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Autore: pallina90    17/09/2013    6 recensioni
Con quella stretta nel pugno, mi portai la mano al petto, quasi volessi trattenere il cuore che pulsava come un matto: ero agitata, sapevo di stare per infrangere tutte le regole della casa, ma ero anche curiosa. Ero indecisa, non riuscivo a capire cosa era giusto fare, ma se non mi fossi sbrigata a pendere una decisione, loro sarebbero tornati prima che avessi combinato qualcosa.
Con il cuore che mi rimbombava nelle orecchie, decisi di salire quei gradini, e ad ogni passo le gambe sembravano diventare sempre più pesanti; quando arrivai al pianerottolo, mi trovai davanti solo due porte e non sapevo a quali delle due appartenesse la chiave, così mi avvicinai a quella che si trovava di fronte a me.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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                                         And I Am Telling You I'm Not Going

 

Tanto tempo fa, in un paese lontano lontano, un giovane principe viveva in un castello splendente. Benché avesse tutto quello che poteva desiderare il principe era viziato, egoista e cattivo. Accadde però che una notte di inverno una vecchia mendicante arrivò al castello e offrì al principe una rosa in cambio di un riparo dal freddo pungente. Lui, che provava repulsione per quella vecchia dal misero aspetto, rise del dono e la cacciò. Ma lei lo avvertì di non lasciarsi ingannare dalle apparenze, perché la vera bellezza si trova nel cuore. Il principe la respinse di nuovo e in quel momento la bruttezza della mendicante si dissolse ed apparve una bellissima fata. Il principe si scusò, ma era troppo tardi, perché lei aveva visto che non c'era amore nel suo cuore e per punirlo lo tramutò in una orrenda bestia e lanciò un incantesimo sul castello e su tutti i suoi abitanti. Vergognandosi del suo aspetto mostruoso la bestia si nascose nel castello con uno specchio magico come unica finestra sul mondo esterno. La rosa che gli aveva offerto la fata era davvero una rosa incantata e sarebbe rimasta fiorita fino a che il principe avesse compiuto 21 anni. Se avesse imparato ad amare e fosse riuscito a farsi amare a sua volta prima che fosse caduto l'ultimo petalo, l'incantesimo si sarebbe spezzato; in caso contrario sarebbe rimasto una bestia per sempre. Con il passare degli anni il principe cadde in preda allo sconforto e perse ogni speranza... chi avrebbe mai potuto amare una bestia? 

 

 

 

 

 

 

 

Quando il taxi mi lasciò davanti la villa, rimasi per un attimo senza fiato: sapevo di stare andando a lavorare in una villa molto antica e prestigiosa, ma non avevo capito quanto. Un cancello enorme mi separava dall’ingresso nella tenuta, la quale era circondata da un bellissimo parco, e davanti a me si ergeva, in tutta la sua maestosità, la casa: il lungo sentiero di ciottoli arrivava alla scalinata d’ingresso, che comprendeva un ampio patio, in cui sarebbe stato bellissimo poter stare seduti a leggere nelle giornate primaverili.
Suonai il campanello e il cancello si aprì, permettendomi di entrare dentro; persi più tempo del previsto a percorrere il viale d’ingresso, rapita dalla varietà di alberi e fiori che abbellivano il parco. Quando salii i gradini del portico, notai che sulla porta mi attendeva un maggiordomo, che si premurò di venirmi incontro e prendermi le valigie.
“ La signorina Swan? ” Mi chiese gentile.
“ Sì, sono io. ”
“ Venga, il padrone la sta aspettando. Ha fatto buon viaggio? ”
“ Abbastanza grazie. ”
Ci fermammo dietro una porta che probabilmente celava lo studio del mio capo, e dopo aver bussato, attendemmo che ci venisse dato il permesso per entrare.
“ Avanti. ”
Il maggiordomo aprì la porta quel tanto che gli bastava per entrare nella stanza, facendomi segno di aspettarlo fuori.
“ Signore, la signorina Swan è appena arrivata ed è qui fuori in attesa di fare la vostra conoscenza. Posso lasciarla entrare? ”
“ Sì, grazie William. ”
Il maggiordomo, che ora avevo sentito si chiamasse William, uscì dallo studio e mi aprì maggiormente la porta per consentirmi di entrare e poi la richiuse alle nostre spalle.
La prima cosa che notai entrando in quella stanza, fu la strana penombra che la rischiarava: fuori c’era il sole mentre in quella stanza tutte le finestre erano coperte da pesanti tende che lasciavano passare a malapena un raggio di sole tra le fessure e l’unica altra fonte di luce nella stanza era dovuta al monitor del computer posto sulla scrivania dietro la quale si trovava il mio nuovo datore di lavoro: Edward Cullen.
“ Isabella Swan, giusto? ” Mi chiese con una voca monocorde, quasi che stesse parlando ad un essere inferiore a lui.
“ Sì, sono io. ” Risposi decisa, non lasciandomi intimidire, dopo tanti anni ero abituata ad essere trattata così.
“ Quello che vede davanti a lei è il foglio con le sue mansioni e gli orari a cui voglio che siano serviti i pasti. William le mostrerà la casa e la sua stanza: l’unico divieto per lei sarà l’accesso al mio studio, perché non mi piace che le mie carte da lavoro vengano maneggiate da altri, e al secondo piano, quella zona è off limits per tutti. ”
“ Perché? ” Chiesi di getto, incuriosita da quello strano divieto.
“ Non sono affari suoi. Ora può andare. ”
“ Tutto qui? Non vuole le mie referenze? ”
“ Signorina, se già di lei non sapessi vita, morte e miracoli stia pure certa che non l’avrei assunta. Ora può andare o ha bisogno che glielo ripeta nuovamente?! ”
Afferrai il foglietto, profondamente turbata dal suo comportamento, e quando mi avvicinai alla porta, prontamente William l’aprì, facendomi sussultare.
“ Grazie. ”
“ Dovere. Se vuole seguirmi, le mostrerò la sua stanza e il resto della casa. ” Salimmo la scalinata che portava al primo piano, dove sicuramente si trovavano le camere da letto, e non riuscii ad evitare di gettare uno sguardo alle scale che continuavano a salire fino al secondo piano, dove non riuscivo a capire quale mistero potesse nascondersi.
“ La prego William, mi dia del tu, non sono così vecchia. Questo lei mi fa sentire a disagio. ” 
“ Come vuole signo… ehm Isabella. ”
“ E se non le dispiace, mi chiami semplicemente Bella, il mio nome per esteso non mi piace, è antiquato. ”
“ Allora, Bella, questa è camera tua. ” Aprì una delle varie porte che si affacciavano nel corridoio del primo piano e rimasi meravigliata dalla stanza che si celava: mi ero aspettata una stanza piccola, magari a pian terreno e vicino le cucine, come nel caso della precedente famiglia da cui ero stata a servizio, e invece quella era una vera e propria camera padronale.
“ Da quello che abbiamo letto io e il signor Edward nei documenti della villa, questa era la stanza di una delle amanti del conte che aveva fatto costruire la villa. Qui puoi fare come se fosse camera tua, trattandola come meglio credi, al padrone non importa se farai dei cambiamenti, lui vuole che tu ti senta a tuo agio qui. ”
“ E’ una camera bellissima, neanche a casa ne avevo una così. ” Entrai dentro, ruotando su me stessa per ammirarla da ogni direzione.
“ Se mi segui un attimo in corridoio ti mostro le altre stanze e poi ti lascio sistemare, per vedere il piano inferiore c’è tempo. ”
Feci come mi disse William e scoprii così che l’ultima camera in fondo al corridoio era quella del padrone, mentre lui dormiva dalla parte opposta, per essere vicino alle scale e non disturbare nessuno se fosse dovuto scendere di corsa nel cuore della notte: sua madre abitava nel paese vicino e capitava che avesse bisogno di suo figlio fino a tardi.
Quando rimasi da sola mi sedetti sul letto, osservando il cielo azzurro dalla finestra, e poi presi la lista delle cose che avrei dovuto fare e dovetti ammettere con me stessa che il signor Cullen sapeva fare bene il suo lavoro, visto che ogni giornata sarebbe stata dedicata a cose diverse, così che tutto fosse sempre in ordine ma io avessi anche il mio tempo libero. Mi lasciava parecchio perplessa il fatto che fosse specificato che le stanze di uso comune dovessero essere rigorosamente tenute in penombra, perché al padrone non piaceva la luce. Era una cosa che avevo già notato entrando nel suo studio e salendo qui al primo piano, dove le uniche stanze con le finestre aperte erano la mia e quella di William: chissà, magari il signor Cullen aveva quella strana forma di allergia che rende la pelle sensibile alla luce.
Lasciai perdere la lista e decisi di disfare i bagagli, e per prima cosa appesi la mia uniforme di lavoro; avrei iniziato domani, e non volevo che fosse tutta spiegazzata, volevo dare una buona impressione al mio datore di lavoro per cui volevo che tutto fosse apposto.
Dopo una doccia scesi di sotto per vedere il resto della casa e magari fare quattro chiacchiere con William per cercare di sapere qualcosa in più su Edward Cullen. Solo in quel momento notai uno strano corrimano fissato lungo la parete delle scale, esattamente di fronte a quello originario di legno pregiato, e continuando a scendere, notai che finiva con una pedana e capii cosa fosse: era quel macchinario che permetteva alle persone con la sedia a rotelle di salire le scale e visto che a quanto ne sapevo in quella casa c’eravamo solo io, William e il padrone, non fu strano ipotizzare che fosse proprio quest’ultimo ad averne bisogno.
Una volta sotto non fu difficile individuare dove si trovasse il maggiordomo, visto che sentivo rumore di quelle che quasi sicuramente erano stoviglie, così mi diressi verso la zona dove si trovava la cucina; per arrivarci fui costretta a passare dalla sala da pranzo e rimasi piacevolmente sconvolta dalla bellezza di quella stanza: emanava splendore da ogni angolo la si guardasse, forse a causa dei colori caldi con cui era dipinta, o forse per via del lampadario in cristalli che rifletteva i raggi del sole ormai calante.
“ E’ meravigliosa quella stanza. ” Esordii entrando in cucina e attirando l’attenzione di William.
“ Bella, ti sei sistemata? ”
“ Sì, la stanza è davvero magnifica, non mi aspettavo di averne una così bella. ”
“ Sono felice ti piaccia, il padrone ci tiene molto che i suoi aiutanti godano di tutti i confort possibili. ”
“ E’ da molto che lavori qui? ”
“ Prima lavoravo per la famiglia Cullen, che abita in città: solo da quando il signor Edward ha deciso di venire ad abitare qui suo padre mi ha chiesto di seguirlo. ”
“ Perché ha deciso di separarsi dalla sua famiglia? ” Chiesi curiosa: di solito un giovane uomo non decide di isolarsi in una villa in campagna, per quanto maestosa possa essere, e considerando che non era del tutto autonomo.
“ Non credo di potertene parlare. ” La risposta di William mi lasciò di sasso, a quanto pare c’erano molte stranezze con cui avrei dovuto fare i conti durante la mia permanenza in quella casa.
“ Deduco quindi che non mi dirai neppure per quale motivo il secondo piano mi sia interdetto. ”
“ Esatto. ” Concluse asciutto, mentre finiva di preparare un’insalata e un piatto misto di salumi e formaggi che a quanto pare avrebbero costituito la cena del signor Cullen.
“ Almeno posso sapere se è lui ad avere bisogno della sedia a rotelle? Ho visto quel coso nelle scale e mi è venuto naturale pensare che serva al padrone. ”
“ Sì, è lui che la usa. Ma ti prego non farti scorgere da lui a fissarlo, è una cosa che lo innervosisce parecchio e credimi, non ha certo bisogno di altre scuse per essere di cattivo umore. Inoltre, se non è lui a chiedertelo esplicitamente, non lo aiutare, non vuole che la gente provi compassione o pietà. ”
“ Oh certo, starò attenta. ”
“ Puoi assicurarti che nel salone tutte le luci siano soffuse e le tende ben chiuse? ” Mi chiese William, prendendo in mano i piatti che avrebbe servito ad Edward.
“ Certo. Ha una qualche forma di allergia alla luce? ” William rise e io lo guardai stranita, non riuscendo a capire.
“ Sei davvero spiritosa. ” Mi guardò sorridendo, e io inarcai un sopracciglio.
“ Guarda che non era una battuta, altrimenti perché dovrebbe stare al buio? ” William finse un colpo di tosse, per mascherare lo sconcerto che a quanto pare gli aveva provocato la mia domanda.

“ Se vorrà, sarà lui a parlartene. ” Così dicendo mi lasciò interdetta in cucina, mentre lui si dirigeva in sala per portare la cena al padrone.

Ok, ho una fifa pazzesca, ma ecco qui il prologo della nuova storia. E' da un bel po' che non posto una long, ma alla fine mi sono decisa, anche se i tempi non sono dei migliori, infatti gli aggiornamenti saranno ogni 10 giorni più o meno (spero più meno che più, LOL).
Poi, c'è un'altra cosa che devo dirvi e stavolta coinvolge voi in prima persona: la storia non ha una copertina, quindi sarete voi a farla. Non ci saranno nè vincitori nè vinti, semplicemente, qualora arrivassero più copertine, si alterneranno nei vari capitoli :) Quando avrete fatto, potete inviarmela come mesaggio privato su fb Paola Efp, specificando chi siete, così potrò ringraziarvi. Spero partecipiate in tante!
Credo di aver detto tutto, quindi, liberate la fantasia e alla prossima gente :D 
Paola

   
 
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