impegnata in un'altra relazione. 
«Cos'è successo?» disse Miley, tra un sospiro e l'altro, era agitata, si notava dalle sue mani tremolanti nel momento in cui prendeva la tazza per sorseggiare un po' di caffè, e non era per il freddo. Nick non aveva smesso un secondo, nervoso anche lui, non sapendo né che dire né che fare, di guardarla, nonostante tutta quell'aria domata dall'imbarazzo. Miley aveva i capelli molto lunghi, marroni, riga al centro, e i due ciuffi di frangia continuavano a caderle rispettivamente sui lati destro e sinistro della fronte; per colmare l'ansia continuava a spostarseli dietro l'orecchio invano, ma loro ricadevano continuamente sulla sua fronte. Nick stava rendendosi conto di quanto fosse vulnerabile lei in quel momento e fragile; pian piano, con la mano sinistra calma e leggera, catturando l'attenzione di Miley immobile, tremolante anche lui, la portò vicino alla guancia sinistra di lei, fra l'indice e il medio afferrò il ciuffo di frangia che le cadeva sulla fronte e glielo pose dietro l'orecchio, facendo scorrere dopodiché la sua mano sulla sua guancia, debolmente, come per tranquillizzarla. Miley rabbrividì; colsero quell'istante per guardarsi profondamente negli occhi, sentirono di amarsi tra il rabbrividire e il contatto, dopo anni, e avevano seppellito tutto nel silenzio. 
Miley con estrema lentezza portò la sua mano su quella di Nick, poggiata ancora sulla sua guancia, non riuscì subito nel suo intento, per qualche secondo lasciò che la sua mano e lei godessero delle gioie provocate dal contatto con la mano di Nick, dopodiché portò la mano di lui giù, poggiandola sul tavolo, lasciando la sua su quella del ragazzo. 
Lei nell'estrema insicurezza e nell'estremo imbarazzo, forse doveva, sia per quell'incontro sia per quello che non sarebbe dovuto accadere tra di loro, con voce piccola disse «puoi mantenere un segreto? La cerimonia è fissata per Giugno».
Nick in quel momento cadde come in un vuoto, si sentì lacerato da quelle parole, sebbene dette nel modo più dolce possibile.
Miley avvertì la mano di Nick abbattersi, appiattirsi sul tavolo, come caduta, avendo perso le speranze. Poteva provare tutto il dolore del mondo, quel ragazzo, ma tutto ciò che non poteva fare era impedire ciò che sarebbe accaduto presto.
 
-

Nick non avrebbe di certo odiato Miley per quelle parole, chinò il capo e si rassegnò a quello che lei aveva detto, i riccioli scuri che penzolavano a mezz'aria tra una delusione e un rimpianto. 
Quando Nick salì a bordo della sua macchina si lasciò cadere sul sedile, gettandosi come un sacco che sarebbe rimasto lì per tempo prima di essere aperto. Poggiò le sue mani sullo sterzo e guardò in avanti, fissando il vuoto, tutto ciò che sentiva e vedeva era il vuoto totale. L'unica cosa che poteva rianimarlo, fornirgli energia per sopravvivere, era la musica. La musica, questa inspiegabile cosa, cos'è, si chiedeva Nick, una nota, un suono, la vita, la felicità? Il ragazzo si sedette sullo sgabello del suo pianoforte cercando di comporre qualcosa, per consolarsi, distrarsi. I suoi pensieri arrivavano come irrefrenabili e dicevano una sola cosa, “no, no, no, no”. Pose l'indice su un tasto cercando di imitare la melodia del “no”. Ora agiva come un bambino che non vuole venga privato delle sue caramelle, “No, non voglio l'amore se non sei tu... Non voglio sentire le campane a nozze...” per quanto poteva essere stato felice in passato per un qualsiasi matrimonio non avrebbe mai odiato così tanto il suono delle campane a nozze di quel giorno che sarebbe venuto, gli avrebbero rimbombato nella testa per tutta la vita, sarebbero state il suo incubo, la felicità degli altri sarebbe stata la sua tristezza assoluta. 
Nick si rese conto, in quell'esatto momento di lamento infantile e inutile che stava creando qualcosa. Prese in mano il dolore, la consapevolezza, li portò sul pianoforte cantando ad alta voce come se volesse sentirselo dire, saperlo, essere sicuro da sé stesso che stava soffrendo, e intanto la sua voce cantava «No, I don't wanna love, if it's not you, I don't wanna hear the wedding bells boom». 
 
March 21st, 2012.
 
Nick sedette al piano, di fronte a trentamila persone, si strofinò le mani abbassando il capo e preparandosi a quel momento.
«Hrrm»
 
«Pardon my interruption,
this drink's just setting in,
on my reservations a reason I don't exist.
 
She says, can you keep a secret?
A ceremony set for June.
I know it's a rush, but I just love him so much. 
I hope that you can meet him soon. 
 
No, I don't wanna love, if it's not you. 
I don't wanna hear the wedding bells boom.
Maybe we can try, one last time,
but I don't wanna hear the wedding bells chime.
 
Trying to fall asleep, you wake me up,
'cause I'm trying to see the light instead of feeling right.
I don't wanna hear the wedding bells chime. 
 
The wedding bells,
the wedding bells,
the wedding bells.
 
Pardon my harsh reaction, you put me on the spot
and if I'm being honest, I'm hoping you had got me caught…
 
Showing you I'm all happy,
letting you see my truth,
'cause if you recall,
our anniversary falls eleven nights into June.

 
Le persone emisero un “oh” contemporaneamente e una lacrima innocente e salata fu visibile a tutti sotto l'occhio socchiuso di Nick. 
 
No, I don't wanna love, if it's not you. 
I don't wanna hear the wedding bells boom.
Maybe we can try, one last time,
but I don't wanna hear the wedding bells chime.
 
Trying to fall asleep, you wake me up,
'cause I'm trying to see the light instead of feeling right.
I don't wanna hear the wedding bells chime.
 
The wedding bells,
the wedding bells,
the wedding bells.»

 
April 13rd, 2012.
 
«Cosa ci aspetta, ora? Non chiedermi nulla, non chiedermi cose che non posso fare. Ho la mia vita adesso, devo vivere la mia vita, sono felice con lui, mi sposerò con lui. So che puoi, leggi nei miei occhi -sono felice con lui-» le lacrime erano ansiose di scivolare libere come cascate sul volto di Miley, non ci avevano messo mai tanto a salire, il rossore degli occhi voleva essere depurato, ma lei resisteva, le labbra che tremavano impaurite, cercando di non guardare negli occhi di lui. Miley gli aveva detto di leggere tra le righe, leggere nei suoi occhi lucidi «“devo” “essere” felice con lui». 
Nick aveva quei Levi's che a lei piacevano tanto, alzando il capo con il ricciolo che gli cadeva a metà fronte la guardò negli occhi, ormai le lacrime l'avevano avuta vinta, sorrise lei; lui gli prese le mani sollevandole e stringendole piano, in tal modo lei sentì un lieve solletico piacevole, ora stava bene, andava tutto bene, le mani attorcigliate a quelle di Nick. 
Occhi negli occhi, in quell'aria fredda, in quel posto umido, gente che va e gente che viene, tutto passava, «ti amo» disse lui. Un “ti amo” perso e detto tra tante cose, in un mondo tanto grande, che per chiunque sarebbe stata una parola come un'altra, un'altra voce che si aggiungeva al caos della città, oscillò tra i capelli di lei, dentro di lei, fece in modo che lei rispondesse con altrettanti parole, «ti amo», non pensando a cosa significassero quella particella pronominale e quel verbo, lo disse perché lo sentiva, lo aveva sempre sentito; quel ti amo ripreso e lasciato in chissà quali parole e discorsi di tanta gente per tanti anni. 
Tra lacrime e parole, Miley disse «non siamo mai finiti, non siamo mai iniziati, noi, invece, ci apparteniamo. Io ti vorrò sempre.»
Miley piano si avvicinò alla guancia di Nick e fece come per poggiare la sua su quella del ragazzo, una sorta di augurio, una sorta di arrivederci -- Mentre allontanava la sua guancia, arrivata in corrispondenza del mento di Nick, quest'ultimo vinse il centimetro d'aria che li separava, portando le sue mani sulle guance di Miley e la bocca di quest'ultima sulla sua. Chiusero gli occhi, soffocate le loro parole, soffocate le loro paure, soffocati tutti, aspettavano di perdere il respiro così da troppo tempo.
 
«A day we will came back together».







Note dell'autore: ehm ciao a tutti! Anche se suppongo non verrà molta gente. (Non sono brava a iniziare i discorsi) Avevo intenzione di scrivere una one-shot da tempo, l'idea mi eccitava. Trovando i personaggi che mi hanno ispirata l'ho fatto. Ovviamente non sto né cercando di convincervi che questa debba essere la realtà (spero, ma non è mia intenzione) per quanto riguarda Nick e Miley, né facendo intendere che Miley debba lasciare il suo attuale ragazzo essendo questa la coppia perfetta. La specie di anteprima (okay non so come chiamarla) e quindi persino quella è tutta immaginazione. Direi quasi che anche chi narra non esiste (in questo caso, io XD). Ho solamente scritto un qualcosa su due personaggi che mi stavano e mi stanno a cuore; vedendoli bene in questo contesto.
In più volevo precisare che i luoghi e le date sono tutti frutto della mia immaginazione.
Mi scuso con tutti voi per errori grammaticali, sbagliate coniugazioni di verbi ecc.
Concludendo ringrazio chi l'ha letta e spero sia stata di vostro gradimento. Questa one-shot non è stata scritta a scopo di lucro.

  
  
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