[…] E lì, oltre al
salvabile, aveva trovato il giovane Harper; aveva cercato di cacciarlo,
di
spaventarlo, ma come un docile cucciolo l’altro
l’aveva seguito, l’aveva
aiutato a tirar fuori persone da sotto le macerie, a curare i feriti,
l’aveva
accompagnato nel vento per tutta la notte e si era ritrovato ad
invidiarlo,
perché quella notte aveva visto l’indistruttibile
amore che aveva per sua
sorella e che aveva aperto un’altra voragine nel suo petto.
Lui non avrebbe potuto avere qualcosa del genere, ma
d’altronde qualcuno di
danneggiato quanto lui non poteva permettersi di rovinare qualcosa di
tanto
fresco. Non fino in fondo, almeno.
Per questo si era assicurato che almeno uno dei due quella notte
tornasse sano
e salvo dalla metà che per una notte avevano lasciato andare.
Almeno Roy Harper avrebbe potuto riprendere ciò che aveva
capito di amare.
Ce
l’aveva fatta e
gli
sembrava impossibile, perché lui.. era lui.
Era Roy Harper; non portava a termine nulla, non si faceva in quattro
per
nessuno, se non lei. Lei gli aveva mostrato le sue
potenzialità; sempre lei
aveva graffiato la scorza da duro che si era cucito addosso prima di
conoscerla, prima di rischiare davvero la vita e capire cosa avesse da
perdere;
che in realtà non era nulla se non Thea.
Everything you touch surely dies
Staring
at the ceiling in the dark
Same
old empty feeling in your heart
'Cause
love comes slow and it goes so fast
Pensando
sempre di essere uno spreco – di tempo, di spazio, di
ossigeno –, si era
costruito una vita dove non c’era nient’altro che
lui; dove nessuno avrebbe potuto
dirgli quale delusione fosse, anche solo con uno sguardo.
Vivendo nel Glades aveva imparato che nessuno se ne fregava di te,
saresti
potuto morire per strada e nessuno ti avrebbe dato una mano. Lui per
primo
sapeva che era sbagliato, che ci si sarebbe dovuti aiutare tra persone
meno
abbienti, ma chi era lui per cambiare le cose? E così aveva
iniziato a
frequentare un brutto giro, ad allontanarsi sempre di più
dai suoi ideali
utopici. E poi, di nuovo, c’era stata lei.
L’aveva
sgridato, gli aveva ricordato ancora una volta che non era fatto per
mantenere
le promesse, che non poteva cambiare per nulla e nessuno; eppure quando
la mora
aveva avuto bisogno di essere salvata, non ci aveva pensato due volte
ad alzare
il cappuccio rosso e uscire di casa, correndo in suo aiuto,
ritrovandosi una
coltellata sul fianco. Ne era valsa la pena, si ripeteva mentre
stringeva i denti
e sentiva il sangue colare dalla ferita, gli occhi fissi su di lei, la
preoccupazione di sapere se stesse bene.
Per
la prima volta si era reso conto che forse anche per lui
c’era un posto nel
mondo, magari con la Queen che si era intrufolata nella sua vita
– nel suo
cuore – in troppo poco tempo per riuscire a capire come, per
riuscire a far sì
che tenesse su un minimo di difese che sapeva già non
avrebbero retto ad una
sola occhiata ricevuta da quegli occhi azzurri e segnati, come i suoi.
Storie diverse eppure stesso dolore li avevano portati a perdere la
fiducia, a
non credere più in nulla finché non si erano
trovati.
Only know you love her when you let
her go
And
you let her go
Ne
avevano passate troppe in poco tempo; a partire con la storia
dell’Incappucciato
da trovare e
continuando con lo scoprire
che avrebbero distrutto i Glades, la sua casa.
La cosa peggiore era sapere che forse non avrebbe più potuto
vederla, che il
suo destino si concludeva lì dopo aver trovato la persona
migliore che il mondo
aveva da offrigli; la ragazza che finalmente aveva rimesso in piedi
tutti i
pezzi del suo essere e che sapeva avere un ascendente particolare su di
lui.
Lo rendeva migliore; la rendeva una tigre, e lei aveva ruggito quando
aveva
sentito la notizia.
Se
l’era ritrovata dal nulla a salvargli la vita dopo essere
corso via di casa, in
strada, cercando di salvare qualcuno come si era ripromesso di fare da
quando
era diventato ossessionato dal Vigilante; stava per perdere la vita con
uno
sparo e l’unica cosa che stava pensando era ancora Thea, la
stessa che invece
aveva spaccato una bottiglia in testa al malcapitato.
“Ti ho cercato
ovunque!”
“Sei..
sei venuta a salvarmi?”
“Sì!
Andiamo.”
E per
la prima volta in vita sua sapeva che quello era il suo posto, che
niente e nessuno
avrebbe potuto allontanarlo da lei, neanche il disastro che gli si
parava
davanti agli occhi e che non poteva evitare di stare soltanto ad
osservare.
“Thea..
devo dirti una cosa, ma tu devi lasciarmi andare, me lo
prometti?”
Aveva inchiodato con l’auto sulla quale erano per fare il
più in fretta
possibile, prima che la terra potesse essere risucchiata da
chissà quale
fenomeno stava avvenendo e l’aveva guardato come una pazza,
capendo con un solo
sguardo le sue intenzione.
Lo sapeva fin dall’inizio che la piccola grande Queen era
quasi empatica nei
suoi confronti e
infatti scese dall’auto
nello stesso momento della ragazza.
“Fai
attenzione, ti prego..”
“Ti
amo.”
Le
aveva risposto, perché non poteva esserci momento migliore
per dirglielo.
Lei però doveva scappare; doveva sapere che mentre lui
cercava di fare l’eroe,
lei era al sicuro.
Lo
seppe solo quando lei gli rispose e lo baciò, come se quella
fosse l’ultima occasione
di stare assieme, prima di tornare
al veicolo ed allontanarsi sgommando da lui che si gettava tra la folla.
“Farai
meglio a tornare vivo.”
E ce
l’aveva fatta. Qualche taglio, forse un paio di costole
rotte, non erano niente
in confronto alla vita a cui si teneva stretto ora, al pensiero di
poter stare
di nuovo con lei.
GirlOnFire’s
Notes.
E
quando sai di piangere
mentre scrivi, sai di fare bene il tuo lavoro. Ci ho messo un bel
po’ di
lacrime e tante emozioni a scrivere questa seconda parte nata
dell’idea nata di
quel genio drammatico della mia migliore amica, DarknessIBecame che
ha scritto la prima parte della FF dalla quale è tratto il
primo pezzo [seguendo
il link potete leggerla perché davvero, vale la pena, come
tutte le altre sue
storie]. Spero che sia arrivato a voi almeno. ♥
Alla prossima, V. ♥