Anime & Manga > Slayers
Segui la storia  |       
Autore: Sabu_chan    16/09/2013    0 recensioni
Lina Inverse intraprende un viaggio lontano dai suoi compagni alla ricerca di determinate risposte.
Ogni cosa è stata scritta, l'unica concessione sarà decidere se ascoltare o meno. Se poi avvengono strani fatti o improvvisamente un gatto con ciondolo diventa tuo amico, non c'è da starsene allegri...
Genere: Fantasy, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amelia, Gourry Gabriev, Lina Inverse, Zelgadis Greywords
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Scelte e Potere

Capitolo 6




Se mai vi capitasse di sentire indistintamente il rumore di metallo che sfrigola e ne incontra altro a pi riprese, alzate la guardia e anche i tacchi. Se invece siete nei miei dintorni... beh, dovreste preoccuparvi ugualmente, specie se i suoni sono provocati da forchette e coltelli.
Gli sguardi delle due caritatevoli signore della foresta non tralasciavano il minimo sentimento. Il problema era la bocca della Azzurra, con gli angoli piegati esageratamente verso il basso e il mento pieno di rughe, il labbro inferiore un po' sporgente. Oh, e della Rosa, la cui sopracciglia erano contemporaneamente arcuate al limite e corrucciate a formare avvallamenti profondi nella pelle della sua fronte. Come se non avessero mai visto una povera diavola nutrirsi adeguatamente dopo una giornata fatta di digiuno, nervosismo e corsa disperata. Insomma, cosa pretendevano?
Il bon-ton non ricopriva nemmeno l'ultimo posto della scaletta delle mie esigenze, in quel momento. Ero in buona compagnia, comunque, visto che anche il felide baldanzoso alternava momenti di pulizia del posteriore con lunghe leccate alla ciotola del latte. Ora che ci penso, ringrazio mia madre per avermi cresciuta come una normale umana nonostante spesso mi appellasse come la "gatta selvaggia" della famiglia. Immaginate l'orrore di... comunque.
«Dunque, se ho capito bene voi due vivete in questa foresta.- iniziai il discorso tra un boccone e l'altro- E oltre a questa specie di rifugio, esiste una scera e sciopia cufumità que-»
«Oh dea, potreste avere la buona creanza di evitare di parlare con la bocca piena?» l'Azzurra mi fulminò con lo sguardo, pur non scomponendosi dalla sua posizione a braccia incrociate al petto e mento alto. L'altra semplicemente socchiuse gli occhi e abbassò lo sguardo, pur tenendo il capo diritto, spolverando la veste all'altezza delle ginocchia dove erano finiti alcuni frammenti di cibo sparati dalla mia bocca. Ops.
Deglutii e tirai un lieve colpo di tosse. «Dicevo, avete detto che esiste una vera e propria comunit¢ di gente come voi da queste parti.»
La Rosa dischiuse lentamente gli occhi e mi osservò direttamente. «E' corretto.»
Beh, grazie per avermi illuminata per la seconda volta.
Speravo che il mio ripetere l'informazione le spronasse a procedere con alcune spiegazioni dettagliate, ma dal loro linguaggio corporeo dedussi che non avevano piena fiducia in me, a maggior ragione dopo avermi incontrata solo un'ora prima. E avermi accolta nel loro rifiugio, il che poteva essere un segno di benevolenza, oltre che aiuto nei miei confronti. Avevo lanciato una rapida occhiata al luogo prima di perdere la concentrazione e buttarmi sul cibo, e non mi pareva ci fossero trappole o dispositivi contro possibili presenze minacciose. Avrei potuto essere io la minaccia, ma mi avevano accolta in casa e senza protezioni.
Tentai di spillargli altre informazioni, sfoderando il mio migliore sguardo di intesa. «Ottimo. E questa comunità è sparsa su tutto il territorio della foresta o avete delle cosidette filiali in altri luoghi lontani?»
Le due si guardarono per un attimo, ancora mantenendo un certo contegno, piuttosto fastidioso se me lo chiedete, per poi tornare a guardarmi. La Rosa riprese la parola: «Non sono informazioni che ti riguardano.»
«Beh, per quanto ne so potreste essere le streghe a cui stanno dando la caccia su in città, e mi basterebbe davvero poco per fuggire da qui, invocare un bel Ray Wing e risalire per dare l'allarme. Solitamente bisogna prima accertarsi di chi si ha davanti e solo dopo accettarlo in casa propria.»
D'accordo, non era il modo migliore per iniziare una salda e duratura amicizia con le due ragazze.
Nemmeno stavolta le loro espressioni mutarono. Notai però l'Azzurra stringere lievemente la stoffa della sua veste sotto le mani. Scommetto che l'avevo turbata quel tanto che bastava.
«Fa pure.- rispose proprio lei - A noi non interessa.»
...non le interessava?
«Hey, aspetta un attimo. Ho appena detto che sarei pronta a creare un po' di scompiglio nella vostra amata natura portando fuochi e forconi alle vostre calcagna, e dici che non vi importa?»
«Hai udito le mie parole, straniera.- proseguì con nonchalance, osservando un punto alle mie spalle. - Tutto ciò che porti appresso è solo la distruzione. Noi aneliamo al reciproco rispetto degli estranei invasori, ma il fatto che vogliano spifferare ai quattro venti le nostgre circostante non ci tange minimamente.- e adesso sembrava quasi... sorridere?- In fondo, avremmo modo di difenderci a dovere»
Vaaaaa bene, questo mi aveva fatto maluccio.
Se era un modo simpatico per rispondere alla mia minaccia o una constatazione di quanto la mia presenza fosse pericolosa per ogni essere vivente, non avrei ugualmente lasciato correre.
«Se lascio quella porta prima che mi diate qualche gentile informazione sulle circostanze di questo e quello, non avrete vita facile.» minacciai, indicando l'uscita della casa. Non avevo ovviamente intenzione di gridare al lupo nel villaggio poco distante. Semplicemente, mostrarmi determinata e autoritaria, cosa che mi riesce con grande naturalezza, ha sempre sortito gli effetti dovuti sui miei interlocutori.
L'Azzurra fece inaspettatamente spallucce, mentre la Rosa abbassò lo sguardo intenta a scoprire le numerose trame della sua veste.
Ok, non sempre.
Socchiusi gli occhi, spostando lo sguardo in tutte le direzioni. Nessuna minaccia di sorta, nessuna presenza. Ero una benvenuta forzata poco prima e me le stavo inimicando in una manciata di minuti, trovavo strano che due streghe non tentassero di evitare una mia mossa avventata. Proprio per la loro indole solitaria e protettiva avrebbero come minimo dovuto tentare di fermarmi, quasi supplicarmi, per impedire a chi minacciava la loro serena convivenza con gli spiriti naturali di portare caos indesiderato. A quanto pareva, non mi stavano ancora serbando un trattamento speciale.
«Avrei un'ultima domanda, allora, prima di lasciare questo luogo.- sempre che volessero rispondermi dopo le ultime frasi - Parlavate di un "potere", lo stesso a cui si appellavano i cittadini del villaggio ostile. Vorrei sapere di che si tratta, dopodich│ non dovrete pi preoccuparmi della mia presenza.»
Sussultarono. Interessante, una reazione!
Sussultai anche io, perchè una certa palla di pelo mi saltò sulla spalla aggrappandosi saldamente con le unghiette. Si facevano sentire molto bene, non indossando più i miei spallacci, ma non potevo perdere il contegno per una cosa simile in una situazione di massima serietà.
Entrambe le donne focalizzarono lo sguardo sul felino, che rispose con un sonoro miagolio. Sembrava che la cosa le imbarazzasse, alch← spostarono lo sguardo altrove. Notai allora una cosa strana.
La sclera dei loro occhi, ora normalmente aperti e non assottigliati, era innaturalmente grigia. Solitamente quella parte │ bianca, forse era dovuto a un riflesso delle luci basse della capanna o, semplicemente, forse no. 
«Il Potere - iniziò la Rosa - dipende dalla volontà di chi lo usa. Dall'uso che se ne fa.»
«Se abusi del Potere o credi di esserne pienamente padrona, - proseguìì l'Azzurra - non importerà quanto grande sarà la tua volontà. Questo è quanto.»
Una profezia? Un avvertimento?
L'unica certezza era che gli enigmi mi avevano stancato, e con loro i loro sguardi vacui ed il portamento da nobildonne con la puzza sotto il naso.
Spostai la sedia facendola sfregare contro il pavimento e mi alzai, ricalandomi il cappuccio sulla testa. Agguantai la sacca con dentro la mia armatura danneggiata e mi voltai verso la porta. «Il pranzo era ottimo. Ora, addio.»
Solcai la porta d'ingresso e la richiusi alle mie spalle. Mi fermai per un attimo ad osservare il paesaggio circostante, alberi, alberi e ancora alberi. La vegetazione non si sprecava, di certo un ottimo punto in favore delle loro abilit¢ magiche.
La Magia, uh? Ripassai a mente ci￲ che mi avevano appena detto.
Il Potere dipende dalla volont¢ dell'utilizzatore, ma abusandone se ne perde il controllo, in pratica. Un po' come per la magia. Ad occhio e croce, e senza troppi giri di parole, questo Potere era la Magia stessa chiamata in modo diverso in quelle zone e il discorso valeva in ogni caso, che lo avessero chiamato in un modo o nell'altro.
E io che mi aspettavo una qualche sorta di frase ad effetto, del genere "lo proverai sulla tua stessa pelle". Fortunatamente, o meno, fui privata di questo brivido. Certo è che il loro modo di parlare ricordava moltissimo quello dello spirito della Claire Bible, quando fui messa in guardia sulle probabili conseguenze di un Giga Slave mal trattato. Quei tempi erano ben lontani nella memoria, ma sempre vivi.
Ma c'era qualcosa che ancora non mi tornava: per quale motivo non erano affatto preoccupate di una possibile fuga di informazioni sulla loro posizione?
Non che ebbi davvero il tempo di starci a pensare.
Mi abbassai giusto in tempo per evitarlo e, mentre passava oltre, un paio di miei capelli svolazzò tranciato per aria.
Scattai in piedi e mi riparai dietro al primo albero vicino. Lanciai un'occhiata verso la direzione in cui proveniva quell'oggetto volante, un disco d'osso tagliente, ma non vi era traccia dell'avventore. Le piante erano mosse esclusivamente dalla leggera brezza che ne spazzava il fogliame, non da altri movimenti innaturali. Essendo stata attaccata pi volte nel folto delle foreste ero in grado di distinguere la fonte di buona parte dei rumori e mosse di ci￲ che mi circondava, e in quel caso non vi era alcuna stranezza degna di nota.
Ovviamente, se non vogliamo contare un altro paio di dischi d'osso che frecciarono a lato del tronco dietro cui mi stavo riparando, mancando il bersaglio, e un quarto che si conficcò nella corteccia ad altezza nuca.
Una nuova pausa. Sfruttai immediatamente l'occasione per osservare il disco che pi mi era vicino, mantenendo alta l'attenzione in attesa del prossimo attacco. Non potevo distinguere da quale creatura provenissero quelle cose, nonostante non fossero armi da attacco lavorate. Il materiale era grezzo e graffiato, come se fosse stato appena estrapolato dalla carne di qualche animale e risciacquato alla meno peggio in un torrente. Quale animale possedesse delle ossa simili proprio non mi veniva in mente.
Ne approfittai, però, per cambiare posizione e sguainare la mia spada corta, in caso avessi dovuto deviare degli attacchi mentre richiamavo un incantesimo. Preferii piazzarmi in una zona sgombra di troppi alberi e cespugli. Non che ami posizionarmi nel luogo pi aperto che ci sia e sventolare le braccia gridando "Qui, qui, bersaglio facile!". Semplicemente, invece di focalizzarmi in una sola direzione e molto probabilmente facendomi cogliere alle spalle, dovevo concentrarmi verso ogni punto possibile ma schivare una serie di attacchi pi liberamente.
Beh, anche senza agitarmi e richiamare l'attenzione del mio avventore, qualcosa si mosse.
Qualcosa di grosso.
Per essere un demone minore, le due fessure verticali ai lati della sua bocca, fornita di micidiali zanne e liquido che avrei voluto identificare come saliva colante, ma che non lo era, stonavano in mezzo a quell'ammasso di pelo grigio scuro. 
La creatura dotata di sei arti accuminati aveva tutta l'aria di non essere amichevole, cosa che aveva gi¢ apertamente mostrato. Si spost￲ lentamente in avanti, trascinando l'enorme corpo deforme. Era un mix perverso tra un ragno e una bestia demoniaca, e su questo ultimo punto ero pi che sicura percependo l'aura oscura che emanava.
Ci osservammo per qualche istante, poi la creatura prese a muovere la mandibola come se stesse masticando. Il tempo che gli era necessario a studiarmi fu abbastanza per lanciare un'occhiata alla baracca delle due streghe.
O almeno, al luogo in cui poco prima si trovava la baracca.
Che diavolo...?!
Non ebbi il tempo di analizzare la situazione che il demone aracnoideo gorgogliò sonoramente, sputando dalle fessure ai lati della bocca altri dischi di osso.
«Waaah!» urlai mentre mi lanciavo di lato per evitare che mi affettassero. La sua mira era piuttosto precisa e la velocit¢ delle sue armi era considerevole, ma mancavano di curvatura e gli era necessario del tempo per ricaricare, se così si può dire.
Dling.
E perchè no, aggiungiamoci anche un gattino indifeso che se ne stava tranquillamente seduto in osservazione nel punto esatto da cui mi spostata. Bel quadretto.
"La casa è scomparsa e ora appare questo ragno deforme." fu ciò che pensai quando cercai di fare due più dure. La creatura doveva essere stata mandata dalle due streghe.
«Balus Rod!» gridai, rilasciando dal palmo della mia mano una frusta infuocata, che andò dritta verso quello che si poteva definire il viso dell'essere. Il colpo andò a segno, esplodendo ad impatto e creando una nuvola di fumo.
Il corpo principale, però, continuò a muoversi sulle sue sei zampe come se nulla fosse accaduto.
Indietreggiai, richiamando immediatamente un secondo incantesimo. Quando la cortina di fumo si diradò, la testa del demone ne fuoriuscì illesa. Dalle fessure ai lati della bocca si erano formate delle ossa a forma ovale che, unendosi, avevano creato uno scudo contro la magia. La superficie era comunque crepata, segno che non era del tutto immune agli attacchi. Sarebbe bastato lanciare un incantesimo pi potente prima che potesse rigenerare la sua difesa principale.
Un Dug Haut sarebbe stato sufficiente per penetrare il suo corpo con un considerevole numero di spuntoni di roccia dal basso, ma sfortunatamente non sono Zelgadiss e la Magia Nera, bench│ richieda parzialmente il potere agli elementi naturali, non era da considerare allo stesso livello di quella Sciamanica. Non ero quindi in grado di utilizzare quell'incantesimo sperando che sortisse gli stessi effetti sanguinari in cui riusciva invece benissimo il mio amico chimera.
Restavano poche alternative, ed │ pubblica la conoscenza che i ragni soffrono il fuoco. «Flare Arrow!» invocai, rilasciando una pioggia di freccie fiammeggianti in direzione dell'essere. Questi alzò il capo allargando la bocca e fortunatamente non riuscì a ricreare i suoi dischi d'ossa. Anche perchè avrei proprio voluto vederlo, con tutte quelle freccie di fuoco rivolte verso tutto il suo corpo.
Prima che il colpo andasse a segno, allargò mostruosamente ancora la bocca, che ora misurava circa tre metri. Poi rilasciò una sostanza bianca direttamente dalla sua gola, creando una grande ragnatela ossuta. E non intendo semplicemente che era ben resistente.
Un piccolo particolare.
Più "ossatura" creava, pi il suo corpo principale sembrava svuotarsi.
Che stesse usando le sue stesse ossa per attaccare e difendersi?
Allora la strategia divenne improvvisamente semplice: continuare ad attaccarlo finchè avesse completamente esaurito la fonte delle sue armi, probabilmente arrivando a indebolirlo al punto da sferrare un attacco decisivo oppure portandolo all'autodistruzione.
Il combattimento dunque continuò, da una parte i suoi dischi lanciati a una velocit¢ impressionante e con pi frequenza, dall'altra i miei incantesimi sempre meno potenti per indurlo a masticare le proprie ossa e usarle. Non potevo permettermi di sprecare il mio potere solo per stuzzicarlo.
Una buona manciata di minuti pi tardi, sia io che l'essere eravamo piuttosto stanchi di spostarci in continuazione. Inoltre, il suo corpo principale pareva quasi del tutto svuotato, mentre con la bocca emetteva pesanti respiri. Le sue forze e il suo potenziale si stavano esaurendo.
Era il momento.
«Fire B-»
Dling.
«TOGLITI DA LI'!» gridai interrompendo l'incantesimo. 
Il mio compagno felino si era piazzato proprio sulla traiettoria di lancio, tra me e il demone. Per tutto il tempo del combattimento, non sembrò minimamente turbato dai fischi e le esplosioni provocate da noi due. Aveva agito indisturbato come se fosse stato in un parco a rincorrere le farfalle.
Ed io avevo bloccato il mio colpo decisivo, mostrando momentaneamente il fianco al nemico, solo per evitare di ucciderlo all'istante.
Due dischi partirono dalla bocca dell'aracnide, puntando dritti verso il mio viso. Potevo evitarli, ma non senza ferirmi. La distanza tra me e le sue armi era al minimo.
«Hai fatto un errore.»
Cos-?!
Mi lanciai all'indietro per evitare l'inevitabile.
I dischi, perl, rimbalzarono. Contro qualcosa.
«La tua prima scelta è stata errata.» 
Prima di cadere completamente a terra, posai in fretta una mano sul terreno e roteai il corpo verso destra per rimettermi subito in piedi. Ero ancora in forma, tutta intera, senza la ferita profonda alla spalla che avevo previsto se fossi stata presa di striscio. Se quelle lame ossee non fossero state sbalzate via da uno scudo, che ora potevo vedere a occhio nudo.
Un'ellisse semi-trasparente, emanante un leggero luccichio dorato, galleggiava di fronte a me. Non era composto dall'elemento aria come lo scudo di vento del Wind Shield, n│ era in qualche modo solido.
L'unica certezza era che avevo udito due voci, e che la loro fonte stava alle mie spalle.
L'Azzurra, senza degnarmi di uno sguardo, teneva nella mano sinistra il suo bastone decorato, puntandone la sommit¢ davanti a s│. La sua compagna le era a fianco e teneva il dito indice della mano destra sollevato a indicare l'alto.
Quest'ultima mormor￲ quella che credo fosse una formula ma di cui non riuscii a udire le parole, poi apr↓ gli occhi.
Erano completamente neri.
ᆱIl tuo Potere │ corrotto.ᄏ disse a chiara voce, puntando il dito sollevato verso la creatura demoniaca. Questa emise un sibilo molto acuto, al punto che dovetti coprirmi le orecchie con le mani per quanto fosse fastidioso e doloroso per i miei timpani.
Con un guizzo, si sollev￲ su due delle sue sei zampe, agitando le rimanenti per aria. Poi... se ne and￲, trascinando via il suo enorme corpo svuotato. All'ultimo momento notai un marchio brillante sulla sua schiena: due sfere congiunte da un anello centrale pi piccolo.
Lo stesso simbolo che compeggiava ora nelle orbite scure delle due streghe.
«Lui ne sarà felice, ma non noi.»

Dling.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slayers / Vai alla pagina dell'autore: Sabu_chan