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Autore: FairLady    20/09/2013    3 recensioni
~ Primo film ~
C’è un momento in cui certe sensazioni, certe emozioni sconosciute, prendono forma dentro di noi, e un momento in cui dobbiamo farci i conti e decidere di prenderne coscienza. Probabilmente questo può essere quello giusto per Tony e Pepper.
OS scritta sulla falsa riga del primo film, anche se ho cambiato qualcosa. Spero di aver mantenuto l’IC dei personaggi e che l’introspezione di Tony non si discosti troppo da quello che è il suo modo di pensare.
Terza Classifcata al contest “Il contest dei temi” indetto da LadyAtena e giudicato da +Ashley+ sul forum di EFP
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jarvis, Obadiah Stane, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tony vagava senza meta nella sua stanza da più di mezz’ora. Era stranamente agitato quella sera, molto più del solito, e si era cambiato il completo già cinque volte. Non era da lui; non era il classico atteggiamento alla Tony Stark, sicuro di sé in ogni situazione e un po’ strafottente. Consapevolmente meraviglioso ed elegante, sempre pronto ad ammaliare qualche bella donna per poi portarsela a letto, non aveva mai avuto problemi ad approcciare il gentil sesso, anzi, molto spesso non ne aveva alcun bisogno: generalmente gli cadevano addosso come delle falene, completamente stordite dalla luce che la sua sola presenza emanava. Invece, in quel momento, mentre si accingeva a scartare l’ennesima giacca e fare l’inventario di quel poco che era ancora rimasto nell’armadio, provava una strana emozione, come una sensazione di ansia, di panico. Qualcosa che non era certo abituato a provare, insomma.
“Jarvis, la signorina Potts è già arrivata?”
“No, signore. Dovrebbe avere ancora un discreto margine. Forse è in tempo per riprovare l’intero guardaroba” consigliò la voce metallica, non senza una punta di sarcasmo, certamente poco usuale per un’entità robotica come lui.
“Se era una presa in giro, Jay, vorrei farti sapere che non ho apprezzato la sottile ironia.”
“Assolutamente no, signore. Però credo che dovrebbe decidersi. Vorrei ricordarle che la signorina Potts la conosce già piuttosto bene, non dovrebbe aver bisogno di fare colpo.”
Tony era certo che il suo fedele amico avesse qualche altra cartuccia da sparare al riguardo, ma non parlò più e gliene fu grato. Non poteva permettersi altre orribili sensazioni destabilizzanti come l’ansia da prestazione. Lui non aveva mai avuto nevrosi simili!
Alla fine si decise per un classico smoking nero con tanto di papillon che, per altro, era stato il suo primo tentativo. Sbuffò allo specchio e si chiese, per un solo momento, perché l’idea di vedere Pepper, che ormai lavorava per lui da anni, lo facesse sentire improvvisamente così inadeguato e impacciato. Peccato che, qualsiasi fosse il motivo, lui non riuscisse proprio a capirlo.  
Decise che ci avrebbe pensato più tardi, quando la serata, in qualche modo, fosse finita. Finalmente, uscì dalla stanza e scese al piano inferiore della villa, in attesa che la sua assistente facesse il suo ingresso. Ma di lei nemmeno l’ombra.
“Jarvis, a che ora avevo l’appuntamento? Pepper non è mai in ritardo. Lei è quella del gioco d’anticipo. È sempre più avanti persino di me!”
“Signore, non sono del tutto certo che la signorina Potts le avesse dato un appuntamento vero e proprio, ma a quest’ora sarebbe già dovuta essere qui.”
“Jay, cosa vuol dire che non sei sicuro? Che razza di maggiordomo sei? Ti ho reso così perfetto da fornirti ironia e sarcasmo, e non sai darmi informazioni riguardo i miei impegni?”
“Vede, signore, il signor Stane aveva sconsigliato la sua presenza alla festa e la signorina Potts è sembrata d’accordo con lui. Quello che lei crede di ricordare come un appuntamento, in realtà, non è altro che l’ora dell’inizio dei festeggiamenti.”
Tony rimase sorpreso per un istante, poi si guardò nel grande specchio del salone e si regalò uno dei suoi classici sorrisi strafottenti, a tratti vanitosi.
“Com’è possibile che ci sia una festa in onore del grande, unico e solo Tony Stark – che sarei io in tutto il mio splendore – e, a quest’ora, siano già tutti presenti, tranne il festeggiato?”
“Signore, se fossi…” tentò di persuaderlo Jarvis, invano. Anthony Edward Stark era tutto meno che malleabile e, se si metteva in testa qualcosa, non c’era assolutamente possibilità che cambiasse idea.
“Sì, Jarvis, se fossi… ma non sei” – berciò, anticipando ciò che il maggiordomo avrebbe sicuramente detto e sorridendo compiaciuto – sei bravo, ma non mi freghi. Sono ancora io il migliore” sentenziò, infine, camminando verso il garage. “Come procede la Mark III?”
“È al settantacinque per cento, signore” rispose prontamente la voce metallica.
“Perfetto! Tu continua con quella, io ho una folla di ammiratori da mandare in visibilio.”
“Ah, signor Stark?” lo richiamò Jarvis, prima che uscisse definitivamente dalla porta.
“Sì?”
“Si ricorda che oggi è il compleanno della signorina Potts?” quella domanda gli giunse all’orecchio come una stilettata. Spalancò gli occhi, spaventato come non era mai stato, nemmeno in Afghanistan.
“Oh, merda!”  

 
***

Quando l’R8 grigio metallizzato inchiodò di fronte all’Auditorium, Tony non aveva assolutamente idea di cosa avrebbe detto o fatto. Come in quasi tutte le occasioni della sua vita, si sarebbe lasciato guidare dall’istinto che, avventato o no, raramente sbagliava. Non appena scese dalla vettura e la gente, stipata ai lati della scalinata, lo riconobbe, una tempesta di flash lo raggiunse e una moltitudine di voci accavallate e incomprensibili lo riempirono di domande. Ovviamente il suo arrivo non era passato inosservato – come avrebbe potuto, dopotutto? – e Obadiah uscì per dargli il proprio personale bentornato, nonostante fosse stato contrario alla sua presenza a quella festa.
“Tony! Ma che piacevole sorpresa – tuonò alla sua direzione, stringendolo in un caloroso abbraccio e sorridendogli – non ti avevo consigliato di rimanere a casa a riposare?” gli chiese, preoccupandosi di abbassare la voce abbastanza da non farsi sentire dai presenti. E dai giornalisti.
Ovviamente Stark non gli badò granché, anzi, ricambiò la stretta velocemente e, altrettanto rapidamente scivolò via dal suo socio per raggiungere l’interno dello stabile, dove la festa era già in pieno svolgimento, e senza l’ospite d’onore per giunta.
“Sono la star della serata! Come avrei potuto restarmene sul divano a fare il cruciverba? La gente ha bisogno di me…” sentenziò mentre già aveva varcato la grande porta a vetro del palazzo, regalando sorrisi alla folla e lasciando Stane lì impalato con lo sguardo torvo.
Quando finalmente giunse nella grande sala si guardò brevemente intorno alla ricerca disperata di qualche volto noto. Di quel volto noto. E fu un istante. La vide mentre chiacchierava con un gruppo di persone, sicuramente dipendenti della sua società che neanche conosceva, ma che Pepper intratteneva con eleganza e raffinatezza. I capelli, mossi a regola d’arte, di quel loro candido rosso tenue e delicato, le donavano regalità degna di una principessa e la nuvola di seta blu che le stringeva il corpo longilineo…

“Ma che diavolo mi sta prendendo? Che razza di pensieri vado a fare! Anthony Edward Stark, non fare la frocetta!”

Eppure, anche se tentava di nascondersi dietro la propria spavalderia, non appena gli occhi cerulei – ed emozionati – di Pepper incrociarono i suoi, una poco familiare sensazione di calore mista a un’eccitazione ben diversa da qualunque altro tipo avesse mai provato prima, si propagò nel suo petto detonando con potenza e rendendolo nervoso come poche altre volte nella vita.
La donna si congedò educatamente dagli invitati con cui stava parlando e si avvicinò lentamente a lui. Lo sguardo tradiva imbarazzo, ma anche sorpresa e compiacimento. Forse aveva notato la sua espressione, incantata dalla sconvolgente bellezza di quel corpo accarezzato dalla morbida seta di quel meraviglioso abito?
“Credevo che non sarebbe venuto” nella voce di Pepper sembrò aleggiare una lieve nota sollevata, quando lo disse a bassa voce, quasi fosse un segreto.
“Ho pensato che non sarebbe stata una vera festa in mio onore, senza di me – le labbra della rossa s’incresparono dipingendole sul volto un leggero sorriso – e poi questa è una serata speciale…” disse, lasciando in sospeso la frase per dare il tempo alla sua assistente di capire a cosa si riferisse.
Per un momento lei restò in silenzio, forse per mettere a fuoco quelle parole. Poi sgranò gli occhi azzurri e quella che prima era una flebile smorfia imbarazzata divenne un sorriso pieno e sorpreso. Tony le prese una mano con la propria prima di voltarsi verso il cameriere, che era spuntato accanto a loro dal nulla con un due flûte di champagne e afferrarne uno con quella libera; lo porse alla donna che aveva di fronte e prese anche l’altro calice, alzandolo poi nella sua direzione, invitandola a brindare con lui.
“Non sono molto bravo con le date. Lo sa, vero?” Pepper ancora non fiatava.
“E sono anche peggio quando si tratta di fare regali, sono davvero incapace di scegliere la cosa giusta per qualcun altro… - interruppe la frase, forse nel tentativo di trovare parole migliori -  però questa volta mi sono ricordato del suo compleanno e, beh, sono qui anche perché ci tenevo a farle gli auguri di persona” ammise, continuando a fissarla negli occhi.
Fecero tintinnare i bicchieri, sorridendosi come forse non avevano mai fatto. Lui poteva percepire distintamente l’emozione di Pepper ma, stranamente, non se ne compiacque come avrebbe fatto con qualsiasi altra donna, anzi, ne fu sorpreso, emozionato lui stesso.
Finalmente l’assistente personale di Tony Stark, che era famosa per le sue doti di domatrice di quel cavallo selvaggio che era il suo datore di lavoro, ritrovò la parola e, dopo aver preso un sorso di vino, lo guardò, spogliandosi di quel lieve strato di imbarazzo e assumendo un’espressione scettica, ma divertita.
“Gliel’ha ricordato Jarvis, vero?” gli domandò a bruciapelo.
In quel momento lo sguardo di Tony doveva essere davvero comico perché lei scoppiò in una risata insolitamente argentina.
“Cosa c’è?” il miliardario finse un’occhiata offesa, nascondendo invece un sorriso sotto al pizzetto curato, perché quella donna era davvero sempre un passo avanti a lui. O forse lo conosceva troppo bene; meglio di quanto lui conoscesse se stesso.
“Era improbabile che si ricordasse il mio compleanno, Tony. Non ricorda neanche il suo codice fiscale.”
“Certo che lo so! Cinque!”
Pepper alzò gli occhi al cielo, ma continuava a ridere, aiutata forse anche dalle bollicine di quel vino squisito.
“Ok, ok – ammise infine lui, ormai chiaramente colto in fallo – non ci posso fare niente se, senza lei, non riuscirei neanche ad allacciarmi le scarpe, e un po’ è colpa sua! Lei è troppo brava, troppo efficiente, troppo…” si regalò qualche secondo per studiare ancora la sua meravigliosa assistente, conscio che di lì a qualche minuto avrebbe provato a baciarla, rovinando così il loro rapporto professionale – ma, probabilmente, guadagnandoci qualcosa di più importante.
“Vuole ballare?” da dove gli era uscita quella frase? Perché gli veniva sempre così difficile esprimere i suoi pensieri – a meno che non fossero progetti fantascientifici?
Lei, evidentemente, aveva capito molto prima di lui cosa gli girava per la testa. Era emozionata e parecchio in imbarazzo. Cosa avrebbero pensato gli altri dipendenti delle Stark Industries, vedendola in atteggiamenti così equivoci con il capo?
Quando guardò in quegli occhi scuri e più profondi di quanto avesse mai potuto credere, però, decise che per quella sera non ci avrebbe pensato e, senza proferire parola, si fece stringere tra le braccia e guidare nella danza.
Stavano ancora volteggiando, persi uno nello sguardo dell’altra, quando lei gli sorrise e avvicinando le labbra al suo orecchio gli disse:
“Comunque non è così male nel fare i regali. Questo meraviglioso – e costosissimo – vestito l’ho apprezzato davvero molto. Grazie, signor Stark.”
Ma nessuno dei due immaginava che quella sera avrebbe portato a un regalo inaspettato… e sicuramente molto più prezioso di un abito da sera. 



Note dell'Autrice

Salve a tutti!
Mi scuso sin d'ora se il nostro amato Tony potrebbe apparire un po' OOC. Come mio solito, quando si tratta di lui, sono terrorizzata da morire. Ho sperimentato di nuovo su Iron Man per un contest sul forum di EFP e avevo dei prompt ben chiari da seguire, spero caldamente che questo non mi abbia portata fuori dal binario. 
Spero anche che, nonostante tutto, vi piaccia e che nessuno mi insulti. XD
Scappo!
A presto,

Fair
   
 
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