La notte dovrebbero descriverla diversamente, sai? Non come quella parte del giorno in cui tutto si fa buio e sei solo in compagnia della Luna, non quella parte in cui ti crogioli nei sogni sotto le lenzuola, non quel momento in cui sei cosė stanco che ti butti a letto da farci quasi l'amore insieme. No. La notte dovrebbero descriverla come quella parte del giorno in cui i pensieri si fanno fitti, come una rete che pesca il tuo sonno e non te lo restituisce. E tu sei lė a domandarti le cose pių impensabili, a ragionare sulla tua vita o su cosa farai l'indomani o sulla fauna e flora del Kenya. Insomma, ti capita mai? Ti capita mai di stare lė e chiudere gli occhi, contare in Morfeo o contare le pecore che saltano il recinto facendo incazzare il pastore, povero cristo, che le perde tutte e tu sei lė che ancora non dormi? Sei lė col cellulare in mano a sfogarti sui social, a scrivere su EFP sperando in una recensione, a giocare in ogni modo distraendoti dal fatto che non riesci a prender sonno. Ti capita mai? E poi pensi che cosė non dormirai mai, e richiudi gli occhi. E nuovamente arrivano i pensieri, circolo vizioso. E allora lasci che scorrano come un fiume in piena, e ti verranno idee geniali che l'indomani non saprai nemmeno di aver pensato. Siamo tutti grandi geni la notte. E se ci pensi, pensi che stai pensando troppo. Ti capita mai?
N.d.a. Scusate ma č stata scritta e pubblicata dal cellulare, quindi non ho avuto modo di mettere i necessari punti a capo o cambiare lo stile della scrittura.