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Autore: Nihal07    18/09/2013    1 recensioni
-KakaSaku-
“Rin è viva, ed è stata avvistata nei dintorni del Villaggio della Nebbia. Voglio che tu vada a verificare se è vero.”
Kakashi rimase immobile e Tsunade pensò che forse non l’aveva neppure sentita.
Ma la realtà era ben differente, semplicemente, Kakashi non sapeva come sentirsi. Probabilmente doveva essere felice ma qualcosa dentro di lui lo mise in allerta e la sua inquietudine venne mascherata dalla sua intaccabile flemma.
Rin è morta. E i morti non ritornano in vita due volte, si disse mentalmente lo Shinobi.
-Sakura e Kakashi alla ricerca di Rin. Come finirà questa storia?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Rin, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Note dell'Autrice: Ciao a tutti!! Bè, da dove posso iniziare?
Questa FanFiction è stata scritta da due autori: EleNuvole e la sottoscritta.
Naturalmente, attribuiamo i meriti a chi ce li ha, infatti l’idea è stata sua e le sono davvero grata per avermi chiesto di partecipare ^^
Ah, si… Sapete tutti che questa è una KakaSaku, no?
Credo non ci sia altro da precisare, a parte che Sakura ha sui 20 anni e Kakashi sui 34, ma credo che ormai sia di routine.
Spero vi piaccia, perché noi ce la metteremo tutta!
*Pollice alla Gai* Buona lettura!
 

 
Perdersi è un modo pericoloso per ritrovarsi

 Clarisse Lispector
 
 
“Non disturbare” per dare più enfasi all'avvertimento, sul cartellino appeso alla maniglia della porta, Tsunade aveva usato uno scintillante rosso amaranto.
L' Anbu unì l'indice e il medio.
Nessuno della squadra speciale si faceva problemi sul disturbare l'Hokage così come ad usare la porta, come tutti gli altri.
Una pessima abitudine a dir la verità, convenne l'uomo mascherato, smaterializzandosi.
“ Giuro che uno di questi giorni aumenterò il compenso di Shizune! Meno male che mi ha dato l'idea del cartellino fuori della porta, così nessuno potrà disturbarmi” cinguettò allegra Tsunade.
“Hokage.”
La donna aveva cantato vittoria troppo presto. Già, nessuno tranne gli Anbu, pensò acida.
Così, tra pile di documenti e rapporti appoggiati sulla sua scrivania, - solo gli dei sanno da quanto si trovavano lì - alzò la testa e fulminò l’uomo, il quale non si scompose più di tanto.
“Credo di essere stata abbastanza chiara sul non essere disturbata” sottolineò secca.
“Mi dispiace, ma è una questione urgente.”
Tsunade sospirò e con un cenno della mano intimò il ninja a continuare, rilassandosi sulla sua sedia.
“Si tratta di Rin Nohara.”
L'attenzione di Tsunade deviò dalle questioni burocratiche alle parole dell'uomo ad una velocità impressionante.
Un tuono squarciò il momento di silenzio tra i due così come il rumore del vento che scuoteva le foglie degli alberi, fuori dal palazzo.
“ Potresti essere più chiaro?” nel mentre lo diceva aveva incrociato le mani sotto il mento con inusuale lentezza.
“Lei è viva.”
Qualcosa, nelle iridi ambrate, tremò.
Lo stupore si mischiò allo shock sull'eterno viso da ventenne di lei.
“Rin è viva…” ribadì cautamente, sperando che il ninja davanti a lei la correggesse, ma il tanto sperato commento di disappunto non arrivò.
“E dove l’avresti vista?”
“Nei dintorni del Villaggio della Nebbia, io e i miei subordinati stavamo svolgendo la nostra quotidiana missione di spionaggio.”
La donna socchiuse brevemente gli occhi e posò la penna, che prima teneva in mano, sulla scrivania.
Si massaggiò le tempie, ancora scossa dalla notizia“ chiama Kakashi e digli di venire qui” ordinò.
L’ Anbu annuì e una volta fuori dall’ufficio, le labbra celate dalla maschera, si curvarono in un sorriso.
Missione compiuta.
 
 
Kakashi si fermò davanti la porta dell’ufficio di Tsunade e rimase a fissare con una certa perplessità, per un paio di secondi, il cartellino appeso alla maniglia.
E' stata lei a chiamarmi, dubito in una sua possibile punizione, entrò tranquillamente, chiudendosi la porta alle spalle.
“Mi ha fatto chiamare, se non sbaglio.”
Tsunade annuì. “Devo comunicarti una cosa, poi sarai tu a scegliere se partire o meno per questa missione.”
Allungò un foglio e Kakashi si avvicinò alla scrivania.
“Poco fa, un Anbu mi ha comunicato che…” rimase un attimo di silenzio, scegliendo con cura le parole da usare. Una cosa che non faceva quasi mai. La Kunoichi era conosciuta soprattutto per il suo carattere ottuso e per la sua schiettezza “Rin è viva, ed è stata avvistata nei dintorni del Villaggio della Nebbia. Voglio che tu vada a verificare se è vero.”
Kakashi rimase immobile e Tsunade pensò che forse non l’aveva neppure sentita. Ma la realtà era ben differente, semplicemente, Kakashi non sapeva come sentirsi. Probabilmente doveva essere felice ma qualcosa dentro di lui lo mise in allerta e la sua inquietudine venne mascherata dalla sua intaccabile flemma.
Rin è morta. E i morti non ritornano in vita due volte, si disse mentalmente lo Shinobi.
“Io…” cominciò, per poi essere interrotto dal tono, stranamente morbido, della donna.
“Se non vuoi andare, posso capirlo.”
Lui scosse la testa, in segno di diniego “ Non si preoccupi, andrò. Posso partire anche subito.”
“Temo non sia possibile” esortò duramente Tsunade.
Kakashi piegò la testa da un lato, i pensieri ritornarono involontariamente su Rin.
Sarà solo qualcuno che le assomiglia o un jutsu illusorio, si disse, quasi per rassicurare se stesso, eppure, la sensazione di ansia che lo stava opprimendo, si affievolì.
Sentì la porta aprirsi dietro di lui, voltandosi di scatto, vide la sua ex allieva.
“Lady Tsunade, mi ha chiamata?”
La voce si Sakura riecheggiò nella stanza, subito dopo, accorgendosi la presenza del suo ex maestro, gli regalò un caldo sorriso.
“Voglio mandarti in missione con Kakashi. Credo che potrebbe avere bisogno di un ninja medico.”
L’Haruno annuì e quando l’Hokage ebbe finito di spiegare i dettagli ad entrambi, li invitò a tornare a casa e prepararsi.
 
 
“E così Kakashi dobbiamo ritrovare una persona?”
“Si.”
“Ma Tsunade non ci ha consegnato nessuna foto, non ci ha detto l’età, com'è esteticamente, nulla e…”
L'uomo si fermò, “ stai tranquilla Sakura, quando arriverà il momento, la riconoscerò io”.
Sakura decise di non approfondire l'argomento, smettendo di tartassare di domande Kakashi, anzi, deviò il discorso.
“Visto che ci siamo Kakashi-sensei “ scherzò, “ potremmo andare a mangiare qualcosa insieme, che ne dici? È da molto che non passiamo del tempo insieme e la routine da jonin rende tutto più difficile.”
“Verrei volentieri, ma non credo sarei di molta compagnia. Magari sarà per quando torneremo dalla missione. Ci vediamo domani.”
Magari sarà per quando torneremo con Rin.
La rosa alzò la mano in segno di saluto ma Kakashi era già sparito.
Anche stasera si cena da sole, pensò sarcasticamente.
Quando si ricordò della proposta che Ino le aveva fatto, giorno addietro, decise di accoglierla ben volentieri, svoltando a destra in una via secondaria; le migliori amiche servono anche a questo, no?
Kakashi inveì un paio di volte contro la serratura arrugginita della porta, quando, mezz'ora buona dopo, entrò.
Lanciò malamente le chiavi sul tavolo e andò in camera, lasciandosi cadere sul letto.
Posò lo sguardo sulla foto del Team Minato appoggiata sul comodino, con una mano l'afferrò e contemplò la figura mingherlina alla sua destra.
Rin, sei davvero viva, da qualche parte, là fuori?
Perchè non sei tornata a Konoha? Dopotutto, qui è sempre stata la tua casa.
Rimise la foto al suo posto, affondando la testa nel cuscino ed improvvisamente si sentì stanco.
Non abbastanza a quanto pare, pensò.
Perché per tutta la notte si era ritrovato a essere sommerso dai ricordi e quasi tutti vedevano come protagonista la sua ex compagna di squadra.
Le domande continuavano ad accatastarsi una sull'altra nella sua mente, anche se la sua lucidità era al minimo. Tra tutti quegli interrogativi, uno in particolare, continuava a tormentarlo.
Cosa le avrebbe detto quando l’avrebbe trovata?
Kakashi si rese conto che forse stava correndo un po' troppo con la fantasia e che magari i suoi, non erano altro che castelli senza fondamenta. Inutili speranze, ecco cos'erano le sue.
Eppure, per la prima volta in tutta la sua vita, si ritrovò a pregare per qualcosa e sentire la luce della speranza avvolgere il suo animo, colmo di rammarico e di buchi.
Ti prego, chiunque tu sia, fa che sia lei.
Valeva la pena riporre quella preghiera a qualcuno?
Quella notte, Morfeo non lo venne a trovare, lasciandolo in balia della sua coscienza e delle sue riflessioni.
Quella notte, persino l’immagine di una Rin sorridente di appena dodici anni, sembrava più viva che mai.
Stava sognando?
 
 
  
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