Ciao a tutti, prima di lasciarvi a leggere questo primo capitolo, ci tenevo a precisare che è la prima volta che faccio un tentativo pressoché "storico". Per i riferimenti storicimi sono rifatta principalmente al testo “Un giorno nell’antica Roma” di Alberto Angela, più alcuni siti trovati su internet, in particolare questo: http://www.romanoimpero.com/2009/09/romano-impero.html.
La storia non ha alcuna pretesa di veridicità, mi sono limitata a creare un contesto di verisimiglianza, senza tuttavia analizzare ogni aspetto del periodo storico (ad esempio dialoghi e parlata...). Il vero genere sarebbe romance, ma su efp non esiste questa categoria. Mi sono presa alcune libertà, nel corso della trama, come il fatto di indicare il“possesso di concubine” come indice del proprio status sociale. Non sono riuscita a trovare conferma né sconferma di questo consultando le mie fonti, ma siccome mi sembrava un concetto verosimile, l’ho mantenuto. Così come questa, mi sono presa altre piccole licenze letterarie, che confido non balzino troppo all’occhio nel corso della storia; per il resto ho cercato di documentarmi il più possibile!
Un
ringraziamento particolare a OkinoLinYu, che ha ideato questo contest,
queste sono le caratteristiche del personaggio che mi erano state
fornite da lei:
Anagrafe: Innithivei cambiato in Germanica Pollia / schiava romana
Età: 27
Caratteristiche fisiche: pelle chiara e screziata di lentiggini, capelli rossi, occhi nocciola, longilinea e magra
Carattere: intrepida, con un forte desiderio di vendetta, provocatrice, ha paura che i suoi padroni possano ucciderla in qualsiasi momento, doppiogiochista, dolce e materna con i bambini
Background: catturata durante una spedizione in Germania dal generale Claudio Lucrezio Pollio, ne diviene la schiava personale oltre che la sua concubina preferita. La moglie del generale, Tullia Lucina, la detesta e non fa altro che umiliarla, sia in privato che in pubblico. Il nome le viene cambiato in Germanica e vive per dieci anni a Roma.
Prestavolto: Alicia Witt
INNITHIVEI PROMISE VENDETTA
Come non si può spegnere il fuoco con il fuoco, né asciugare l’acqua con l’acqua,così non si può eliminare la violenza con la violenza.
-Tolstoj
1
Avevo
solo diciassette anni, quella notte.
Un
corpo da donna, ma desideri da ragazzina; rossa di capelli - come quasi
tutti tra la mia gente - agile di membra e snella nella corporatura,
focosa come un dardo acceso e combattiva come il guerriero
più tenace.
Ma
non potei fare nulla, quando ci presero. Ci presero tutti, e Innithivei
divenne Germanica e serva, concubina e schiava.
Sì,
questo fu Germanica, per loro:
serva
concubina
schiava.
Ma
Innithivei ardeva ancora illesa nel mio cuore.
Scivolo
fuori dalla mia stanza con cautela, silenziosa come il serpente fra le
rocce. Era piena notte quando Kládíus mi ha
raggiunta e si è addormentato sul mio letto, scordandosi di
rientrare nel suo cubiculum. Questo non piacerà a Tullia
Lucina – non le piace mai – e ciò
significa che io vorrò essere altrove, quando stamattina si
leverà.
La
casa è già in fermento, ma la padrona
impiegherà ore a uscire dalla sua stanza: le schiave
lavorano a lungo, al mattino, sul suo aspetto; Tullia Lucina nutre
l’ambizione di abbigliarsi e acconciarsi non solo secondo
l’ultima moda, ma anche seguendo bizze sue personali che le
consentiranno, un giorno, di essere lei a dettare la moda stessa.
In
silenzio, mi introduco nell’impluvium[1]deserto
e siedo un istante a raccogliere le idee: stamattina Kladius
sbrigherà i suoi affari fuori casa e ciò
significa che mi troverò relativamente libera. Come fare a
impegnarmi senza incrociare i miei passi con quelli della padrona?
-Germanica!
Quando
è Kladius a chiamarmi in questo modo, rifiuto di voltarmi,
ma la voce che raggiunge le mie orecchie è – con
mio estremo sgomento – quella della signora.
Mi
alzo in piedi di scatto e incontro i suoi occhi scuri, indagatori.
Tullia
Lucina non è una donna priva d’attrattive: la sua
figura risulta ancora armoniosa nonostante le tre gravidanze, ha la
pelle olivastra, compatta, occhi espressivi, una chioma fluente e
braccia eleganti. È il naso a danneggiare
l’insieme, un naso decisamente troppo appuntito, una sorta di
piccolo becco che sovrasta le labbra ben modellate e che rende il suo
profilo affilato, sempre un po’ sospettoso.
Ma
non è brutta, no. Solo... ordinaria.
Ordinaria
rispetto alla mia pelle bianca, alla mia criniera infuocata e alle mie
ossa sottili. Tullia Lucina è una donna romana in tutto e
per tutto, mentre io sono... germanica, decisamente. Schiava personale
di Claudio Lucrezio Pollio e preferita tra le sue concubine, delle
quali attualmente l’unica; condizione che mi rende odiosa
alla moglie del padrone... moglie tutt’altro che innocua.
-Germanica,
intendo mangiare pesce, oggi. Recati immediatamente al Foro Piscario[2],
scegli al mercato i pezzi migliori e poi puliscili prima di consegnarli
alla cuoca.
Scuoto
la testa, allibita.
-Signora,
hai una schiava apposita che conosce alla perfezione il mercato e
un’altra in grado di pulire il pesce nel modo più
indicato. Io... non credo di esserne in grado, non saresti soddisfatta
del mio lavoro.
Io non sono la tua schiava!
Tullia
Lucina si morde il labbro e immediatamente comprendo di non avere
scelta.
-Germanica,
esci immediatamente e portami quel pesce ben pulito!
Chino
la testa e soffoco l’odio nella mia gola, mentre obbedisco.
Non ho scelta, Kladius desidera che rispetti sua moglie e che le sia
devota, qualunque sia il prezzo da pagare.
Oh,
la serpe è bene astuta! Andare al Foro Piscario e, in
aggiunta, pulire lucci e orate, significa per me odorare di pesce per
due giorni almeno. Kladius mi starà alla larga e questo non
migliorerà il mio status. Ogni parola, ogni azione di Tullia
Lucina mira a questo: separarmi da suo marito, mettermi in odio ai suoi
occhi o, in alternativa, umiliarmi per semplice gusto di rivalsa.
E
il suo disprezzo è ricambiato. Oh, se lo è!
Mentre
Germanica obbedisce, Innithivei non dimentica.
Nulla.
***
Mi
sono lavata quanto ho potuto e profumata fin quasi a svenire, ma il
maledetto odore di pesce non svanisce. È talmente pervasivo
che, se potessi, me lo strapperei di dosso assieme alla pelle. Il mio
prossimo incontro con Kladius sarà così umilianteche
al solo pensiero mi metterei a piangere.
-Germanica!
Claudia
si guarda intorno, accertandosi che nel peristilium[3]non
ci sia nessun altro – Inni... – prosegue,
più tranquilla – Vengo per conto di mia madre.
Voleva che appurassi che... tu maleodorassi.
-Bene,
appuralo. Cosa ne pensi?
Claudia
si avvicina, prende respiro e storce il naso.
-Hai
addosso un miscuglio terribile di odori, Inni! Pesce e olio profumato
e... essenza di rosa? Mio padre soffocherà, se
cercherà di entrare nel tuo letto questa notte!
La schiettezza di Claudia mi fa sorridere. Ha dieci anni ed
è la primogenita di Claudio Lucrezio Pollio,
nonché l’unica figlia rimasta in casa. Gli altri,
i due maschi, sono stati allontanati per venire educati alle armi fin dalla giovane età.
Claudia era appena nata, quando venni condotta schiava alla casa di
Kladius e, per forza di cose, finì per affezionarsi a me
come a una sorta di zia. Badai spesso a lei, il padrone volle affidare
a me i primi rudimenti della sua istruzione, e questo
comportò il nascere di un certo affiatamento tra di noi.
Certo, tutte le altre concubine scomparivano in un istante, io unica
rimasi come punto fermo nella vita di Claudia.
Infatti,
per lei mi spiacerà. Mi spiacerà eccome, quando
sarò costretta a distruggere questa famiglia.
Vi
stupiscono le mie parole? Già... non credo di avervelo detto.
La
mia famiglia è stata sterminata dall’impero romano
e io, catturata e ridotta in schiavitù, ho sopportato per
anni prigionia e umiliazioni. È chiaro che nutro rancore.
È
naturale che desideri vendetta.
Per
cui, ciò che sta per accadere è questo: molto
presto, a giorni, devasterò la carriera, l’onore e
la vita stessa del mio padrone.
State
un po’ a vedere.
[1 Impluvium:
vasca quadrangolare a fondo piatto, progettata per raccogliere l'acqua
piovana. Si trovava nell'atrio, un locale all'interno di una tipologia
di abitazione (domus) diffusa tra i greci, gli etruschi ed i romani
2]Foro
Piscario: era un'area dell'antica Romain
cui avveniva il mercato del pesce. Si trovava a nord del Foro Romano,
tra la Via Sacrae
l'Argileto.
3]Peristilium: nell'architettura romana, era il portico che cingeva il giardinoo cortileinterno posto al centro della casa, ornato solitamente da alberi da frutto, giochi d'acqua e piccole piscine.