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Autore: Gipsy Danger    22/09/2013    3 recensioni
L'essere umano, banale, insignificante, permane, imparando sulla propria pelle la peggior ironia di sempre.
Una cella e un volto senza nome. Skyrim!Verse, MaleDovahkiin!Centric.
Genere: Angst, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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.: Siùil A Rùn :.



Con gli occhi di un Khajiti riuscirebbe dare forma al buio, modellando il profilo del chiavistello e della porta.
Con la forza di un Orsimer, strapperebbe le catene che gli inchiodano i polsi dietro la schiena.
La fortuna di un Imperiale lo porterebbe oltre la soglia senza che si faccia scoprire.

Si sveglia senza sapere se siano passati un anno, due o cento. La stanza è un universo cieco e stretto, un metro e mezzo per due – meno dello spazio che si concede ad un animale. È la lenta ascesa dalle profondità di un vortice, la stanchezza di ere accumulata su ossa rotte e muscoli intorpiditi.
A richiamarlo la prima volta sono i passi, calzari militari che scandiscono il tempo davanti alla sua cella. Non avesse quell'orrendo pezzo di metallo tra i denti griderebbe, chiamerebbe aiuto – l'istinto di sopravvivenza gli impedisce di sprecare il fiato. Si affanna a scavare nella memoria per capire, per ricordare.
A Nortwatch ci sono solo Thalmor. E le loro attenzioni, ora come ora, sono più che sufficienti.

Vegliare nell'incoscienza. Dormire ad occhi aperti.
Non c'è altro, per lui.

[Siuil, siuil, siul a run,
Siuil go sochair agus siuil go ciuin
Siuil go doras agus ealaigh lion
Is go dte tu mo mhuirnin slan ]

*

I cani da guardia non lo toccherebbero – gli basterebbe uno sguardo, un soffio nella loro direzione, se venisse da Valenwood.
Non avrebbe paura della sentinella e dei suoi dardi di fuoco; se la sua pelle fosse nera come la cenere di Morrowind, le fiamme danzerebbero per lui.
Con scaglie e squame da Blackmarsh, la febbre non lo toccherebbe.

Il Justiciar non entra mai nella cella. Si fa strada fino alla soglia, gli alza il mento con la punta dello stivale. Una semplice pressione di quella suola pesante gli potrebbe spezzare il collo, ma il destino gli riserva di peggio di volta in volta.
Ogni volta lo guarda a lungo, prima di parlare. Passa in rassegna i tagli, le ferite, i lividi - la carne gonfia dell'anca, dove il marchio a fuoco non ha ancora messo di spurgare. Segue le tracce scure dell'urina lungo le sue gambe e le striature di sangue sul suo volto. Si prende tutto il tempo necessario per fargli tastare appieno lo stato in cui è ridotto: sporco, impastoiato come una bestia al macello.

“Può finire quando vuoi. Lo sai.”

Stupido Altmer. È qui che si sbaglia. La tortura lo prosciugherà, prima o poi. Il dolore smetterà di essere così devastante.
L'incubo...quello proseguirà. Finché avrà l'aquila rampante a straziargli un fianco, se anche dovesse uscire, non riuscirà a staccarsi di dosso il suo ruolo. La maschera che gli hanno cucito addosso.

Non gli importa nulla dei Rinnegati – sono parte della sua infanzia, un periodo chiuso. Non gli importa nemmeno dei Daedra – non lo possono sentire, non qui, per quanto sia difficile convincersene.

Il Justiciar  se ne va, un'espressione grave che sfocia nella noia della routine.
Al suo posto torna il buio.
Sempre il buio.

[I wish, I wish, I wish in vain,
I wish I had my heart again.]

*

E se fosse un Nord, se fosse un figlio di Skyrim, allora avrebbe un motivo di scagliare tutto il suo odio verso i Giudici. O il suo rispetto, se nelle sue vene scorresse sangue degli Altmer.
Semplice indifferenza, infuocata rabbia di Red Guard – fierezza davanti alla morte incalzante.

Ogni tanto gli capita di pensare anche a lui. E se non avesse un morso, se non fosse ridotto al guinzaglio – se avesse fiato, riderebbe fino a piangere. O piangerebbe fino a ridere.
Perfino in una gabbia, non riesce a chiudere fuori il ricordo di quegli occhi verdi, inumani.

[Walk, walk, walk, O love,
Walk quickly to me, softly move;
Walk to the door, and away we'll flee,
And safe may my darling be. ]

*

Se fosse un Bretone, solo un Bretone, da High Rock o dal Reach, è sicuro che finirebbe ancora prima di cominciare. Con la morte rapida che avrebbero dovuto dargli ad Helgen, o con una condanna ancora più anonima.

Finché è buio, il gioco dei se è alla sua portata. Un girotondo che è semprein grado di reggere – scivolando, incespicando, cadendo. Se fosse uno Jarl, se fosse un soldato, se fosse, se fosse, se, se - se dentro di lui non ruggisse un pezzo d'anima incontrollato, se il suo sangue smettesse di consumargli le vene.
Non cambia mai nulla, al risveglio.
Lui è e rimane Surya. Su-rii-ah. Il cacciatore che non vedrà mai più il cielo affonda di giorno in giorno. L'essere umano, banale, insignificante, permane, imparando sulla propria pelle la peggior ironia di sempre.

Meglio un drago morto, che uno seppellito vivo.


NA:

Un paio di cosine, prima di sparire onde evitare di essere bersagliata di pomodori. La shot è stata scritta di getto, sulla base di avvenimenti headcanon del Dovahkiin che sto giocando (un Bretone Forsworn di nome Surya, appunto) - nella fattispecie, proprio per il suo retaggio da pazzoide terrorista del Reach viene puntato da una pattuglia di Thalmor e finisce per scontare un periodo al forte di Northwatch. Spero che il pezzo possa risultare apprezzabile nonostante sia solo uno spaccato di vita. La canzone che si accompagna al testo è Siuil a run, del gruppo Clannad.
Eee...basta, mi sembra di aver detto tutto. Un ringraziamento a chiunque non mi faccia inseguire dai Draugr per questo scempio u.u°.

Kei
   
 
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