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Autore: Lady Atena    22/09/2013    3 recensioni
Primo tentativo sul fandom, spero non sia un totale fallimento.
"Ho giurato di proteggere il Decimo e lo farò, te l'ho già detto! Ti surclasserò in men che non si dica, bastardo!" strillò.
G ridacchiò, scosse il capo e si alzò chinando la testa; delle ciocche rosse gli coprirono il volto.
"Sai come sono diventato degno del ruolo che ricopro?".

Hayato non è totalmente soddisfatto del risultato della sua prova per l'eredità dei Vongola, e G sa che al Primo dispiacerebbe.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: G, Giotto, Hayato Gokudera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hayato sospirò, si sedette sull'altalena facendo cadere in terra la borsa e guardò verso il cielo stellato.

"Vongola Decimo, come valuti le mie azioni in quanto tuo braccio destro?" chiese G.
Tsuna si grattò la guancia, arrossì guardando in basso.
"Ehm. Uh. Sei stato d'aiuto e molto affidabile ...".
Gokudera dilatò gli occhi, G lo fisso assottigliando le iridi rosse.
"Al contrario del solito, vero?" domandò.


Hayato sfregò i denti tra loro, strinse le catene dell'altalena piegando il capo all'indietro; le ciocche di capelli grigio-biancastre gli strofinavano contro la pelle del collo.
"G, quel bastardo. Una figura simile davanti al Decimo!" ringhiò.
Sentì un fruscio alla sua destra, saltò giù dall'altalena e tirò fuori dalle tasche una serie di bombe stringendole tra le dita.
"Chi va là!".
La figura luminescente di G apparve davanti a lui, abbassò il capo facendo finire le ciocche rosse davanti un'occhio; alcuni ciuffi sfioravano il tatuaggio che gli decorava le pelle leggermente abbronzata.
"Non sei soddisfatto del tuo risultato, Guardiano della tempesta?" chiese.
Gokudera ritirò le bombe, voltò il capo di lato sbuffando e si sedette nuovamente.
"Ancora tu? Cosa c'è, vuoi rimangianti la parola?" domandò.
Strinse il pugno illuminando l'anello dei Vongola, la fiamma rossa brillò riflettendosi nei suoi occhi grigi dalle sfumature verde chiaro.
"Perché in quel caso dovrei farti a pezzi" ringhiò.
G strinse le labbra, si sedette e scosse il capo.
"No, non sono qui per quello. E Primo si arrabbierà di certo, quando verrà a saperlo".
Hayato si voltò, inarcò un sopracciglio.
"E perché un perfetto braccio destro come te dovrebbe disobbedire al suo Boss?".
G sogghignò, piegò il capo all'indietro.
"Perché i suoi ordini e le sue volontà non sempre coincidono" rispose.
Hayato sospirò, strinse le catene dell'altalena spegnendo l'anello.
"Allora che vuoi?".
G lo guardò, assottigliò gli occhi rossi stringendo le labbra sottili tra loro.
"Ti sei sentito umiliato quando il Vongola Decimo ha detto che sono un braccio destro affidabile, vero?".
Scosse il capo, sospirò.
"O hai pensato sia solo perché sei più debole di me?".
Gokudera saltò in piedi, strinse un pugno e si piegò in avanti.
"Non dire stronzate! Non sono stupido come l'invasato del baseball o testa a prato!".
Allargò il braccio, strinse i denti fissando G, le iridi brillarono di verde.
"So benissimo di non essere ancora degno di essere il braccio destro del Decimo!".
Abbassò il braccio, indurì lo sguardo.
"Ho giurato di proteggere il Decimo e lo farò, te l'ho già detto! Ti surclasserò in men che non si dica, bastardo!" strillò.
G ridacchiò, scosse il capo e si alzò abbassando la testa.
"Sai come sono diventato degno del ruolo che ricopro?".
Sorrise, addolcì lo sguardo e lo alzò verso il cielo stellato.

"G, c'è una cosa che dovrei dirti".
G scattò sull'attenti battendo i talloni tra loro, assottigliò lo sguardo.
"Mi dica, Primo".
Giotto sospirò, si passò la mano tra i capelli biondi stringendo le iridi aranciate.
"Apprezzo davvero la tua dedizione a me e alla Famiglia. Sei un ottimo Guardiano della tempesta, sempre al centro di ogni attacco" inizio.
G sorrise, rilassò le spalle socchiudendo gli occhi.
"Così tanti complimenti tutti insieme. Credo che lei stia esagerando, Primo".
Giotto si umettò le labbra.
"Il punto è che, nonostante questo, tu non puoi assolutamente svolgere il compito di braccio destro del Boss".
G sgranò gli occhi, spalancò la bocca e sussultò.
"Cosa ... Perché?".
Giotto chiuse gli occhi abbassando il capo.
"Resterai sempre un mio caro amico e il mio Guardiano della tempesta, ma purtroppo gli altri non ti considerano affidabile e quindi non puoi essere il mio braccio destro".


G si passò la mano tra i capelli rossi, sospirò e sorrise.
"Io, quella volta, corsi via senza nemmeno salutare. Per avere più di vent'anni, ero infantile e immaturo".
Gokudera aggrottò le sopracciglia, incrociò le braccia arricciando il labbro.
"E questo cosa c'entra, bastardo?".
G lo guardò, strinse le labbra.
"In città scoprii il motivo della decisione di Primo".

"Avete sentito? Pare che la banda dei Contadino voglia vendicarsi sui vigilantes Vongola!" sentì dire da una voce femminile.
Spalancò gli occhi, si accostò al muro sporgendo il capo.
< Banda Contadino? Sono quelli che ho sconfitto la settimana scorsa! > pensò.
"Come mai? La banda Contadino non aiutava i Vongola con l'ordine pubblico?" domandò una voce maschile.
G strinse le labbra, aderì maggiormente alla parete facendo frusciare i capelli rossi.
"Pare che uno dei Vongola li abbia attaccati senza motivo. Giotto-san è andato a scusarsi, ma non vogliono sentir ragioni" disse una voce femminile anziana.
G dilatò gli occhi, sentì il battito accelerare.
"Si è inginocchiato e ha detto 'Perdonate le azioni del mio braccio destro, non si ripeteranno'. Ma nonostante questo niente" riprese la prima voce.
G deglutì due volte, scosse il capo tremando.
"Braccio destro? Di nuovo quel G? Non è la prima volta che Giotto-san deve inginocchiarsi per colpa sua" disse quella maschile.
G sentì le gambe cedere, cadde in ginocchio poggiandosi le mani sulla bocca.
"Tra l'altro. Possiamo fidarci di qualcuno che non riesce a tenere buoni i suoi sottoposti?" domandò la seconda voce femminile.


G sospirò, si poggiò la mano sul fianco.
"Per colpa della mia avventatezza, Primo aveva dovuto umiliarsi più volte e la gente cominciava a perdere fiducia in lui, perché vedeva quello che avrebbe dovuto essere l'uomo di cui Primo si fidava di più fare come più gli piaceva".
Hayato strinse i pugni, sfregò i denti tra loro e chiuse gli occhi. Li riaprì, le iridi brillarono.
"Non permetterei mai che il Decimo soffra così a causa mia!" sancì.
G sogghignò, alzò le spalle.
"Staremo a vedere, Guardiano della tempesta" disse.
Sparì in un fruscio rosso e riapparve sul tetto del tempio di Namimori. Guardò la schiena del Primo, sorrise e si sedette alle sue spalle.
"Mi aspettavate, Primo?" domandò G.
Primo si voltò, sorrise e sospirò.
"Ho ricordato fin troppe cose piacevoli per rimproverarti".
G si portò la mano al petto, abbassò il capo chiudendo gli occhi.
"Non dovreste lusingarmi così, o penserò vi faccia piacere che io infranga le regole".
Primo sospirò, scosse il capo e si alzò mettendosi in piedi davanti a G. Sorrise, addolcì lo sguardo e gli porse la mano guantata.
"Solo ogni tanto, G".
G prese la mano, baciò il dorso del guanto e si rizzò.
"Naturalmente, Primo".
  
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