A
Stratovella e Laylath,
che
attendevano questa ff da secoli
e
per aver commentato/seguito le altre mie ff
con
eccellente pazienza,
soprattutto
negli ultimi tempi.
Scusate l'attesa, spero non vi deluda.
Fra i salici piagenti
Durante
quei pochi
mesi passati insieme, Edward, Greed e le due chimere forzute Darius ed
Henkel
non ebbero molta voglia di parlare fra loro. Non c'era una ragione
valida per i
loro silenzi che si facevano via via sempre più prolungati;
c'era soltanto una
semplice consapevolezza: che non c'era niente di interessante e
concreto di cui
discutere, a parte pianificare la loro strategia nei giorni antecedenti
a
quello della Promessa. Se proprio dovevano tirare
fuori un argomento,
senza dubbio quello era il più gettonato. Al secondo posto
c'erano la smania
dell'homunculus di pretendere tutto, compreso il mondo intero, e le sue
battutacce circa l'altezza e la cocciutaggine di Ed quando si
presentava
l'occasione adatta. Ma erano eventi talmente rari che il giovane
alchimista li poteva
contare sulle dita della mano, fortunatamente.
Le
loro conversazioni,
se di queste si poteva parlare, si limitavano a semplici occhiate colme
di strana
intesa fraterna, quasi si conoscessero da sempre, e a nessuno
dispiaceva
più di quest’insolita sintonia
che si era creata fra loro.
Nemmeno
alle due
chimere, forse quelle che palesavano meno il proprio entusiasmo per
quel
gruppetto praticamente improvvisato. Erano con l'alchimista d'Acciaio
soltanto
per la semplice consapevolezza di non avere un luogo in cui andare. Con
nessuno
scopo, se non quello di sopravvivere ed essere liberi.
Ne avevano
abbastanza dei soprusi di Kimblee, senza contare che non avevano mai
riscontrato
un'indifferenza simile nei confronti dei propri sottoposti.
Quell'uomo
dallo
sguardo di ghiaccio era molto più vicino ad un mostro di
quanto lo erano loro
stessi.
Dal
canto suo,
Greed poteva vantare il prestigioso appellativo di comandante
ed, in
quanto tale, il solo ad aver la facoltà
di tenere unito il gruppo o di
scioglierlo, a suo piacimento.
Agli
occhi di
Edward Elric, l'homunculus sembrava galleggiare in un mondo tutto suo,
nel vero
senso della parola. Taciturno, sempre con la testa fiondata in
chissà quale
pianeta... Gli sarebbe piaciuto sapere che diamine gli frullasse in
testa, e
magari aiutarlo in qualche modo.
Divenendo
il suo
uomo assieme alle due ex chimere di Kimblee, aveva sollecitato la brama
di
potere dell'homunculus, così da invogliarlo ad associarsi a
loro. Se aveva
interrotto tutti i rapporti con gli altri esseri artificiali,
significava che
Greed molto probabilmente in futuro avrebbe vagato in solitudine per
secoli
senza un preciso fine, preso com'era dalla sua insaziabile voglia di
possedere
qualsiasi cosa gli capitasse a tiro.
Questo
Ed non
poteva e non voleva permetterglielo. Era a conoscenza di ciò
che si prova a
rimanere soli, e gli aveva procurato nient'altro che disperazione.
Odiava quel
baratro oscuro da cui non sembrava esserci via d'uscita, e la
consapevolezza
che qualcun altro stava per cadervi, per di più di propria
volontà, lo
tormentava. Non aveva la minima intenzione di lasciarlo in
balìa di se stesso
senza aver prima fatto nulla; ecco perché Ed aveva cercato
di far leva sulla
sua Avidità affinché si unisse al suo gruppo.
Inoltre,
quell'involucro era anche il corpo di Ling, la cui essenza era
intrappolata nel
vortice di anime che componevano l'homunculus.
Da
quel che
poteva vedere stando perennemente con lui, Greed stava mantenendo il
corpo del
principe di Xing magnificamente. L'alchimista non poteva dirsi
insoddisfatto di
quelle premure, seppure fossero interessate esclusivamente al proprio
sostentamento. Tuttavia, che l'homunculus lo facesse per sé
e non per il corpo
di cui si serviva poco importava. Ad Edward bastava non abbandonarlo a
se
stesso, per di più con Ling imprigionatovi all'interno.
“Dovremmo
procurarci altre provviste...” fece notare il ragazzo,
osservando lo zaino di
Darius quasi vuoto.
Quella
sera, si
erano accampati in una radura all'interno di una foresta di salici
piangenti,
nell'attesa di vedere il sole spuntare all'orizzonte. Le cibarie
razionate non
bastavano quasi mai per il lasso di tempo che puntualmente prevedevano,
erano
perciò costretti a recarsi in città a turno, ed
erano proprio le due chimere
quelle che si arrischiavano più spesso. Ciò era
dovuto anche al fatto che gli
altri due componenti di quella squinternata banda di ricercati erano
molto più
in vista rispetto a loro. Edward aveva i capelli e gli occhi oro, in
più era
esageratamente basso per un ragazzo della sua età.
Considerando inoltre la sua
rinomanza ben diffusa in Amestris, sarebbe stato facile identificarlo
anche per
un novellino. Più o meno la stessa cosa si poteva dire di
Greed: i tratti
orientali di Ling ed il suo tatuaggio uroboro sulla mano sinistra
suscitavano
eccessiva attenzione; ne ebbero la prova un sacco di volte, tanto che
Edward
gli aveva anche proposto di indossare dei guanti, se non voleva farsi
individuare
dagli altri homunculus. Lui gli aveva risposto malamente, intimandogli
di non
dargli ordini di nessun genere.
Quelli
che
normalmente sembravano misure precauzionali, erano interpretate da
Greed
diversamente. Ovviamente, Ed non poteva biasimarlo: era stato vittima
della
volontà del Padre e degli altri uomini artificiali tanto
quanto bastava per covare
una serio disprezzo, senza contare che gli avevano mentito riguardo al
suo
passato azzerando la sua memoria, ed era plausibile che ora si
comportasse in quel
modo.
“Hai
ragione,”
appurò il gorilla “dovrei subito uscire allo
scoperto per fare la spesa…”
“No…”
lo
prevenne Ed. “Sarebbe meglio mandarci Henkel... Tu ti sei
già fatto vedere un
sacco di volte in queste settimane. E poi, l'uomo leone
passa molto più
inosservato di tutti noi.”
“Ehi,
sta a me
decidere!” s'intromise Greed alquanto seccato dall'innocente
proposta del
giovane Elric. Permettergli di prendere decisioni significava
attribuirgli
autorità, la stessa che apparteneva solo e soltanto a
lui. Si fece
avanti oltrepassando il giovane, dando a Henkel le medesime istruzioni
che
Edward aveva già impartito.
“Sì,
Henkel!”
esclamò l'homunculus battendo leggermente un pugno sul petto
della chimera
interpellata. “Tu sei quello più indicato per
andare...” concluse con
un'espressione compiaciuta.
Era
convinto che
con quel gesto avrebbe rivendicato la sua posizione di capo in un colpo
solo, a
dispetto di tutti i comandi che
l’alchimista d’Acciaio aveva ordito al
resto del gruppo.
“Mi
raccomando: soltanto
roba nutriente!” si assicurò Edward ad
uno sconcertato Henkel, arrendendosi
rassegnatamente alla scaltrezza di Greed ed ignorando
quell’occhiata di sbieco
che gli aveva rivolto. “E che non ci faccia beccare lo
scorbuto...”
“D'accordo.”
annuì il suo interlocutore prima di addentrarsi nel fitto
fogliame pendente.
Una
volta
sparito alla loro vista, Edward si gettò a sedere sotto
un'enorme salice,
inspirando per qualche secondo l'aria salubre del luogo reso fresco e
dall'odore gradevole grazie alla pioggia precedente, accucciandosi
contro la
base abbastanza robusta.
Spossato,
si
voltò distrattamente in direzione di Darius. Era evidente
che era preoccupato
per il suo compagno chimera. Lo vedeva da come si contorceva le mani e
dal suo
sguardo perso nel vuoto. Lo stesso si poteva dire dell’Avido,
che ciondolava
avanti ed indietro con cadenza nervosa, anche se non mancava di certo
quella
finta noncuranza ben disegnata sul volto. Non poté fare a
meno di domandarsi a
cosa stesse pensando in quel momento; se era in ansia per Henkel tanto
quanto
il compagno oppure se stava rimuginando sul suo passato.
Nel
complesso,
c'era una pace surreale ogni volta che qualcuno di loro abbandonava
temporaneamente il resto del gruppo; ma non era una calma che li
rendeva
nervosi gli uni con gli altri, come se rimanere con solo alcuni compari
avesse
in qualche modo il potere di turbarli. Era più che altro una
sorta di
apprensione nei confronti di chi andava a fare quel tipo di
commissioni, con la
paura crescente di non rivederlo tornare.
In
quei
frangenti, l'ansia di Ed rasentava il senso di colpa. Da quando quei
due lo
avevano aiutato a Baschool, prendendo poi la decisione di disertare
dall'ignobilità dell'alchimista cremisi e di seguirlo, non
si dava pace per ciò
che avrebbe potuto succedere loro se i soldati di Central City
capeggiati dal
loro stesso ex superiore li avessero scoperti insieme a lui. Li
avrebbero
sicuramente catturati e rinchiusi in un laboratorio o, nella peggiore
delle
ipotesi, optassero per ucciderli seduta stante. D'altra parte,
però, erano
stati loro ad addossarsi tutti quei pericoli.
Inoltre,
lavorare tutti insieme era la cosa migliore che potessero fare, data la
situazione.
Fino
a poco
tempo prima non credeva possibile che “l'unione
facesse la forza” senza
la presenza di suo fratello Al, ma ora che aveva con sé
delle creature così
diverse fra loro eppure disposti a combattere l'uno al fianco
dell'altro,
cominciava davvero a pensare che “essere tutti uguali”
non era
concetto di pochi, anzi.
***
Dopo
lunghe,
interminabili ore, trascorse per lo più con pesanti silenzi
che di certo non
aiutavano, finalmente Henkel ricomparve con un quantitativo enorme di
provviste
caricate tutte nella borsa che solitamente portava la chimera gorilla.
Istintivamente,
l’alchimista, l’homunculus e la seconda chimera gli
andarono incontro con delle
espressioni sollevate. Al contrario, si vedeva lontano un miglio che
Henkel era
provato, siccome aveva battuto il sentiero che portava al villaggio
più vicino,
distante almeno dodici kilometri, a piedi. Respirava affannosamente
come se
avesse corso, e gli tremavano vistosamente le gambe. Sebbene avesse una
resistenza fisica molto più alta rispetto ad un normale
essere umano, era
chiaro che era ad un passo dal crollare a terra. Il primo ad
accorgersene fu
Darius, che si affrettò a togliergli il peso dello zaino
dalle spalle,
poggiandolo sullo spiazzo erboso sul quale si erano fermati. Edward e
Greed lo
seguirono con l’intento di aiutare sia lui che la chimera
leone, il primo
sostenendo quest’ultimo per la spalla destra, il secondo per
la parte opposta,
permettendogli di sedersi senza cedere rovinosamente sulle proprie
gambe.
“È
stata una
faticaccia, dannazione…” esclamò mentre
l’homunculus gli porgeva una borraccia,
il cui contenuto, dell’acqua, lo fece riprendere quasi
all’istante.
“Bene,
vediamo
cosa hai portato…” abbozzò Ed, tentato
di curiosare nello zaino. Gli altri si
avvicinarono, per poi elencare la varietà di provviste,
rovistandovi
all’interno, e decidere su cosa potevano rimediare al momento.
Erano
pressappoco le stesse cose che si era divorato Ling qualche settimana
prima,
tranne che per alcune cibarie fresche e quindi ricche di vitamine. Ma
la sua
attenzione si soffermò su un alimento in particolare
contenuto in una bottiglia
dal dubbio colore che fece bloccare ogni suo singolo movimento. Il
ragazzo
biondo tentò di far finta di nulla, ma a tradirlo vi era
quello strabuzzamento
d’occhi che non sfuggì all’Avido.
“Ed,
che ti
prende?”
L’interpellato
si riscosse repentinamente. “Niente,
perché?”
Certo,
niente.
Poteva negare quanto voleva, ma Greed aveva ben inteso cosa
gli aveva
fatto paura, anche se un occhio esterno indubbiamente non si sarebbe
riuscito a
spiegare la ragione per cui era così spaventato davanti ad
un alimento innocuo
come quello. Assunse un ghigno divertito, per poi
provare a
domandarglielo direttamente.
“Che
c'è, hai
paura?” lo provocò.
“Paura
io? Mi
dispiace, non so di cosa tu stia parlando.” asserì
l'alchimista d'Acciaio con
fare convinto e disinvolto. Provò in qualsiasi modo di
sviare il discorso, ma
l’homunculus sembrava essere molto ostinato. Lo poteva vedere
dall’insistenza
con la quale lo fissava, tanto che l’alchimista si vide
costretto a riprenderlo
affinché la smettesse.
“Posso
sapere di
cosa hai paura?” approfondì l'homunculus, se
possibile, ancora più caparbio.
Le
chimere s’interessarono
particolarmente alla strana conversazione che stava avendo luogo fra
loro due,
soprattutto ora che Edward aveva deciso di non aprire più
la bocca. Non
riuscivano nemmeno a comprendere come avesse fatto Greed ad accorgersi
del
cambiamento di atteggiamento del ragazzo, siccome erano tutti
concentrati sulla
spartizione del cibo. Il gorilla si fece ancora
più avanti come se
tacitamente volesse saperne di più, mentre il leone
fece altrettanto,
unendosi al cerchio che gli altri tre avevano creato
tutt’intorno alla borsa
colma di provviste ed accovacciandosi cercando un po’ di
spazio fra l’Avido ed
il suo collega.
“Però…”
incalzò
Henkel “Dovrebbe essere qualcosa di estremamente
spaventoso...”
“Già...
Oppure
sta rendendo la cosa molto più grande di quello che
è realmente.” aggiunse
Darius perplesso.
“Perché
hai
fatto quella faccia non appena hai visto il latte?”
Ora
che si era
svelato l’arcano grazie
all’homunculus, i due uomini per metà animali si
sentirono presi in giro. Molto. Ma quell’episodio diede loro
la spiegazione che
inconsciamente aspettavano da molto, ovvero la risposta al quesito
riguardante
Edward e la sua statura.
Dapprima
Ed esitò
per minuti che sembravano interminabili, sentendo che piccole gocce di
sudore
scivolavano giù dal suo volto senza smettere, ma poi,
balbettando, optò per la
via più facile da seguire.
“Fatti
gli
affari tuoi!!”.
Non
gli venne
nulla di meglio in quel frangente; tuttavia sperava che i suoi compagni
accantonassero quella scomoda verità, riprendendo ad
occuparsi di qualsiasi altra
cosa tranne che di lui e del suo problema.
Greed
assottigliò gli occhi rubino, prendendo poi a guardare i
compagni chimere con
un’espressione che sfiorava un’ovvia intenzione
d’intervenire.
***
“Forza,
Greed! Un
altro piccolo sforzo!”
La
chimera
gorilla stava incitando con enfasi il suo compagno homunculus,
completamente
intento a perseguire il suo fine attuale: far bere il latte a Ed.
Henkel
e Darius
tenevano il giovane Elric saldamente per le braccia, stando ben attenti
a non
farselo scivolare via, mentre Greed cercava di accostare con tutta la
forza di
cui disponeva la bottiglia di latte alle labbra
del giovane alchimista.
Quest'ultimo, con una maschera di puro orrore dipinta in volto, si
divincolava
così energicamente che l'homunculus si ritrovò
costretto a prenderlo per
capelli con la mano sinistra, quella su cui sfoggiava
l’uroboro, così da
potergli bloccare ulteriormente i movimenti della testa.
“Aaaaahhh!
No,
Greed! Così mi stacchi l'antennaaa!”
“E
chi se ne
frega! Ne sarà valsa la pena, non credi?” rispose
l'altro in modo tale da farlo
ragionare.
Con
le facce
contratte per lo sforzo, per poco le due chimere non si guadagnarono
dei
potenti calci all'indietro che il biondo sferrava nel tentativo di
liberarsi
dalla loro morsa, non omettendo di urlare. Peccato che fosse del tutto
inutile.
“Lo
facciamo per
il tuo bene, nanerottolo!”
sbottò esasperato Darius, nel momento in cui
comprese che Ed avrebbe continuato a ribellarsi con tutte le sue forze.
"Già,
non
prendertela a male se vogliamo che tu cresca!"
replicò l'uomo leone
nella medesima situazione del suo simile.
“Fra
tutte,
dico, fra tutte le cose buone di questa Terra, dovevi prendere proprio
il
latte?” sbraitò furiosamente Ed rivolto
all’uomo con i baffi ed occhiali.
“Mi
avevi detto
di prendere soltanto roba nutriente, o
sbaglio?!” La chimera leone stava
seriamente infervorandosi. Aveva fatto tutta quella strada per
raccattare
provviste che non fossero inscatolate e che giovassero il
più possibile alla
salute, ed ora il nanetto faceva storie? Non poteva tollerare un
comportamento
così incoerente da un giovane che fino a quel momento aveva
dimostrato
abbastanza maturità da bastare per tutti loro e che adesso
ritornava a fare il
bambino.
“Ma
perché volete
farmi questo?” protestò il ragazzo in preda
all'isteria mista a collera.
“Per
farti crescere,
poppante idiota!” esclamò Greed mettendoci ancora
più forza in quello che stava
facendo.
“Voi
siete tutti
snaturati!” rimbeccò il giovane Elric, ormai
divenuto paonazzo più per la
rabbia che per lo sforzo.
“Almeno
noi non
siamo bassi!” lo pungolò
ancora l'homunculus con tono strafottente.
Edward
si fermò
di colpo rimanendo completamente attonito, per poi
assumere
un'espressione più che contrariata.
Era
a dir poco furibondo.
Quell'insinuazione
non poteva rimanere impunita.
Era
questo il
pensiero che la mente di Edward formulò appena prima di
ritrovarsi il collo
della bottiglia letteralmente ficcato nella
cavità orale; e quando
realizzò appieno l'azione che quei traditori gli
avevano inflitto, i
suoi occhi si spalancarono, evidenziando tutto il suo sconcerto.
Il
gusto di
quello schifoso liquido bianco gli aveva impregnato la bocca in meno di
un
secondo, facendogli provare un tale ribrezzo in quegli orrendi istanti
che
tutto nella sua mente scomparve all'improvviso, tranne la
consapevolezza che il
latte gli stava letteralmente inondando l'esofago, andando a scivolare
viscidamente giù, verso lo stomaco, dove a breve sarebbe
stato assimilato dal
suo corpo. Interminabili brividi freddi gli percorsero la schiena,
provocandogli dei tremori che a stento sopportava. La testa
cominciò a
vorticargli furiosamente, offuscandogli la vista, ed il suo corpo perse
sensibilità, facendogli saltare tutti i circuiti nervosi e
mandandolo in tilt.
Le
due chimere
si accorsero di tutte quelle reazioni soltanto quando videro le sue
braccia che
si afflosciarono assecondando la forza di gravità, tanto lo
tenevano
saldamente. Gettarono un'occhiata interrogativa in sincrono in
direzione del
volto di Edward, divenuto ora più rilassato, sebbene fosse
stordito. Nel
frattempo, l'homunculus allentò la presa stretta sui suoi
capelli dorati fino a
lasciarli del tutto.
“Ma...
non si
muove più?” chiese Henkel preoccupato.
Per
avere una
risposta da fornire al compagno, Greed gli alzò non proprio
delicatamente il
mento con l'indice ed il pollice, confermando le sue supposizioni.
“È
svenuto.” verificò
l'Avido vedendo che Edward non dava più segni di vita.
“Accidenti,
non
sapevo che perdesse i sensi per così poco...” si
meravigliò l'uomo con gli
occhiali. Guardò Darius con ancora un’espressione
stranita, per poi offrirsi
per prenderlo in braccio.
“Dallo
a me.”
Greed
si mise a
disposizione dell’alchimista al posto del gorilla, facendo
segno ad entrambi i
compagni chimera di gettargli le braccia sulle proprie spalle.
Successivamente,
lui si caricò il corpo esanime dell’alchimista
contro il suo petto, prendendolo
per le cosce.
“Bravo,
bamboccio…” mormorò poi
l’homunculus in maniera atona ad un orecchio del
giovane ormai privo di coscienza, per poi adagiarlo delicatamente ai
piedi di
uno dei tanti alberi che facevano da corona alla radura e coprirlo con
una
calda coperta.
NDA
Finalmente,
questa ff vede la luce (dopo mesi a rimuginarci su)! ^o^
Ieri
sera mi
sono messa d’impegno e l’ho proseguita, non senza
un po’ di tentennamento nel
pubblicarla…
La
verità è che
avevo una paura tremenda di renderla pubblica, per due motivi
principali: il
primo è che trattare di questo quartetto è un
po’ una terra inesplorata per la
stragrande maggioranza. Mi sono resa conto che questo gruppo viene
considerato
pochissimo, ma è anche vero che da’ ampio spazio
alla fantasia date le poche
informazioni (un po’ come il gruppo del Devil’s
Nest).
Nel
manga e
nell’anime viene illustrata la sua formazione fino a quando
non si unisce anche
Greed, e da lì si salta di parecchio, fino alla famosa cena
a Resembool ed al
successivo combattimento contro Pride. Per il resto, buio totale,
tranne che
per un paio di battute scambiate fra loro nello scontro con il piccolo
uomo dell’ampolla.
La
seconda
ragione, invece, è la mia progressiva perdita di
tempo/voglia/ispirazione.
Volendola dedicare a Stratovella e Laylath, avevo il serio timore di
donare uno
scatafascio di proporzioni colossali. Spero vivamente che non sia
così. ^-^’ A
proposito, se volete recensire, fatelo sinceramente.
Dico
fin da
subito che durerà pochissimo, e gli aggiornamenti saranno
abbastanza distanti
l’uno dall’altro (anche se ho già
“pronto” il prossimo capitolo e ho già
un’idea di come finirà), focalizzandomi sui due
miei personaggi preferiti
tralasciando Olivier (io so che voi lo sapete… Ed,
Greed/Ling!!).
Inizialmente
doveva essere una semplice one-shot, ma poi ho scoperto che era molto
più lunga
del previsto, oltre al fatto che volevo dividere certe scene da altre.
A
presto! ;)