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Autore: Alchimista93    16/09/2013    6 recensioni
Due melodie risuonano lontano, eppure così vicine, accomunate dai sussurri dei loro cuori...
... un alone di pura luce la circonda e un turbinio di piume bianche e morbide la avvolge.[...]
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autrice: la narrazione si svolge in modo parallelo, andando a narrare di un giovane e di una fanciulla, spazi diversi, ma medesimi tempi. In corsivo vi è la narrazione del giovane, in carattere normale vi è quella della fanciulla.
Spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate!

 
Sound of an Angel
 
La melodia si eleva nell’aria, si librano le note, trasportate con dolcezza infinita dalla tenue brezza del nord, carica del profumo di muschio e resina. Le dita della fanciulla pizzicano le corde, lo sguardo perso lontano, verso l’orizzonte, dove il sole morente s’appresta a riposare.
Altrove, un giovane faceva scorrere le proprie dita sui bianchi tasti di un pianoforte, nella penombra di una stanza, sempre più buia mano a mano che il tramonto si approssimava, tingendosi di sangue.
Scorre l’asta del violino sprigionando quelle meravigliose note cariche di malinconia, mentre ad esse fanno seguito dolci sospiri e sussurri spezzati.
«Perché non sei qui…?», pronuncia, niente più di un soffio donato al vento che le accarezza il viso. Sale resta sul suo viso pallido, illuminato dai deboli raggi di una timida luna.
“Come hai potuto andar via da me...?”, mormora il giovane, le mani che scivolano piano sul pianoforte, suonando una musica dolce e pacata, nostalgica.
Non placa la melodia, struggente, da far sanguinare il cuore. Lei, un Angelo senz’ali, le cicatrici sulla sua schiena ancora sanguinanti.
“Angelo mio... Come hai...”
“…potuto farmi questo…?”, sussurra ancora, lacrime che le riempiono gli occhi azzurri come fiordalisi. “Io che ho rinunciato a tutto per te… Tutto…” Si elevano più strazianti le note, quasi…
...stridenti, in un complesso gioco armonico che sembra assimilare gli acuti alle urla del suo cuore.
Le ferite sulla candida schiena riprendono a sanguinare, laddove la Suprema Entità le aveva strappato le ali per poi gettarla in quella bolgia infernale: la Terra.
Abbassa lo sguardo per qualche istante, esitante a lasciarsi sfiorare da quei ricordi, il vento leggero che le accarezza i capelli. Rame e fiamma in un’unica lucente cascata che, morbidamente, le ricade fino a metà schiena, contrastando terribilmente con la veste nera come la notte che indossa e che le lascia scoperte le spalle.
Il ragazzo non guarda neppure più il pianoforte, le dita scorrono da sole, animate quasi da volontà propria, seguendo i sussurri del suo cuore. Gli cade lo sguardo su un qualcosa di bianco che spunta dalla partitura dinanzi a sé… Ecco che non suona più mentre, con dita tremanti, sfila quel pezzo di carta, meravigliandosi di non averlo notato prima… Il suo cuore perde un colpo… E’ una…
“…lettera… Ti ho anche scritto una lettera… Ti ho chiesto di…”
“… incontrarci, se ancora avessi voluto vedermi, nonostante avessi scoperto la mia vera natura, alle…”, legge il giovane rapidamente, la bocca fattasi improvvisamente arida.
“…rovine della chiesa abbandonata dove…”
“…mi hai rubato il cuore fin da quando ero lassù, nei cielo… Ma se non ti presenterai…”
“…non potrò sopportare una vita priva della tua presenza e metterò fine alla mia…”
…tua Alethiel”. Le mani del ragazzo tremano visibilmente. Rilegge quella lettera un’altra volta, incapace di credere alle parole che vi sono scritte. Un gelo improvviso gli percorre la schiena. E’ quella sera. Non si è presentato all’appuntamento.
“Oh mio dio, Al!”, esclama e, gettandosi rapidamente la giacca sulle spalle, esce di corsa da casa, correndo disperatamente verso le rovine.
Alethiel suona ancora. Dopotutto sarà la sua ultima notte sulla Terra e la musica è l’unico conforto per il suo animo tormentato.
“Resisti, ti prego, non farlo…!”
Il fu angelo getta uno sguardo oltre la scogliera, dove le onde del mare si ingrossano impetuose e gli schizzi d’acqua s’innalzano fino a lei. Il cielo, livido, reca solo tracce, ormai, del suo ultimo, struggente tramonto.
Il ragazzo vede le rovine, sente un violino suonare dolcissimo ed il suo cuore martella forte nel petto. E’ salva, è lei!
La fanciulla smette di suonare, lasciando che il “La” riecheggi libero nelle rovine. Posa il violino al suolo e lentamente si avvicina al bordo della scogliera. Lo può vedere bene ora, tutta la maestosità del mare spumeggiante sotto di lei, quasi furioso per non averla ancora ricevuta tra le sue braccia.
“Oh, no, no, no, ha smesso di suonare!”, pensa agitato. La vede, ma è ancora lontano, dannazione!
Un piede si muove in avanti quando sente qualcuno chiamarla.
E’ lui, è la sua voce!
“Alethiel!”, grida il ragazzo correndo verso di lei.
Ma quell’attimo in cui si volta è fatale: l’equilibrio è perduto ed ella cade.
E’ come un incubo, un brutto, terribile incubo. Si sporge per afferrarle la mano, ma riesce solo a sfiorarle la punta delle dita mentre inesorabilmente, la fanciulla scivola dalla scogliera, in un fruscio di vesti nere.
Attimi indimenticabili. Non potrà mai dimenticare i suoi occhi, grandi e azzurri aperti prima per la sorpresa nel vederlo, poi il lampo di terrore nel comprendere che sarebbe caduta, ed infine serenità nell’accettazione della morte.
Un sorriso dolcissimo le si disegna sulle labbra mentre chiude gli occhi, sentendosi libera per la prima volta nella sua vita.
“Addio, amore mio…”
Ma prima di toccare l’acqua, un alone di pura luce la circonda e un turbinio di piume bianche e morbide la avvolge.
Non sa quanto tempo sia rimasto così, inerme, sulla scogliera, a guardare le acque scure e profonde, scandagliandole con lo sguardo e cercando una qualsiasi minuscola traccia della sua amata. Per un attimo gli sembra di vedere un bagliore argentato, ma deve esserselo sognato.
Per un attimo gli era sembrato un lucente paio di ali.
La disperazione lo assale. Il volto premuto contro la nuda rocca, scivolosa della scogliera, il corpo raggomitolato, scosso dai singhiozzi.
Lei, il suo angelo, perduto per sempre. Si abbraccia il corpo, quasi temesse di vedersi andare in frantumi. Piange, senza vergogna, la tempesta che infuria su di lui, la pioggia che lo assale, le sue lacrime mescolate alle gocce che gli bagnano il volto. Il freddo gli fa battere violentemente i denti, ma lui non si muove, non ci riesce.
E’ bloccato lì, nel suo immenso dolore.
Una melodia gli giunge all’orecchio. Immediatamente alza il capo, ponendosi in ascolto.
Note, note di una struggente bellezza, che gli giungono come da molto lontano, udibili a malapena. Ma non ci sono dubbi. Sorride nel buio della notte, illuminato dal bagliore di un fulmine lontano, ridendo di una gioia sconfinata, battuto dalla pioggia e dal vento, ma felice come non mai.
E’ lei, il suo Angelo, persa da qualche parte.
E lui non ha dubbi.
La troverà.
  
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