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Autore: Son of a preacher man    21/09/2013    3 recensioni
“Le donne sono fatte per essere amate, non per essere comprese”
- Oscar Wilde
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Le donne sono fatte per essere amate, non per essere comprese
                                                        - Oscar Wilde
 
Rimango a giochicchiare col mio bicchierino rosso per qualche minuto, senza smettere di fissarla.
Non faccio apposta a finire in questa penosa condizione ogni benedettissima sera.
Cioè, è da un po’ di notti che mi siedo su questo logoro divanetto, utilizzato da chissà quante generazioni, a osservare quella stangona dimenarsi come una posseduta, inghiottendo un drink dopo l’altro.
Non so cosa sia ad attirare la mia attenzione.
Forse i suoi lunghi capelli rossi che oscillano da una parte all’altra del suo cranio, come una manciata di spaghetti di una di quelle famose lotte col cibo, in quei film americani di serie B.
O magari quelle sue perfettissime gambe. Così slanciate, lunghe; contenute in calze nere e un vestitino a fiori, decisamente inappropriato per un locale. Dagli sguardi che gli concede il resto dei presenti, però, quella inappropriata sembra proprio lei.
La maggior parte della gente la osserva per i suoi movimenti estremamente energici, accompagnati da alcuni urletti, che la musica del locale riesce ad allentare.
Di primo impatto sembra una pazza disperata, ne sono consapevole.
Ma ai miei occhi è molto di più di questo.
È una povera ragazza che cerca di disintossicarsi dalla velenosa immagine che gli altri le hanno affibbiato. Non riuscendoci.
Sento una gelida mano aggrapparsi violentemente alla mia spalla destra.
- Lasciala stare quella, la conosco. – mi consiglia James, sedendosi di fianco a me e stravaccandosi.
- Sa divertirsi, questo è certo.
- È una problematica, altroché!
Appoggia il pacchetto di sigarette sul divanetto, mentre la rossa cade a terra in mezzo alla pista.
Nonostante ciò, rimane infermabile.
Dopo essersi rialzata, ricomincia a far danzare ogni minimo muscolo del suo organismo, come se niente fosse successo.
Chiudendo gli occhi, ondeggiando a ritmo e non preoccupandosi della gente che la attornia minacciosa.
- Viene alla nostra scuola.
- Si mette a urlare anche in mezzo al corridoio, sai? Tira degli acuti da paura. – continuo poco dopo, cominciando a realizzare.
Ecco ciò che attira la mia attenzione.
Il contrasto.
Voglio dire: quell’aspetto angelico, elegante... in contrasto con un’anima malinconica, arrabbiata.
È la reincarnazione di un qualcosa di spaventosamente potente.
Ovvio, terrorizza anche me, ma non posso giudicare solo tale aspetto.
Perché tra tutte le altre qui presenti, il sottoscritto sceglierebbe lei.
Sceglierebbe la sua voglia di muoversi, ballare e cantare... di sfogarsi, scacciare i cattivi pensieri e resistere tutta notte.
- Ehy, tesoro, un altro Jack’s! – urla al barista, ridendogli in faccia, prima di inciampare con nonchalance su uno sgabello, poco distante da noi.
Non si direbbe mai che il demone dentro di lei sia di dimensioni così epocali, una volta vista in mezzo al corridoio.
Quando la vedo passarci, tenendo in mano i suoi libri con quell’aria timida, impacciata e tranquilla, non penserei mai di ritrovarmela in un locale la sera stessa, a sfollare come una forsennata.
Mi guarda, insospettita.
Ha ormai compreso che la fissavo ininterrottamente da ore.
James si avvicina all’orecchio, sussurrandomi qualcosa.
- Lasciala stare, amico. Lei è Florence Welch. E’ tutta fuori quella.
   
 
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