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Autore: peterpanmydrug    18/09/2013    12 recensioni
Avete mai immaginato come sarebbe vivere con i cinque baldi giovani degli One Direction? Avete mai pensato a come potrebbe essere la loro vita senza la fama? Beh, neanche Emily se lo immaginava, sino al giorno in cui Harry, il suo migliore amico dai tempi dell'asilo, non le aveva offerto un alloggio nell'appartamento che condivideva con altri quattro ragazzi. Da quel momento la nostra protagonista scoprirà cosa significa vivere alla giornata, affrontare problemi di convivenza e non, ma soprattutto cosa significa amare davvero...
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era la prima volta dopo due settimana che avevo nuovamente il coraggio di uscire di casa, dopo quello che lui mi aveva fatto. Quella mattina, dopo giorni, le tapparelle della mia stanza si erano alzate, lasciando che un tenue primo sole estivo mi baciasse il viso pallido, adesso privo di quel brutto ematoma sotto l'occhio destro.

Scesi a fare colazione e notai che i miei cinque coinquilini se ne erano già andati. Nessuno aveva ben capito quello che mi fosse successo, avevo solo campato la scusa di un po' di stress causato dalle ultime interrogazioni, ma sapevo che in fondo nessuno di loro mi aveva realmente creduto.

Così addentando al volo una brioche, la quale quasi mi andò di traverso, uscii dal portone e, notando in lontananza l'autobus che quasi mi lasciava a piedi, cominciai a correre. Per fortuna l'autista ormai mi conosceva, quindi mi aspettò, accogliendomi con un caldo sorriso e una strizzata d'occhio.

Giunsi a scuola ancora con il fiatone, mentre, notai con grande timore, gli sguardi di tutti erano puntati su di me. Che sapessero?

Poi vidi lui, circondato dal suo gruppetto di scimmie cerebrolese, il quale mi lanciò un'occhiata talmente intensa e furiosa che avvertii il mio corpo come di pietra, mentre il cuore accelerava più di quanto già non fosse.

Con mia grande sfortuna, il mio armadietto distava solo tre posti da dove lui si trovava.

Facendomi coraggio e continuando a fissare il pavimento, mi avvicinai al mio, componendo la combinazione senza realmente sapere cosa stavo facendo. Sentivo i mormorii di quelli che mi circondavano, facendomi sentire come un fenomeno da baraccone.

Non che prima fossi mai passata inosservata: non ero molto alta, appena un metro e sessanta, ma avevo un fisico proporzionato e con tutto al posto giusto. Possedevo una cascata di riccioli capelli castano cioccolato e i miei occhi erano di un particolare marrone nocciola. Forse era proprio per quel motivo che lui mi aveva avvicinato, aveva fatto il carino con me, aveva conquistato la mia fiducia e infine mi aveva sottratto la mia dignità.

Ad un tratto i pensieri furono interrotti da un rumore di passi alle mie spalle, sempre più vicini. La mano che in quel momento stringeva il mio libro di biologia prese a tremare, temendo che dietro di me ci fosse il mio aggressore.

Poi però cinque voci dissero all'unisono:

-Giorno Emily!!-

Un sorriso nacque spontaneo sulle mie labbra, avendo riconosciuto chi mi si era avvicinato: i miei coinquilini, i cinque ragazzi che reputavo i miei migliori amici e al tempo stesso la cosa migliore che mi potesse capitare.

Un paio di mesi prima i miei genitori, i quali lavoravano rispettivamente nel mondo del business, mio padre, e della moda, mia madre, mi avevano comunicato che si sarebbero dovuti trasferire per motivi di lavoro.

Io però non volevo lasciare l'Inghilterra, là avevo tutta la mia vita, i miei amici, o almeno quelli che fino a quel giorno reputavo tali, i miei interessi, gli studi. Così Harry, il mio amico sin dai tempi dell'asilo, mi offrì un posto nel suo appartamento in centro, ereditato da un nonno appena scomparso. Si era però dimenticato di avvertirmi che avremo dovuto condividere l'abitazione con altri quattro scavezzacollo: Zayn, Louis, Niall e Liam. Devo però ammettere che non mi dispiacque fare la loro conoscenza, soprattutto di quest'ultimo.

Nonostante stessi con un altro, sentivo nei suoi confronti qualcosa di più dell'amicizia, ma non avevo mai avuto il coraggio di confessarglielo. Lui, d'altra parte, non aveva mai mostrato quel tipo di interesse per me, quindi con i giorni avevo deciso di rinunciare.

Non consideratemi una ragazza frivola, io amavo il mio ormai ex, non lo avrei mai tradito nè tantomeno lasciato se lui non avesse agito come invece ha fatto.

Nonostante Liam fosse affascinante, fisico atletico, sguardo magnetico, non avevo mai pensato di usarlo come pretesto per una rottura con Johnny.

La sera in cui avvenne il fatto, ricordo che rientrai all'appartamento ormai a notte tarda. Barcollavo come fossi stata ubriaca, anche se in realtà a provocarmi quell'effetto era la paura unita allo shock. Cercai a tentoni di raggiungere le scale che mi avrebbero portato nella mia stanza, dimentica del fatto che nell'appartamento stavano altre cinque persone e che sarebbe stato pressocchè impossibile evitarle tutte.

E infatti la fortuna non fu dalla mia parte, per la seconda volta in quella sera. Mentre stavo per imboccare le scale un rumore dalla cucina mi fece voltare. Rabbrividii notando lo sguardo perplesso di Liam che mi osservava. Tentai di improvvisare un sorriso, ma il brutto livido sotto l'occhio si notava anche nella penombra.

-Emily, cosa diamine ti è successo?- mi chiese, un bicchiere d'acqua in mano che notai impercettibilmente tremare.

-Ecco...io...- balbettai, mentre gli occhi mi si fecero lucidi e le lacrime cominciarono a rigarmi le guance.

Le ginocchia mi cedettero e mi ritrovai seduta sull'ultimo scalino, le mani al viso nel tentativo di nasconderlo, mentre i capelli scompigliati contribuivano al mio intento.

Mentre i singhiozzi stavano diventando udibili, avvertii un tocco leggero su di una spalla, il quale si trasformò in un caldo abbraccio. A quel punto tutta la mia paura e il mio shock ebbero la meglio e il pianto divenne disperato.

Liam però non mi chiese niente, attese solamente che mi calmassi. Dopodichè, con la facilità con il quale avrebbe sollevato un sacco di piume, mi prese tra le braccia e mi portò nel bagno al piano superiore.

Chiuse la porta con un piede e mi fece sedere sul bordo della vasca. Si allontanò un poco per recuperare una valigetta del pronto soccorso dal mobile del bagno. Quei pochi secondi in cui si staccò da me mi parvero un'eternità.

Mi raggiunse nuovamente, inginocchiandosi di fronte a me. Osservò per un attimo le mie gambe, rimaste quasi del tutto scoperte a causa delle calze rotte, fatto avvenuto probabilmente quando ero caduta cercando di scappare. Poi i suoi occhi si spostarono sulle mie braccia scoperte dal leggero gilet di jeans che indossavo, sfiorando appena i lividi sugli avambracci e sui polsi. Dopodichè raggiunse il mio viso e con un piccolo batuffolo di cotone che aveva provveduto ad imbevere con il disinfettante, mi sfiorò il labbro rotto, facendomi sussultare.

-Chi ti ha fatto questo, Emily?- mi chiese atono, non guardandomi però negli occhi.

Nonostante questo non risposi. Mi limitai a seguire i suoi movimenti sicuri mentre mi applicava la pomata per i lividi e mi lasciava lascive e inconsapevoli carezze là dove poco prima ero stata colpita.

Quando ebbe finito mi portò in camera, facendomi semplicemente stendere sul letto e andandosene, chiudendosi la porta alle spalle.

Io strinsi forte il cuscino, le ferite che ancora pulsavano e chiusi gli occhi, anche se non riuscii propriamente a dormire.

 

La mattina seguente mi svegliarono delle voci fuori dalla porta di camera mia. Riconobbi Liam che parlava con gli altri ragazzi, probabilmente preoccupati per non avermi visto scendere a colazione. Stava inventando una scusa per evitare che mi vedessero in quelle condizioni, per evitare che dovessi dare delle spiegazioni che non ero riuscita a confidare neanche a lui quando eravamo soli.

Probabilmente ad Harry avrei potuto dirlo, nonostante mi aspettassi una sua scenata sull'accaduto dato che a lui Johnny non era mai piaciuto e non aveva mai perso l'occasione per rinfacciarmelo.

Ma io lo amavo, lo scusavo delle offese, delle scenate di gelosia, degli schiaffi.

Quella volta però era andato troppo oltre, neanche una santa avrebbe potuto perdonarlo. La verità però era che avevo paura, di lui e di me, di ricascarci nuovamente.

Decisi quindi di assecondare la balla di Liam e rimanere chiusa nella mia stanza. Per lo meno là lui non avrebbe potuto raggiungermi, in quel castello avevo cinque cavalieri pronti a difendermi da ogni pericolo, da ogni drago cattivo che avesse voluto farmi del male.

 

-Ehi Emily, ti sei incantata?-

Una mano mi scivolò velocemente davanti agli occhi. Mi ripresi, sorridendo a Louis, il quale ricambiò.

-Solo tanti pensieri- risposi, facendo saettare lo sguardo dove poco prima si trovava Johnny e la sua banda.

Liam parve accorgersene, ma non disse niente. Da quella sera non ci eravamo più parlati molto, con mio grande dispiacere. Pareva che lui mi stesse evitando.

-Dunque, che ne dite se stasera ce ne andiamo a bere qualcosa nel pub irlandese di mio zio?- chiese in quel momento Niall.

-Perchè no? Così festeggiamo la ripresa alla vita della nostra Emily- ridacchiò Harry, circondandomi le spalle con un braccio.

-D'accordo, ci sto- risposi io, quasi senza riconoscermi.

Quei ragazzi avevano la capacità di farmi dimenticare ogni brutta faccenda, ogni malumore, ogni cattivo pensiero.

Così quella sera, finito di cenare (aveva cucinato Zayn, quindi di commestibile probabilmente c'era solo il pane ihihih), ci cambiammo e, a piedi dato che il pub era vicino al nostro appartamento, raggiungemmo la nostra meta. Seduti ad un tavolo appartato, lo zio di Niall ci fece servire cinque birre, ovviamente, con nostro grande dissenso, analcoliche. Il nipote tentò di protestare, ma l'omone biondo lo congelò con lo sguardo.

Così ci accontentammo delle nostre analcoliche vivande, condendo il tutto con una frivola conversazione e tante risate.

Un paio di volte notai lo sguardo di Liam su di me, come se fosse preoccupato o altro. Ma, diversamente da quanto mi aspettassi, non gli detti peso. Quella sera volevo svagarmi, dimenticare le mie due settimane di reclusione a causa di quello stronzo, ricominciare a pensare a quel futuro che quella sera mi pareva mi fosse stato escluso.

Dopotutto sapevo di poter contare su cinque ragazzi che per me erano i migliori amici di sempre.




NDA 
Salve a tutti!!! Questa è la mia prima fan fiction su questo sito e soprattutto su questi miei cinque baldi giovani che io adoro (non si era capito :P)
Spero che vi piaccia la storia. Siccome sono piccola e inesperta, provvederò a farli riguardare da qualcuno. Grazie per le eventuali recensione o anche chi mi segue e basta. Un bacio a tutti
directionlove01

  
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