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Autore: tearsdownyourface    21/09/2013    2 recensioni
Liam ha sorpassato leggermente la fatidica soglia dei quaranta. Ci si aspetterebbe un gran party con tanta gente e amici.
E sei invece Our Kid lo passasse da solo? O quasi...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Gallagher, Noel Gallagher
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In quarantun'anni della mia esistenza non ho mai passato un compleanno così triste.
Sono sempre stato abituato a passarlo con un sacco di gente: amici, parenti, conoscenti...
Quest'anno invece mi ritrovo fottutamente da solo.

Nicole, mia moglie, o meglio, dovrei dire quasi ex moglie, dopo aver scoperto della mia notte di fuoco con quella giornalista, ha preso i bagagli, mio figlio Gene, e se ne é andata. Ho provato a chiamarla mille volte, a implorare perdono, ma la cazzata l'ho fatta, ed é stata una cazzata madornale, oltretutto. Ma che cazzo ci potevo fare se quella sera ero fottutamente ubriaco? Era una serata no, ripensavo ai miei momenti con gli Oasis, i bei tempi, e intanto l'alcool mi sorreggeva, mi faceva compagnia.
Penso sempre che sia la mia ancora di salvezza, in grado di risolvere i miei problemi, quando invece ne é solo l'artefice. Infatti, la giornalista del giorno prima era nel mio stesso locale, un paio di tequile, qualche drink, e, incapace di ragionare, mi ritrovai nel suo letto, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Il giorno dopo neanche me lo ricordavo di averlo fatto, la stronza mi disse che mi aveva ospitato a casa sua (poiché ero troppo ubriaco), e che aveva perfino dormito sul divano. Poi, diciotto mesi dopo, ricompare con una figlia di nove mesi e mi manda a puttane il matrimonio.

Lennon é con sua madre, ha fatto apposta a portarlo a Disneyland per il week-end, in modo che non potesse passarlo con me. Il mio Lennon. Dio se é cresciuto, me lo ricordo quando era piccolo, così piccolo d'aver paura di fargli male se lo stringevo troppo.
Quando l'altra sera mi ha chiamato e mi ha chiesto: “Papà, so che stai passando un brutto momento e che sabato é il tuo compleanno, ma la mamma mi ha proposto di andare a Disneyland per il week-end, posso andare? Ma se non vuoi, resto con te!” mi ha fatto sciogliere il cuore. Un ragazzo di quattordici anni, che avrebbe rinunciato ad andare a Diseyland per far compagnia al proprio vecchio il giorno del suo compleanno, é una cosa bellissima. Non me la sono sentita di dirgli di no, anzi, gli ho detto che se non mi avesse portato un souvenir, l'avrei diseredato seduta stante.

Mia madre e mio fratello Paul sono andati in Irlanda a trovare dei parenti (non so neanche quali, a dir la verità). La mamma ci teneva così tanto a tornare nel suo luogo di origine, e, visto che l'età stava avanzando, voleva tornarci ora che era ancora in forma. Naturalmente le dispiaceva partire per il mio compleanno, ma aveva già organizzato tutto tempo prima che uscisse fuori questo casino. Voleva annullare il viaggio, ma gliel'ho impedito. Non ho più dieci anni, so stare da solo, anche se non lo sopporto.
Però ha trovato il tempo per tenermi al telefono un'ora per farmi gli auguri e raccontarmi della sua vacanza, che sarebbe durata ancora una settimana.

Gem, dopo il grave infortunio subito ad agosto, sta trascorrendo un periodo di convalescenza in Scozia, in una rinomata clinica specializzata in cure fisioterapeutiche.
Mi ha mandato comunque un messaggio: “Anche se sono lontano, ti sono sempre vicino. Vedrai che tutto andrà bene! Tanti auguri vecchietto, ti voglio bene. PS. occhio ai capelli grigi ;) Gem”. Quell'uomo é fantastico, il mio migliore amico! C'é sempre stato nei momenti più brutti: quando avevo appena divorziato da Patsy, quando mia madre era stata male, quando gli Oasis si sciolsero mi rimase fedele, e c'era anche adesso.

Gli altri membri della band sono in Germania, a rilasciare delle interviste per BE. Non me la sono sentita di andare dopo lo scandalo, avrei rischiato di parlare della mia cazzo di vita privata al posto dell'album, quindi ho preferito evitare.

Quindi, in fin dei conti, sono solo. Strano da dire, eh? Una rockstar conosciuta in tutto il globo, milioni di fan che mi fanno gli auguri su facebook e su twitter, eppure io mi sento fottutamente, inesorabilmente solo.

Che poi dico, é solo un cazzo di compleanno, un giorno come un altro. Eppure il fatto che nessuno sia qui con me, mi mette addosso una tristezza assurda.

Vorrei che lui...no niente, lascio perdere.

Si, insomma, vorrei che lui fosse qui. Ormai sono quattro anni che non festeggio un compleanno con lui, dovrei averci fatto l'abitudine, no?

E invece no. Non me la sono fatta la cazzo di abitudine, come potrei? Ricordo troppo le feste stratosferiche che facevamo nei locali, tantissime persone, alcool, droga (non che me ne dovrei vantare), ma quelli si che erano dei fottuti party! E invece che farò stasera? Probabilmente guarderò un film e andrò a dormire. Che figata....

Mentre mi cucino un po' di pasta (uno degli unici piatti che so preparare) il cellulare sul bancone comincia a squillare, mostrando sul display un numero che non vedevo da troppo tempo. Lascio cadere il cucchiaio colmo di sale per terra e afferro il telefono il più velocemente possibile, per paura che il mittente possa riattaccare prematuramente.

-Pronto?- rispondo titubante, non credendo che tutto questo stia succedendo davvero.

-Ehi, ciao...sono Noel.- mi saluta timidamente.

-Sì, lo so...ho visto il numero.- affermo altrettanto titubante

-Già, lo immaginavo...-

Silenzio.
Un silenzio che dura troppo. La conversazione é già finita?

Fa strano pensare che una volta parlavamo come se niente fosse, per ore e ore scorrevolmente, mentre adesso neanche sappiamo che cosa dirci.
-Volevo sapere... si, insomma...come stavi...- mi dice con un sussulto, talmente piano che qualche anno fa l'avrei mandato a cagare e preteso che parlasse più forte, ma adesso non mi sembra il caso.
-Sto bene, grazie.- mento spudoratamente, tanto non può capirlo, non vede la mia faccia rassegnata.
E invece no, lui capisce lo stesso.
-Sicuro? Non ci credo.- ora é un po' più autoritario, sta rientrando nel suo ruolo in fretta....
-E invece é così.- insisto infastidito. È sempre lo stesso stronzo.
-Come vuoi...- il suo tono ritorna esitante.
Ma che cazzo succede?
-Perché mi hai chiamato?- domando un po' seccato. Insomma, dopo quattro anni che non ci sentiamo questo é tutto quello che ha da dirmi? Originale, se non altro...
-Ho letto le notizie sui giornali, non che io credi a ciò che dicono, ma Nicole ha chiamato Sara e quindi...-
-Quindi hai chiamato per farmi la predica?- alludo schietto.
-No, volevo....oh, lascia stare.-
-No. Lascia stare il cazzo! Dimmi che cosa volevi.- sto cominciando ad innervosirmi, e deve ritenersi fortunato che c'é una cornetta del telefono ed un'intera città a dividerci, se no a quest'ora gli avrei già mollato un cazzotto.

-Volevo solo sentire la tua voce.- confessa, con un filo di imbarazzo. Scommetto tre birre che é anche rosso in faccia.
Le sue parole, tuttavia, non fanno a meno che colpirmi.
Non so neanche cosa rispondere: grazie? Anche a me ha fatto piacere risentire la tua? Nel dubbio, rimango in silenzio.
-Senti, lo so che le cose tra noi non vanno bene- continua lui – ma nonostante tutto, sei mio fratello. E starò sempre dalla tua parte.-
-Ah si? Stavi anche dalla mia parte quando hai deciso di abbandonarmi?- domando sarcastico.
-Non ho abbandonato te! Ho abbandonato la band, il lavoro...- si giustifica.
-Quello non era un semplice lavoro, era la nostra vita!- esclamo adirato.
-La musica é la nostra vita, indipendentemente dall'essere famosi o meno. Quando ho abbandonato gli Oasis non devi vederlo come un abbandono personale nei tuoi confronti.-
-E allora la frase che hai detto? “Non potevo lavorare con Liam un giorno di più”, come me lo spieghi questo, razza di stronzo?- inveisco furibondo, tirando un calcio al cucchiaio di sale caduto a terra precedentemente.

-Calmati Liam, cazzo. Dissi che non volevo più lavorare con te, ma non ho mai detto che non volevo più sentirti, o rivederti. É diverso!- mi spiega alzando la voce.
-Perché cazzo vuoi sempre aver ragione? Ti stai arrampicando sugli specchi con questa scusa del cazzo. Sono quattro anni che non ci sentiamo e vediamo. I motivi non sono solo professionali, dillo che ti sto sulle palle e finiamola qui. Se hai lasciato gli Oasis unicamente perché non potevi lavorare con me, allora perché non siamo rimasti in contatto? Perché non mi hai mai chiamato e chiesto come stavo? Troppe domande, Noel, sai darmi delle risposte soddisfacenti?-
-No.- confessa lui tranquillo -Non lo so perché in questi anni non ci siamo mai sentiti. Davvero, non lo so. Non sai quante volte sono stato sul punto di telefonarti, o di venirti a trovare, ma poi alla fine non l'ho mai fatto. Ma adesso sento il bisogno di farlo, perché questo per te é un brutto momento, ed hai bisogno di me.-
-Che cazzo di presuntuoso di merda. Ma chi ti credi di essere? Guarda che sono finiti i tempi dove ti consideravo il mio idolo, quello da imitare. Non ho proprio bisogno di te, in quattro anni me la sono cavata benissimo per i cazzi miei, che credi? Noel Gallagher: il messia é arrivato per aiutare il fratellino nei guai. Grazie tanto, ma me la sbrigo da solo.-

Non ribatte subito, si é ammutolito. Per una volta ho avuto l'ultima parola, non sa cosa rispondermi, e ci godo parecchio.
Era da anni che volevo dirgli tutto, sfogarmi una volta per tutte. Ero stanco della sua autorità, di essere considerato un ragazzino capace solo di fare casino e di non combinarne mai una giusta. Però, sotto sotto, e questo mi costa ammetterlo, davvero non ne combino una giusta, e Noel era sempre li, anche se di malavoglia, ad aiutarmi. Ma adesso devo cavarmela da solo, non voglio il suo aiuto, soprattutto dopo quattro anni in cui ne sono stato senza. E poi che aiuto potrebbe mai darmi in questa situazione? Vorrebbe scrivere una canzone e intitolarla “Nicky forgive our kiddy”? Ma per favore!
I miei pensieri vengono interrotti dalla sua voce rauca:

-Mi dispiace Liam. Sono stato uno stronzo ad andarmene così e non averti più rivolto la parola, mi sento una merda. Vorrei solo che le cose tornassero come una volta. Se non vuoi il mio aiuto e non hai bisogno di me, va bene. Ma possiamo almeno tornare ad essere fratelli? Mi manchi, e il fatto che tra di noi si sia causata questa situazone mi fa stare male. Possiamo dare una possibilità alla pace e ricominciare da capo?-

Ha citato le parole delle mie canzoni. Don't brother me e Start anew. Quelle canzoni scritte apposta per lui, composte durante le notti insonni a pensare a quello che eravamo un tempo, e che non siamo più. Quelle canzoni scritte a cuore aperto, tutto quello che provavo e sentivo, racchiuso in quelle parole e in quelle melodie. E lui le ha ascoltate. Ha ricevuto il messaggio, e adesso mi sta rispondendo. Ci sta, sta acconsentendo, approva.
-Noel...davvero? Sei sicuro?- chiedo come se fossi un cazzo di agnellino.
-Solo se tu lo vuoi, la scelta sta a te. Se non vuoi più vedermi ti capisco...-
-No!- grido pensando che stia per riattaccare -Cioé....insomma, sì, potremmo ricominciare. Abbiamo tante cose da dirci e da risolvere, ma ce la possiamo fare.-
-Prendo una cassa di birra e vengo da te?- propone, anche se non lo vedo posso percepire il suo sorriso.
-Andata!- concordo.
-Ah, a proposito...tanti auguri fratellino!- mi dice allegro.
-Grazie. Allora ti aspetto.- ci salutiamo e appendo.

Noel sta venendo a casa mia, dopo anni che non ci aveva più messo piede. Stiamo per risolvere, per ricominciare, non posso che essere al settimo cielo.

Devo dire, che dopotutto, questo é in assoluto il compleanno migliore, e Noel, come sempre, mi ha fatto il regalo più bello. Quello che aspettavo da quattro anni.



ANGOLO AUTRICE:
Dedico questa storia, anche se non la leggerà mai, e probabilmente, anche se lo facesse, non capirebbe niente, a Liam.
Grazie per avermi fatto da sottofondo in tutti questi anni, nei momenti belli o brutti mi basta ascoltare la tua voce e sto decisamente meglio! Non cambiare mai perché piaci così come sei, con quella tua arroganza e quella tua tesa dura.
Tanti auguri Our Kid!

  
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