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Autore: ClaireCarriedo    20/09/2013    0 recensioni
La vita ci riserva sorprese ad ogni respiro, una lezione che Raquel non ha ancora imparato nonostante l'età. Un inizio un po' turbolento darà solo il via ad una serie di situazioni imbarazzanti, stupide e comiche.
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" Sì, la vecchia doveva aver decisamente allungato l'occhio verso il contenuto della scatola. La cosa in un certo senso la turbò, ma ben presto le divenne molto utile.
«Li vuole? Altrimenti li butto.»
«Pure che li butti, chi ti fa credere che non proverò a recuperlarli dal secchione. Da' qua.»
E con questo allungò il tutto verso l'anziana signora, che arraffò il bottino quasi leccandosi i baffi – e ne aveva. "
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ES UN CORAZÓN RABIOSO

Capitolo 3

 

«Nessuna domanda è più difficile di quella la cui risposta è ovvia.»

George Bernard Shaw

 

 

 

Non avevo idea sul da farsi.

Lanciargli addosso quello che avevo appena comprato e scappare via, oppure rimanere e vedere cosa aveva ancora da dirmi?
Mai avrei immaginato di rivedere Hector, tanto meno in un posto del genere.
Usando quella curiosità del tutto lecita ed un pizzico di acidità, trovai la forza per dire almeno qualcosa ed evitare di ostentare quell'espressione piuttosto stupida.
«Guarda, guarda. Sei venuto alla ricerca di una nuova penna? Che succede? Non te ne regalano più? Come se ti servissero, tra l'altro.» dissi con fare decisamente stizzito, guardando Hector da capo a piedi.
Volevo sembrare risoluta ai suoi occhi, mi avrebbe dato infinitamente fastidio se lui avesse intravisto in me un minimo di debolezza. Era una soddisfazione che non gli avrei mai offerto.
Lo vidi alzare un sopracciglio segno che la frecciatina era andata a segno. Ma la sua risposta mi stupì.
«Passavo qua davanti con la macchina e ti ho vista entrare. Ho accostato senza pensarci un secondo e ti ho raggiunta. Voglio parlarti.» disse, serrando successivamente la mascella.
Immaginavo che quella era la ragione che lo aveva spinto ad entrare in un negozio del genere, altrimenti non si sarebbe mai presentato di fronte ai miei occhi, ma credevo anche che avrebbe risposto alla mia provocazione.
Continuavo a trovare tante cose incogruenti con l'uomo che avevo amato e quello che avevo di fronte.
In ogni caso, ero stufa di parole inutili. Non sarebbe bastato giustificarsi ancora. Tra noi era finita e non ci sarebbe stato alcun sequel. Mi convincevo difficilmente delle mie azioni, ma sotto quel punto di vista non avevo dubbi.
Mi aveva tradita ed io non avevo mai perdonato un tradimento in vita mia. Con lui non avrei fatto alcuna eccezione.
«Ti fermo subito. Non ho intenzione di continuare a parlare con te.» dissi, facendo un passo lontano da lui.
Nel frattempo la cassiera era sparita da una porta dietro il bancone, doveva aver capito come stava per andare a finire la vicenda, oppure necessitava solo di una postazione più discreta per origliare.
«Smettila di scappare sempre. Ascoltami, Raquel.»
Era serio, ma la sua voce sembrava crinata da qualcosa che non riuscivo a capire e – sinceramente – non mi interessava nemmeno.
«Non sei in posizione di darmi ordini. Ti ho già detto che non voglio ascoltarti. Cosa potrai dirmi di diverso da quello che hai già provato a dire? Credo che sia arrivato il momento di concludere la questione.»
Mi sentivo fortissima. Avevo mantenuto il punto nonostante il mio cuore stesse battendo talmente forte da farmi quasi male nel petto.
Allo stesso tempo, mi affrettai ad allontanarmi definitavamente da lui e superarlo, avvicinandomi alla porta di vetro.
Credevo che la conversazione si sarebbe conclusa con la mia suggestiva frase, ma mi sbagliavo.
«Hai ragione, non posso dire niente di diverso. Ma non possiamo chiudere la nostra storia in questa maniera. Abbiamo passato tanti anni insieme, rompe-...»
Lo interruppì prima che potesse andare oltre. Avevo già la mano sulla maniglia dell'uscita.
«Avresti dovuto pensarci prima. Ormai è tardi.» dissi con il mento alzato e gli occhi socchiusi.
Un'uscita con i fiocchi. Con quella frase avevo definitivamente messo fine a quella ridicola chiacchierata.
Sentivo il potere nelle viscere, anche se il mio cuore non era dello stesso parere...
Feci per voltarmi e spingere sulla porta per aprila.
In quell'istante distrussi tutta la solennità del momento.
Sbattei la testa alla porta di vetro così forte che persino la commessa, spaventata dal rumore, tornò immediatamente al bancone.
Per qualche secondo, rimasi stordita per colpa della botta mentre la mia fronte pulsava di dolore. Poteva essere un'uscita di scena meravigliosa, quasi tragica, se solo avessi tirato la porta invece di spingerla.
Non era proprio il mio giorno.
Sentii ridacchiare alle mie spalle, poteva essere solo Hector ed in quell'istante la rabbia mi fece dimenticare momentaneamente il dolore.
Mi voltai, notando lo sguardo preoccupato ed allo stesso tempo divertito di lui.
«Tutto ok?» mi chiese, trattenendo a stento le risate.
Arrossii di rabbia e mi trovai a rispondere esattamente come avrebbe fatto una bambina piccola dopo essere stata ferita nell'orgoglio.
«Perfettamente! Non mi sono mica fatta male!» mi placai dallo sbuffare stizzita, solo perchè mi resi conto del modo infantile con la quale avevo parlato.
La commessa, dopo essersi resa conto che la situzione non era cambiata, si era intrufolata di nuovo nella porticina dietro il bancone.
«Addio!» dissi, mantenendo quel tono superiore ed uscendo definitivamente dal negozio.
Lo abbandonai là dentro e cominciai a camminare velocemente verso casa, sia per paura che lui volesse provare a seguirmi nuovamente, sia per l'imbarazzo.
Solo quando mi trovai ad almeno un centinaio di metri di distanza da quel punto iniziai a sentire di nuovo il dolore alla testa.
Portai una mano sulla fronte, sentendo il piccolo bernoccolo che stava iniziando a crescere. In una giornata avevo rischiato il trauma cranico tre volte. Troppe persino per me.
Stavo tornando al mio appartamento con l'animo in subbuglio e con la prospettiva di diventare un fantastico unicorno dopo l'ultima botta.
Poteva andarmi peggio?


Sì, ovviamente!
Ma non avrei potuto rispondere con certezza a quella domanda prima di passare una delle serate più sconcertanti della mia vita.


Ero totalmente decisa a riprendermi dalla faccenda. L'avevo portata fin troppo alle lunghe e piangermi addosso non era il mio stile.
Il momento di ricominciare era finalmente arrivato.
Per questo, dopo aver creato un'altra piccola scena per Rami - ispirandomi completamente alle mie vicende ed aggiungendo un fattore un po' irreale: un cuore delle stesse dimensioni dei miei personaggi mentre veniva brutalmente trascinato via dopo essere stato preso al lazo dalla protagonista - afferrai il telefono e chiamai l'unica persona in grado di capire di cosa avevo bisogno.
«Questa sera sei completamente libera, non è vero?» chiesi con enfasi, parlando al telefono con Eldora.
«Mh. Quanto impeto! Dimmi quello che è successo e ti risponderò.»
«Ho sbattuto la testa.» dissi, constatando quanto effettivamente fosse vero.
«Spiegazione plausibile. Dove vuoi andare?» domandò a quel punto la mia amica.
«Ovunque ci sia gente e tanta musica.»
«Un po' troppo generico. Ho capito, sarà una sorpresa. Ti passo a prendere alle 10, ok?»
«Ottimo.» conclusi la chiamata senza nemmeno dare modo ad El di salutarmi.
Ero fin troppo elettrizzata. Non ne conoscevo bene il motivo ma l'idea di riprendere quella vita che avevo in qualche modo accantonato mi faceva emozionare. Avevo capito che uscire dal tunnel della depressione dipendeva solo da me.
Avrei ottenuto almeno quel traguardo.

All'orario stabilito sentii suonare alla porta e come di consueto andai ad aprire.
Non mi ero ancora vestita, aspettavo di vedere in che modo si fosse conciata Eldora, tanto per avere un idea dello stile della serata.
La mia amica aveva addosso un bel vestitino. Lì per lì stentai a riconoscerla, lei non era il tipo da abitini quindi per me fu una totale sorpresa. Tra l'altro le donava tantissimo.
«Non vorrai portarmi a qualche serata di galà, spero!»
«Con un vestito del genere? Penso proprio di no. Andiamo a quel nuovo disco-pub che hanno aperto sulla rambla.»
«Ne sei assolutamente certa? Certissima?»
«Sì, signora! Ora preparati. Le altre due ci raggiungono direttamente là.» disse, chiudendo la porta ed iniziando a spingermi verso la camera da letto.
Ci misi relativamente poco a prepararmi, contando l'aiuto di Eldora che consistette nel vestirmi a forza pur di non fare tardi.
Una volta pronte, arrivammo alla macchina e partimmo.
 

Il disco-pub si trovava nella rambla vicino all'Hard Rock café. La cosa mi tranquillizzò un pochino. Nonostante vivessi a Barcelona da una vita, non mi fidavo per niente delle persone che giravano da quelle parti. Stare vicino Plaza Catalunya significa avere più controlli intorno e sicuramente più pace.
Trovammo subito Freira e Verdad, ed una volta ricompattato il gruppetto ci inoltrammo nel nuovo locale.
La musica era già altissima e dentro era pieno di gente. Per me questo voleva dire solamente una cosa: si comincia di nuovo.
Subito sentii la necessità di muovermi, come se non l'avessi potuto fare per anni. Per questo afferrai le mie amiche e cercai di portarle immeditamente nella mischia.
Eldora e Freira si tirarono immediatmente indietro usando come scusa la voglia di prendere qualcosa da bere al bar, al che le lasciai fare senza insistere ulteriormente.
Io e Verdad iniziammo a ballare vicine, tanto vicine. C'era veramente un mare di gente e non era facile muoversi liberamente, in ogni caso si dimostrò un ostacolo facilmente aggirabile.
Cercai di scaricami, divertirmi il più possibile. Seguivo la musica con i fianchi, con le mani. Talvolta ballando come se non facessi altro nella vita, ed altre volte invece muovendomi come una perfetta cretina.
Le poche volte che volsi lo sguardo al bar, intravidi le mie altre due amiche intente a ridere delle scene comiche che io e Verdad riuscivamo a creare in quel misero spazio.
Dopo una decina di minuti tra la folla, anche io e Ver sentimmo la necessità di prendere qualcosa da bere, quindi raggiungemmo El e Freira.
«Siete già stanche?» chiese quest'ultima, ridendo ed urlando nel mio orecchio.
«Scherzi? Pit-stop, poi si ricomincia. Questa sera non mi do alcun tipo di freno!» risposi, con espressione sicura.
«Così ci piaci!» esclamarono tutte, quasi all'unisono.
A quel punto alzai una mano facendo le corna, tanto per sottolineare la mia determinazione.
Una cameriera si avvicinò ed ordinai un altro giro di drink per tutte. Ero elettrizzata, si poteva vedere a chilometri di distanza.
Verdad, presa da un moto di tenerezza mi picchiettò la fronte con un dito, facendo inevitabilmente contorcere il mio viso in un'espressione di dolore. Il bernoccolo era sempre in agguato, anche sotto il trucco.
«Eppure non ho fatto forte.» mi disse, stupita.
«Non è colpa tua. Ho avuto un frontale con una porta, nulla di serio.»
«Allora la testa l'hai sbattuta davvero.» disse, ridendo, Eldora. Si ricordava della chiamata di quel pomeriggio.
«Te l'avevo detto.»
In quel preciso istante arrivarono i nuovi drink e, dopo un solenne brindisi, bevemmo tutto molto velocemente.
Ero sicura di avere lo stomaco pieno, eppure l'alcool mi fece subito effetto iniziando a farmi girare appena la testa. Niente di preoccupante, ma inizia immeditamente a chiacchiare senza riuscire a fermarmi.
«Ah! Non ve l'ho detto! Oggi ho rivisto Hector il Terribile!» dissi, ridacchiando più con me stessa che della frase appena pronunciata.
Le altre rimasero in silenzio, lanciandosi sguardi interrogativi tra loro.
«Pensate » continuai « voleva parlarmi, deve pensare che io sia distrutta. Ma sapete che vi dico? Questa sera rimorchio un bel ragazzo e gli faccio vedere chi è tra noi due quello distrutto!»
L'effetto immediato del drink era già passato, ma ormai avevo sciolto ogni tipo di freno.
Iniziai a guardarmi intorno, cercando con lo sguardo un bel ragazzo con la quale avere un approccio.
Tutto questo accadeva sotto gli sguardi sconcertati delle mie amiche. Credevo fossero felici di vedermi di nuovo piena di vita, oppure dovevo sembrargli davvero disperata (non avrebbero avuto tutti i torti).
«Raquel, perchè invece non lasci perdere e ti godi la serata?» chiese Eldora, prendendo finalmente la parola dopo il mio delirio.
«Lo sto facendo! Non sto cercando un nuovo compagno, voglio solo giocare un po'.» le dissi, guardandola e ridacchiando.
«Allora sceglilo bene, mi raccomando!»
Doveva aver capito le mie intenzioni, lo dedussi dal sorrisetto d' intesa che mi rivolse. A quel punto guardai anche le altre, entrambe si dimostrarono comprensive. Quanto le adoravo!
Tornai a guardare tra la folla con lo stesso sguardo di un cane da caccia.
«Questa sera ne cerco uno biondo! Sono stufa di uomini dai capelli scuri.» affermai, continuando a setacciare il luogo.
Finalmente scorsi una chioma bionda tra la gente. Studiai il soggetto ancora un po' prima di constatare che si trattasse di un bel ragazzo.
Soddisfatta, mostrai un sorrisetto sadico e presi un bel respiro.
«Trovato!»
Indicai il ragazzo, senza farmi troppi problemi.
«Vado, l'ammazzo e torno!»
«Aspetta un attimo, non è il caso.» mi disse improvvisamente Freira, avvicinandosi al mio orecchio per farsi sentire meglio senza dover urlare.
«No, no. Non aspetto. Io vado.»
«Guarda che ti conviene lasciar perdere con quello là.» ribadì Verdad.
«Dalle retta.» aggiunse Eldora.
«Lasciate fare. Ormai ho deciso.»
A quel punto partii, nonostante ancora riuscivo a percepire le lamentele delle altre alle mie spalle. Continuavano a dirmi di non andare, ma non capivo e non volevo soffermarmi a pensarci.
Con qualche difficoltà, mi inoltrai di nuovo nella pista da ballo. Per passare tra la gente, senza essere presa a male parole, mi trovai costretta a ballare. Passai in mezzo a coppiette, a ragazzi che tentavano disperatamente di abbordare la ragazzina di turno. Questo fino a che mi trovai a pochi passi di distanza dal ragazzo che avevo “selezionato”.
Di nuovo, presi un bel respiro, puntai il mio sguardo verso il mal capitato e mi feci avanti. Vedendolo da più vicino potei notare quanto effettivamente fosse delicato: capelli corti e biondo cenere, un bellissimo sorriso e la pelle rosea. Il perfetto principe da fiaba.
La scoperta mi spinse ad avvicinarmi oltre.
Ero quasi arrivata a toccargli la spalla quando lo vidi abbracciare il ragazzo accanto a lui per poi accoglierlo con un bacio appassionato sulle labbra.
In quell'istante entrai nuovamente in stand-by, mentre riuscivo a percepire l'imbarazzo che faceva un'altra volta capolino.
Potevo già immaginare le risate divertite delle ragazze vicino al bar.
La mano che avevo alzato per poter sfiorare la spalla del tipo si strinse in un pugno, abbassai la testa e feci un passo indietro con una smorfia sconfitta.
Capii solo in quel momento gli avvertimenti delle altre e mi diedi della stupida per l'impeto con la quale ero partita alla conquista.
Continuava a non essere la mia giornata, ma se non altro in quell'occasione ero riuscita a non farmi male fisicamente.
Decisi quindi di tornare indietro e, passata la vergogna iniziale, ripresi a ballare senza motivo mentre facevo il percorso a ritroso.
Mi trovai di nuovo accanto alle mie amiche , atteggiandomi come se non fosse successo assolutamente nulla.
«Ma guardala!» disse Verdad, nonostante stesse ancora ridendo di gusto.
«Non balliamo? Su, su!»
Continuavo a muovermi a ritmo di musica. Nella mia mente avevo già rimosso la figuraccia, non volevo pensarci troppo, come al solito.
Andammo tutte a bordo pista, inziando a scatenarci. Mostrammo le nostre mosse speciali (o meglio ridicole) divertendoci come non facevamo da tempo.
 

Ero libera. Completamete libera e stavo bene con me stessa. Avrei voluto che quella giornata (con tutte le sue figuracce) non finisse mai.


_____

Angolino dell'autrice:

E dopo non so quanto tempo di attesa, ecco finalmente il terzo capitolo di Estupida en Amor. Ho avuto qualche problemino con il nuovo editor, ma spero che il capitolo sia ugualmente comprensibile.
Allora, sorpresi? Immaginavate già chi fosse la persona che Raquel incontra all'improvviso?

Avrete notato il continuo susseguirsi di gaffe, oserei dire di routine per la nostra protagonista. Finalmente, però, si è ripresa. A chi piace leggere di qualcuno che si strugge continuamente per una relazione ormai finita? Nessuno, credo.

Cosa ne pensate? Fatemi sapere il vostro parere!! Sono tutta occhi\orecchie~

Di nuovo, per ogni tipo di contatto (oltre ad EFP) potete trovarmi a questi link:

Fb - https://www.facebook.com/clairecarriedo.efp
Pagina personale - https://www.facebook.com/pages/-Soy-ciego-y-nada-s%C3%A9-pero-preveo-que-son-m%C3%A1s-los-caminos-/416108975143232?fref=ts

Nella pagina sono presenti i presta volto dei protagonisti e, man mano, anche i volti delle “comparse da capitolo”.

Pace e amore
Claire~

   
 
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