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Autore: flamin    22/09/2013    23 recensioni
[Long ad oc] [AU!Urban Fantasy] [Ispirata a Shadowhunters]
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Un distinto rumore di passi riecheggiò nell’intero vicolo mentre il gocciolare, fastidioso e ripetitivo, di un tubo di scarico diceva, in un certo senso, la sua sulla malasanità del posto.
Tsurugi Kyousuke si fermò a metà strada, silente, con le mani infilate dentro le tasche, piuttosto larghe, dei jeans leggermente strappati.
Strabuzzò, per una frazione di secondo, le iridi color ambra che iniziarono a squadrare, con una certa indifferenza, il luogo in cui si trovava.
Le pareti, una volta coperte di sponsor e robe pubblicitarie, erano piene di un ammasso di carta lacera invecchiata dal tempo e dalle intemperie.
Il blu arricciò lievemente le labbra, in un vano tentativo di sorriso.
«Ti ho visto, senpai.» pronunciò schietto, quasi orgoglioso, mentre una leggera punta di scherno, appena percettibile, si notò nel suo timbro vocale.

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spero che l'idea vi piaccia, in tal caso ci vediamo dentro. ♥
Genere: Azione, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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A s h e s 
[Mortal Instuments.]
 
 
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(1)
Prologue.
Gli occhi dell’uomo scintillarono con una luce folle; e un sorriso malevolo squarciò la penombra della sala. Ce l’aveva fatta.

 

 
 
 
 
 
Tra il concepire un'impresa terribile
e il tradurla in azione c'è uno spazio
ch'è un sogno orribile, come un fantasma.
L'anima razionale e le passioni
in quel momento siedono a consulto
e tutto l'essere umano è in subbuglio
come un piccolo regno ch'è in rivolta.
 
(William Shakespeare, Giulio Cesare)
 
 
 
 
 
A che cosa erano destinati quei bambini? 
Come potevano essere, da soli, in grado di sconfiggere il male sulla terra con i soli poteri conferitigli da loro padre, l’angelo Reizel?

Nati per salvare il mondo. 
I Nephilim.
Perché quei ragazzi erano speciali… Chi mai avrebbe potuto negarlo? 
Semplicemente non si poteva. 

Ma attenzione: i ragazzi sarebbero cresciuti duramente, vincolati da molteplici addestramenti e negazioni.
Non avrebbero dovuto ignorare né loro vere origini né il bene, ma neanche il male, che avrebbero potuto fare all’intera umanità.





Un distinto rumore di passi riecheggiò nell’intero vicolo mentre il gocciolare, fastidioso e ripetitivo, di un tubo di scarico diceva, in un certo senso, la sua sulla malasanità del posto.
Tsurugi Kyousuke si fermò a metà strada, silente, con le mani infilate dentro le tasche, piuttosto larghe, dei jeans leggermente strappati.
Strabuzzò, per una frazione di secondo, le iridi color ambra che iniziarono a squadrare, con una certa indifferenza, il luogo in cui si trovava.
Le pareti, una volta coperte di sponsor e robe pubblicitarie, erano piene di un ammasso di carta lacera invecchiata dal tempo e dalle intemperie.
Il blu arricciò lievemente le labbra, in un vano tentativo di sorriso.
«Ti ho visto, senpai.» pronunciò schietto, quasi orgoglioso, mentre una leggera punta di scherno, appena percettibile, si notò nel suo timbro vocale.
L’altro, dal canto suo, che fino ad allora era rimasto appoggiato tranquillamente ad una delle pareti immerse nella più totale oscurità, sorrise timidamente. 
Fu come un fulmine nell’oscurità più totale. 
Shindou si staccò, con delicatezza, dall’appoggio e lo raggiunse, leggermente infastidito, a braccia conserte.
Il più piccolo scosse la testa maledicendo, mentalmente, il fetore, impossibile da sopportare, che proveniva da chissà dove e sembrava trasparire dalle mura stesse.
«Dannazione! Non potevi trovare un posto migliore dove farci riunire?» aggiunse, poi, piuttosto seccato.
In risposta ricevette solo un’occhiataccia e un sospiro forzato.
«Non ti lamentare, sai bene che dobbiamo essere cauti e non farci vedere.» affermò, poco dopo, il castano.
Tsurugi strinse i pugni, indignato, facendo sbiancare le nocche. Digrignò leggermente i denti riprendendo, subito, a lamentarsi.
«Non serve, possiamo usare i nostri pote--» continuò ma, ironia della sorte, venne subito interrotto e zittito da una terza voce, quasi cantilenante, che si faceva sempre più vicina.
«Non essere sciocco, Kyousuke, sai benissimo che non possiamo. Ishido ce l’ha proibito al momento, ricordi?»
Il ragazzo in questione, dai bellissimi occhi color ametista, guardò distrattamente i presenti accartocciando la lattina, vuota, di coca-cola che teneva in mano e facendola, in un secondo momento, cadere a terra con disinvoltura.
«Saru-» pronunciò Takuto con occhi leggermente sgranati come se fosse, in qualche modo, sorpreso della presenza dell’albino.
«Beh? Quali sono le novità? Ho delle faccende piuttosto importanti da sbrigare alla Feida… Sai, non vorrei perdere tempo e non sopporto essere convocato per ragioni futili~» aggiunse Saru, ghignando, piuttosto annoiato.
Shindou schioccò nervosamente la lingua per poi avvicinarsi ai due amici alzando, lentamente, il braccio sinistro.
Iniziò ad osservare, poi, con una certa curiosità, le rune che erano impresse a fuoco sulla sua pelle; Prese un respiro.
«Endou ha avvistato un paio di demoni nei paraggi per cui dobbiamo intervenire, non trovate?» disse boccheggiando, quasi incerto, sul da farsi.
I presenti si scambiarono, immediatamente, sguardi sottecchi mentre i tubi, corrosi, continuavano a perdere acqua producendo un suono vagamente irritante.
Aguzzarono l’udito all’unisono quando sentirono, in lontananza, un ringhio animalesco: li conoscevano bene, quegli esseri. 
Ed andavano eliminati tutti, senza distinzione… Loro e il resto dei nascosti.
Lupi mannari.
Non sarebbe stato troppo difficile, infondo.

 
◆◆◆


Un sibilo, piuttosto sordo, le penetrò un timpano mentre inarcava, istintivamente, la schiena e socchiudeva gli occhi. 
Reika respirò a fondo nell’aria notturna, carica di umidità, inclinando leggermente il capo e lasciando che i lunghi capelli, mossi e rossicci, le ricadessero elegantemente lungo la spalla.
Esitò pochi secondi per poi estrarre, con una leggera pressione, la sottile lama della sua lancia dalla bestia accasciata a terra. 
Il labbro inferiore, rosso e segnato da una piccola crosta di sangue rappreso, tremò appena.
Arricciò il naso sentendo l’odore, acre e pesante, del liquido denso color pece che fuoriusciva dal punto esatto in cui il nascosto era stato colpito.
La Minazuki riprese subito, attenta, a estrarre definitivamente l’arma dal corpo, inerme, della creatura, tossicchiando leggermente.
Lanciò, poi, con disinvoltura, una rapida occhiata alle sue dita leggermente affusolate e alla sua pelle diafana che sembrava, con grazia, riflettere i raggi lunari.
Lasciò cadere, in seguito, il suo sguardo sul polsino al braccio sinistro che, a tratti, era stato impregnato da quella sostanza che riteneva assolutamente ripugnante.
Prese a massaggiarsi i polsi, in un secondo momento, smaniosa. 
Ebbe una fitta all’altezza dello stomaco quando, con orrore, notò di essere rimasta sola. Perché lei odiava e amava al tempo stesso la solitudine. 
In passato aveva avuto modo di capire quanto fosse sgradevole ma, ora, sebbene talvolta bramasse la sensazione di tranquillità che le si formava attorno, aveva imparato quanto fosse bello essere circondata da amici pronti ad aiutarsi a vicenda.
“Ma allora perché Gouenji-san mi ha mandata da sola, in questo posto?” pensò tutto ad un tratto mentre si accingeva a gettare, impaziente, l’oggetto che teneva tra le mani.
Il clangore assordante della lama che toccava, inevitabilmente, terra le fece arricciare il naso, infastidita. Sospirò profondamente mentre il suo viso, niveo e brillante, si ricomponeva in un’espressione che aveva un che di impassibile.
Eppure, sebbene avesse quindici anni e uccideva demoni da praticamente una vita, se la stava facendo completamente sotto. Ma, come si dice, occhio non vede, cuor non duole, giusto?
Con un movimento fluido rigettò i capelli ramati all’indietro sistemandoli, lentamente, nel modo migliore possibile. Quando le sue orecchie, sempre vigili, captarono dei rumori sempre più vicini, le sue iridi, color verde fittizio, si sgranarono, quasi assottigliandosi.
Oh, merda, non di nuovo.
Erano tre giorni, ormai, che i lupi mannari sembravano arrivare ‘a poco a poco’.
Un po’ come se, morto uno, ne arrivassero altri, pronti a farla fuori.
Repentinamente recuperò la spada e si voltò squadrando, in modo attento, il circondario. 
Era sola.
O, forse,no.
«Falso allarme, è solo Reika.» disse poi, spezzando quell’apparente quiete, una voce che, alla ragazza, parve subito familiare.
L’adolescente volse lo sguardo all’insù cercando, attenta, di capire da dove proveniva quest’ultima. Appollaiati pericolosamente su una scala anti-incendio tre ragazzi, con un’espressione seria in volto, la stavano osservando.
«Reika Minazuki.» cantilenò Saru mentre il blu, Tsurugi, si avvicinava al corpo martoriato dal mannaro esaminandone, accuratamente, ogni centimetro;  esso, come d’incanto, sparì poco dopo.
«Dunque ci hai pensato tu… Chi ti manda?» chiese, poi, il ragazzo fissando la giovane con i suoi occhi color dell’oro.
L’altra, scocciata, si limitò a sorridere stancamente.
«Gouenji-san.» pronunciò con disinvoltura puntando gli occhi, che a tratti sembrarono brillare, sull’asfalto della strada.
«Credo che Endou lo sapesse sin dall’inizio.» dedusse Shindou poggiando, delicatamente, una mano sul fianco.
«Forse vuole che la portiamo con noi.» intervenne Kyosuke alzando le spalle ed intercettando lo sguardo della ragazza.
«Non ci pensare nemmeno. Porta guai.» aggiunse l’albino sfoggiando, come sempre, un sorriso di sfida.
Fu una risposta secca, categorica… Una di quelle teatrali che non ammettevano alcuna replica.
Reika strinse i pugni, digrignando i denti.
Dentro sentì uno strano miscuglio tra rabbia e mortificazione.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
nda.
dunque, buonasera a tutti.
e così, alla fine, ho deciso di buttare giù mille parole esatte –credo, ma non ci spererei- iniziando a farmi una mappa in mente che potrei realizzare solo con l’aiuto dei vostri oc; come avrete letto dall’introduzione, la long è ispirata alla saga di ‘the mortal instruments’, altresì conosciuta come ‘shadowhunters’. credo si possa capire almeno un po’ la trama, che parlerà di cacciatori di ombre, demoni, -appunto- e dei loro ‘continui’ scontri con i nascosti –vampiri, licantropi, ecc…-.
per altre informazioni, basta cliccare qui.
avverto che alcuni oc che sceglierò moriranno; ho preferito dirlo, ritenendomi una persona leale, ecco. (?)
voglio chiarire che il banner è fatto alla cavolo ed è provvisorio perché i miei bellerrimi –wtf- programmi di grafica sono chiusi in uno stanzino del sottoscala a prendere polvere [cit.] e che la ragazza –da cui prende, appunto, il volto, reika.- è stata creata nientemeno che da anna, la mia sorella faiga, infatti è un disegno. ringrazio anche la cara destroyer che ha accettato di betare questo capitolo.
a tal proposito:

◆ reika minazuki è un mio oc e a me appartiene.
◆ inazuma eleven e i suoi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della level five e dei rispettivi autori. la storia è scritta con nessuno scopo di lucro.
 
 
vi lascio alla scheda oc, che ne dite?
 

nome {solo giapponese}:
cognome {solo giapponese}:
età {il che dipende anche dalle relazioni: se scegliete go, l’età va dai quindici ai diciotto, se ie, dai ventidue ai ventisei}:
data di nascita {esatto, potrebbe servirmi}:
occupazione {se fa qualche lavoretto ecc…, come sopra, potrebbe servirmi}:
aspetto fisico {almeno quattro righi}:
aspetto caratteriale {almeno cinque righi}:
tic:
fobie:
particolarità/segni particolari:
abitudini:
eventuale immagine {non conta, se me la inviate come aspetto fisico, perché a me serve per un eventuale banner}
storia {sbizzarritevi, in questa long parecchi oc dovranno avere una storia bizzarra, qui dovreste scrivere almeno sei righi}:
cotta/marito/fidanzato {dunque, accetto sia het, che shoujo che shonen; sia pg delle prime tre serie che inazuma eleven go; per l’opzione ‘marito’ –credo sia ovvio- potete scegliere solo pg di ie, esclusa go!. qui sarebbe meglio se mi scriveste, due o tre alternative, in modo di sapere –eventualmente- come muovermi meglio}:
razza {cliccate qui per visualizzare le scelte e le loro caratteristiche, cercate di essere meno scontati possibili, pls; soprattutto, non inviatemi oc vampiri con gli occhi verdi o roba simile, per intenderci.}:
 


vi do un piccolo consiglio: sbizzarritevi, avete fino a due giorni per inviarmi i vostri oc {solo un oc a testa, eh} perciò non abbiate fretta di crearli, perché vi avverto che sceglierò i migliori, sul serio.
non aspettatevi da me trattamenti di favore, perché non ne farò, ovviamente. più scrivete sul vostro oc, meglio lo descrivete e più possibilità io ho di sceglierlo e caratterizzarlo come meglio posso.
allora, che ne pensate della storia, considerando il solo prologo? spero di aver fatto un buon lavoro! c:
ecco, infine volevo mettervi qualche link, nel caso vorreste contattarmi al di fuori di efp, per qualsiasi cosa (?):
 
ask.
twitter.
personal facebook.
personal facebook page.
fandom inazuma eleven efp.
 
adesso mi dileguo, vi auguro buona giornata.
un bacione,
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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