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Autore: TheBlackWolf97    22/09/2013    3 recensioni
Dal testo:
(...) Shari sorrise. - Ci rincontreremo quando saremo diventati dei pirati di tutto rispetto, va bene?
Gli occhi di Rufy brillarono a quella prospettiva e il ragazzino annuì con vigore. Poi, veloce come era arrivato, si voltò e sparì inghiottito dalla vegetazione, fischiettando. Shari lo guardò allontanarsi e lo ringraziò mentalmente per l’opportunità che le aveva dato e, soprattutto, per aver capito. Sei grande, Rufy (...)
E se Ace e Rufy avessero avuto una sorella minore? E se anche lei, insieme ad Ace, fosse diventata una figlia di Barbabianca? E se avesse un dono raro e speciale, capace di cambiare le sorti di una guerra? Spero di avervi incuriositi! Ps: prima ff su One Piece, fatemi sapere che cosa ne pensate!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barba bianca, Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ace le mancava. Le mancava da morire.
La sua assenza pesava su di lei come un masso che pende da un burrone, pronto a cadere e schiacciarla sotto il peso. Nemmeno la brezza marina e l’odore salmastro dell’acqua riuscivano ad alleviare la tristezza di Shari, quella mattina. Ace era partito da poco più di un mese, e lentamente la vita al villaggio di Foosha stava tornando alla normalità. Ma non per Shari.
Il vento le scompigliò i capelli ricci e neri, facendoli ondeggiare oltre le sue spalle, e la ragazza si avvolse le gambe con le braccia stringendole al petto. Lo sguardo verde e terso vagava oltre la liea del mare, cercando di immaginare che cosa stesse guardando in quel momento il fratello maggiore. Forse, si disse, anche lui sta guardando il mare. Quel pensiero sembrò confortarla, e Shari si lasciò sfuggire un sorriso.
No, molto probabilmente sta mangiando. È la cosa che gli riesce meglio e poi è ora di pranzo.
Un ricordo le balenò nella mente e davanti ai suoi si disegnò il viso di Ace bambino, con la bocca sporca di sugo e la pancia piena. Shari rise, soddisfatta di essere riuscita ad alleviare la tensione che le stava formando un nodo alla gola e minacciava di farla piangere. Il suo stomaco brontolò, reclamando attenzioni, ma lei lo ignorò. Voleva rimanere ancora lì, seduta sul promontorio che si affacciava sul mare aperto, a perdersi nei ricordi. La sua vita era divisa in due: da un lato il Prima, anni di cui non ricordava quasi nulla se non una profonda solitudine e la paura che le camminava accanto come una compagna silenziosa, e dall’altro lato il Dopo, a cominciare con il suo primo incontro con Ace e Rufy. Sembravano passati secoli e Shari conservava ogni ricordo con grande cura: quelli erano stati anni davvero favolosi. Da piccola orfana qual era, aveva trovato su quell’isola una famiglia pronta a darle l’amore che le era stato negato negli anni del Prima e, soprattutto, aveva trovato due fratelli. Quello era il suo mondo, la sua verità, ma da quando Ace se ne era andato Shari sentiva che un vuoto si era creato nel suo piccolo universo.
Shari aveva sempre saputo che un giorno suo fratello sarebbe partito, Ace lo aveva sempre detto, eppure nella sua mente di bambina quella data sembrava lontana anni luce, irraggiungibile e quindi inoffensiva. E invece si sbagliava, perché un mese prima, il giorno del suo compleanno, Ace aveva annunciato che sarebbe partito per diventare un pirata, dato che oramai aveva diciassette anni. Rufy era stato entusiasta della notizia, perché vedeva la partenza del fratello come la prova che anche lui, a diciassette anni, sarebbe stato abbastanza grande da poter partire e vivere la sua avventura. Ma Shari non era altrettanto felice. Ricordava benissimo il giorno della partenza, l’occhiata spensierata e orgogliosa che Ace le aveva lanciato dalla barca su cui era salito e anche di come lei fosse rimasta immobile a fissare l’orizzonte molto tempo dopo che il fratello scomparisse oltre la linea del mare.
E in quel momento, con lo sguardo nuovamente rivolto in quella direzione, Shari sentiva che il filo invisibile che la legava ad Ace si assottigliava sempre più man mano che passavano i minuti. Non era la prima volta che si sentiva rattristata dalla partenza di Ace, e a volte se ne era anche vergognata. In fondo, si diceva, il suo non è stato un addio, no? Ha promesso che un giorno ci rivedremo. E poi hai Rufy, per cui non devi pensare solo ad Ace.
Ma Shari sapeva che con Rufy era diverso. Gli voleva un gran bene, certo, ed era il suo migliore amico, ma era Ace il suo vero punto di riferimento. Lui, con i suoi modi schietti e a volte scontrosi, ma sempre protettivi e attenti, il suo coraggio e la sua fiducia in se stesso. E adesso che il fratello maggiore se ne era andato, Shari non sapeva più da chi correre quando si sentiva indecisa e impaurita.
- Ah, Shari, eccoti qua!
La ragazza si voltò di scatto, strappata all’improvviso dalle sue riflessioni. Rufy fece un passo avanti e le sorrise, il sorriso senza ombre di un ragazzino di quattordici anni. Aveva in mano una coscia di pollo che sgranocchiava rumorosamente e un bicchiere colmo di succo. - Perché te ne stai qui? A casa il pranzo è pronto.
Shari sospirò. - Lo so, ma non ho fame - Si voltò e tornò a guardare il mare in silenzio. L’unico rumore che si sentiva era il vento che scuoteva le foglie degli alberi e i denti di Rufy che strappavano la carne dall’osso.
- Ti manca Ace? - domandò il ragazzino, deglutendo l’ultimo boccone. Il cuore di Shari le fece una capriola nel petto, e nuovamente la ragazza si stupì di quanto il fratello riuscisse a capirla meglio di chiunque altro. Si fece coraggio e rispose: - Si. Si, mi manca.
Ci fu una seconda pausa, in cui nessuno dei due parlò, perso nei suoi pensieri. Shari capì che non sarebbe riuscita a trattenere le lacrime ancora a lungo e pregò che Rufy se ne andasse. Non voleva che la vedesse piangere. - E allora perché non vai a cercarlo? - continuò lui, come se avesse detto la cosa più ovvia del mondo. Shari si voltò, guardandolo con gli occhi spalancati. Ma che diavolo dice? Eppure sul volto di Rufy non c’era nulla che indicasse che stesse scherzando.
- Se ti manca così tanto, vai da lui, Shari - ripeté Rufy, serio. Era sicuro di quello che diceva, e Shari si rese conto che probabilmente aveva capito da tempo che quella era un’idea che le era già passata per la testa diverse volte. Perché, infatti, in più di un’occasione Shari era stata sul punto di partire per andare a cercare Ace, ma non aveva mai detto nulla a nessuno e alla fine quell’idea moriva subito dopo essere nata. Probabilmente, si disse Shari, non l’ho mai fatto per Rufy, perché non volevo lasciarlo solo. Ma adesso era lui stesso a dirle di andare, quindi cosa doveva fare?
La ragazza si alzò in piedi e fece un passo verso il fratello. Si fermò a pochi centimetri da lui e studiò il suo sguardo, improvvisamente così simile a quello di un adulto. Shari aveva tredici anni, uno in meno di Rufy, ed era più bassa di lui, quindi per guardarlo negli occhi dovette piegare la testa all’indietro, e i capelli ricci formarono una cascata oltre le spalle.
Rufy le sorrise. - Vai e assicurati che il nostro fratellone non si cacci nei guai - Shari lo fissò e in quel momento capì: Rufy le stava chiedendo di proteggere Ace. E capì anche che sarebbe partito all’istante anche lui, se non fosse stato per la promessa fatta tempo fa ad Ace. Quando compiremo diciassette anni, prenderemo il mare per diventare dei grandi pirati.
Shari sorrise. - Ci rincontreremo quando saremo diventati dei pirati di tutto rispetto, va bene?
Gli occhi di Rufy brillarono a quella prospettiva e il ragazzino annuì con vigore. Poi, veloce come era arrivato, si voltò e sparì inghiottito dalla vegetazione, fischiettando. Shari lo guardò allontanarsi e lo ringraziò mentalmente per l’opportunità che le aveva dato e, soprattutto, per aver capito. Sei grande, Rufy. Con il cuore leggero e il pensiero proiettato verso il futuro che la aspettava, Shari si voltò e guardò per l’ultima volta la linea argentata del mare. Le sembrava di vedere la barca di Ace che si allontanava verso terre lontane e si rallegrò nel constatare che presto sarebbe stata al suo fianco e che insieme avrebbero scoperto tesori e affrontato nemici.
La figura della ragazza tremolò come se non avesse più una forma precisa, e poco dopo un maestoso cigno dalle piume nere e gli occhi di smeraldo si alzò in volo, deciso a ritrovare suo fratello e a diventare un pirata.

 
  
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