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Autore: Gracedanger    18/09/2013    1 recensioni
“Hai trovato la camicia?” mi sussurrò.
“No, non ricordo neanche dove l’ho messa.”
“Okay, basta.”
Si allontanò da me e sparì nella cabina armadio per un paio di minuti, sentii cassetti e ante sbattere.
Ritornò con una camicia blu a pois bianchi perfettamente piegata tra le mani, me la porse.
“Che significa?” sorrisi confusa.
“Indossala.”
Appena presi la camicia dalle sue mani, si coprì di scatto gli occhi con le braccia e si girò dall’altro lato.
Risi, rimasi interdetta qualche minuto a fissare lui e la camicia, la portai vicino alle labbra e inspirai ed espirai profondamente. Il suo profumo entrò nei miei polmoni e per quel microscopico attimo in cui essi sono pieni, in quel momento mi sentii completa.
Genere: Erotico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Okay, la storia è ufficialmente finita. Joe e Giulia hanno avuto il loro bel finale, o almeno così sembra per ora.
Tra pochissimo arriverà la seconda stagione.
Ma avrei un’ultima cosa da dire su questa prima stagione.
Questa fanfiction l’ho iniziata un po’ di tempo fa.
Per i personaggi mi sono ispirata a tre persone che mi stanno davvero a cuore.
Ma questo capitolo. Questa parentesi, la dedico a Valentina.
Se avete riconosciuto nei personaggi di Giulia o Alice la vostra migliore amica, spero vi piacerà quello che leggerete qui.
Valentina è la mia (spesso purtroppo ma a volte grazie al cielo) migliore amica, che ha il nome di Alice nella storia.
Quella che mi ha fatto vivere i momenti migliori, che vi descriverò, anche se spesso sembreranno assurdi e alcuni insignificanti.
Questo è un pensiero di Giulia, che sta per cominciare una nuova vita, in un’altra parte del mondo con Joe e ovviamente deve dire addio a quella vecchia.
La vecchia vita che condivideva soprattutto con una persona.
----------xxx---------- 






“Cosa rimarrà qui?” mi chiedo chiudendo gli ultimi scatoloni con la mia roba.
Il sole picchia sulle strade roventi.
Roma si ricorderà di me? Lascerò qualcosa a questa città?
Si. Lascerò gli anni della mia adolescenza, quelli in cui è successo di tutto, quelli in cui è cambiato tutto, quelli che sto abbandonando. Lascerò i momenti migliori vissuti con la persona migliore che avessi mai potuto incontrare.
“Non so neanche dove sia in questo momento.” Penso. “Che razza di migliore amica sono? E soprattutto, che razza di migliore amica è lei? Che non mi chiama da una settimana, dopo tutto quello che è successo.”
Ma perché non dovrebbe essere la mia migliore amica?
Troppo diverse, dicevano alcuni.
Altri pensavano che ci detestassimo l’un l’altra, per via degli insulti e i brevi battibecchi che animavano le nostre conversazioni.
E’ vero. Se ci incontrassimo oggi molto probabilmente non ci rivolgeremmo nemmeno la parola.
Io vedrei solo una ragazza biondina, molto carina e magra. Sicuramente proverei anche invidia per lei.
Solo al pensiero mi viene da ridere. Da piccola ero davvero gelosa di Alice.
Andavamo nella stessa classe alle elementari e litigavamo quasi ogni giorno, spesso non la consideravo neanche un’amica. Poi scattò qualcosa. Cominciammo a trovare qualcosa in comune andando oltre i pregiudizi che avevamo l’una nei confronti dell’altra. Da quando scoprimmo i Jonas Brothers cambiò tutto.
E’ così strano, ora che ci penso.
I Jonas ci hanno unite e ora ci fanno separare? Non poteva essere vero.
Il fatto è che Alice ha un carisma irresistibile. Anche se non è la persona più dolce e amichevole del mondo.  E’ una di quelle che rivela la sua vera bellezza nei momenti più inaspettati.
Se ci siamo mai dette “Ti voglio bene”?
Si, come ho detto prima, ce lo siamo dette nei momenti più strani e inaspettati. Magari anche non nei  modi convenzionali, se un “ti vooglio beeeene” biascicato prima di vomitare da ubriaca vale, allora si me l’ha detto anche quella volta.
Sento tutti i ricordi risalirmi su per la pelle.
Ho vissuto i momenti migliori con lei, non vorrei dimenticarmene neanche uno.               
Ho paura di dimenticare.
Non voglio che Roma si dimentichi di noi.
Non voglio che il graffito che Alice fece sulla strada di casa mia il giorno del mio compleanno svanisca, quello tutto colorato con una citazione di una canzone, “Yellow” dei Coldplay diventata da quel giorno la canzone del mio compleanno:

“Look at the stars, look how they shine for you, auguri Giulia.”

Sorrido ogni volta che ci penso. 
Non voglio che la ferita sul ginocchio di Alice si rimargini, quella che si fece cadendo su un tombino a nove anni mentre correvamo per strada e lei diceva queste esatte parole “Sai qual è il bello? Che con queste scarpe corro e non cad..” Bum. Per terra.
Non voglio che la lettera senza senso che mi ha scritto per il compleanno si consumi.
Non voglio che i nostri balli scatenati a piedi nudi sul tappeto del salotto di casa sua vengano rimossi.
Non voglio dimenticare il braccialetto dell’amicizia che mi fece quando eravamo piccole e stette alzata fino a tardi per crearmelo anche se si ruppe dopo un paio di giorni.
Non voglio dimenticare le sue battute, i versi strani che mi hanno fatta piangere dalle risate.
Non voglio dimenticare quando cantavamo a squarciagola “Please be mine” con la porta chiusa in camera mia.
Non voglio dimenticare quando a undici anni ci promettemmo che saremmo andate insieme a un concerto dei Jonas.
Non voglio dimenticare le nostre eterne conversazioni al telefono, quella in cui mi commentava urlando in diretta un film horror che stava vedendo, e quella in cui andò a sbattere contro un albero di limoni mentre stava parlando.
Non voglio dimenticare tutti i giorni in cui io perdevo il pullman e me lo vedevo passare davanti con Alice che da dentro mi salutava e rideva.
Non voglio dimenticare i suoi disperati tentativi di copiare da me durante i compiti.
Non voglio dimenticare quando a sette anni in classe mi scrisse un bigliettino che diceva: “Sanremo amiche per sempre.” e nonostante l’errore di ortografia, è uno dei ricordi più belli che ho di lei.
Non voglio dimenticare quando durante i saluti finali del nostro saggio di danza ci affacciammo dal sipario per salutare i nostri genitori, mentre si chiudeva, rimanemmo fuori, cercando la fessura per rientrare, tra le risate di tutto il pubblico e anche le nostre.
Non voglio dimenticare tutte le volte che tornavamo insieme a casa, cantando, non curanti dei passanti che ci guardavano storto.
Non voglio dimenticare le poche volte che ci siamo abbracciate, quelle vere.
Non voglio dimenticare niente di lei neanche il suo più piccolo difetto.
Roma ricordati di noi.
Ricordati della nostra amicizia. Io lo farò.

Perché lei mi sbatteva in faccia la verità che volevo e non volevo sentire, lei mi faceva stare bene e mi capiva come nessun altro.
Perché lei aveva saputo vedere oltre la mia timidezza e io oltre il suo apparente carattere freddo.
Perché lei era la mia migliore amica.
Era? Non voglio crederci.
L’ultimo scatolone è chiuso. La stanza è spoglia di ogni foto, ogni poster, ogni peluche, ogni ricordo.
Mia madre mi chiama dal piano di sotto, Joe è arrivato con l’auto a prendermi.
Devo andare a salutare tutti, ma prima c’è un’ultima cosa che devo prendere e portare con me.


“Pronto? Alice?
“Ciao Giu, dimmi.” Risponde con la più grande naturalezza, il tono di voce da normale pomeriggio dopo scuola.
“Io parto per l’America, vado a vivere con Joe.” dico tutto d’un fiato.
Silenzio, Alice non risponde.
“Prima che tu possa dire qualsiasi cosa, volevo dirti che..” aggiungo io.
Mi fermo pochi secondi, sento un groppo in gola.
“…anche io ti voglio bene.” mi risponde lei dolcemente.
Aveva già capito tutto, come sempre.
“Sei la mia persona, Alice.” Le dico commossa.
“Sei la mia persona, Giulia.”
“Allora ci sentiamo?” continua lei ridacchiando.
“Si, ci sentiamo.” Dico io scoppiando a ridere e chiudo la chiamata con le lacrime agli occhi.
 
 
Ciao Roma, grazie di tutto.
Ciao Alice, ti voglio bene.                           
Ci vediamo presto.

 
  
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