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Autore: juls_angel    21/09/2013    10 recensioni
"< Allora, Harry Styles, ci conosciamo? Siamo per caso stati a letto insieme e non mi ricordo chi sei o- >
< No, no. Io...Sei Louis, giusto? >
< Cos’è, sei uno stalker per caso? > interrompe nuovamente il suo balbettio confuso
< No. > risponde fermamente Harry, per poi chiarire < Ho chiamato per l’annuncio, quello per l’appartamento > "
[..]
"Ma ogni volta che Louis lo abbraccia o gioca con i suoi capelli o dormono insieme a Harry torna in mente quello che ha provato al locale. Solo che adesso si sente così continuamente: si ritrova sempre più spesso a pensare che Louis sia bellissimo, o a volerlo accanto ogni momento della giornata, o a sognare di baciarlo e non solo…E questa cosa lo sta facendo impazzire. Louis è il suo migliore amico, e lui non è gay, e quindi non può, proprio non può, piacergli Louis…"
...o dove Harry che va a Londra per studiare ed è costretto a dividere l'appartamento con Louis, che si da il caso che sia uno studente, uno spogliarellista, e che sia molto gay...E forse Harry scopre di non essere così etero come pensava.
[Pairing: Larry Stylinson]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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We can run down the street
With the stars in our eyes
We can tear down this town
In the dark of the night
Just open the door
We’ve got time on our side
We can make it out alive
Hey we’re taking on the world
I’ll take you where you wanna go
Pick you up if you fall to pieces
Let me be the one to save you
Break the plans we had before
Let’s be unpredictable
Unpredictable-5 Seconds Of Summer
 
Harry fissa sorpreso la segretaria dell’Università, la signora anziana con i capelli raccolti in un severo chignon, gli occhiali appoggiati sulla punta del naso e un’espressione annoiata sul viso.
< Come sarebbe? Io credevo che- >
< Mi dispiace Mr. Styles, ma i termini della sua Borsa di Studio erano chiari. Le spese del dormitorio non sono comprese, ma solo quelle dei libri e delle lezioni principali, anche i corsi extra dovrà pagarli lei > gli spiega pazientemente, alzando a stento lo sguardo dai fogli che ha davanti
< Io- >
< Era tutto specificato nei fogli che abbiamo spedito > ripete la segretaria annoiata. “Quelli che non ho letto” pensa Harry “Merda”.
< Okay, di quanto stiamo parlando? Cioè, quanto costa la camera e- >
< 600 al mese > risponde sbrigativa,
< 600? > chiede stupito, spalancando gli occhi e fissandola. Non può permettersi di spendere tanto, sì, forse il primo mese potrebbe farcela, ma anche trovandosi un lavoro dovrà comunque mantenersi, pagarsi il mangiare, il bucato, le varie spese…Non ce la farà mai.
< Senta Mr. Styles, mi dispiace ma era tutto specificato, quindi se non le dispiace, sta bloccando la fila > lo liquida la donna.
< Mi scusi > mormora, spostandosi  e lasciando il posto a una ragazza mora, che prima di rivolgersi alla segretaria gli lancia un’occhiata scocciata.
Harry afferra il borsone e la valigia ed esce dall’edificio.
E’ nei guai. Grossi guai. Ed è tutta colpa sua. Quando alla fine del liceo aveva vinto la Borsa di Studio per l’Università di Giurisprudenza di Londra non aveva esitato un attimo ad accettarla, e non si era preoccupato troppo della pila di documenti che erano arrivati. Ne aveva letto solamente la metà, prima di decidere che erano troppo noiosi e inutili e lasciarli ad accumulare polvere sulla scrivania. Quell’Università era il suo sogno da anni, e sicuramente non si sarebbe fatto scoraggiare da qualche documento di troppo. Voleva solo partire.
Non che a casa non si trovasse bene, anzi. Ha un rapporto fantastico con sua madre e va d’accordo con Robin, il suo compagno, per non parlare delle sue sorelle, Gemma e Samantha, che lui adora, solo che…Non lo sa neanche lui, di preciso. Sa solo che si è sempre sentito come se Holmes Chapel non fosse il suo destino, come se quella piccola cittadina lo intrappolasse e dovesse andarsene, vivere altrove e cercare la sua strada, non accontentarsi. E così ad Agosto aveva salutato la sua famiglia, lasciando sua madre e Gemma con le lacrime agli occhi, mentre sua sorella gemella Samantha lo guardava male, ripetendo < Non ci posso credere che mi lasci in questo buco da sola, me la paghi Harry > prima di abbracciarlo stretto, scompigliargli i capelli e costringerlo a giurare di chiamarla ogni giorno.
E quindi sicuramente non tornerà a casa, non dopo aver passato gli anni del liceo impegnandosi per avere buoni voti e ottenere così la Borsa di Studio, però è qui da, quanto? Tre ore? E ha già capito di aver combinato un casino.
Prende un bel respiro e cerca di pensare a mente lucida. Per qualche settimana può permettersi di stare nel dormitorio, ma se continuerà a vivere lì dovrà chiedere dei soldi a casa…Però non vuole essere un peso per loro. L’alternativa è trovarsi un lavoro, e magari un’altra casa, un appartamento da dividere con qualcuno, un altro studente magari, qualcosa di più economico e che possa permettersi.
Alla fine decide di stare nel dormitorio per due settimane, durante le quali frequenta le lezioni e quando non studia in biblioteca o assiste alle lezioni cerca un lavoro e una casa. Ogni giorno compra il giornale e cerca gli annunci di appartamenti in affitto o di lavori part-time. Ma le cose non vanno esattamente come aveva previsto, anzi, vanno decisamente male. Viene assunto in un bar in cui lavora duramente e per una paga minima, per così poco che riesce a malapena a pagarsi il pranzo e la cena; ma è comunque meglio di niente, e quindi continua a servire caffè, a sorbirsi le provocazioni di ragazze troppo truccate e mezze svestite-decisamente non il suo tipo-, e a pulire i pavimenti, che immancabilmente si sporcano due minuti dopo che lui ha passato lo straccio. Con gli appartamenti va anche peggio, se possibile: ha chiamato almeno cinque persone che negli annunci parlavano di case spaziose, o con una bella vista, o in una buona zona, ma la migliore tra le proposte era stata un appartamento che puzzava di muffa, anche se in confronto all’odore di alcool e di sudore del proprietario-e possibile coinquilino-era quasi accettabile.
Allo scadere delle due settimane l’ultima alternativa che gli rimane è l’annuncio che ha trovato su internet di un ragazzo che scrive di avere un “appartamento di 50metri quadrati, due camere da letto, un bagno, una cucina e un salotto. Prezzo trattabile, zona sicura”. E così Harry finisce di fare le valige, sotto lo sguardo annoiato del suo compagno di stanza-con cui Harry ha parlato letteralmente due volte- perché quella è l’ultima sera che può passare al dormitorio prima di doversene andare; esce dalla stanza, si siede sotto un albero del parco del campus e chiama il ragazzo in questione, incrociando le dita speranzoso. Il telefono squilla a vuoto, e Harry sta quasi per riattaccare, quando una voce squillante risponde
< Merda—Cioè, pronto? >
< Ehm, sì, ciao, mi chiamo Harry, Harry Styles e- > balbetta Harry
< Aspetta > lo interrompe il ragazzo. Harry sente dei passi in lontananza e qualche secondo dopo il ragazzo aggiunge < Ora va meglio, adoro le acustiche dei teatri, ma in certi casi il rimbombo è davvero fastidioso > Harry non replica e il ragazzo mormora < Allora, Harry Styles, ci conosciamo? Siamo per caso stati a letto insieme e non mi ricordo chi sei o- >
< No, no. Io...Sei Louis, giusto? >
< Cos’è, sei uno stalker per caso? > interrompe nuovamente il suo balbettio confuso
< No. > risponde fermamente Harry, per poi chiarire < Ho chiamato per l’annuncio, quello per l’appartamento >
< Aah > esclama allora < Quanti anni hai? > chiede improvvisamente
< Diciannove > risponde Harry, sorpreso dalla domanda e, beh, anche dal ragazzo.
“Non un altro pazzo, ti prego” pensa sconsolato: il tizio che ha cercato di vendergli la casa e dieci grammi di cocaina sostenendo che fosse polvere di fata sono stati sufficienti.
< Sicuro? > chiede di nuovo
< Beh, sì >
< Bene. Hai per caso istinti suicidi, omicidi, e/o entrambi? >
< Io—Cosa? > chiede sempre più confuso
< Rispondi > insiste Louis con un sospiro
< No, nessun istinto omicida—No >
< Okay, giusto per essere sicuro che tu non sia un pazzo schizzato, non ci tengo a rischiare lo strangolamento di nuovo > spiega Louis allegro, e Harry non sa perché ma si ritrova a sorridere per l’assurdità di quella conversazione
< Hanno cercato di strangolarti? >
< Preferirei non parlarne, è stato un momento traumatico e io e il mio psicanalista stiamo ancora cercando di uscirne > scherza Louis, e Harry non può fare a meno di ridere < Okay, ultima domanda, poi l’interrogatorio è finito > fa una pausa d’effetto e chiede serio, come se sia una domanda vitale < Che genere di musica ascolti? >
< Un po’ di tutto, uhm—Elvis, The Script, Beatles, Ramones, Emily Sandè, The Fray-- >
< Mi hai convinto a “The Script”. Sai, visto che forse dovremo condividere la casa volevo assicurarmi che non avessi dei gusti orribili > spiega Louis, e Harry ride di nuovo. < Credo dovremmo incontrarci, giusto per assicurarmi che tu abbia davvero diciannove anni e non quaranta, sai, la pedofilia è un problema in crescita > Harry allontana il telefono dall’orecchio e lo guarda stranito,
< Io—D’accordo >
< Perfetto > esclama felice il ragazzo < Non domani perché sono impegnato, ci vediamo dopodomani alle 4, allo Starbucks di Oxoford Street, pensi di farcela? >
< Certo… >
< Fantastico, a dopodomani allora > lo saluta Louis, e sta per riattaccare, quando Harry lo richiama
< Aspetta, Louis? Come ti riconosco? >
< Oh, giusto…Avrò una maglietta a righe bianche e azzurre, okay? > propone allora, dopo averci ripensato un attimo
< Okay >
< A domani Harry > e prima di poter rispondere Louis ha agganciato, lasciando Harry senza parole.
Il giorno successivo Harry lascia il dormitorio e la sera non sa dove andare a dormire, ed è costretto a prendere una stanza in affitto in un motel. La camera in questione ha le pareti così sottili che riesce a distinguere chiaramente tutto quello che succede nelle stanze accanto-e vorrebbe davvero avere dei tappi nelle orecchie per evitare di sentire i gemiti che provengono dalla stanza alla sua destra e le urla da quella alla sua sinistra- senza contare che il materasso del letto è durissimo, le lenzuola puzzano di sudore, e non c’è acqua calda, il che significa che è costretto a farsi una doccia super veloce per non congelare, ma è comunque economico, e quindi va bene.
Il giorno dopo arriva in anticipo all’appuntamento con Louis da Starbucks e visto che non c’è nessuno vestito con una maglia a strisce bianche e azzurre decide di andare in bagno, giusto per assicurarsi di essere presentabile, perché vuole fare una buona impressione. Si posiziona davanti allo specchio, e si passa una mano tra i capelli, cercando di sistemare i ricci ribelli, prima di rinunciare e frizionarli con entrambe le mani, risistemandosi almeno il ciuffo. Mentre lo fa, un ragazzo castano entra in bagno, e i loro occhi si incrociano per un attimo nello specchio, prima che il ragazzo scivoli sul pavimento e cada a terra con un tonfo, imprecando.
Harry non riesce a trattenersi, si gira verso di lui e, vedendo che sembra non essersi fatto troppo male, si mette a ridere, cercando di mascherare la risata con la mano. Il ragazzo lo osserva incuriosito, con ancora un’espressione sofferente in viso, prima di sorridergli, facendo comparire delle piccole rughe agli angoli degli occhi-di un blu incredibile- prima di esclamare
< Oops >. Harry gli si avvicina e gli porge la mano, aiutandolo ad alzarsi
< Ciao > lo saluta poi, sorridendogli. Il ragazzo lo fissa per un paio di secondi, facendo vagare lo sguardo sui ricci di Harry, sulle sue labbra carnose, la fossetta sulla guancia sinistra e infine sui suoi occhi che sembrano essere verdi, e l’attimo successivo, dopo un battito di ciglia, grigi. Poi distoglie lo sguardo e cerca di pulirsi i pantaloni
< Grazie, di solito riesco a camminare senza inciampare sui miei piedi > mormora poi, tornando ad alzare appena il viso per  incrociare gli occhi di Harry, che è più alto di almeno dieci centimetri
< Figurati > risponde il riccio, prima di fare un passo verso l’uscita, ma il ragazzo aggiunge
< Piacere, sono Louis > e allunga la mano verso Harry. Harry lo fissa sorpreso, prima di notare la maglietta a righe bianche e azzurre che il ragazzo sta indossando e scoppiare a ridere
< Io sono Harry > si presenta stringendogli la mano, minuscola rispetto alla sua. E gli occhi di Louis si accendono di curiosità quando Harry aggiunge < E credo di essere il tuo appuntamento di oggi >.
Harry si chiede per un attimo cosa possa pensare la gente, che li vede uscire insieme dal bagno, andare alla cassa, perdere i loro drink e poi sedersi al tavolo, ma in realtà non gli importa.
< Allora, hai sul serio diciannove anni > afferma Louis, osservandolo da dietro la tazza di caffè
< Te l’avevo detto > risponde Harry sorridendogli
< Non si sa mai > mormora Louis in risposta, ricambiando il sorriso. < Allora, non mi piace tirarla troppo per le lunghe. L’appartamento non è grandissimo, ma è abbastanza per due persone, ed è qui vicino. C’è una cucina e un salotto- il divano è molto comodo-, c’è un solo bagno ma avrai la tua camera, già arredata. E sono 300 sterline al mese, più le spese per la lavanderia-perché io non mi metto a fare il bucato- e quelle della benzina se vuoi usare la mia macchina >
< Dici sul serio? > chiede Harry stupito
< A che proposito? >
< 300? E- > inizia Harry
< E’ troppo? Perchè dovremmo dividere l’affitto e- >
< No, assolutamente! All’Università volevano 600 al mese >
< Uh. Dimmi che avevi una stanza singola con un bagno tutto tuo e super lussuoso > scherza Louis
< Purtroppo no > replica Harry sorridendogli.
< Che ladri.. > commenta Louis, < Ah, devo avvertirti che sono disordinato. Terribilmente disordinato, e che il mio ex-coinquilino ha minacciato più volte di bruciare tutti i miei vestiti se li avesse trovati ancora in giro >
< Quello che ha cercato di strangolarti? > chiede Harry sogghignando e Louis scoppia a ridere
< No, non lui per fortuna, non sono così esasperante > risponde, poi aggiunge < Ah, e non so cucinare, per niente. Sono proprio un disastro >
< Io me la cavo > ammette Harry
< Perfetto! > esclama Louis, battendo le mani e finendo poi il suo caffè, continuando a sorridere
< Non è che non mi fidi di te, ma forse dovrei prima venire a dare un’occhiata all’appartamento, per, sai- > propone il riccio < Mi sono capitate delle case decisamente orribili, e- >
< Tranquillo. Possiamo andare adesso se vuoi, non abito lontano > lo tranquillizza Louis con un sorriso
< D’accordo > e così si alzano, ed escono dal bar.
Prendono la metropolitana e scendono vicino a Regent’s Park, continuando a chiacchierare tranquillamente, imparando a conoscersi pian piano.
< Vengo da Doncaster, e mi sono trasferito qui per studiare > sta dicendo Louis, le mani infilate nelle tasche dei jeans strappati e la testa girata verso Harry, che cammina al suo fianco
< Che Università frequenti? >
< Studio recitazione, musical per l’esattezza, cantavo ancora prima di iniziare a camminare praticamente > Harry lo osserva stupito, prima di sorridere immaginandosi Louis da bambino, con una spazzola come microfono in mano che si scatena sulle note di una qualche canzone in voga all’epoca, < E tu? >
< Io cosa studio o io da dove vengo? > chiede Harry ridacchiando
< Entrambe > risponde Louis fingendosi annoiato dal commento e alzando gli occhi al cielo, prima di ricambiare il sorriso di Harry, e di fianco agli gli occhi blu si formano di nuovo le leggere rughe che il riccio aveva già notato al bar.
< Vengo da Holmes Chapel, e studio Legge…O meglio, studiavo Legge. > e vista l’occhiata confusa di Louis spiega < Ho vinto una Borsa di Studio, che però non copre tutte le spese e così ho dovuto cercarmi un lavoro, ma…Ho deciso che è meglio interrompere gli studi per un po’, lavorare a tempo pieno e mettere da parte un po’ di soldi, per poi riprendere a frequentare le lezioni >  
< Mi sembra un buon piano, vedrai che ce la farai > lo rassicura Louis con un sorriso, fermandosi davanti a una casa grigia. Non è bellissima, ha un po’ di intonaco staccato dalle pareti e qualche crepa qua e là, ma è comunque la migliore che Harry ha visto finora < Siamo arrivati, e dentro è meglio > gli dice poi il ragazzo, vedendo l’occhiata di Harry. Il riccio scrolla le spalle e gli sorride, e ha un sorriso che dovrebbe essere illegale, pensa Louis. No, si corregge poi, osservandolo di sottecchi, Harry Styles in generale dovrebbe essere illegale, perché i suoi occhi grigi-o verdi, o azzurri, se solo riuscisse a capirlo una volta per tutte- si sposano perfettamente con le sue fossette, con il rossore sulle guance e con il suo balbettio imbarazzato; ma anche con il suo sguardo acceso e il sorriso malizioso che altre volte ha. Perché Harry Styles riesce a essere il più innocente dei ragazzi e il momento dopo il più sfacciato. E Louis lo conosce solo da, quanto? Tre ore? E probabilmente non è mai stato affascinato da qualcuno quanto è affascinato da lui, il che è piuttosto stupido. Inoltre è anche abbastanza sicuro che sia etero, almeno a giudicare dal modo in cui ha osservato il sedere della cameriera di Starbucks..
Stupido, stupido Louis.
Il moro si riscuote dai propri pensieri, apre la porta d’ingresso e fa segno di entrare a Harry, che gli rivolge un altro dei suoi sorrisi disarmanti e poi entra esitante nell’appartamento, guardandosi intorno.
< Vieni, ti faccio fare un giro > gli intima poi Louis.
Gli mostra la cucina, che non è grandissima ma comunque spaziosa, nel salotto c’è una finestra enorme con un balcone, e Harry osserva un attimo il panorama; poi passano alle camere, che sono uguali, il letto singolo è appoggiato contro il muro e accanto c’è un comodino,  un armadio a due ante è di fronte, c’è una mensola appoggiata di fianco alla porta e una scrivania di fianco. L’unica cosa che le differenzia è che la stanza di Louis è piena di poster e di fotografie, mentre l’altra ha le pareti spoglie ed è totalmente impersonale. Il bagno è piccolo, ma la doccia è spaziosa e Louis ha liberato una parte dell’armadietto per Harry. Una volta viste tutte le stanze tornano in salotto
< Okay, dov’è il trucco? > chiede Harry, girandosi verso il ragazzo e fissandolo negli occhi.
< Trucco? > chiede Louis confuso
< Sì, insomma, è tutto troppo perfetto. E tu non sei poi così disordinato >
< Il mio amico Zayn è venuto a mettere a posto qualche ora fa, io non sono proprio capace > spiega Louis, grattandosi il collo imbarazzato < E non c’è nessun trucco >
< Io—Okay, chi sto prendendo in giro? Ci sto, lo prendo > esclama Harry sorridendogli entusiasta
< Fantastico! >
< Quando posso trasferirmi? > chiede poi Harry, dopo un attimo di esitazione
< Quando vuoi > risponde Louis, per poi aggiungere < Vuoi qualcosa da bere? >
< Un po’ d’acqua, grazie > accetta Harry, seguendolo in cucina, per poi aggiungere, mordendosi il labbro, esitante < Posso trasferirmi già oggi? > Louis lo osserva incuriosito e Harry geme piano, frustrato < Scusami, lo so che non è il caso, ma—Ho dormito in un motel stanotte, perché avevo pagato solo per due settimane, e vorrei davvero evitare di tornarci, e—Ho poche cose, giusto un paio di valige, quindi-- >
< Harry > lo interrompe Louis sorridendo < Non c’è problema >
< Sul serio? >
< Certo, e se hai bisogno di aiuto ti do una mano a portare qui la tua roba, non è un problema. Puoi trasferirti già stasera > lo rassicura Louis
< Okay, io…Grazie > mormora Harry, sospirando sollevato
< Ah, i soldi dell’affitto entro la fine mese, sai, il proprietario è uno stronzo e- >
< Va bene, posso darteli già subito o- > propone Harry
< Nah, tranquillo > gli sorride Louis, scrollando le spalle. Restano un attimo in silenzio, fissandosi in silenzio
< Dovrei andare a prendere la mia roba allora > mormora Harry all’improvviso,
< Già…Ecco, mi stavo dimenticando di dirti una cosa…C’è un trucco, o un imprevisto forse > ammette Louis, e Harry gela sul posto.
“Ecco, ora mi dirà che gli piace vivisezionare cadaveri umani…E poi mangiarli magari..”
< Ho tre migliori amici pazzi, completamente pazzi, a cui piace venire qui per festeggiare…Qualsiasi cosa: Pizza party, pigiama party, ubriachiamoci-tutti-insieme-perchè-le-nostre-vite-fanno-schifo party, ho-passato-un-esame party- > e Harry scoppia ridere.
< Oddio. Mi hai spaventato sul serio, credevo volessi confessare chissà cosa >
< No, non capisci…Sono qui almeno cinque volte a settimana, okay? Potrebbe essere un po’ invadente come cosa e- >prova a spiegare Louis, gesticolando
< Vorrà dire che li conoscerò presto, no? Non vedo l’ora: non conosco quasi nessuno oltre ai miei compagni di corso qui a Londra > sorride Harry, < Vado a prendere le mie cose allora, ci vediamo tra poco >
< D’accordo…Hai bisogno di una mano? > chiede Louis
< No, tranquillo > e Harry si avvia verso la porta, ancora non del tutto sicuro che sia tutto vero, perché le cose sembrano andare finalmente per il verso giusto, e lui non potrebbe essere più felice.
< Ah, Harry! > lo richiama di nuovo Louis, e il riccio si volta appena in tempo per afferrare al volo le chiavi dell’appartamento che Louis gli ha lanciato < Questa è la tua copia > gli spiega sorridendo, e Harry sorride a sua volta, prima di uscire dalla casa. Dalla sua casa.
 
Harry e Louis diventano amici nel giro di un paio di giorni. Davvero amici. E a entrambi sembra che si conoscano da anni, invece che da pochi giorni. Louis non parla a Harry della sua sessualità ma è l’unica cosa che non gli rivela.
E così due sere dopo il trasloco del riccio, Louis gli racconta della sua famiglia, e Harry a Louis della sua.
< Ho quattro sorelle, tutte più piccole > gli sta dicendo, entrambi seduti ai lati opposti del divano, Louis con indosso i pantaloni della tuta e a piedi nudi, le gambe incrociate e una birra in mano, Harry indossa solo un paio di boxer e una maglietta sgualcita-ma solo perché è ancora un po’ presto per girare nudo come vorrebbe. 
< Quattro? > chiede Harry spalancando gli occhi
< Lottie, Fizzy, e le gemelline Daisy and Phoebe > spiega Louis < Sono molto più piccole di me, Lottie è la più grande e ha quattordici anni. E io sono un po’…Protettivo, verso di loro, sai? E ogni volta che posso torno a casa a trovarle > confida Louis, lo sguardo che si addolcisce mano a mano che parla delle sorelle
< Ti capisco > ammette Harry < Ho due sorelle anche io: Gemma, che è più grande, e Samantha…Che in realtà è la mia gemella, e, beh-Sono gelosissimo, soprattutto nei confronti di Sam. Gemma è andata via di casa qualche anno fa per frequentare l’Università, ed è più grande, quindi, sai, mi preoccupo per lei, ma è diverso…Sam invece- > prova a spiegare Harry,
< Vi assomigliate? > chiede Louis, incuriosito dal rapporto che può esserci tra Harry e sua sorella, perché vede le sue due sorelline più piccole, il modo in cui interagiscono tra loro, come se si capissero con uno sguardo, addirittura a volte una finisce una frase per l’altra, e vuole sapere se anche per lui è così.
< Esteticamente non tanto. Lei è castana e ha gli occhi marroni, ed è—assolutamente fantastica. E parla a raffica, al contrario di me > ammette con una risata < Come carattere molto, credo che sia la persona con cui sto meglio. Ma le piace mettersi nei guai, le piace proprio tanto, ed è spericolata: ama gli sport estremi e- > e Harry continua a parlare di Sam, e poi di Gemma, raccontando aneddoti divertenti sulla loro infanzia e Louis lo guarda rapito mentre gesticola, e strascica un po’ le parole, con la sua voce profonda e roca, sentendo l’adorazione nelle parole del ragazzo.
< Le vuoi molto bene vero? > e Harry scrolla le spalle, grattandosi la nuca imbarazzato, arrossendo appena
< Non le ho detto che ho lasciato la scuola…Non l’ho detto a nessuno in realtà > mormora il riccio abbassando lo sguardo
< Come mai? >
< Non voglio tornare a casa…Non è—Non è il mio posto, hai presente? E non voglio che si preoccupino per me o che mia madre debba pagare per i miei studi. Ne uscirò, ma da solo. E conoscendo Sam se glielo dicessi si precipiterebbe qui per aiutarmi, e vorrei che si preoccupasse solo di sé, per un po’. Glielo dirò quando avrò sistemato le cose e avrò ripreso a frequentare i corsi >
< Andrà tutto bene > lo tranquillizza Louis, appoggiando una mano sulla sua coscia, ed è un gesto totalmente amichevole, e Harry gli sorride riconoscente.
< Io sto morendo di fame > annuncia poi Louis, alzandosi di scatto dal divano, < Mi mostri le tue doti di cuoco o chiamo il takeaway? > stuzzica poi Harry, che si mette a ridere e lo segue in cucina
< Ora vedrai > lo sfida facendogli l’occhiolino e iniziando a prendere gli ingredienti per preparare i tacos.
 
Harry lavora tutti giorni 8 ore, a volte ha persino il turno di sera, ma non si lamenta. Torna a casa distrutto, si sdraia sul divano accoccolandosi contro Louis e si lascia cullare dalle sue parole, mentre il più grande gli racconta la sua giornata o qualche storia divertente.
E Harry ormai non si stupisce nemmeno più di sentirsi così tanto vicino a Louis, come non gli era mai capitato con nessun altro.
E dopo quattro giorni quando Harry entra in casa e trova due ragazzi che non ha mai visto sul divano che fanno la lotta e urlano come pazzi, e uno seduto per terra, con una sigaretta tra le labbra e uno sguardo a metà tra l’annoiato e il divertito-Harry non sa neanche come cavolo possa essere possibile- capisce che devono essere gli amici di cui Louis gli ha parlato.
< Hazza! > lo saluta Louis, uscendo dalla cucina, arrivandogli vicino e abbracciandolo calorosamente, anche se non si vedono solo da qualche ora < Scusa, non sapevo neanche io che sarebbero venuti > gli dice poi, indicando i tre ragazzi, che ora lo stanno fissando incuriositi.
< E così tu sei il famoso Harry! > esclama uno di loro, alzandosi in fretta dal divano e avvicinandosi a lui. Ha i capelli biondi, gli occhi azzurri, e un forte accento irlandese. Gli porge la mano e < Io sono Niall. Saremmo venuti prima a presentarci, ma Louis ci ha chiesto di non terrorizzarti troppo presto > spiega ridendo. Harry gli sorride e stringe la sua mano
< Famoso? > chiede poi, lanciando un’occhiata divertita a Louis, che alza gli occhi al cielo ma arrossisce appena
< Louis non fa che elogiare le tue abilità culinarie > spiega l’altro ragazzo che era sul divano, prima di presentarsi con un < Piacere, Liam >. Ha i capelli rasati, le spalle larghe e un cappellino con la visiera al contrario.
< Oh > mormora Harry, continuando a sogghignare in direzione di Louis
< I tuoi tacos sono davvero buoni > si difende Louis sorridendo. < E lui è Zayn > aggiunge poi, indicando il ragazzo moro e la pelle olivastra che si sta alzando dal pavimento, che indossa dei jeans neri strettissimi-non stretti quanto quelli di Harry, ma quasi- e una canotta larga, che lascia intravedere i suoi tatuaggi, sul petto e sulle braccia
< So presentarmi da solo > rimprovera Louis, continuando a tenere la sigaretta tra le labbra, prima di porgere la mano a Harry, sorridendo appena
< Sì, ma ci stavi mettendo una vita. E ti ho già detto di non fumare in casa > lo riprende Louis. Zayn solleva le sopracciglia, ma si avvicina alla finestra senza replicare.
Ordinano una pizza e mangiano tutti insieme, gli altri ragazzi riempiono Harry di domande, chiedendogli della sua vita a Holmes Chapel e della sua famiglia. Harry li conosce piano piano: Niall è il classico irlandese a cui piace bere e che ride di continuo; Liam ha due occhi marroni da cucciolo, ma gli altri lo stuzzicano continuamente sulle sue numerose avventure,  e quindi Harry  capisce che è uno a cui piace divertirsi; Zayn invece è il più silenzioso, e misterioso forse, il tipo di persona che parla al momento giusto e fa interventi sensati. Zayn studia psicologia, Liam è un volontario dei vigili del fuoco, un personal trainer in una palestra lì vicino e un modello da Abercrombie, mentre Niall è il socio di una scuola di musica. E quando Harry dice che ha due sorelle Liam lo fissa e, sogghignando, chiede
< Se sono carine ce le farai conoscere vero? >
< Assolutamente no > ribatte Harry ridendo
< Sì, ma sono carine? > insiste Niall, e Harry scrolla le spalle
< Sì, però non so se il mio giudizio vale…Insomma, sono le mie sorelle > spiega con una smorfia
< Sì, ma Sam è tua sorella gemella, quindi deve esserlo per forza, insomma- > inizia Louis, prima di fermarsi di scatto quando gli altri lo fissano e scoppiano a ridere, mentre Harry arrossisce un po’, prima di sorridergli e lanciargli un’occhiata maliziosa.
< E’ Louis l’esperto qui. > scherza Zayn, riferendosi al fatto che è l’unico gay, < Quindi ci fidiamo del tuo giudizio e tu, Harry, dovrai farcela conoscere > ma Harry non sa cosa intende con “Louis è l’esperto”, però nota l’occhiata di ammonimento di Louis e quella confusa con cui ricambia Zayn.
< Non ci penso proprio > scherza allora, cercando di cambiare argomento
< Qualcuno qui è geloso > scherza Zayn
< Non sai quanto > ammette Harry,
< Tranquillo, qui vale la regola del “non si scopa con gli amici e i parenti dei tuoi amici” > lo rassicura Liam ridendo, e la serata prosegue così, tra una risata e l’altra, e Harry capisce perché Louis è così amico con quei ragazzi: sono davvero in gamba.
 
< Non hai detto a Harry che sei gay, sul serio? > chiede Zayn a Louis qualche giorno dopo. Si sono incontrati al bar, Zayn ha davanti a sé un libro di psicologia, e prima che Louis arrivasse stava studiando,
< No >
< E perché? Di solito tu ti presenti con un “Mi chiamo Louis e sono gay” > chiede arcuando le sopracciglia. Louis lo fissa e si chiede se picchiare il proprio migliore amico potrebbe portare questo cosiddetto migliore amico a lasciarlo nel bar da solo…E di conseguenza farlo pagare, e quindi decide che no, per ora non lo picchierà.
< Non lo so, okay? >
< Lui ti piace > lo stuzzica Zayn sogghignando malizioso
< Zayn! Io—No, okay? No > risponde scandalizzato
< Oh sì, invece > replica l’amico, sporgendosi appena verso di lui, per poi continuare a stuzzicarlo < Lo ammetto, le fossette hanno il loro fascino >
< Smettila. Non ho una cotta per Harry, non—Okay. Forse sì. Fuck > ammette alla fine, e Zayn scoppia a ridere, per niente stupito dalla velocità con cui Louis ha ceduto.
Ma non è colpa sua, okay? Non è colpa sua se Harry è dannatamente bello, simpatico, gentile e malizioso. E non è nemmeno colpa sua se al ragazzo piace girare nudo per casa-come ha imparato pochi giorni dopo che si era trasferito, quando una volta entrato in casa dopo l’Università aveva trovato il riccio completamente nudo mentre ascoltava la musica dall’ipod. E la cosa più sorprendente è che non era sembrato nemmeno un po’ in imbarazzo.
< Credevo il tuo proposito fosse: “basta sveltine, sto cercando l’amore della mia vita”…E scusa se te lo dico Tommo, ma innamorarsi di un ragazzo che conosci da una settimana e che a quanto pare è anche parecchio etero non è un buon inizio > gli dice Zayn, questa volta serio.
< Grazie per aver fatto il punto della situazione, Zayn > replica ironico Louis, bevendo un sorso del suo the. Sa che Harry è etero, lo sa, okay? E se prima lo sospettava e basta, la ragazza che il riccio si è portato a casa il giorno prima, dicendo di averla conosciuta al lavoro, e con cui stava pomiciando sul loro divano, ne era stata la conferma.
< Non hai negato > commenta Zayn, sospirando e appoggiandosi allo schienale della sedia
< Cosa? > chiede confuso
< Non ti stai innamorando sul serio di lui, vero Louis? > chiede Zayn
< Io—No, okay? E smettila di guardarmi così >
< Non voglio che tu soffra…E ti affezioni troppo in fretta alle persone, ti innamori troppo in fretta e- >
< Tu non ti innamori mai invece, quindi. > ribatte Louis seccato, e Zayn gli sorride
< Così ho meno problemi, ti pare? > ribatte < Dovresti dirlo a Harry comunque…Almeno il fatto che sei gay, non che ti stai innamorando perdutamente di lui > suggerisce di nuovo
< Lo so > sospira Louis.
< Gli hai detto almeno che lavoro facciamo, vero? > chiede all’improvviso Zayn, e vista l’occhiata colpevole del ragazzo esclama < Louis! >
< Lo so, lo so…Glielo dirò, okay? > borbotta Louis.
Ma non c’è bisogno di aspettare troppo prima che Louis vuoti il sacco: dopo il secondo week-end che vivono insieme, un sabato sera per precisione, Harry sente Louis rientrare di notte, tardi, molto tardi, dopo che aveva salutato qualche ora prima con un
< Vado al lavoro >. Harry si alza dal letto, incuriosito dalla situazione: Louis esce il venerdì, il sabato e la domenica sera alla stessa ora, intorno alle undici, e non torna mai prima delle due e mezza, con gli occhi stanchi, i capelli scompigliati e i vestiti che puzzano di fumo e alcool. Così gli va incontro, indossando solo i boxer e stropicciandosi appena gli occhi
< Ehi > lo saluta, appoggiandosi allo stipite della porta e sorridendogli.
< Ehi > ricambia Louis, bevendo un sorso d’acqua, prima di sorpassarlo e dirigersi in salotto, per poi sedersi sul divano. Harry gli si siede accanto e Louis appoggia la testa sulla sua spalla, accoccolandosi contro di lui.
< Com’è andata al lavoro? > chiede poi, appoggiando la testa su quella del ragazzo, e facendo sì che i suoi ricci sfiorino le sue guance.
< Il solito > risponde Louis chiudendo gli occhi, tutta la stanchezza che ha accumulato durante la serata sembra colpirlo in un colpo solo e vorrebbe solamente dormire…Magari si infilerà nel letto di Harry con questa scusa e dormirà con lui, decide.
< Boo-Bear > lo chiama Harry, e Louis geme
< Dovresti smetterla di origliare le mie telefonate > lo rimprovera sorridendo, riferendosi alla telefonata in cui Harry ha sentito Jay, la mamma di Louis, chiamarlo con quel soprannome
< E’ un soprannome dolce, mi piace > si difende lui, e Louis si mette a ridere piano < Che lavoro fai? > chiede poi all’improvviso, e Louis smette di ridere
< Uh > dice solo, staccandosi dalla sua spalla e fissandolo negli occhi
< Perché—Non vorrei trarre conclusioni affrettate, okay? Ma so solo che lavori con gli altri, che esci sempre la sera tardi, solo il week-end, e guadagni parecchi soldi- >balbetta Harry, gesticolando e sostenendo lo sguardo del ragazzo
< Come lo sai? > lo interrompe Louis
< Ti puoi permettere l’Università, la casa, e tutto il resto lavorando tre giorni a settimana, Lou >
< Giusto > gli da ragione
< Quindi…Spacciate droga? > chiede poi.
Louis lo fissa per un attimo, e poi scoppia a ridere all’improvviso
< Droga? Questa sì che è bella > esclama continuando a ridere < Come ti è venuto in mente? > e Harry si sente arrossire
< Sì, insomma, nei locali o- >
< No, nessuna droga Hazza. Non siamo spacciatori. Però sì, lavoriamo in un locale. Ma se ti dico quello che faccio non ci credi, quindi—Perché non vieni con me domani sera? >
< Davvero? >
< Certo > annuisce Louis, < Ora andiamo a letto però, sto morendo di sonno > gli intima, alzandosi dal divano e porgendo la mano a Harry, che la afferra e si alza. Attraversano in corridoio e Harry lancia un’occhiata curiosa da sopra la spalla a Louis, quando vede che il ragazzo lo segue in camera sua < Cosa? Camera mia è troppo lontana > replica lui scrollando le spalle, mentre un sorrisino malizioso gli solca il viso e si butta sul letto del riccio. Harry scuote la testa e si sdraia accanto a lui, per poi accoccolarglisi contro, con il viso nell’incavo del suo collo e gli occhi chiusi. Louis lo abbraccia, gli bacia i ricci e chiude gli occhi a sua volta, addormentandosi pochi secondi dopo.
La sera dopo Louis e Harry sono davanti a un locale con una gigantesca insegna luminosa, sulla quale vi è la fotografia di un ragazzo che indossa un tanga con la bandiera inglese sopra, e la scritta “One Direction”, il nome del locale a quanto pare, con una freccia, che punta direttamente sul…Beh, sul pacco del ragazzo.
< Lou..? > lo chiama Harry cauto, girando appena il viso di lui, che intanto ride della sua espressione sconvolta
< Tranquillo Harold, ti piacerà > lo tranquillizza, stringendogli il braccio e iniziando a incamminarsi verso l’entrata < Forse > aggiunge poi. Il body guard all’entrata saluta Louis, prima di lanciare un’occhiata sospettosa a Harry
< Ciao Andy > lo saluta felice Louis, prima di aggiungere < Lui è con me > e il ragazzo li fa passare senza problemi.
All’interno è decisamente diverso da…qualsiasi cosa Harry si sarebbe aspettato, anche se nemmeno lui sa di preciso cosa si aspettava.
Il locale ha le luci soffuse, è completamente vuoto, un uomo sta sistemando le sedie intorno ai tavoli che sono davanti a un palco. L’uomo saluta Louis con la mano e il ragazzo ricambia con un cenno
< Come mai non c’è nessuno? > chiede Harry, guardandosi intorno. La musica inizia a partire bassa, e le luci iniziano a proiettare ombre in tutto il locale,
< Apriamo tra circa un’ora, stanno ancora controllando le casse e le luci > spiega Louis < Vieni > e Harry non può fare altro che seguirlo in un corridoio accanto al palco e nei camerini. Quando entra Liam, Zayn e Niall si girano verso di lui e lo osservano stupidi
< Ciao Harry…Che ci fai qui? > gli chiede Liam, lanciando un’occhiata confusa a Lois
< Voleva sapere che lavoro facciamo > spiega lui, scrollando le spalle. Harry non dice nulla, completamente immobilizzato per lo shock: Liam sta indossando una divisa da pompiere, ma una di quelle sexy che si vedono nei porno, con la canottiera bianca attillata e la tuta stretta allaccia in vita. Niall è completamente nudo, con solo una chitarra davanti al bacino, e Zayn si sta infilando sopra un…perizoma con la bandiera inglese? Un paio di pantaloni militari.
< Mi sa che l’abbiamo scandalizzato > esclama Niall scoppiando a ridere
< Io, non- > balbetta lui, guardandosi intorno spaesato e incrociando infine lo sguardo di Louis, che gli prende il viso tra le mani e
< Siamo spogliarellisti Hazza > gli dice semplicemente, prima di sorridere maliziosamente e aggiungere < Balliamo sul palco, mandiamo in estesi tutte le donne lì fuori e guadagniamo un sacco di soldi >
< Oh > mormora solo in risposta, e Louis scoppia a ridere.
< Io devo cambiarmi, Liam, gli fai fare tu un giro? > chiede poi, iniziando a togliersi la maglietta < Faccio il marinaio sexy stasera > gli comunica poi, facendogli l’occhiolino e facendolo arrossire. Liam scrolla le spalle in risposta, ridendo, poi afferra Harry per un braccio e lo torna a portare in sala
< Avanti, cosa vuoi sapere? > gli chiede poi, ordinando al bar due birre
< Da quanto—Da quanto lo fate? >
< Oh, dipende. Louis è un veterano, lo fa da almeno due anni, ha iniziato subito dopo essersi trasferito qui a Londra. Niall è venuto qui per la prima volta perché la sua ex era una pazza psicopatica e voleva che lui assistesse a uno spettacolo-non chiedermi perché, neanche Nialler lo sa. Aveva bisogno di soldi e Louis gli ha dato una mano. Anche Zayn aveva bisogno di soldi, Louis lo ha conosciuto a un corso d’arte a scuola, faceva il modello > e vista l’occhiata di Harry aggiunge < Sì, Harry, uno di quelli che posano nudi e si fanno ritrarre dagli studenti…Comunque, sai com’è fatto Louis, no? Farebbe amicizia anche con un barbone, e così quando Zayn gli ha detto che aveva bisogno di un lavoro Louis gli ha insegnato a ballare, questo un anno e mezzo fa. Quei due si conosco da un sacco di tempo >
< E tu? >
< Io? Per le donne > ribatte Liam malizioso < Ho conosciuto Zayn in palestra, ha frequentato un corso di boxe, e quando mi detto che lavorava qui mi sono offerto volontario > spiega ridendo < Qui si rimorchia che è una meraviglia Harry > gli confida poi, facendogli l’occhiolino, e Harry, superato lo shock, non può fare a meno di ridere.
Poi quando il locale apre tornano in camerino, e Harry, che stava bevendo un sorso della sua birra, quasi si strozza quando vede Louis: indossa un paio di pantaloni e una maglia bianchi, entrambi così aderenti che lasciano decisamente poco all’immaginazione, e ha in testa un cappello da marinaio; gli dà le spalle e i pantaloni delineano con precisione il suo fondoschiena perfetto.
E sì, è decisamente sexy.
Per essere un ragazzo. Si corregge Harry. Perché Louis è un ragazzo. Un uomo. E a Harry non piacciono gli uomini, a lui piacciono le ragazze, le tette, non…i peni stretti in un paio di pantaloni bianchi. Decisamente no.
< Resta a goderti lo show > gli dice Louis, girandosi verso di lui e sorridendo, ignaro dei pensieri di Harry
< Non so se- >
< Dai Harry, ti prometto che mi impegnerò per non fartelo diventare duro > scherza Niall ridendo
< Smettila Irlanda, Harry è etero > puntualizza Zayn, calcando sulla parola etero e lanciando un’occhiata di ammonimento a Louis, che alza gli occhi al cielo
< Non ascoltarli. Se vuoi restare fai pure, o se non ci vediamo a casa > lo rassicura, stringendogli appena il braccio. Harry annuisce ed esce dal camerino, e vuole andarsene, lo vuole davvero. Solo che si ritrova seduto al bancone del bar, con un’altra birra in mano e le mani sudate per il nervosismo-e forse anche per l’eccitazione, perché ogni volta che chiude gli occhi per un istante, si rivede Louis vestito in quel modo e non va bene, per niente. Forse dovrebbe andare in uno strip-club in cui siano le donne a fare la lap-dance, non gli uomini, giusto per rimpiazzare l’immagine di Louis con una più…consona.
Solo che lo show inizia Louis è il primo, e Harry si ritrova a fissarlo incantato mentre si muove sensualmente sul palco, a tempo con la musica, muovendo i fianchi e spogliandosi lentamente…E Harry si ritrova con un erezione nel bel mezzo dello strip-tease del suo coinquilino, nonché migliore amico.
Dopo l’esibizione di Louis, Harry scappa letteralmente dal locale, tornando a casa con la metropolitana e buttandosi sul letto, a pancia in su, prima di infilarsi sotto le coperte e imporsi di dormire, cercando di non pensare a Louis.
Quando si sveglia il mattino seguente, controlla che Louis stia ancora dormendo, per poi affrettarsi e uscire di casa, evitando così le domande del ragazzo. Quando torna dal lavoro Louis non è a casa, Harry tira un sospiro di sollievo e ne approfitta per chiamare sua sorella
< Mi  chiedevo quando ti saresti degnato di chiamare > lo rimprovera Sam, rispondendo al telefono
< Ciao sorellina. Scusa se ci ho messo tanto, sono stato impegnato > mente lui, perché in realtà l’unico motivo per cui non l’ha chiamata è che odia mentirle, e non le ha ancora detto che ha lasciato l’Università. Sam sospira,
< Certo, certo > ma anche attraverso il telefono riesce a indovinare che lei sta sorridendo, e quindi si rilassa appena < Come sta andando? >
< Bene, tutto bene >
< Sicuro? > chiede lei, e Harry si morde il labbro, indeciso se raccontarle tutto, dell’Università, della nuova casa e di quello che è successo la sera prima
< Sì, Sam, sicurissimo > dice però, cercando di sembrare convincente, e Sam sta per ribattere, ma la porta si apre e Louis entra in casa esclamando
< Non indovinerai mai cosa mi è successo! > Harry gli indica il telefono e Louis spalanca gli occhi < Scusa > sussurra allora, mentre Sam chiede
< Chi è ? >
< Il mio compagno di stanza > mente di nuovo-in parte.
< Oh, salutamelo > e prima di dargli il tempo di ribattere aggiunge < Allora, quand’è che posso venire a trovarti? >
< Come? >
< Harry, vivi a Londra. Londra è il mio sogno, e quindi ti verrò a trovare…Senza contare che non ci vediamo da due settimane, fratellino: è un’eternità > borbotta, e Harry si mette a ridere
< Mi manchi anche tu, Sam…Ma sono solo due settimane > prova a consolarla, addolcendo il tono. Louis nel frattempo gli sorride e va in camera sua, e pochi secondi dopo torna in salotto e si siede accanto a Harry sul divano, osservandolo.
< Sì, ma non siamo mai stati lontano così tanto tempo > piagnucola lei
< Il massimo è stato tre giorni > concorda Harry < Ma ci rivedremo presto, te lo prometto. Dammi solo—Dammi solo il tempo di sistemarmi per bene e poi potrai venire qui e ti farò da guida in tutta Londra >
< Okay > mormora allora < Ci conto > e qualche minuto dopo si salutano e riagganciano.
< Ciao > dice poi Harry, rivolto verso Louis, che gli sorride e ricambia.
< Ieri sera te ne sei andato >
< Io—Sono rimasto, per un po’, solo che poi- > balbetta Harry
< Tranquillo Hazza…Spero solo che questo non cambi le cose tra noi, insomma, non sono un gigolò o- >
< Voglio farlo anche io > lo interrompe, cercando un diversivo e non volendo assolutamente spiegargli il vero motivo per il quale se ne è andato.
< Come? > chiede sorpreso Louis, fissandolo negli occhi. Si sarebbe aspettato di tutto tranne questo.
< Liam mi ha detto che li hai aiutati tu, e—Ho bisogno di soldi Lou, per riprendere l’Università. E solo il lavoro al bar non è sufficiente, quindi—Ti prego > lo implora, e come diavolo potrebbe Louis resistere a quegli occhi?
< Posso—Posso provare a parlare con Mark, vedere se cerca personale, ma dovrai imparare a ballare e - >
< Ce la farò > annuisce Harry, sorridendogli riconoscente e abbracciandolo. < Allora, qual è la cosa incredibile che è successa oggi? > ma all’improvviso il fatto che lo spettacolo di quest’anno della sua classe di teatro sarà Grease non è più importante, e anzi, prende un bel respiro e sussurra
< No, devo dirti una cosa >
< E’ successo qualcosa? > chiede il riccio, preoccupato dall’improvviso cambio di tono dell’amico
< No, io—Non sono stato del tutto sincero con te, no, anzi, ho—Ho omesso la verità? >
< Louis- > lo incoraggia Harry
< Okay, okay…Sono gay > ammette alla fine, perché è giusto che glielo dica ormai. E non appena le parole escono dalla sua bocca si sente meglio, come se si fosse tolto un peso dal petto…Prima di iniziare a preoccuparsi.
Louis non sa proprio cosa aspettarsi da Harry, come potrebbe reagire, ma evita di incrociare ii suoi occhi.
< Okay > dice solo Harry, e Louis solleva la testa stupito, fissandolo e notando che sta sorridendo tranquillamente
< C—Come? >
< Okay, Louis. Ho altri amici gay, e…Non vorrei offenderti, ma—Beh, un po’ si nota > ammette Harry, e Louis scoppia a ridere
< Quindi non sei arrabbiato o-? >
< Perché dovrei? > ribatte Harry ridendo e appoggiandosi a lui. < Sei probabilmente la persona migliore che abbia mai conosciuto, questo non cambierà le cose > spiega Harry, sorridendogli, e Louis sente il cuore battere sempre più forte a quelle parole. Prima di ricordarsi che per Harry lui è solo un amico.
< Grazie >
< Non dire cavolate Lou > lo rimprovera ridendo e dandogli un bacio sulla guancia, prima di alzarsi dal divano < Ti insegno a fare i tacos, ti va? >
< Decisamente> replica Louis, alzandosi e non riuscendo a togliersi il sorriso dalla faccia.
 
I primi veri problemi del vivere con Louis per Harry iniziano a presentarsi dopo quella sera al locale.
Louis lo aiuta a imparare a ballare, lo porta in un locale di burlesque e lo presenta a una donna, Maggie, che gli insegna come muoversi e come spogliarsi. Ma ogni volta che Louis lo abbraccia o gioca con i suoi capelli o dormono insieme a Harry torna in mente quello che ha provato al locale. Solo che adesso si sente così continuamente: si ritrova sempre più spesso a pensare che Louis sia bellissimo, o a volerlo accanto ogni momento della giornata, o a sognare di baciarlo e non solo…E questa cosa lo sta facendo impazzire. Louis è il suo migliore amico, e lui è etero, non gay, e quindi non può, proprio non può, piacergli Louis…
Ma quando la sera del suo “debutto” al locale si ritrova solo con Zayn, lo fissa intensamente, cercando di capire se…Beh, se magari funziona anche con lui: Zayn si sta cambiando e sta indossando un completo da cowboy, ed è bello. Harry lo sa, ma non gli fa lo stesso effetto di Louis: i capelli non sono quelli castani di Louis, le labbra sono troppo carnose e gli occhi non sono decisamente quelli azzurri e profondi del ragazzo.
< Harry, stai bene? > chiede Zayn, fissandolo incuriosito
< Cosa? >
< Mi stai fissando:  è un po’ inquietante > spiega arcuando le sopracciglia. Harry arrossisce e
< Scusa > mormora, prima di chiedergli < Secondo te si può scoprire di essere gay anche a vent’anni? Insomma essere convinti che ti piacciano le donne e poi incontrare qualcuno che ti fa capire che non è così e- > la voce che si abbassa pian piano fino a spegnersi del tutto, mentre Harry osserva Zayn cauto
< Ci sono persone che lo scoprono da adulti, magari già da sposati, o altre che continuano a negarlo per tutta la vita, quindi credo di sì > risponde lentamente il moro, dopo averci pensato su per qualche secondo
< Ma se pensi di essere gay e ti sei preso una cotta per me, mi dispiace dirti che sono etero e che non mi convincerò di essere gay solo perché potrei avere un debole per le tue fossette > scherza Zayn, in parte perché è etero, e ne è sicuro, e in parte perché sa che Harry non si sta riferendo a lui, ma a Louis.
< Io- >
< Sto scherzando Harry…Però prima di fare qualsiasi cosa, assicurati di essere sicuro di—Insomma, di aver cambiato gusti? >
< Okay > mormora Harry, anche se non riesce ad afferrare bene il discorso di Zayn, che si limita a sorridergli e dargli una pacca sulla spalla
< Harry, ti conviene muoverti: sei il prossimo! > esclama Louis, entrando nella stanza e sorridendogli incoraggiante.
< Non so se la faccio > sussurra Harry, perché un conto è proporsi e pensare di potercela fare, un altro è riuscirci sul serio. Louis lo fissa e poi si avvicina a lui, lo abbraccia stretto qualche secondo prima di staccarsi. Appoggia le mani sulle sue guance e lo fissa negli occhi
< La prima volta è la peggiore, ma andrà bene. Le farai uscire di testa, ti adoreranno e penseranno a te mentre faranno sesso con i loro fidanzati, okay? Rilassati > e Harry annuisce appena, non prestando troppa attenzione alle sue parole in realtà, perché è completamente perso negli occhi di Louis.
 
E Harry è così spaventato dai suoi sentimenti per Louis che lo evita per un’intera settimana.
Passa più tempo possibile fuori casa, tornando giusto per dormire, e nemmeno tutte le sere, perché più di una volta dorme a casa di ragazze che conosce al bar, con cui flirta. Ma quando mentre sta facendo sesso con una di loro la chiama Louis, decide che è fottuto…e che non può continuare a fingere.
Louis invece è preoccupato per Harry e per la loro amicizia.
Non lo vede mai per più di dieci minuti. Il riccio arriva a casa la sera dopo cena, saluta a malapena e si chiude in camera sua, ascoltando la musica o guardando un film. Louis non sa cosa gli prende, è strano da dopo la sua esibizione, ma non capisce cosa abbia scatenato la cosa…Probabilmente si è reso conto che Louis ha una cotta per lui, non ci sono altre spiegazioni. Louis ha provato a parlargli, a chiedergli quale sia il problema, ma ogni volta Harry lo liquida con una scusa, dicendo che è in ritardo per il lavoro, che deve studiare, o che è troppo stanco per parlare.
Louis è a casa di Zayn, lui e Liam sono seduti sul divano e giocano a un videogioco, ma Louis è seduto accanto moro, con la testa appoggiata sulla sua spalla
< Credo mi odi >
< Sai, a dispetto di quello che pensi, odiarti non è poi così difficile > scherza Liam
< Sto parlando sul serio, Payne >
< Anche io > replica Liam, guardandolo innocentemente.
< Non credo ti odi Lou > lo rassicura invece Zayn, lanciando un’occhiata a metà divertita e a metà di rimprovero a Liam, che si mette a ridere, prima di schioccare un bacio sulla guancia di Louis.
< E allora perché si comporta così? > chiede il più grande dopo aver dato una spallata giocosa a Liam
< Magari è solo un “periodo no”, forse deve schiarirsi le idee > suggerisce Zayn,
< Sì, ma sono il suo migliore amico, perchè non me ne parla? >
< Per quanto lui possa volerti bene, e credo te ne voglia, vi conoscete da tre settimane Lou, forse preferisce stare un po’ da solo > spiega Liam
< Mi innamoro sempre delle persone sbagliate > e vista le occhiate esterrefatte dei suoi amici chiede < Cosa? >
< Hai appena detto che sei innamorato di lui > gli fa notare cauto Liam, scambiandosi un’occhiata con Zayn
< E’ così > annuisce Louis, sospirando
< Lou- >iniziano entrambi
< Voi non lo conoscete così bene, non è così difficile innamorarsi di lui, sapete? E lo so che lo conosco da poco, okay? E so che non prova nulla per me, ma- > e poi si blocca, sospirando di nuovo.
< Dagli un po’ di tempo > sta dicendo Liam, sorridendogli, quando il telefono di Louis squilla.
< Pronto? >
< Boo? > chiede Harry. Ma Louis si rende subito conto che c’è qualcosa che non va: la sua voce è debole, le parole strascicate
< Harry? Stai bene? > chiede preoccupato
< Benissimo > replica lui, e Louis finalmente capisce: è ubriaco < Però credo di essermi perso > aggiunge
< Hazza- >
< Non perso del tutto-uhm, so che sono ad Hyde Park, però non so dove di preciso e non riesco a trovare la strada per tornare alla metro e—Dov’è che abitiamo Lou? >
< Harry, è mezzanotte! Cosa diavolo ci fai a Hyde Park?! > lo rimprovera il ragazzo, alzandosi e infilandosi la giacca.
< Che succede? > chiede Zayn
< Harry si è perso ad Hyde Park, ed è ubriaco > spiega in fretta, per poi rivolgersi a Harry < Harold, concentrati: vedi qualcosa di particolare? Una statua o qualcosa che potrebbe aiutarmi a trovarti? >
< Mm > mormora il ragazzo, e Louis vorrebbe tanto prenderlo a pugni, perché lo sanno tutti che Hyde Park è pieno di drogati e ubriaconi, e Louis ha davvero paura ora.
< Veniamo con te > dice Zayn, mentre Harry finalmente esclama
< Sì! Sono davanti alla statua di Peter Pan, Boo-Bear >
< No, so dov’è, ci vediamo domani > li saluta lui, uscendo dall’appartamento e precipitandosi giù per le scale.
< Lo ammazzo, lo ammazzo > è quello che Louis si ripete per tutto il tragitto in taxy fino ad Hyde Park.
Quando entra nel parco tiene lo sguardo basso, senza incrociare gli occhi di nessuno, fino a che non arriva nello spiazzo con la statua di Peter Pan e si guarda intorno. E quando vede Harry, sdraiato su una panchina, con le braccia sotto la testa e gli occhi puntati sulla statua tira un sospiro di sollievo, prima di avvicinarsi a lui, arrabbiato
< Mi prendi per il culo Hazza? >
< Lou! Sei qui! > esclama Harry vedendolo. Poi si alza dalla panchina, forse un po’ troppo in fretta visto che-a causa dell’alcol, ma forse anche del suo scarso equilibrio-inciampa e rischia di cadere a terra. Louis lo afferra giusto in tempo, tenendolo fermo < Sai perché sono venuto qui? Perché Peter Pan mi ricorda un po’ te, sai? >
< Andiamo, ti porto a casa >
< No! Devo—Devo dirti una cosa > esclama Harry, dandogli una leggera spinta per allontanarlo, prima di avvicinarsi di nuovo a lui e abbracciarlo. Louis resta immobile un attimo, sorpreso, prima di ricambiare il suo abbraccio.
< Andiamo a casa Hazza > ripete Louis dopo un attimo, ma Harry scuote la testa, allontanandosi appena. Poi afferra il viso del ragazzo tra le sue mani enormi
< No, devo dirti una cosa molto importante—Molto, molto importante > ripete, annuendo, gli occhi verdi spalancati e un po’ lucidi.
< Hazza- > riprova Louis, ma questa volta Harry lo zittisce appoggiando le labbra sulle sue.
Louis è così sorpreso che gli sembra di congelare sul posto, letteralmente.
Le labbra di Harry sono morbide contro le sue, la fronte aggrottata per la concentrazione e i suoi occhi sono chiusi, mentre quelli di Louis sono spalancati per la sorpresa.
< Sei così bello > mormora contro le sue labbra e Louis sente tutta l’aria uscirgli dai polmoni, quasi che qualcuno che gli abbia dato un pugno sul petto…Ma giura che potrebbe svenire quando la lingua di Harry accarezza il suo labbro inferiore, e per un attimo, un solo attimo, Louis chiude gli occhi, godendosi la sensazione e le emozioni che quel bacio gli provoca…Prima di gemere appena per la frustrazione e fare un passo indietro
< Sei ubriaco > sussurra quando Harry prova a baciarlo di nuovo. E Harry sembra improvvisamente rendersi conto di quello che sta succedendo
< Scusa, io—Fuck. > mormora, gli occhi che si spalancano appena quando appoggia il mento sulla spalla di Louis < Puoi portarmi a casa? >
< Certo >.
 
La mattina dopo Louis si sveglia tardi. Harry è nel suo letto, abbracciato a lui, il viso appoggiato sul suo petto e le braccia intorno alla sua vita. Louis lo osserva pensieroso, cercando di capire cosa cavolo sia passato nella mente di Harry la sera precedente, ma decide di lasciar perdere: Harry probabilmente non se ne ricorderà neppure, e lui di certo non gli chiederà spiegazioni. Fingerà semplicemente che non sia successo niente.
Così cerca di sciogliere la stretta di Harry, senza svegliarlo. Quando riesce a staccarsi da lui, scende lentamente dal letto, mentre Harry borbotta qualcosa di incomprensibile e abbraccia il cuscino…E Louis si ritrova a sorridere come un ebete solo guardandolo.
Si avvia in cucina, passandosi una mano sul viso e sbadigliando. Prende la pentola dalla mensola e gli ingredienti per preparare i pancake, anche se sa che è una terribile idea, visto che solitamente li fa bruciare tutti, ma decide comunque di fare un tentativo.
Circa un quarto d’ora e un paio di pancake bruciati dopo, Harry arriva in cucina, indossando solo i boxer, e sorride vedendo Louis concentrato nel cercare di cucinare, la fronte aggrottata e la lingua tra i denti. Gli si avvicina e lo osserva, mentre Louis si volta verso di lui e gli sorride, con la fronte sporca di farina
< Ciao > lo saluta Harry, la voce ancora roca per le ore di sonno.
< Qualche pancake è venuto buono, credo…E c’è anche del caffè > gli dice
< Mi hai preparato la colazione? >
< Ho pensato che dopo la sbronza di ieri sera avessi voglia di qualcosa di diverso dai soliti cereali…Anche se non sono sicuro che te lo meriti: mi hai fatto perdere dieci anni di vita, Harry. Non fare mai più una cosa del genere > lo rimprovera serio, così come poche volte Harry lo ha visto
< Lo so, mi dispiace > si scusa subito, abbassando lo sguardo < E mi dispiace anche per essere stato un tale stronzo quest’ultima settimana > aggiunge poi. Louis lo osserva stupito,
< Non fa niente >
< Non è vero. E credo di doverti una spiegazione…Solo, posso mangiare prima? > chiede sorridendo e Louis si mette a ridere
< Certo > concede con un sorriso. In realtà non è sicuro di voler sapere cos’è successo. Ovviamente è curioso, ma ha anche paura. Non vuole che il suo rapporto con Harry cambi…
Harry segue i movimenti di Louis con lo sguardo, e nota che è nervoso, dal modo in cui si morde il labbro e si gratta il retro del collo. E si ricorda di averlo baciato, eccome se se lo ricorda. Si ricorda il rantolo di sorpresa di Louis quando le sue labbra si erano toccate e il suo sapore dolce, e si sente così stupido per averlo fatto.
Mangiano in silenzio, Louis guarda Harry di sottecchi quando pensa che il ragazzo non se ne accorga e viceversa. Una volta finito, Harry si alza e lava i piatti e le tazze, poi si appoggia contro il bancone, osserva Louis, che lo sta guardando curioso; il riccio apre la bocca per dire qualcosa, prima di bloccarsi e andare in salotto. Louis resta immobile un attimo
< Hazza! > lo chiama alzandosi, e Harry si blocca.
< Io- > inizia lui. Poi prende un bel respiro e incrocia gli occhi di Louis, i bellissimi occhi di Louis < Da quando mi hai portato la prima volta al locale io sono—Strano. Cioè, non strano, solo che-- > prende un altro respiro, cercando di ordinare le idee < Mi sono sempre piaciute le ragazze, okay? E non mi è mai nemmeno passato per la mente che potessero piacermi anche i ragazzi, i maschi, mai. E poi mi hai portato al locale e—E ho iniziare a pensare a delle cose strane, okay? E a sognarle anche.
Ti ho evitato in questi giorni perché volevo cercare di capire cosa diavolo mi stesse succedendo, cercare di—Non lo so, credo di aver avuto una mezza crisi d’identità  >.
Si ferma un attimo e fissa Louis, che ha gli occhi spalancati per la sorpresa < E credo sia colpa tua. Perché—Perché prima di quella sera tu mi piacevi, ma credevo solo come un amico. Insomma forse sapevo che non mi piacevi solo da amico ma pensavo fosse una cosa passeggera, un po’ come quando ti prendi una cotta per un personaggio famoso, e che sì, stavo così tanto bene con te, ma che fosse normale, perché tu sei davvero—Sei davvero fantastico. Però quella sera tu eri vestito in quel modo e ti ho visto ballare e –Fuck. Hai iniziato a piacermi anche dal punto di vista fisico, più di quanto mi fosse mai successo prima, persino con le ragazze. Ho iniziato a volerti, e a pensare a te continuamente, alle tue labbra, ai tuoi occhi, ai tuoi bicipiti e al tuo sedere Louis, e non era una cosa normale. E mi ha fatto uscire di testa. Quindi ho pensato di, sai, di starti lontano per un po’, e sono stato con delle ragazze, ma—Quando ero con loro, quando parlavamo e persino mentre facevamo sesso riuscivo a pensare solo a te. Ed è stupido, lo so. E io- > si blocca un momento, gli occhi di Louis se possibile si sono spalancati ancora di più, gli gira la testa e si sente quasi svenire…Non sa nemmeno se si sta immaginando tutto o se Harry sta sul serio dicendo che—Cosa? Che Louis gli piace? < Merda > impreca il riccio, prima di afferrargli il viso tra le mani e baciarlo. E Louis, di nuovo, è troppo sorpreso per reagire.
Harry si stacca un paio di secondi dopo, i suoi occhi sono più verdi del solito, spaventati mentre
< Merda > ripete, < Scusa, io—Oddio, scusa. Ho appena rovinato tutto, vero? Non è che solo perché io ti dico che mi piaci e che sono gay—Non posso credere di averlo appena detto ad alta voce—Tu improvvisamente ricambi i miei sentimenti o- > ma Louis lo zittisce alzandosi in punta di piedi e baciandolo.
E Harry geme per la sorpresa, prima di attirarlo un po’ di più contro di sé e sciogliersi contro il suo tocco.
La lingua di Louis si insinua tra le sue labbra mentre stringe tra le dita i ricci di Harry, e il ragazzo sente le gambe tremare, prima che il più grande lo spinga verso il divano, senza mai interrompere il bacio, finchè Harry non ci cade sopra. Louis si mette a cavalcioni su di lui subito dopo e gemono entrambi quando i loro corpi si toccano, creando una frizione perfetta.
< Sei un’idiota. Mi sono preso una cotta per te nel momento esatto in cui mi hai aiutato ad alzarmi dal pavimento di quel bagno > sussurra Louis, staccandosi appena da lui e fissandolo negli occhi < E la cosa non ha fatto altro che peggiorare mano a mano che ti conoscevo meglio >. Harry gli sorride e poi si spiega in avanti per baciarlo di nuovo.
Louis sorride, accarezzando il retro del collo di Harry e continuando a baciarlo, muovendo lentamente il bacino contro il suo e attutendo i suoi gemiti con la sua bocca. Harry appoggia una mano sul fianco del più grande mentre l’altra scivola sul suo fondoschiena, stringendolo appena e facendolo gemere. Louis appoggia una mano sui boxer di Harry in risposta, e Harry si lascia sfuggire un sospiro di piacere, prima di staccarsi da Louis
< Aspetta > sussurra e Louis si immobilizza completamente, fissandolo negli occhi.
< Scusa > e fa per alzarsi, ma Harry lo tiene fermo
< No, non—Solo, forse un po’ troppo veloce? > mormora senza staccare lo sguardo dalle labbra di Louis, che ora sono gonfie e rosse < Sono successe un po’ troppe cose nel giro di...Cinque minuti? >
< Hai ragione > concede Louis ridacchiando
< Però…Possiamo continuare a baciarci? Mi piaceva > aggiunge Harry con un sorrisino malizioso, tornando sicuro di sé, e riportando le labbra su quelle di Louis, che sorride contro di lui.
Continuano a baciarsi per un sacco di tempo, finchè il telefono di Harry non squilla,
< Dovresti rispondere > gli dice Louis ridacchiando
< Mm—mm > annuisce il riccio, continuando a baciare il collo del più grande. Adesso sono sdraiati sul divano, Harry è sopra Louis, tra le sue gambe e non si è mai sentito più eccitato in vita sua…Quasi si pente di averlo fermato poco prima.
Il telefono smette di squillare, prima di ricominciare un paio di secondi dopo. Harry sospira e si decide a rispondere
< Pronto >
< Si può sapere perché cavolo ci hai messo tanto? > lo rimprovera Sam
< Sam! Scusa io- > ma si ferma quando le labbra di Louis si fermano sul suo collo e succhiano la pelle,
< Stai bene? > chiede subito Sam, percependo l’esitazione di Harry
< Sì, sì, io- > cerca di dire lui, ma Louis continua a marchiargli il collo e Harry non riesce a pensare lucidamente
< Oddio, sei con una ragazza? Non dovresti avere lezione? Sono le nove! >
< Le nove? > chiede sorpreso. E Louis si immobilizza, per poi dare un leggera spinta a Harry, facendolo spostare e dargli la possibilità di alzarsi
< Merda > sussurra scendendo dal divano
< Ehi > protesta Harry guardandolo confuso, dimenticandosi della sorella al telefono
< Facciamo che mi richiami appena avete finito, okay? Che schifo > borbotta Sam, anche se Harry sa che sta scherzando-in parte-e riattacca.
< Che succede? > chiede Harry alzandosi e seguendo Louis in camera
< Avevo le prove stamattina! Sei una distrazione Harry Styles, e arriverò tardi per colpa tua > dice Louis togliendosi la maglietta e afferrandone una pulita, infilandosela sopra i pantaloni della tuta, dando però il tempo a Harry di osservare il suo fisico asciutto,
< Scusami > dice in parte sentendosi in colpa e in parte decisamente no.
< Non ho mai detto che mi dispiacesse: se devo essere in ritardo preferisco esserlo per un buon motivo, e tu sei decisamente un ottimo motivo, Styles > replica Louis con un ghigno, infilandosi la giacca < E smettila di guardarmi così > lo prega fermandosi e fissandolo negli occhi
< Così come? > chiede Harry innocentemente
< Come se volessi saltarmi addosso > chiarisce Louis, appoggiando una mano sul fianco del ragazzo, ma Harry si limita a sorridere malizioso, senza rispondere < Ti ricordo che sei stato tu a fermarmi prima > lo stuzzica Louis
< Forse non avrei dovuto > sussurra Harry, serio, e a quelle parole Louis lo spinge contro il muro, prima di avventarsi di nuovo sulle sue labbra.
< Devo andare > sussurra qualche minuto dopo, con il respiro affannato, staccandosi appena da Harry e afferrandogli i ricci per  impedirgli di seguire i suoi movimenti e baciarlo di nuovo.
< Okay, okay > concede Harry appoggiando la testa contro il muro e osservandolo sorridendo. Louis gli bacia la fossetta e fa per uscire dalla stanza, prima di ripensarci e girarsi di nuovo verso di lui
< Andiamo a cena fuori stasera? >
< Sarebbe un appuntamento? > chiede Harry divertito, ma fissandolo entusiasta
< Decisamente > conferma Louis
< Allora sì >
< Fantastico, a dopo > e se ne va prima di baciarlo di nuovo, velocemente, cercando di arrivare di arrivare ancora più in ritardo.
 
L’appuntamento di quella sera è decisamente il migliore al quale Harry sia mai stato. Louis è perfetto, ma questo Harry già lo sapeva, e se da un lato trova stupido che tra loro ci debba essere un primo appuntamento-visto che praticamente si conoscono meglio di loro stessi-ma dall’altro non potrebbe che esserne più felice.
Louis lo aveva baciato castamente prima di uscire di casa, ma una volta fuori dall’appartamento aveva lasciato andare la sua mano, lasciando Harry perplesso. Al ristorante avevano mangiato bene, chiacchierando, flirtando e provocandosi, e poi Louis aveva insistito per pagare il conto e così Harry ha pagato i biglietti per il cinema. Una volta usciti dal cinema Harry osserva pensieroso Louis, prima di dirgli
< Sai, perché questo sia un appuntamento perfetto dovresti deciderti a prendermi la mano…E a baciarmi, ma quello preferirei farlo a casa, quando saremo da soli e avremo tutto il letto per noi > Louis lo osserva un attimo, prima di mettersi a ridere e intrecciare le loro mani
< Credevo che—Non lo so, è solo che girare mano nella mano con un ragazzo è- > prova a dire
< Un po’ strano in realtà, ma non mi interessa troppo > taglia corto Harry,
< Non sapevo se avresti voluto o no > mormora Louis. Harry gli stringe la mano, sorridendogli, e Louis ricambia.
Qualche ora dopo sono sdraiati sul letto di Harry, e si stanno baciando pigramente, i corpi premuti uno contro l’altro, entrambi senza maglia. Harry geme piano quando Louis spinge il suo bacino contro il suo, e le loro erezioni si sfregano.
< Lou, ti ricordi quello che ti ho detto oggi? Sul fatto di aspettare? > balbetta Harry, e non sa nemmeno come riesce a formulare una frase di senso compiuto, visto che gli sembra di non ricordare nemmeno come si chiama. Louis a quelle parole si stacca appena da lui, mortificato,
< Sì, scusami- >
< No, no. Dimenticatene, okay? > gli chiede Harry ricominciando a baciarlo, questa volta più a fondo, facendolo gemere
< Sicuro? > si costringe a chiedergli
< Sì, sicurissimo > ribatte Harry e in un attimo Louis è sopra di lui e nel giro di pochi minuti le sue mani e la sua bocca sono ovunque, e alla fine, Harry non può far altro che urlare il suo nome, mentre trema sotto il suo tocco.
< Posso ricambiare il favore? > chiede il riccio in un sussurro, senza esitazioni, dopo aver ripreso fiato
< Ti prego—Cioè, solo se vuoi e- > si corregge arrossendo, ma Harry si solleva sui gomiti e lo bacia, capovolgendo poi la situazione.
 
< Ti amo > si lascia scappare Louis la sera dopo, dopo l’orgasmo più bello della sua vita. Ma non appena si rende conto di quello che ha detto congela < Oddio. Non intendevo—Cioè, sì, intendevo quello, ma non voglio che tu ti senta costretto a ricambiare ne niente del genere, solo che- >
< Ragazzo. Non ho mai avuto un ragazzo prima d’ora > mormora Harry, baciandolo e zittendo il suo blaterare, mentre il cuore gli batte all’impazzata per le parole di Louis < Dovrebbe essere divertente >.
< Dici sul serio? > chiede Louis sorpreso, perché, davvero, non si aspettava certo che Harry gli dicesse di essere innamorato di lui, e anzi, pensava che si alzasse, gli desse del pazzo e scappasse.
< Beh, pensavo che fosse scontato—Però, vuoi essere il mio ragazzo, Louis Tomlinson? > chiede Harry, in parte ironico e in parte serio
< In effetti era scontato, e la risposta è sì, Harry Styles > replica Louis baciandolo di nuovo, e pensa che non si stancherà mai di tutto questo.
 
Liam, Niall e Zayn scoprono che si sono messi insieme un paio di giorni dopo, quando, dopo uno show al locale, entrano nel camerino e li sorprendono a baciarsi, Harry che tiene Louis premuto contro il muro, una gamba tra le sue e le mani sotto la sua maglia aderente.
Restano a fissarli per qualche secondo, e Harry e Louis non si rendono nemmeno conto che sono entrati nella stanza, troppo eccitati dalle loro performance di poco prima per riuscire a smettere di toccarsi.
< Beh, ora sappiamo che Louis prima o poi scoperà e che non sarà più lunatico come una ragazzina con il ciclo > commenta Liam, sogghignando, facendoli staccare per la sorpresa, prima che si rendano conto che sono solo i loro amici e Harry circondi la vita di Louis con un braccio
< Se non sapessi che mi ami alla follia direi quasi che potresti detestarmi Liam > replica Louis, mentre Zayn li osserva sorridendo, con una punta di orgoglio negli occhi
< Era ora ragazzi, non ne potevamo più di sentire Louis ripetere quanto Harry sia perfetto ma assolutamente etero > scherza Niall,
< Avete finito? > chiede Louis, fingendosi annoiato
< Per ora > replicano loro, in coro.
Harry invece non ha ancora detto a nessuno della sua famiglia, nemmeno a Sam, di lui e Louis.
< Perché non glielo dici? E’ tua sorella > gli chiede Louis mentre si coccolano sul divano, guardando un film
< Non lo so >
< E’ un’omofoba? Non capirebbe o- > inizia Louis, irrigidendosi appena
< No, sono convinto che mi supporterebbe, ma—Poi dovrei spiegarle come ti ho conosciuto e che ho dovuto lasciare l’Università, e non voglio farlo, non ancora almeno > spiega Harry, desiderando cambiare argomento, perché sa che sta sbagliando a tenerle nascosta una cosa simile, ma non riesce a trovare il coraggio per dirle tutto.
< Dovresti dirglielo, prima che lo scopra lei > gli dice Louis baciandogli il naso
< Non lo scoprirà > replica sicuro Harry, prima di catturare le labbra di Louis con le sue.
 
 
Stanno insieme da quasi un mese quando Harry solleva la testa dal grembo di Louis, che gli sta accarezzando i ricci distrattamente, leggendo un libro e
< Lou > lo chiama,
< Mmm? > chiede Louis, senza staccare gli occhi dal libro.
< Faresti l’amore con me? > chiede in risposta, e Louis quasi lascia cadere il libro sulla sua testa per lo shock. Resta immobile un attimo, prima di appoggiare il libro sul comodino accanto a letto e prendere un bel respiro, cercando di calmarsi. Non sono mai arrivati fino a quel punto, hanno fatto altro, molto altro, ma non sono mai arrivati fino in fondo.
< C—Come? > balbetta quando ritrova la voce
< Faresti l’amore con me? > ripete Harry, alzandosi e sedendosi di fronte a Louis.
< Io—Sei sicuro? > chiede in un sussurro, cercando negli occhi verdi del suo ragazzo un segno di indecisione, o di dubbio, che però non trova.
< Ti amo, e voglio fare l’amore con te > dice Harry, intrecciando le dita della sua mano con quelle di Louis, ed è la prima volta che lo dice ad alta voce, e Louis sente il cuore battere ancora più velocemente, se possibile
< Avevo ormai rinunciato alla speranza di sentirtelo dire > mormora baciandolo felice
< Volevo solo, sai, esserne sicuro, non credo di averlo—Non l’ho mai detto a nessun’altro > confessa Harry, arrossendo un po’. Poi fa scontrare di nuovo le loro labbra e spinge appena le spalle di Louis, facendolo sdraiare, prima di mettersi sopra di lui, e se Louis era già eccitato quando Harry gli ha chiesto di—Di fare sesso, ora la sua erezione è ancora più ovvia, e dovrebbe quasi vergognarsi del modo in cui Harry riesce ad eccitarlo solo baciandolo, ma l’erezione di Harry preme sulla sua coscia, facendogli capire che il suo ragazzo è disperato quanto lui, e quindi chissene frega.
< Ti amo anche io, da impazzire > replica Louis, staccandosi appena da lui, per riuscire a guardarlo negli occhi
< Allora fai l’amore con me > insiste Harry, e di nuovo Louis incrocia i suoi occhi, cercando di capire se ne sia veramente convinto, e quando non trova altro che passione, voglia e amore, lo bacia di nuovo in risposta.
 
Meeting you was fate, becoming your friend was a choice, but falling in love with you was beyond my control.
 
Dopo quattro mesi Harry  è sempre più convinto di essere il ragazzo più fortunato del mondo. Louis è semplicemente fantastico, la sua vita a Londra è migliorata notevolmente e ha messo da parte quasi tutti i soldi che gli serviranno per seguire i corsi all’Università. Certo, non è come aveva previsto, niente è come aveva previsto, ma è semplicemente migliore. Assurdo e imprevedibile certo, ma migliore.
Ha incontrato dei ragazzi fantastici che in quattro mesi sono diventati i suoi migliori amici; ha scoperto di essere gay e sta un ragazzo che è assolutamente perfetto, con cui litiga tanto ma che ama alla follia; fa un lavoro assurdo, ma che alla fine non gli dispiace nemmeno troppo; e prima o poi ricomincerà la scuola  dei suoi sogni.
L’unica nota dolente è che non ha ancora detto a nessuno di quello che sta succedendo a Londra. Sa che la sua famiglia si sta preoccupando, perché lui non è mai tornato a casa a trovarli, risponde in modo evasivo a certe domande, e ogni volta che Sam prova a chiedergli di ospitarla lì le dice di aspettare solo qualche altra settimana. Sa che lei ha capito che c’è qualcosa che non va, ma non può ancora a parlargliene, non al telefono almeno. Ma vorrebbe almeno aspettare di ricominciare la scuola, in modo da raccontarle tutto, ma allo stesso tempo rassicurarla sul fatto che non ha buttato via la sua vita.
Quello che di certo non si aspetta è di sentire chiamare il suo nome, una sera al locale mentre rientra nei camerini dopo un’esibizione. Gli sembra una voce familiare, ma decide che si sta sbagliando, quando però la ragazza torna a chiamarlo, lui gela sul posto, prima di voltarsi e osservare la ragazza in questione mentre cerca di raggiungerlo, ma Andy, il bodyguard, la sta tenendo ferma, mentre lui  la fissa esterrefatto e
< Sam? >.
 
 
Juls' corner
Allora, intanto grazie mille per essere arrivate fino alla fine!Ahaha 
Questa è la mia prima fan-fiction interamente slash, e spero davvero che ci sia saltato fuori qualcosa di decente, ma in ogni caso ogni suggerimento che vogliate darmi lo accetterò più che volentieri :) 
Questa one-shot è solamente il pre-quel della storia che sto scrivendo, che invece è la storia di Sam, la sorella di Harry. Se vi andasse di darci un'occhiata per scoprire che fine faranno Harry e Louis questo è il link: 


Spero che vi sia piaciuta, grazie per aver letto e spero mi farete sapere cosa ne pensate, ci terrei molto :D 
Un bacio a tutte, 
Juls

 
  
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