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Autore: FallenAngel1990    22/09/2013    8 recensioni
Un anno dopo i fatti di New York, Asagard è in guerra e Thor, ormai prossimo re, cerca di difenderla. Loki è ancora prigioniero, ma il fato muterà il suo destino e quello di una bellissima bambina...
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jane Foster, Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest, Mpreg, Triangolo
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- CAPITOLO 1 -

Thor scese le scale molto lentamente, aveva rimandato quell'incontro così a lungo per timore o più semplicemente per paura.
Come poteva aver paura di un prigioniero, per di più suo fratello, o chi una volta credeva tale.
Le porte, di fronte a lui, si aprirono sospinte dalle guardie, richiudendosi poi in un tonfo alle sue spalle.
“Loki...” lo chiamò esitante.
“Dopo tutto questo tempo...vieni a farmi visita, perchè? Per schernirmi?” ancora non lo scorgeva nella sua enorme prigione di cristallo. Si era assicurato che, anche se prigioniero, vivesse come un
principe aveva il dovere di vivere.
“Devi aiutarmi...” disse quasi sussurrando Thor.
“Aiuto?” ribattè Loki “Dopo tutto quello che è successo hai il coraggio di venirmi a chiedere aiuto?”
Thor abbassò gli occhi disperdendo lo sguardo negli intricati disegni del pavimento.
“Tu sei l'unico, in tutta Asgard, che può addentrarsi così in profondità nella magia oscura...”
“Magia oscura...da quando hai bisogno della mia magia?”
“Da quando c'è una guerra da cui non possiamo uscirne sconfitti.”
“Hai sempre denigrato i miei modi ed ora vuoi vincere per mezzo di essi, sei molto coerente fratello...”
Thor alzò lo sguardo, alterato, sullo spesso vetro della prigione scorgendo, seduto su una semplice panca, Loki, i capelli mossi gli ricadevano ai lati del viso ed erano più lunghi di come se li ricordasse.
“Mettiamola così: io voglio qualcosa e tu anche...”
Loki scattò in piedi urlandogli contro, gli occhi sgranati che fissavano il ragazzo.
“Nostra figlia non sarà merce di scambio!!!”
Thor si vergognò di quello che aveva appena detto. Non poteva credere che quella frase gli fosse seriamente uscita dalla bocca.
Era successo un anno prima, subito dopo i fatti di New York, Thor era solito presentarsi tutte le sere nella cella di Loki, cercava di parlargli, di farlo ragionare, poi una sera, dopo qualche bicchiere di
troppo e la consapevolezza che non fosse realmente suo fratello avevano avuto la meglio.
Loki non lo respinse.
Ma di quello che nessuno dei due era a conoscenza, era che, in quando jotun, Loki poteva procreare e così successe.
Thor rimase allibito alla rivelazione della madre Frigga. Sua madre visitava spesso suo fratello, il ragazzo aveva sempre avuto un posto speciale nel suo cuore, quel bambino, solo e terrorizzato, che Odino le aveva messo fra le braccia anni prima.
Fu Frigga a convincere il minore a portare avanti la gravidanza e Loki si lasciò convincere dalla voce amorevole dell'unica madre che avesse mai conosciuto.
Thor non visitò più Loki, tranne una volta che, nascosto ai suoi occhi, lo spiò da un piccolo spioncino segreto. Era piena notte, ma la cella era semi-illuminata, come sempre per poter
controllare ogni movimento del prigioniero. Loki dormiva disesto sul letto, la coperta che gli avvolgeva le gambe, a quel punto Thor si sentì mancare, la gravidanza ormai inoltrata si rivelava
nel pancione che il moro stava accarezzando con una mano, ora adagiata su di esso, prima di addormentarsi...”
Thor contemplò quella visione per attimini infiniti prima di allontanarsi con una voglia pazzesca di poterlo stringere a se e farlo sentire meno solo.
Ma non poteva, quello scandalo doveva rimanere segreto.
La voce di Loki lo riportò alla realtà.
“Come sta?” chiese sommessamente.
Thor stava per negargli qualsiasi risposta quando questa gli scappò dalle labbra.
“Benissimo...” voleva concludere la frase in quel modo quando non riuscì a trattenersi “E' bellissima, ieri ha compiuto tre mesi, sorride sempre...”
“Com'è?”
Thor ebbe un tuffo al cuore sentendo pronunciare la domanda in quel modo, al limite delle lacrime.
Gli aveva strappato la bambina dalle braccia pochi minuti dopo averla messa al mondo.
“Ha i capelli neri...” Loki voltò il viso di lato con un' espessione afflitta. Odiava se stesso, la propria origine, l'essere diverso e non voleva passare quell'odio a sua figlia “...e gli occhi azzurri. Si chiama...”
“Leda...” concluse il minore “Me lo ha riferito nostra madre...”
“Chi la sta crescendo ora? Dubito che sia tu, sarebbe già morta se fosse nelle tue mani...”
“Nostra madre e Jane...” Thor ignorò l'affermazione del fratello.
“Ovvio, l'umana. L'hai fatta passare per vostra figlia, vero? Quella sgualdrina è un'estranea qui ad Asgard e quale modo migliore per giustificare una figlia comparsa tra capo e collo?
Ottimo lavoro, Thor. Non ti credevo così astuto, invecchiando stai imparando qualcosa.”
“Modera la lingua fratello!”
“Non sono tuo fratello!”
Il silenzio scese fra i due ragazzi.
“Voglio vederla, non chiedo altro...”
“Dopo che avrai fatto quella cosa per me...”
“Scordatelo, tu mi porterai in battaglia, da cui potrei non tornare, voglio solo poterla abbracciare una volta...”
“L'accordo non è trattabile, accetti?”
“Quale accordo?”
“I particolari ti verranno forniti solo dopo che tu avrai accettato.”
“Voglio vedere mia figlia!”
“No!”
Loki fissò il pavimento della sua cella, non poteva farsi vedere debole di fronte a Thor, si sarebbe fatto del male da solo pur di non dimostrare un minimo di sofferenza di fronte al ragazzo che un
giorno credeva suo fratello ed ora era il padre della sua bambina, ma in realtà dentro ribolliva di rabbia ed angoscia, aveva visto sua figlia solo per alcuni minuti, aveva potuto conoscere a mala
pena il suo viso subito dopo la nascita. Quando nacque si pentì di averla odiata durante la gravidanza, ma poi aveva scoperto che quello non era odio, ma paura.
Frigga entrava nella sua cella di nascosto la notte per stringere a se quel figlio così terrorizzato, come faceva quando era bambino.
“Sei sempre stato speciale e lo sarai sempre” gli sussurrava la madre con la testa adagiata sui suoi capelli corvini cullandolo fra le braccia.
“Loki...” la voce di Thor sembrava più calma.
Gli occhi verdi del giovane si fissarono in quelli azzurri del dio del tuono.
“Lo sai che adesso tutto gravita attorno a lei, dammi la possibilità di vederla e poi sarò al tuo completo servizio...” cerco di convincerlo il minore.
“No...”
“Se non fosse per me lei non esisterebbe!!!” gli urlò contro Loki.
“Vero, ma rimango fermo sulla mia decisione. Accetti l'accordo?”
Il dio del caos ricacciò indietro a forza una lacrima, alzo lo sguardo sul riflesso delle luci sul vetro.
“Accetto...” disse quasi sprezzante.
“Bene, tra poco verrai trasferito nelle tue stanze, verrai informato di tutti i particolari, cerca di tradirmi e ti ucciderò, cerca di vederla e stai certo che ti ucciderò, fai qualcosa di sbagliato e ti ucciderò.”
Thor si voltò senza aspettare una risposta e sparì dietro la pesante porta d'ingresso alle prigioni.
“Mi hai già ucciso, fratello...” sussurrò Loki con gli occhi velati di lacrime.
   
 
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