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Autore: nightmaresandstars    22/09/2013    4 recensioni
[SPOILER! Se non avete letto la trilogia, sbrigatevi e poi tornate qui!]
Helene Snow è la nipote dell'ormai ex Presidente di Panem. Questa è la storia degli ultimi Hunger Games.
Che i Settantaseiesimi Hunger Games abbiano inizio. E possa la fortuna essere sempre a vostro favore!
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Nuovi Tributi, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1 – L’INIZIO DELLA FINE

«Hel! Hel! Svegliati tesoro! Gli zii stanno per arrivare!»
La voce dolce di mia madre mi sveglia. Guardo l’orologio di fianco al letto: 7:30
Mi giro dall’altra parte sbruffando, normalmente continuerei a lamentarmi, di solito la Domenica posso dormire! Ma no, questa Domenica no...
Ieri è stata uccisa la Presidentessa Coin e mio nonno è stato catturato. Sì, mio nonno, perché io sono Helene Snow, la prima ragazza della famiglia Snow a non avere il nome di un fiore, come da tradizione.
Questa mattina in tutta Panem verrà trasmesso un discorso pronunciato da Katniss Everdeen e Peeta Mellark, vincitori dei settantaquattresimi Hunger Games, ancora a capo della ribellione.
Per il “grande evento” la famiglia Snow si riunirà a casa nostra, perché a detta di mio padre ‘Noi abbiamo lo schermo più grande!’
I miei fratelli sono già in piedi, praticamente pronti. Mia sorella Scarlet di 15 anni, l’eccentrica Scarlet, che al contrario del suo nome ama il colore verde. Mia madre l’avrebbe chiamata Juliet, ma il nonno non ha permesso un altro strappo alla tradizione, così ha trovato la scusa del colore... diciamo che quella tradizione non le va molto a genio!
Scarlet ha i capelli verdi, di un bel verde acceso, e ricci, i suoi capelli sono sempre molto vistosi e ha un trucco semi-permanente, un eyeliner verde, che alla fine forma dei ghirigori molto graziosi.
Mio fratello Albert Coriolanus (anche detto Albert) ha 13 anni, è veramente un narcisista, ma ancora non ha modificato niente del suo corpo, non ha capelli di un colore particolare, non ha orecchini, né tatuaggi, o strani colori sulla pelle.
Mi alzo controvoglia ed entro nel bagno della mia stanza, guardo la mia immagine riflessa allo specchio: sembro più stanca del solito, sarà perché questa notte ho dormito poco...
Pettino i miei lunghi capelli blu scuro, faccio due treccine ai lati della testa, scansando i capelli per mostrare le orecchie a punta, la seconda e ultima cosa che ho modificato del mio corpo.
Decido all’ultimo minuto di fare una doccia di vapore senza bagnare i capelli, così li raccolgo alla bell’e meglio e entro nella doccia.
Il vapore è tiepido e mi rilassa, quando devo scegliere la profumazione il mio dito va istintivamente sul pulsante del cioccolato, il mio preferito.
Uscita dalla doccia agguanto frettolosamente uno dei miei vestiti preferiti, ovviamente blu, è tagliato in vita, la parte superiore è attillata, mentre la gonna rimane gonfia, appena sopra al ginocchio. Decido di non indossare le scarpe, tanto starò a casa, do’ una sistemata ai capelli e mi decido ad andare in salotto.
«Buongiorno»
«Oh! Ben alzata Hel! » dice mio padre, Coriolanus Jr. Snow. «Emmaline, tesoro, è pronta la colazione per la nostra Helene? »
«Credo di sì, caro. Vieni amore, andiamo a vedere cosa dicono in cucina. » mi prende sottobraccio e mi accompagna in cucina.
Dopo una ricca colazione ho preso il mio libro preferito e mi sono messa sul divano.
Tempo dieci minuti e sono arrivati gli zii. Quella pazza di mia zia si è presentata con un completo rosa e il suo nuovo taglio di capelli: molto corti e di un color rosa shocking!
Dalia Snow... fin da piccola ho pensato che avesse un nome strano...
Mio zio, Robert, è molto simpatico... quando non mi prende in giro o infierisce sulla mia incostante situazione sentimentale!
«Heleeeeene! » dice con un tono cantilenante «Dov’è il tuo adorato Johnny? » la sua faccia è particolarmente buffa, ma non mi fa ridere.
«Buongiorno zio» rispondo io facendo finta di non aver sentito. Proprio non ho voglia di parlare di queste cose. Ieri sera Johnny mi ha chiamato dicendo di aver bisogno di una “pausa”. Solo a quel punto ho capito, stava con me solo perché sono la nipote, o meglio, ero, la nipote del presidente in carica. Io lo amavo, e lui mi ha solo usato. L’unica cosa che voleva era far entrare la sua famiglia nelle grazie del Presidente.
Ho scosso il capo con forza, non volevo pensare a quel deficiente! Mi sono sdraiata su divano e ho aspettato i miei cuginetti. Tutte le volte che ci vengono a trovare, facciamo un giochino: io mi stendo sul divano e faccio finta di dormire, poi arrivano loro e io devo far finta di essermi spaventata! Tutto perché una volta è successo sul serio!
Sono due tesori! Matt e Sunflower  di 19 e 5 anni, voglio loro troppo bene!
Sono le otto e un quarto. Non so perché mamma mi abbia svegliato così presto, il discorso ci sarà alle nove e mezza... manca ancora un sacco di tempo!
Nonostante sia così presto, scegliamo lo stesso di accendere la televisione, il libro che stavo leggendo finisce sul tavolino davanti al divano, le gambe incrociate e Sunflower che tamburellava sul mio ginocchio. Da quello che capisco spizzando l’occhio ogni tanto, il risultato è alquanto deludente. Tutte le emittenti sono state chiuse, nessuno è andato a lavorare oggi.
All’improvviso mi viene un’idea! Entro di corsa nella mia stanza, apro l’armadio e prendo il materiale di “Storia dei Distretti di Panem”, una delle materie che ho scelto di studiare alle superiori.
Mio nonno non è stato molto contento di questa scelta (come per altre varie cose!), ma insomma!, la vita è la mia, scelgo io cosa studiare e cosa diventare da grande! Ma no! Lui era il “Presidente Snow”, doveva decidere lui cosa dovevano studiare i propri nipoti, e varie stupidaggini di questo tipo! Voleva farmi studiare “Storia dei Domini”, ma a me non piaceva comunque, quindi me ne sono altamente fregata!
«Suvvia, Helene! » mi ha rimproverato mia madre. «Ti sembra questo il momento di fare i compiti?! »
«Non voglio fare i compiti, mamma! Però, forse ho trovato un passatempo! »
Ho afferrato il mazzo delle carte.
«Sapete, nei Distretti c’è un gioco che va molto di moda» ho detto sfogliando le pagine. «di solito ci giocano la sera, quando tornano dal lavoro e si incontrano per bere qualcosa. »
«Helene! Non dire stupidaggini! Non ci metteremo a perder tempo con uno stupido gioco di... di... Come hai detto che si chiamano? Ah, sì! Carte! »
Mio padre sotto certi aspetti era del tutto uguale al nonno! Non lo sopporto quando fa così!
Ho fatto finta di niente, e finalmente ho trovato quello che cercavo! Il “Poker”!
«Ti ho detto che non giocheremo a carte! »
«Ah no?! E cosa hai intenzione di fare fino alle nove e mezza? »
L’ho fissato con uno sguardo di sfida, uno sguardo che di solito non avrei usato, e non ha saputo cosa rispondermi, avevo ragione, non c’era altro da fare! Helene 1, Junior 0!
Ho spiegato le regole del gioco agli adulti, e abbiamo provato. È stato molto divertente, non volevano più smettere!
E mentre il tempo passava, le partite volavano e i miei fratelli giocavano con i miei cugini è arrivato il tanto atteso orario. Eravamo talmente tanto presi dalle carte che quando la televisione si è accesa da sola (perché si, per rispondere alla vostra domanda, se c’è qualcosa che non possiamo, o meglio, non dobbiamo perdere la tv si accende da sola), siamo saltati!
Ed ecco le telecamere scorrere su un panorama che conosciamo tutti molto bene, fin troppo bene: il Palazzo del Presidente!
L’inquadratura si sposta lentamente, come nella speranza di prendere tutti i volti presenti nella folla, senza tralasciarne neanche uno. Poi ecco uscire dall’enorme vetrata Katniss Everdeen e Peeta Mellark in tutta la loro bellezza e importanza, con i loro vestiti coordinati, si erano vestiti bene anche solo per fare un discorso, anche se eravamo appena usciti da una guerra. L’arancione tramonto dei loro vestiti metteva in risalto tutti i tratti dell’uno e dell’altra. L’inquadratura è cambiata. Ora era di nuovo sulla folla che ha fatto qualcosa di sconvolgente: hanno preso le tre dita centrali della mano sinistra, le hanno portate alla bocca e poi in aria.
Sapevamo tutti cosa significava, e ci siamo accorti solo in quel momento che le persone che c’erano lì erano tutte dei senza-voce. Non so perché, ma avevo quella convinzione, forse perché l’unica reazione alla loro entrata è stata un gesto... e non un urlo come si sarebbe aspettato. Era un po’ inquietante, a dir la verità.
Katniss e Peeta si sono sporti dalla balconata e hanno aspettato qualche minuto, finché ogni mano non era tornata al suo posto. La tensione era palpabile e il silenzio agghiacciante. La calda voce di Peeta ha interrotto quella lugubre atmosfera.
Da quel momento è cambiato tutto nella mia vita.

*Angolino autrice*
Salve a tutti voi che avete avuto il coraggio di leggere questo capitolo!
E' la prima long che scrivo e spero di riuscire a ortarla avanti fino alla fine...
Beh, che dire, se vi è piaciuta lasciate una recensione, si accettano anche critiche costruttive!
Spero di riuscire a pubblicare una volta a settimana!
Alla prossima!
Lady_Periwinkle
  
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