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Autore: HeyFox    20/09/2013    2 recensioni
Non e' sempre bello avere una sorella che sfrutta la tua fiducia in lei per cercare di fregarti il ragazzo, perche' sa che tu le crederai qualunque cosa lei dica.
Ma il ragazzo e' talmente scemo da farsi scappare la ragazza che ama, lasciando che la sorella dica tutto quello che vuole su di lui?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlos, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una furia dai capelli castani lisci irrompe nella mia stanza, aprendo la porta con tale violenza da farla sbattere al muro.
Sobbalzai sul mio letto, facendo cadere a terra il libro che avevo in mano e il cellulare che era accanto a me.
Guardai sconcertato Liz mentre mi guardava con sguardo truce.
Poggiai i piedi a terra e mi tolsi le cuffiette dalle orecchie.
-Liz, che succede?- chiesi preoccupato.
-"Che succede" chiede! Hai anche il coraggio di chiederlo?- quasi urlo' lei, rossa e tremante di rabbia.
-Credimi, non so cosa succede. Me lo puoi spiegare?- chiesi calmo, alzandomi e avvicinandomi a lei.
-Non avvicinarti a me, Carlos.- mi minaccio' con un dito, quindi mi fermai all'istante.
-Cosa diamine ho fatto adesso?- domandai di nuovo.
-Ho parlato con Megan. Mi ha detto tutto.- sputo' lei.
Sbiancai.
Megan? Quando sento quel nome non succede mai nulla di buono.
E' tanto rompi balle quanto carina, e il fatto che io le piaccia non aiuta affatto.
Trova sempre qualcosa per far litigare me e Liz e penso che sia arrivato il momento giusto per risolvere la questione.. Ma non prima di aver chiarito con sua sorella.
Si', Megan e Liz sono sorelle e una si fida ciecamente dell'altra. E' per questo che Megan riesce sempre a fer litigare me e Liz, in un modo o nell'altro.
Sospirai e mi concentrai di piu' assumendo, senza volerlo, un tono piu' duro del normale.
-Cosa ti ha detto Megan?- chiesi a denti stretti.
Lei non rispose, anzi, continuo' a guardarmi con sguardo truce.
-Liz, ho chiesto cosa ti ha detto tua sorella- chiesi nuovamente.
Lei scosse la testa e mi guardo' con gli occhi lucidi e un sorriso amaro sulle labbra.
-Vallo a chiedere a lei. Ma forse fai meglio ad andare direttamente da Amberlee.- detto questo, usci' cosi' com'era entrata, chiudendo la porta dietro di se.
Guardai stralunato la porta per almeno un paio di minuti, poi sentii la rabbia ribbollirmi dentro, le vene sul collo e sulla tempia sinistra pulsarmi impazzite e le mani tremarmi come non mai.
Diedi un pugno sull'anta dell'armadio, scardinandola. Tirai un calcio alla sedia, rovesciandola e facendo inclinare una gamba. Tirai giu' tutto cio' che c'era sulla scrivania, dando infine un pugno sul muro, appoggiandoci la fronte e cercando di calmare almeno un po' il mio respiro accellerato.
Idiota!
Sono solo un perfetto e benemerito idiota.
Perche' cazzo non le sono corso dietro? Perche' diamine non ho fatto nulla per fermarla? Perche' diavolo non l'ho afferrata e non le ho imposto di sedersi e ascoltare tutto quello che avevo da dire? Perche'?
Senza preoccuparmi di aggiustare qualcosa, afferrai le scarpe e me le misi al volo, facendo poi la stessa cosa con la giacca.
Aprii la porta e ci trovai mia madre che mi guardava con un sopracciglio alzato.
-Cosa diamine e' successo?- chiese.
Io la ignorai, superandola e iniziando a scendere le scale.
-Carlos, ti ho fatto una domanda- sentii ancora la sua voce da sopra le scale, ma la ignorai di nuovo.
-Ci vediamo dopo.- risposi solamente.
Sapevo perfettamente che questo comportamento non mi avrebbe portato nulla di buono, nessun profitto, ma non c'era tempo per discutere.
Ogni minuto era prezioso.
Ogni minuto poteva servire a Megan per far rompere definitivamente me ed Elizabeth, quindi mi dovevo muovere.
Presi la mia BMX appoggiata al muro della casa e ci salii sopra, iniziando poi a pedalare furiosamente, cercando comunque di non mettere nessuno sotto.
Arrivai davanti casa Baston con il fiatone e la fronte leggermente impelata di sudore.
Lasciai cadere la bici a terra, senza curarmi di appoggiarla delicatamente e senza preoccuparmi di romperla.
Per quel che mi riguardava, al momento avevo ben altre faccende da sbrigare.
Sospirai per calmare almeno un po' il fiatone poi, con passo deciso e pesante, mi avviai verso la porta d'entrata.
Con la coda dell'occhio, in mezzo alla mia ira, notai con piacere che sia la macchina del padre sia quella della madre non c'era.
Perfetto, potro' dirle tutto quello che voglio, senza essere interrotto da frasi come "Cosa succede qui? Perche' stai aggredendo mia figlia?". Non era giornata per sentirmele dire, e il fatto che non fossi mai stato simpatico al padre avrebbe solo complicato le cose.
Bussai con violenza alla porta, dimenticando che proprio alla mia destra c'era un campanello che ormai mi e' molto famigliare, dopo tutte le volte che l'ho usato.
Dopo due minuti scarsi sentii la serratura scattare e Megan apparire sulla porta con un sorrisino a dir poco squallido e provocante.
Storsi il naso e mi scansai quando si sporse per abbracciarmi.
Mi guardo' con uno sguardo tra il divertito e l'accusatore.
-Carlos, come mai da queste parti dopo aver fatto quella cosa a Elizabeth?- chiese diverita.
Prima ero arrabbiato? Adesso sono infuriato.
Me lo sento, i miei occhi sono diventati rossi.
Le mie mani reagirono involontariamente, correndo al colletto della sua camicetta, afferrandolo. Feci un mezzo giro su me stesso e la sbattei al muro, trovandomi a cinque centimetri dalla sua faccia.
Dio santo, come diavolo Megan fa ad essere la sorella maggiore di Liz? Non si assomigliano affatto, ne' di aspetto ne' di carattere.
Se la prima aveva i capelli neri e mossi, l'altra li aveva biondi e lisci come seta. Se la prima aveva gli occhi blu ghiaccio, l'altra li aveva marrone cioccolato. Se la prima era una vera vipera, pronta a usare tutto e tutti, la seconda era timida e gentile con tutti.
E forse e' stato proprio l'ultimo punto a farmi scattare come una molla questa volta: non riuscivo a tollerare che qualcuno prendesse in giro o che usasse quella dolce ragazza di Liz, figuriamoci se lo faceva proprio sua sorella.
Le alzai leggermente il colletto, in modo da farla mettere in punta dei piedi.
-Cosa diamine hai raccontato a Elizabeth per farci litigare ancora? E chi diamine e' questa Amberlee?- ringhiai a denti stretti.
Lei fece un odioso sorrisetto compiaciuto -Ho trovato una tua vecchia foto dove baciavi una ragazza, dei tempi dell'universita'. Poi non e' stato difficile crearci sopra una storiella su te e quella ragazza e sul fatto che tu abbia tradito Elizabeth.- spiego' tutto senza fare una piega.
Maledetto a me che in sei anni non sono cambiato di una virgola!
-Cosa cazzo hai fatto? Giuro che questa volta non te la faro' passare liscia se non riusciro' a risolvere con lei. Te lo giuro sulla mia testa.- ringhiai di nuovo.
Lei rise -Mi inventero' di nuovo qualcosa per farvi litigare. Elizabeth e' tanto ingenua che crede a ogni cosa che le dico. Quando litigherete e non chiarirete piu' e tu avrai bisogno di divertirti, ricordati di farmi uno squillo. Saro' sempre disponibile per te.- mormoro' con un sorriso che dovrebbe essere seducente, ma che a me fa soltanto venire la nausea.
Risi, una risata forzata, soltanto per non pensare allo squallore della situazione -Non ti illudere Megan. Io non ti chiamero' mai. Non ti amo e mai lo faro'. Elizabeth e' l'unica ragazza che persiste ad alloggiare nella mia testa, e non credo che abbia intenzione di lasciare il posto ad un'altra ragazza, tanto meno se sei tu quella ragazza.-.
Lei sbuffo' pesantemente, mentre le mie mani scivolavano fino ai miei fianchi e io mi allontanavo di qualche passo da lei.
-Carlos, sii realista, pensaci bene. Lei e' piccola per te, ha solo diciassette anni, tu ne hai ventiquattro. Sette anni di differenza. Sette! Te ne rendi conto? In pratica lei e' una poppante per te! E poi, e' ingenua, troppo delicata per un ragazzo come te. Lei non c'entra niente con te, non avete nulla in comune. Lei non puo' soddisfare i tuoi bisogni da ragazzo, mentre io si.- continuava a dire, ma io la fermai con un gesto della mano.
-Prima di tutto, io sono realista e ci ho pensato benissimo anche solo prima di parlarle la prima volta. Su ogni cosa che faccio, su ogni cosa nuova che cerco di provare con lei, prima ci penso e poi la faccio o la dico. Non me ne fotte niente del fatto che non puo' soddisfare "i miei bisogni da ragazzo"- feci le virgolette -come li hai chiamati tu. Aspettero' finche' non sara' lei a dirmi che e' pronta, non ci pensero' nemmeno fino a quel momento. E' ingenua e delicata? Tanto meglio, saro' piu' impegnato a proteggerla da persone come te, che mi daranno l'occasione per dimostrare che a lei ci tengo. E, l'ultimo dilemma che attanaglia il tuo stomaco e la tua mente: l'eta'. Sai, sono nel gruppo delle persone che pensano che l'eta' non conta. Lei non e' una poppante. E' molto piu' matura della sua eta', fa ragionamente che non riusciresti a fare nemmeno tu che hai ventitre' anni suonati. E si, ci togliamo sette anni. E' piccola per me. Ma sai cosa ti dico? Non mi importa. Significa che me la crescero' con cura.- conculsi con occhi lucidi. Non so' precisamente perche' erano lucidi, ma credo che per meta' lo erano perche' ero arrabbiato nero e per meta' perche' temevo di poter perdere davvero Liz questa volta.
Non avevo la minima idea di come risolvere la questione.
Megan intanto mi guardava ancora con un filo di speranza, che io decisi di abolire subito dicendo -E no Megan, non la cambierei per nessuno al mondo, tanto meno per te. Non rompero' e non faro' in modo che qualcuno ci faccia rompere per poi mettermi con una vipera come te. Non succedera' mai.-.
-Carlos- sentii sussurrare dalle scale.
Io e Megan ci girammo nello stesso istante. 
Nel mio campo visivo si presento' Liz con le guance rosse e umide, i capelli scompigliati e una vecchia tuta che usava per stare a casa.
Quella visione mi fece sorridere leggermente.
La vidi venirmi incontro e io aprii le braccia per accoglierla. Ci si fiondo' subito, mettendo la testa sotto al mio mento.
Il suo calore era piacevole, rilassante e il suo buon odore di fragole e menta mi invase le narici mentre la stringevo al mio petto.
-Co..cosa hai sentito?- chiese Megan spaventata.
Lei si stacco' dal mio petto, guardandola male -Ho sentito abbastanza per sapere che mia sorella e' una stronza che mi vuole soffiare il ragazzo e che quest'ultimo ha sempre detto la verita'. E adesso sparisci, non voglio vederti vicino a lui nemmeno a cento metri di distanza.- ringhio' contro sua sorella, ma lei non si mosse.
-Hai sentito cosa ha detto tua sorella?- chiesi nervoso.
Lei annui' -Si, ma non mi faro' di certo comandare da una poppante, anche se e' mia sorella.- disse con tono arrogante.
Abbassai involontariemente la voce di un'ottava -Allora te lo dico io di sparire dalla mia vista e non rifarti piu' vedere, altrimenti per te finira' veramente male.- mormorai con tono minaccioso e, alla fine, lei se ne ando', lasciando me e Liz da soli.
-Pensi davvero quelle cose che hai detto?- chiese in un sussurro, guardandomi imbarazzata negli occhi.
Sorrisi teneramente e, dopo averle dato un bacio sulla fronte, la strinsi al mio petto -Si, certo che le penso, altrimenti non le avrei dette, mi conosci.-
-Allora non mi hai tradito davvero?-
domando' nuovamente.
Scossi la testa -No, certo che no.-
Lei si stacco' da me con un sorriso e mi prese per mano -Allora possiamo andare sopra cosi' mi aiuti con la ricerca che il professore ci ha assegnato.- disse allegra.
Alzai un sopracciglio, divertito.
Ma si, e' questa la mia Liz, la mia Elizabeth: un minuto prima e' arrabbiata e triste, quello dopo e' sprizzante di allegria ed energia.
Ma e' proprio per questo che la amo e nessuno lo potra' cambiare.




Angolo autore

Buon pomeriggio a tutti voi!
Si, lo so che state aspettando con ansia l'ultimo capitolo di "Freckles", lo so, ma come ho scritto nelle risposte delle recensioni, sto avendo alcuni problemi, ma sto cercando di risolverli, davvero.
Detto questo, vi piace questa one shot? Spero veramente di si, anche perche' e' piu' corta del solito.
E ci tengo a dire che la dedico a una mia amica e al suo ragazzo. Senza una loro frase non l'avrei mai pensata.
E adesso, vi auguro buon fine settimana.
Wiky
   
 
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