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Autore: Kitty96    19/09/2013    1 recensioni
Mescolate la famiglia Brief con una gita fuori programma, aggiungete un pizzico d ironia, due cucchiai colmi di amore, e avrete la ricetta dell'allegria!
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di acquari, pesci e inconvenienti familiari.

 
Da quando era sopraggiunta l’estate, la città era praticamente invivibile, anche per la famiglia Brief. La giovane scienziata era sempre di corsa fra invenzioni da perfezionare, conferenze, poppate e pannolini. Si, perché da quando il piccolo Trunks aveva messo piede nella sua vita, Bulma era sempre affaccendata in mille impegni, ma la cosa che più le faceva rabbia era vedere il suo compagno trascinarsi dalla sua camera alla gravity room come una lumaca. Era sempre nervoso, complice anche Gohan, che lo aveva umiliato, a detta del principe, durante lo scontro con Cell. E toccava a Bulma risollevare il morale del marito, anche se quest’ultimo si mostrava sempre indifferente alle attenzioni della scienziata. Inutile dire che ignorava completamente tutti i capricci del figlio, sgridandolo quando superava il limite di sopportazione e sbuffando sonoramente quando il piccolo richiedeva attenzioni dal padre. Bulma voleva che Vegeta completasse il piccolo nucleo familiare formatosi in quella piccola casa a forma di cupola, e voleva che fosse più partecipe della vita di Trunks, anche se questo comprendeva la preparazione di eventuali pappe e il lavaggio dei vestiti sporchi. Un giorno, la donna, intenta ad aggiustare l’ennesimo macchinario rotto dal marito, sentì quest’ultimo sbraitare contro il figlio, che incominciò a piangere a ruota libera.
 
« Come accidenti devo farti capire che non voglio venire in questo stupido posto a vedere degli stupidi pesci! Non mi frega un bel niente di loro! »
« Ma papà, sono così belli! Uffa non vuoi far mai niente con me e la mamma!»
« I Saiyan non vanno all’acquario! I Saiyan combattono solamente! Quell’insulsa di tua madre, E’ lei che ti mette in testa stupidi sciocchezze da stupidi terrestri! »
 
Esasperata dalle grida, Bulma uscì dal laboratorio e si diresse in cucina, per cercare di placare la furia del marito.
 
« Ma insomma, cosa diamine sta succedendo qui? »
« Mamma, papà non vuole venire all’acquario con noi domani!!! »
« Oh, andiamo Vegeta! Fallo uno sforzo ogni tanto! »
 
Il principe dei saiyan guardava madre e figlio in modo sconvolto e, si, anche sorpreso. Erano molto simili l’uno all’altra, lei così sfacciata e lui così piagnucoloso. Ma quella volta sarebbe rimasto fermo sulle sue decisioni. Almeno così credeva…
 
« Non verrò mai in quel ridicolo posto, con dei ridicoli terrestri, a vedere dei ridicolissimi pesci! » tuonò Vegeta.
 
Ma Bulma, era di tutt’altra intenzione. Si avvicinò a lui molto lentamente, e gli sussurrò delle deboli parole alle orecchie, che il piccolo Trunks, per quanto si sforzasse, non riuscì ad udire.
 
« Vegeta, lo ricordi il giochetto che abbiamo fatto ieri notte? Se lo ricordi, tienilo bene a mente, perché non ci giocherai mai più! »
 
Quella donna era l’astuzia fatta persona. Sapeva perfettamente come e dove colpire il suo compagno. Aveva fatto centro anche quella volta, e lo aveva intuito dalla faccia arrabbiata del marito, che girò i tacchi, rassegnato, e si diresse verso il bagno.
Un sorriso colmo d’orgoglio comparve sul viso di Bulma: aveva vinto l’ennesima battaglia contro suo marito, e confermò la sua teoria sui saiyan. Su qualsiasi pianeta, stella o cometa, l’uomo era debole al richiamo della sua compagna, e sarebbe sempre stato sottomesso, che fosse terrestre o saiyan.
 
« Mamma, allora papà viene domani? » chiese il piccolo speranzoso.
«Oh si tesoro, domani andremo tutti e tre all’acquario! »
« Grazie mammina! » e lasciò la madre sola, a contemplare i mobili della cucina. Era davvero orgogliosa di lei: aveva preso due piccioni con una fava.
 
Il giorno seguente, Bulma si svegliò di buon mattino per preparare il pranzo per il pic-nic. Già, perché quel giorno, sarebbero anche andati al parco più vicino all’acquario per mangiare tutti e tre insieme. Ma di quest’ultimo dettaglio, Vegeta ne era completamente all’oscuro.
Quando il principe giunse in cucina, svegliato dal rumore delle pentole, mugugnò frasi incomprensibili alla moglie, che lo ignorò volutamente. Notando l’atteggiamento della moglie, il principe si arrabbiò. Infondo era un essere superiore, e nessuno poteva mancargli di rispetto, tanto meno una debole e gracile donna, per di più terrestre.
 
« Ehi tu, dico a te donna! » tuonò a Bulma.
« Che c’è Vegeta, dormito male stanotte? O hai dormito poco? »
 
Il ricordo degli avvenimenti accaduti quella notte, fece comparire sulle labbra di Vegeta, un sorriso malizioso,e si avvicinò lentamente alla donna, soffiandole sul collo delle parole alquanto maliziose.
 
« Neanche tu hai dormito così tanto, Bulma. Eppure non mi sembri affatto stanca. Che ne dici di riprendere da dove abbiamo interrotto ieri? »
 
La voce di Vegeta era così calda e sensuale che Bulma fu tentata di cedere a quelle lusinghe, ma aveva un pranzo da preparare,  e non poteva permettersi intoppi. Allontanò da sé il marito, anche se gli rivolse il più malizioso degli sguardi, e tornò alle sue faccende. Vegeta, accettò quel rifiuto con garbo, tanto che si allontanò dalla donna, come un leone dalla sua preda. Si sedette al tavolo e sorseggiò il suo caffè, nero e bollente, quando Bulma cominciò a parlare e a fare programmi sulla giornata che avrebbero trascorso. Al solo sentir pronunciare la parola  “acquario”, Vegeta abbozzò un ringhio, che si confuse col sapore del caffè. Ma quando Bulma pronunciò le parole “pic-nic” unite a “pranzeremo insieme”, l’uomo stava quasi per strozzarsi con quella bevanda scura. Sgranò gli occhi verso la moglie e la guardò con un viso irritato e rabbioso. Lei, aspettandosi una reazione simile, aveva già pensato ad un modo per calmarlo, simile a quello adottato la sera prima. Gli rivolse sensuali parole, pronunciandogliele a fior di labbra, per zittirlo completamente. Vinse quella sfida, per l’ennesima volta. Quando Vegeta ebbe finito il suo caffè, si diresse in bagno, pronunciando un sonoro “Tsk”, a cui Bulma rispose con una risatina. La donna si diresse in camera del figlio, lo svegliò e lo invitò a prepararsi. Il bambino era festante più che mai, saltellava come un coniglio a destra e a manca, sprizzando gioia da tutti i pori.
Quando tutti i membri della famiglia furono pronti, si diressero all’uscita di casa.
Vegeta, notando l’auto parcheggiata di fronte all’ingresso, non potè fare a meno di chiedere alla moglie perché l’auto fosse ubicata in quel posto, sicuro di conoscere già la risposta.
 
«Come credevi di andare all’acquario? Volando? » ricevette il principe in tutta risposta.
 
Egli allora, senza perdersi in troppe chiacchiere, cinse la donna per la vita con le sue possenti braccia, e la invitò a tenere in braccio il figlio. Contrariamente alle parole di Bulma, Vegeta si alzò in volo e portò i “passeggeri” a destinazione. L’acquario si trovava a parecchie ore di distanza, che in volo si trasformarono in minuti, e appena giunsero davanti all’ingresso, Vegeta fu sorpreso di vedere quante persone amavano trascorrere la domenica mattina in posti come quello, confermando la sua ipotesi sull’assoluta inutilità dei terrestri.
 
« Mamma hai visto com’è grande? E’ bellissimo vero? » disse allegramente Trunks, contagiando anche la madre con la sua allegria.
« E’ bellissimo tesoro! Vero Vegeta? »
 
Il principe, perso nei suoi pensieri, non udì neppure la domanda della moglie, pronunciando il solito “Tsk” al solo sentirsi nominare. Ciò causò nella moglie, un leggero risolino, che fu ignorato da un figlio troppo impegnato a sorridere di gioia, e da un marito troppo scontroso per farsi una risata.
 
Giunsero alla cassa dell’ingresso, dove una gentile donnina non si fece portar via l’occasione di sbattere le sue lunghe ciglia da cerbiatta cercando di ammaliare il principe, che la ignorò con scarso interesse. Fu Bulma che rivolse alla donna uno sguardo glaciale, ma la cassiera non lo notò, impegnata com’era a cercare le monetine del resto per il cliente successivo. Subito dopo le casse, un omone grosso e dalla faccia buffa, che indossava un altrettanto buffo cappello rosso con uno squalo stampato sulla visiera, attendeva la famigliola con fare festante.
 
« Vi auguro buona giornata signori, divertitevi! » disse allegro e gioioso.
« Buona giornata un corno… » rispose fra sé e sé Vegeta, mentre Bulma rideva per l’affermazione del marito.
 
Non appena entrarono, furono investiti da un’orda di gente che andava e veniva da ogni parte. Di fronte a loro c’era una vasca con pesci stranissimi, e tutt’intorno c’erano cartelli con su scritto il regolamento dall’acquario, che per l’enorme quantità di regole, a Vegeta sembrò più un carcere che un luogo di divertimento per terrestri. Ad un tratto, il principe, si sentì strattonare il pantalone, notando che a compiere il gesto, era una bambina. La guardò sconvolto e attonito, mentre la moglie si godeva la scena, pronta a scoppiare a ridere da un momento all’altro.
 
« Signore, mi scusi, potrebbe farci una foto? Vicino alla vasca dei pesci palla per favore. » disse la piccola, mentre raggiungeva le amichette vicino alla vasca dei suddetti pesci, lasciando il povero Vegeta con la fotocamera in mano, completamente ignorante per quanto riguardava la tecnologia terrestre.
Bulma, con le braccia al petto, dava un’occhiata a Trunks, intento a leggere il regolamento, e al marito, sicura che quel giorno si sarebbe divertita come non mai. Era un po’ dispiaciuta per il marito, che non si sarebbe mai voluto trovare in una situazione simile, ma era troppo comica la scena, per far troncare il divertimento, togliendogli da mano quella fotocamera.
L’uomo, dal canto suo, girava e rigirava la macchinetta come se stesse cercando un tesoro, poi la pose nella corretta posizione, e premette tutti i pulsanti a caso. Prima o poi quella dannatissima fotocamera avrebbe scattato quella dannatissima fotografia.
 
« Ma vedi un po’ cosa mi tocca fare, cosa importa a me di simili sciocchezze terrestri! » mugugnò fra sé e sé.
 
Bulma, intenerita da quella scena, si avvicinò al marito, gli tolse la fotocamera e scattò la foto alle piccole, che ringraziarono con molto garbo e allegria.
Vegeta rivolse alla compagna uno sguardo truce, al quale lei rispose con un sorriso dolce e divertito.
Quando Trunks ebbe finito di leggere il regolamento e di illustrarlo ai suoi genitori, la visita cominciò. Si addentrarono nei mille cunicoli dell’acquario, Trunks mano nella mano con la mamma, e Vegeta un po’ distaccato da loro, che di tanto in tanto gli rivolgeva un’occhiata. Inizialmente insensibile a quell’orda di pesci chiusi in una vasca, cominciò ad osservare con attenzione i vari generi di pesci presenti nell’acquario. Erano di tutti i colori, e avevano le dimensioni più disparate. Era sorpreso di come pesci piccoli e indifesi, riuscissero a vivere nella stessa vasca con pesci molto più grandi di loro. Pensò che se quei pesci così diversi tra loro, erano così in armonia, anche lui avrebbe potuto vivere con una gracile e debole terrestre e con un figlio mezzosangue, senza fare troppe storie, e soprattutto senza turbare quello che i terrestri chiamavano “equilibrio familiare”. I suoi pensieri furono interrotti dalla voce del figlio che lo chiamò verso la vasca dei delfini. Quelli che tutti consideravano i mammiferi più carini del mare, si palesarono al principe come degli “inutili esseri terrestri”. Un piccolo delfino appena nato, la star dell’acquario, si avvicinò al principe, sbattendo più volte il muso vicino al vetro e mimando un sorriso. Vegeta ne rimase affascinato, non tanto perché un mammifero marino gli stava facendo delle avences, come mugugnò in seguito alla moglie, ma perché era il primo terrestre che gli rivolgeva un sorriso, tralasciando quell’oca di sua moglie e della sua famiglia, ed escludendo anche Kaharot, la sua insulsa famiglia e i suoi insulsi amici.
 
« Hai visto quant’è carino papà? Lui è Sammy, è nato da poco ed è già famoso in tutto l’acquario! » gongolò Trunks gonfio d’orgoglio.
 
Per la prima volta, Vegeta non rispose a suo figlio mugugnando o ringhiando, ma annuì semplicemente, per poi continuare la visita in quel mondo blu. La giornata prendeva una piega decisamente più interessante per il principe.
Arrivarono alla vasca delle razze, dove un giovane istruttore faceva avvicinare gruppi di bambini per fargliele toccare. Ovviamente Trunks chiese alla madre il permesso di avvicinarsi alla vasca, e fu accontentato. Bulma era proprio felice di poter trascorrere una giornata quasi normale con la sua pseudo-famiglia. Ogni donna aveva diritto a godersi suo figlio e suo marito dopo tutto. Mentre Trunks giocava con le razze, Bulma notò lo sguardo incuriosito di Vegeta, e si avvicinò a lui, curiosa riguardo ai suoi pensieri.
 
« Allora, Vegeta, ti stai divertendo a quanto vedo! » disse scherzosa.
 
In tutta risposta, ricevette dal marito un’occhiataccia, seguita da un sospiro. Vegeta osservava curioso le varie vasche, soffermandosi anche a leggere le informazioni su ogni singolo abitante di ciascuna vasca. Era affascinato da quel mondo. Se in vasca erano così belli i pesci, figurarsi in mare! Doveva ammetterlo, quell’insulso pianeta era una miniera d’oro per quanto riguardava le bellezze. Anche la sua compagna, era una vera bellezza, ma egli non aveva alcuna intenzione di rivelare a nessuno i suoi pensieri. Era pur sempre un saiyan, il principe dei saiyan!
Ad un tratto, Tranks corse verso i suoi genitori, con l mani bagnate e il fiatone, e aveva lo sguardo di chi voleva essere accontentato. Infondo quella era la sua giornata, e voleva essere accontentato in tutto e per tutto.
 
« Papà, papà! Vieni a vedere le razze! Sono bellissime! » disse e, preso il padre per il polso, lo trascinò fino alla vasca, incurante delle imprecazioni dell’uomo, che era stato colto alla sprovvista. Ma se le donne terrestri sanno essere convincenti, i bambini mezzosangue, oltre ad avere la tempra di un saiyan, sanno essere ancora più convincenti.
Si avvicinarono alla vasca, Vegeta con lo sguardo spaurito, Trunks allegro e gioioso. Bulma, intanto, da lontano, ammirava la scena ghignando sotto i baffi. Non vedeva l’ora di osservare il marito alle prese con delle razze.
 
« Salve signore! Vuole toccare una razza, vedrà, è un’esperienza unica! » disse il giovane istruttore, mentre richiamava con del cibo un gruppetto di razze.
« E dai papà, toccala! »
« Ma che razza e razza, io non tocco proprio nulla! » tuonò Vegeta.
 
Trunks non volle sentire storie, e prese il padre per la mano e gliela ficcò in acqua. Pochi secondi dopo, una razza si posizionò sotto il palmo del principe.
 
« Vedrai che bello papà, è come toccare un serpente! »
« Un..un.. un cosa?!» urlò stizzito Vegeta, togliendo la mano dall’acqua, prima che la razza vi si potesse accomodare sotto.
« Trunks, credo che per oggi tu abbia visto pesci in abbondanza, si va a casa! » disse furioso. Se proprio c’era qualcosa che terrorizzava il principe, quelli erano i serpenti. E una cosa che si avvicini fisicamente ad essi, era altrettanto ripudiabile.
 
Trunks capì di aver esagerato e chiese scusa al padre, anche se non capiva il motivo della sua reazione recidiva nei confronti di quelle povere razze. Vegeta non volle sentire scuse, ed ignorò il figlio. Bulma, avendo assistito alla scena, corrugò le sopracciglia e si affrettò a chiedere spiegazioni al marito. Aspettò che Trunks si fosse distanziato e discusse col marito.
 
« Che diamine ti è preso Vegeta? E’ tuo figlio! »
« Tu non sai niente! »
« Dimmelo tu allora! »
« Tsk! » rispose il principe stizzito, e si allontanò.
 
Bulma chiamò a sé il figlio e lo consolò, dicendogli che il padre aveva un carattere particolare e che non doveva preoccuparsi, perché Vegeta gli avrebbe voluto sempre bene, anche quando faceva il monello.
 
« Così particolare che sembra una donna in fase pre-mestruale! » pensò Bulma.
 
Vegeta stava per avviarsi all’uscita, quando una ragazza, che alla famiglia si presentò come la fotografa dell’acquario, si accostò a loro e gli propose di farsi una foto vicino alla vasca dei pinguini.
 
« Perché no, è un’idea davvero carina. » disse Bulma guardando dolcemente il marito.
« Eh va bene, facciamo quest’inutile foto! » sbuffò Vegeta.
 
Trunks si mise al centro, fra i due genitori, e la foto fu subito scattata e consegnata alla famiglia.
 
« Ecco a voi signori, siete proprio una bella famiglia! »
 
A queste parole, Vegeta perse un battito. Agli occhi degli umani, loro erano una famiglia, ma come ci si comportava in una famiglia? Si poteva mettere da parte l’orgoglio qualche volta e far felice i propri figli?
Mentre Trunks si dirigeva all’uscita, mano nella mano con la madre, Vegat richiamò la loro attenzione.
 
« Ehi, voi due! Non volevate vedere quella stupida vasca con quegli stupidi squali? » disse seccato.
 
Bulma gli sorrise, e Trunks gli si gettò al collo abbracciandolo. Vegeta rimase sorpreso da quell’attacco, e non ricambiò l’abbraccio, ma tentò di abbozzare un sorriso. Trunks, allegro e gioioso più che mai, corse in direzione della vasca degli squali.
 
« Sai Vegeta, sei proprio un bravo papà. » disse Bulma, regalando un sonoro bacio sulla guancia a suo marito, che fise uno starnuto per coprire il rossore sulle guance.
 
Giunti alla vasca degli squali, Vegeta rimase molto ammaliato da quegli animali. Erano grandi, maestosi e potenti. Erano i re del mare. Si identificò molto in questa specie, anche perché lui era il principe della razza saiyan, e anche se quest’ultima contava solo quattro membri, tra cui due purosangue  due mezzosangue, si sentiva sempre il più importante e regale fra tutti.
Con la visita agli squali, si concluse il giro dell’acquario, e quando furono usciti dall’edificio, Trunks chiese alla madre di comprare un piccolo souvenir alla bancarella dei ricordi, e fu accontentato ancora una volta con disappunto di Vegeta.
 
« Non vorrai che mio figlio diventi un rammollito come il figlio di Kaharot?! » si giustficò lui, ma Bulma non gli disse nulla. Era preoccupato per il suo bambino, e questo bastava a fare di lui un buon genitore.
 
Comprato il ricordino alla bancarella, la famiglia si recò nel vicino parco, con grande stupore di Trunks, che credeva che il divertimento si fosse concluso con la fine della visita all’acquario. Si sistemarono sotto una grande quercia e mangiarono tutte le cibarie preparate da Bulma. Trunks affrontò tutto il pranzo parlando dei vari pesci osservati in precedenza, e commentandone aspetti negativi e positivi, Bulma ascoltava suo figlio raccontare, e Vegeta era quasi assente, come suo solito. Il principe era intento a mangiare una fetta di torta, quando Trunks gli chiese un parere sulla giornata affrontata. Egli soffocò quasi con la torta, contando come due, i tentativi di sua moglie e suo figlio di ucciderlo col cibo.
 
« E’ stato un po’ inutile, tutti quei pesci avresti anche potuto vederli sui libri. » disse.
 
Trunks si sorprese molto quando il padre pronunciò la sua sentenza: egli aveva esplicitamente affermato che era stato solo UN Po’ inutile, e non totalmente inutile. Era piccolo, ma aveva imparato ad apprezzare i piccoli gesti del padre.
Dopo pranzo, Trunks si appisolò sotto la quercia, Vegeta si sistemò sulla riva del laghetto vicino, e Bulma, quando ebbe finito di rassettare, si affiancò a lui.
 
« Grazie Vegeta, hai reso davvero felice nostro figlio. E anche me. » disse lei con lo sguardo fisso verso il lago.
 
Vegeta non rispose, ma si limitò a cingere le spalle della moglie con il suo braccio, avvicinandola a sé quanto bastava per poter portare le proprie labbra a quelle della moglie. Inizialmente il contatto fu a fior di pelle, e di questo Bulma si stupì, non era da Vegeta comportarsi in modo simile. Poi il bacio si fece sempre più rude e passionale, e lì riconobbe il suo Vegeta. Dopo quel breve momento di romanticismo, Vegeta si sdraiò supino sull’erba, e Bulma accanto a lui imitò il suo movimento, stringendosi e accoccolandosi sul suo petto. Quel breve momento di intimità, fu interrotto dall’arrivo di Trunks, che si sdraiò fra i due genitori, con disappunto di Vegeta che stava solo “cercando di convincere sua moglie a soddisfare i propri bisogni”. Non fece troppe storie, e fece spazio a Trunks staccandosi leggermente da Bulma, che sorrideva felice. Se qualcuno li avesse visti, avrebbe pensato che la loro fosse una normalissima famiglia come tutte le altre, anzi la più bella famiglia fra tutte le altre.
 
FINE

 
 
 
 
 

 
  
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