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Autore: themostrandomfandom    23/09/2013    6 recensioni
Nell'estate del 1898, Santana Lopez si unì al J.P. Adams & Son Travelling Circus & Menagerie mentre viaggiava per gli stati americani del Midwest superiore. Inoltre si innamorò della figlia del lanciatore di coltelli. Traduzione.
Genere: Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa storia appartiene all'autrice americana JJ, aka themostrandomfandom.
Qui il link della storia originale: http://www.fanfiction.net/s/7922642/8/The-Knife-Thrower-s-Daughter

CAPITOLO VII: TUTTO QUELLO E UNA FETTA DI TORTA


Venerdì 1 luglio, 1898: Onawa, Iowa

Santana non ricorderà i suoi sogni, ma ne rimarrà il segno molto tempo dopo essersi svegliata, piena di crampi e febbriciante, come una malattia venuta dall’Africa di Livingstone.

Apre gli occhi nell’oscurità, i suoi capelli appiccicati alla fronte e tutto il suo corpo bollente come una fornace, nonostante il freddo pungente dell’aria mattutina. Si accorge immediatamente di non essere sola: il battito del suo cuore accelera.

Puck divide la branda insieme a lei.

Tiene Santana stretta mentre giace sopra di lui, i loro corpi premuti vicini, il suo braccio che le avvolge la vita come una cintura e la sua guancia ruvida contro l’orecchio, così che riesce a sentire il suo respiro e percepirlo contro la sua pelle.

“Coccinella?” mormora Puck intontito.

Si irrigidisce tra le sue braccia.

Gli eventi di ieri ritornano alla mente di Santana come se non l’avessero mai lasciata.

Ricorda di aver trascorso la mattinata a leggere a Brittany una storia ridicola in mezzo al prato e ai fiori selvatici e di aver poi pelato le carote con Ma Jones alla mensa. Ricorda anche di aver capito per la prima volta che tutta quella speranzosa e insistente ammirazione nei confronti di Brittany significa veramente qualcos’altro – quello stesso qualcos’altro che si è soffermato sulla punta della lingua ormai da giorni, da quando si è unita al circo e ha incontrato Brittany per la prima volta alla sezione delle tre tende, sentendosi davvero, davvero sola.

Ricorda la profonda vergogna e paura e come si è nascosta da lei per l’intera serata in seguito alla rivelazione. Ricorda di essersi esibita male allo spettacolo serale, un lampo di fiamme che bruciavano l’aria proprio di fronte al suo viso. Ricorda di aver trascinato Puck fino alla tenda con lei e di averlo baciato sulle labbra e sul collo con disattenzione e il cuore infranto.

Ricorda di aver pensato a Brittany per tutto il tempo.

“Oh Dio,” dice ad alta voce, in un tono strozzato, perfino in un sussurro.

“Non ti preoccupare, coccinella,” la rassicura Puck, sistemando la presa per tenerla più vicina. “Non è successo nulla ieri sera. Sei tornata dal circo parlando e comportandoti come un’altra persona e mi hai sbaciucchiato. Dopo essere andato a prenderti da bere, sono tornato alla tenda e ti ho trovato esausta. Continuavi a tremare e non avevo una coperta da darti, così ho deciso di tenerti al caldo col mio corpo. Sono stato un gentiluomo, te lo giuro.”

Santana sa che Puck scommette, litiga, mastica tabacco, e dice tante menzogne come chiunque altro al circo – il che significa un mucchio di menzogne – ma sa anche che, nonostante appaia rude, Puck è un ragazzo rispettabile e ha giurato sulla tomba di suo padre di prendersi cura di lei, a qualsiasi costo. Santana gli crede quando dice di non averla toccata durante la notte oltre ad averla tenuta stretta.

Sente una dolce fitta nel petto.

(Ecco il ragazzo che dovrebbe amare.)

“Mi dispiace,” dice tutto d’un tratto.

“Per cosa?” chiede Puck e percepisce la sua espressione mutare contro la sua guancia, improvvisamente interrogativa.

“Mi dispiace per essermi comportata come una pazza ieri sera,” risponde. “Non avevo intenzione di – voglio dire, non avrei dovuto – ,” balbetta.

Puck stringe Santana tra le braccia, zittendola mentre parla. Preme un bacio veloce sulla sua mandibola. “Ehi, va tutto bene, coccinella,” dice con dolcezza. “Un sacco di ragazze diventano nervose quando non sono mai state con un uomo” – Santana si agita tra le braccia di Puck – “Ma, ehi, ascoltami: è tutto naturale, coccinella, e ti prometto che quando sarai pronta, sarò delicato, va bene? Non vorrei mai farti del male.” Bacia di nuovo la mandibola, appassionato.

(La sua promessa suona come una preghiera.)

(Santana non riesce mai a credere negli angeli, solo nei diavoli.)

Qualcosa trema dentro Santana, instancabile, e pensa, senza volerlo, a Brittany, che è la persona più delicata che conosca e che è certa che non le farebbe assolutamente mai del male. Santana cerca di eliminare il pensiero dalla sua mente come si toglierebbe una piega da una camicia appena lavata, ma più cerca di non pensare a Brittany, più non riesce a smettere di farlo.

In poco tempo, Santana riesce quasi a percepire sul viso il lieve tocco delle dita di Brittany, sereno come i petali di un fiore che sfiorano la superficie di un laghetto da un ramo sporgente. Pensa alla valeriana greca e alle campanule viola che ieri Brittany ha intrecciato in una ghirlanda e posato, delicata come un segreto, sulla sua fronte come il diadema di una regina. Si forma un singhiozzo nel petto ma non passa oltre le sue labbra: la fa soffrire internamente come una ferita.

(Santana non si era aspettata di svegliarsi col cuore infranto eppure amando ancora Brittany.)

(In un mondo più giusto, nessuno si sentirebbe col cuore infranto e innamorato allo stesso tempo.)

Lo más pronto que te olvides de la justícia, lo más felíz serás.

Se Puck sente Santana rabbrividire contro di lui, è abbastanza cortese da non farne menzione. Invece, la tiene semplicemente tra le braccia e inspira nei suoi capelli, inalando l’odore per portarlo con sé durante la giornata. Santana sa che è tutto quello che può donare a Puck – solo il minimo respiro di lei nei suoi polmoni – perché tutto il resto che possiede da donare appartiene già a Brittany. Santana non si ricorda di essersi data così tanto a lei o di averle dato qualcosa, ma adesso che ci ripensa, sa per certo che il suo cuore, speranza e buona volontà non sono più suoi.

Appartengono alla figlia del lanciatore di coltelli.

Cerca di ricordarsi quando con esattezza si sia innamorata di Brittany Pierce e si domanda se non sia stato quando si sono travestite mentre facevano l’inventario a St. James o durante il loro primo bacio in cima alla scala dei trapezisti nel tendone a Mankato oppure quando Brittany è comparsa alla sezione delle tre tende quella domenica mattina a Worthington, ma più ci pensa, più è confusa.

Non riesce nemmeno a ricordarsi di essersi innamorata di lei.

(Sembra così tanto una cosa da tutti i giorni e sempre presente.)

E dal momento che Santana non riesce a ricordarsi come si è innamorata, non riesce a pensare nemmeno a come disinnamorarsi.

Se pensasse che Puck potesse dirle come funziona l’amore, potrebbe chiedergli un consiglio riguardo la sua difficile situazione, dato che non può chiedere a Sam – che, come lei, non conosce la risposta alla sua domanda – o a Brittany – che probabilmente non ha mai avuto bisogno di disinnamorarsi di nessuno, non essendosi mai innamorata per sbaglio come ha fatto Santana.

Considera brevemente di raccontare a Brittany la verità e implorare il suo perdono mentre tenta di capire cosa fare. Dopotutto, se forse Santana smettesse di amarla come nei libri di fiabe, potrebbe continuare ad amarla come un’amica, e trascorrere così ancora del tempo insieme a lei.

Santana cerca di immaginarsi la situazione capovolta – ossia cerca di immaginare come reagirebbe se fosse Brittany quella innamorata e non lei e se Brittany glielo confessasse in un attacco di disperazione – ma scopre in fretta che l’immaginazione la tradisce, dal momento che riesce solo a figurarsi di gettare le braccia attorno al suo collo il momento stesso in cui le rivela il suo segreto e di ricoprirle di baci il volto, felicissima, perché ama Brittany talmente tanto e si sente davvero felice sapendo che anche lei la ama.

Ed è proprio quello il problema, no?

Non sarebbe poi così terribile che Santana amasse Brittany se lei ricambiasse il sentimento.

Ma Brittany le ha solo mostrato la solita gentilezza amichevole che il suo cuore, nella sua ingenuità, ha in qualche modo scambiato per amore. Una ragazza non ama un'altra ragazza come nelle fiabe: nessuno ha mai scritto romanzi al riguardo, né se n’è mai parlato, né sono state messe in scena opere, né l’ha mai sognato, nemmeno nelle più oscure, strane notti febbrili. Il suo cuore ha in qualche modo fatto uno sbaglio, creando qualcosa di nuovo e impossibile perché Santana non gli ha mai insegnato a stare più attento.

Il cuore di Brittany però non è così ingenuo. Brittany non può amare un’altra ragazza come lei, e, anche se potesse farlo, non sarebbe comunque Santana.

(I portafortuna non amano dei cattivi presagi.)

Brittany Pierce non ama Santana Lopez, per quanto Santana Lopez la ami.

“Andiamo a prendere della colazione, coccinella,” dice Puck con gentilezza, scostando Santana dalla sua spalla e sulla branda, districandosi da dove si trova. “Ti sentirai meglio una volta che avrai avuto un po’ di uova e caffè di Ma. Ti faremo passare la giornata,” le promette.

Santana vorrebbe credergli.

(Vorrebbe poter credere in una sola cosa buona.)

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Si lava la faccia nella bacinella in acciaio più a lungo del necessario, strofinando e strofinando con le unghie spuntate fino a quando le guance si infiammano e le labbra pungono al suo tocco.

Aspetta che anche Puck si lavi, e poi gli offre il polso così che possa condurla all’aperto. La guida dietro di lui il più gentilmente possibile, aprendo la tenda con una mano e facendole cenno di uscire all’aria aperta con l’altra. Santana si lascia condurre da un interno nero a un esterno illuminato dalle stelle. Percepisce le sue guance umide asciugarsi e vorrebbe che la gentilezza di Puck la catturasse facilmente come quella di Brittany ha sempre fatto.

Santana trova Castore e il Cancro ad aspettarla nel cielo dell’Iowa, ma anche un mucchio di costellazioni in miniatura che appaiono e scompaiono in gruppo nel prato: le lucciole si muovono tra le teste di bianche erbacce penzolanti. Nonostante sia conscia del fatto che non dovrebbe farlo, Santana pensa a baci sulle guance e a tante altre cose.

(Una fitta al cuore.)

Sebbene tema di incontrare Brittany a colazione, il lanciatore di coltelli e sua figlia non fanno la loro comparsa alla mensa per il primo pasto; Santana e Puck siedono vicini a Finn, Blaine, e il giocoliere dal volto dolce, che Finn chiama Kurt. Mentre sgranocchiano in silenzio il solito cibo, Santana piegata sul piatto, assapora quasi niente e mastica meno di quanto dovrebbe, si sente sempre più nauseata ogni secondo che passa.

Il circo segue le vie secondarie per lasciare la città, passando dietro la caserma dei pompieri invece che davanti, e si infila in qualche stretta via principale in direzione della stazione. Santana si aggrappa a lato di un carro, il braccio di Puck in vita, che la tiene ferma, e serra la mascella contro la giornata.

Degli insetti ronzano odiosamente attorno alle orecchie e le ruote del carro urtano contro la strada irregolare. Cerca di pensare a un lato negativo di Brittany, ragionando che forse potrebbe convincere il suo cuore a non amarla se scoprisse qualche difetto nel suo carattere, ma anche dopo un completo esame di Brittany nella sua mente, non trova nulla da disprezzare in lei – nemmeno i segreti che deve ancora rivelarle.

(Che altro potrebbe fare se non amare la ragazza che mantiene tutte le sue promesse?)

Per una volta, Santana si sente sollevata dopo aver studiato la compagnia del circo alla stazione e non essere riuscita a trovare Brittany da nessuna parte. Si getta in un vagone, Puck che svolge la maggior parte del lavoro per trascinarla dalla sua cintura di cuoio, e quasi crolla sfinita contro il muro, già esausta fino alle ossa, malgrado l’ora, e sentendosi in qualche modo come se non avesse nemmeno dormito la scorsa notte.

Santana si accorge solo vagamente che Rachel Berry entra nel carro merci a fianco di Puck e vorrebbe non essersene accorta quando Rachel schiarisce la voce.

“Ti ho sentita cantare alla mensa ieri quando sono venuta a prendere un po’ d’acqua dai barili,” annuncia Rachel, compiaciuta di sé come se fosse Magellano e avesse appena scoperto per la prima volta lo stretto. “Hai una voce discreta Santana. Ti avrei detto qualcosa quando ti ho sentita cantare, ma non volevo, uhm… interferire mentre Ma Jones lavorava. Sebbene tu sia troppo vecchia per iniziare a ricevere una formazione professionale, potresti beneficiare di qualche lezione e forse sviluppare la tua tecnica. Sarei più che lieta di offrire il mio aiuto a una compagna gitana e penso che potrei farti migliorare, anche se ovviamente non al mio livello di talento, nonostante le mie capacità di insegnamento, e – ”

“No, grazie,” taglia corto Santana, massaggiandosi il setto nasale tra due dita dal momento che sente giungere il preludio di un mal di testa.

“Dico davvero, non sarebbe un problema,” blatera Rachel. “Il tuo modesto contralto ricade perfettamente nella mia estensione vocale e non sarebbe per nulla complicato insegnarti qualche metodo. Vediamo, cosa stavi cantando ieri? ‘The Song That Reached My Heart’, vero?” Rachel si schiarisce la gola e canticchia una nota prima di iniziare a cantare.

That night I shall never forget,
that night with its pleasure and pain
I think of the singer, I think of the song—

La sua rumorosa voce gorgogliante riempie il vagone del treno, riecheggiando sulle mura di legno e occupando ogni spazio. Santana non riesce a sopportarlo, il suono, la canzone, quello che la canzone suscita nella sua mente.

(Nel suo cuore.)

“Non voglio lezioni di canto!” urla, voce che ferisce Rachel come un colpo di spada.

I presenti nel carro merci sussultano e le sopracciglia di Puck saltano fino all’attaccatura dei capelli. Borbotta una parola volgare. Santana lo ignora, ormai troppo innervosita per smettere di parlare.

"¿Alguna vez eschuchas? ¡No me hables, bocona! Per l’amor di Dio, non stai mai zitta? Non ti è mai passato per la mente che certe persone non hanno voglia di ascoltarti mentre blateri tutto il tempo come se avessi scritto un libro sul circo? Ho detto ‘no, grazie!’ Non mi importa del canto! Non voglio cantare e non voglio che tu canti e voglio solo che tu chiuda la tua bocca mostruosamente larga prima che qualcuno la scambi per un tunnel e ci guidi dentro una diligenza!”

È la cosa sbagliata da dire per molte ragioni.

La bocca di Rachel Berry si apre in una patetica o, ma nonostante i suoi tristi occhi marroni siano ricolmi di lacrime, non ne versa nemmeno una.

(Sul serio, è Santana quella che sente di dover piangere.)

Il momento successivo, Rachel chiude e apre e chiude di nuovo la bocca come un pesce all’amo, spostando lo sguardo tra Puck e Santana come se non riuscisse a credere che Puck abbia permesso a sua moglie di dire delle cose così crudeli contro di lei e come se non riuscisse a credere che Santana, moglie di Puck e compagna gitana, potesse inventare delle cose così crudeli da dirle. Ha uno sguardo profondamente ferito, come una daina ormai quasi abbattuta da un cacciatore.

“Coccinella!” la rimprovera Puck, ma è troppo tardi.

“Pensavo solamente… ,” balbetta Rachel, labbro tremante.

Santana serra i pugni e chiude gli occhi.

“Non voglio cantare,” borbotta perché quella, per lo meno, è la verità.

Si poggia di nuovo contro la parete del carro merci, resistendo alla brama di sbatterci contro la testa, desiderando che Rachel e Puck scompaiano. Quando sente il fruscio delle gonne e l’impacciato strascichio di piedi contro le assi del pavimento sul treno in movimento, sa che metà del suo desiderio si è realizzato.

“Non è stato molto gentile da parte tua, coccinella,” dice Puck in un tono piatto, ma non si muove o la rimprovera più di così.

Santana digrigna solamente i denti.

(And then she sang a song that made the teardrops start. She sang a song, a song of home, a song that reached my heart.)*

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Dopo un interminabile minuto, il silenzio inizia a insinuarsi nella sua coscienza, o per lo meno nella sua autostima. Vagamente, Santana si chiede chi tra tutta la compagnia potrebbe aver offeso, urlando contro Rachel Berry dopo una provocazione così insignificante. Dà un’occhiata agli altri passeggeri del vagone e li trova più numerosi di quanto si era aspettata.

Quasi mezza dozzina delle ragazze della cucina occupano il carro merci, più un’altra mezza dozzina di sovrintendenti, Puck, Finn, Rachel Berry e il padre insieme al loro domestico mulatto, e Kurt il giocoliere. Tutti quanti la fissano a occhi sgranati come se fosse uno dei diavoli di Goethe che è improvvisamente apparso sul loro palcoscenico altrimenti tranquillo. Rachel è rannicchiata in un angolo, premendo il viso contro la camicia del mulatto, senza lacrime ma chiaramente sconvolta, mentre il domestico le liscia i capelli e rivolge un’occhiataccia a Santana per contro suo.

Certo, Santana non aveva intenzione di trattarla con cattiveria e sicuramente non avrebbe mai voluto turbare così tanto Rachel, ma la gente del circo nel vagone sembra credere che Santana ce l’avesse con lei fin dall’inizio. La guardano come un povero farebbe con l’esattore delle tasse venuto a confiscargli la fattoria e la odiano per Rachel e per le loro ragioni personali.

Forestiera.

Demonio.

Zingara negra.

Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che Santana aveva offeso il circo.

Se potesse, si spiegherebbe, ma, a dire il vero, cosa direbbe? Non ha urlato contro Rachel perché era colpa sua, o nemmeno di Brittany. Più che altro, ha gridato per sé e contro di sé.

(Santana si odia comunque più di quanto il circo potrebbe odiarla.)

Ogni volta che aveva offeso la compagnia prima, si era ritirata e nascosta nell’ombra fino a quando Brittany non era arrivata a infonderle nell’anima un po’ di speranza e amore per se stessa con un bacio, ma oggi non può neanche nascondersi in un carro merci e non può fare affidamento su Brittany a farle da rimedio più di quanto possa fare affidamento su se stessa. Affonda il viso tra le sue braccia e dà le spalle alla compagnia, serrando la mandibola per non piangere e desiderosa che quell’agitazione dentro di lei si indurisca come cemento asciutto.

Che la odino pure.

Che la odino, che la odino, che la odino perché che importa in fondo?

Uno spiffero soffia attraverso il vagone e Santana piega le dita dei piedi sotto la gonna, ma se ne pente immediatamente.

(In qualche modo, ogni cosa al circo le ricorda Brittany.)

Si stringe con ancora più forza perché le sue costole smettano di tremare. Il suo volto è in fiamme, ma il resto del corpo rabbrividisce. Lotta contro le lacrime. Non piangerà per qualcosa così ridicolo come offendere il circo. Non piangerà per qualcosa così ridicolo come innamorarsi per sbaglio.

Santana non sa quanto il treno impieghi a raggiungere la sua destinazione: la tratta sembra durare ore e pochi minuti ad un tempo. Quando il carro merci finalmente si ferma, Santana non osa alzare lo sguardo e tiene la testa nascosta tra le braccia fino a quando Puck le dà un leggero colpo col gomito per farla tornare in sé.

“Vieni, coccinella,” dice laconicamente, offrendole la mano per aiutarla a scendere sul binario.

La stazione è un lungo edificio marrone con un tetto a due spioventi e pali della segnaletica fissati agli angoli. Un segnale appeso all’entrata della stazione dice ONAWA in lettere imbiancate, rivelando a Santana il nome della città, ma non a quale stato dell’Unione appartenga.

La terra intorno alla stazione è composta da una serie di collinette e quello che all’inizio Santana scambia per un fiume, ma poi si accorge che in realtà è uno stretto lago a forma di ferro di cavallo. Il fogliame è verde, ma lievemente tinto di grigio. Una coltre di nubi a bassa quota non le permette di capire se il cielo sia poco elevato come in Iowa o si slanci verso l’alto come nel Minnesota.

Puck avvolge un braccio attorno alla vita di Santana, guidandola lungo il binario e verso i carri. Pare averla già perdonata per la cattiveria nei confronti di Rachel sul treno, o che almeno l’abbia scusata dato che non si sente bene. Puck perdona sempre facilmente le sue colpe e quello dovrebbe significare qualcosa per lei, ma non è così.

Quando alcune delle ragazze della cucina che erano sul vagone iniziano a bisbigliare l’una all’altra appena Santana le sorpassa, Puck rivolge loro uno sguardo torvo dall’orlo del cappello e attira Santana più vicino a sé, offeso. Respira di nuovo l’odore di Santana come stamattina nella tenda, labbra che rimangono sospese sopra la sua testa in un bacio non dato.

(Santana vorrebbe potergli essere riconoscente, almeno un pochino.)

Santana e Puck salgono su un carro trainato da muli, insieme a Blaine il vagabondo dal cappello di feltro e i Dragoni Volanti Chang, che non hanno assistito al suo accesso di rabbia sul treno, ma la fissano comunque con occhi marroni avviliti, come se riuscissero a vedere qualcosa di tragico soffermarsi proprio sopra la sua spalla, come uno degli spettri nella nebbia di Henry James.

Si concentra su qualsiasi cosa tranne la gente del circo e i loro tristi occhi interessati, osservando i campi che confinano con la stazione mentre la parata del circo avanza lentamente oltre di loro, non volendo rivelare qualcosa che non sa ancora per certo ai suoi compagni di viaggio.

“Scommetto che il vecchio elefante maschio potrebbe ripulire questi campi di grano in meno di un’ora, se fosse affamato,” riflette Blaine, tenendo la falda del cappello di feltro tra due dita perché il vento non glielo porti via.

Santana non sa se voglia coinvolgere lei o Puck in una conversazione, quindi è grata quando Puck risponde, risparmiandole di parlare.

“Gli elefanti non mangiano il grano, idiota,” dice con cattiveria e Blaine si ritira un poco.

L’immagine di Brittany che dà a Matusalemme da mangiare delle margherite durante il bagno occupa la sua mente. Ricorda anche quando Brittany gli aveva offerto del fieno al recinto il giorno in cui loro due avevano trascurato i loro compiti e si erano baciate per la prima volta sotto il tendone. La verità è che lei le manca, anche se è trascorso meno di un giorno dall’ultima volta in cui hanno parlato. Brittany le mancherà sempre d’ora in poi?

(Una fitta, una fitta, una fitta al cuore.)

Se il circo fa un meraviglioso debutto a Onawa, Santana non se ne accorge. Rivolge a malapena attenzione alle strade o alle persone o ai circensi, e invece si aggrappa al carro come se fosse un salvagente in un mare tempestoso.

Mentre la colonna del circo attraversa la cittadina, avvicinandosi sempre più alla destinazione finale, Santana percepisce un profondo, persistente terrore farsi strada nel petto.

Non può evitare per sempre Brittany – in parte perché lei sembra sempre trovarla, per quanto si nasconda, e in parte perché Santana brama ancora di vederla, quasi come se non fosse in grado di desiderare qualcos’altro oltre a quello.

Brittany la legge con facilità, così bene che capirà subito che qualcosa è cambiato nel suo atteggiamento quando si incontreranno di nuovo. Anche se riuscisse a mantenere segreto il suo amore per Brittany a parole, lo tratterrebbe a malapena coi fatti: gli sguardi disperati e i modi strani rivelerebbero a lei la sua agitazione e le farebbe domande al riguardo, preoccupata per Santana in quel modo esasperatamente perfetto.

E se Brittany glielo chiedesse, non potrebbe mentirle come non potrebbe ingannare le carte: Santana si tradirebbe e confesserebbe ogni cosa tutto d’un fiato.

E poi cosa?

Anche se riesce a farlo davvero bene, quasi non sopporta l’immagine della confusione dipinta sul volto corrucciato di Brittany, la preoccupazione nei suoi occhi trasformarsi improvvisamente in shock e poi paura – paura per quello che non capisce e che nemmeno Santana riesce a capire.

Non è come quello che le ha detto, che le persone temono quello che non conoscono?

Santana non riesce a sopportare di pensare a quello che potrebbe venire dopo la paura e cerca di scacciare l’immagine dalla mente, giurando a se stessa che eviterà Brittany fino a quando sarà in grado di riscrivere il suo amore fiabesco per lei come qualcosa di nuovo – fino a quando sarà in grado di calmarlo e riportarlo ad un’amicizia, qualcosa di comprensibile.

Si sente davvero completamente pazza.

Pazza e sola.

Non esiste nessun’altra ragazza al mondo che si sia innamorata della sua migliore amica, come ha fatto Santana, ed è una strana e solitaria verità da comprendere.

Santana però sa perché è successo.

In quei giorni solitari tra la morte di abuela e quella di papà, Santana aveva trascorso le giornate rinchiusa nel cottage, quasi senza parlare, senza nessuno che le facesse compagnia nei lavori, tranne qualche volta Puck, che le sorrideva ebete attraverso le finestre mentre le lavava o quando spuntava le rose e il garofano nel giardino, sorridendole ampiamente mentre leggeva i suoi libri, vedendola senza capirla, sempre da lontano e attraverso uno strato di vetro.

In qualche rara occasione, Santana invitava Puck nel cottage e gli offriva della limonata o tartine solo per avere qualcuno con cui fare conversazione fino a quando papà arrivava in serata. Non è che volesse parlare con Puck in particolare – è solo che voleva che qualcuno le facesse compagnia.

Ma invitarlo in casa non curò la solitudine di Santana.

Le parlava per ore senza mai dirle nulla. La vedeva leggere ogni libro dagli scaffali del Club Grolier senza mai guardarla, per quanto sedesse sotto la luce rifratta del tardo pomeriggio intorno alla casa.

Bussò perfino alla porta per lei e non la trovò mai, anche se si nascondeva in piena vista.

Nemmeno papà ci riuscì.

Santana ha sempre solo voluto che qualcuno la trovasse.

(Brittany l’ha sempre fatto.)

Per molti mesi, Santana bramò di non sentirsi sola, e il fatto è che non l’ha provato – non si è sentita sola – da quando il circo si è fermato a Worthington e si è seduta a cucire gli abiti delle cavallerizze alla sezione delle tre tende.

Brittany riempie ogni angolo vuoto del cuore della Santana del cottage. La sua voce le parla e poi si ferma per ascoltare quando le risponde. Vede Santana, non importa dove si nasconda o come sia la luce attorno a lei durante le lunghe ore della giornata o come indossi le tenebre di notte. Impara i segreti di Santana con tanta facilità e prontezza come lei impara le storie contenute in nuovi libri.

E dato che Santana ormai la conosce, non può tornare alla solitudine, non può tornare a non conoscere Brittany, che l’ha salvata non solo dalla particolare solitudine da circo, ma da anni di tranquillità a New York, ancora prima che abuela morisse e la abbandonasse.

Se Santana le dicesse di amarla, Brittany potrebbe non rivolgerle più la parola e quello è qualcosa che non potrebbe tollerare. Lei vuole Brittany nella sua vita, anche se possono essere solo amiche.

Santana preferirebbe essere solo amica di Brittany piuttosto che nulla, per questo deve fare in modo che Brittany non si accorga quanto la ami e deve riuscirci entro strasera, prima che possa percepire il cambiamento nella loro amicizia.

Oh Diablo que me sigues, ¡ayúdeme ahora!

Il carro sobbalza su una malformazione della strada e Santana si spaventa, distolta dai suoi pensieri.

Per la prima volta è consapevole del rimbombo della folla che le ricorda l’oceano e del mulinello di colori del circo che danzano da ogni parte, come un banco di pesci tropicali che nuotano in una corrente. Osserva i dintorni: una strada principale così larga che potrebbe contenere tre o quattro carri affiancati, i marciapiedi attaccati a graziosi edifici dipinti e graziose persone sorridenti, tutte felici di vedere la parata, malgrado l’ora.

E Brittany.

Santana non può essere certa se i loro occhi si incrocino lungo la strada o se Brittany la veda, ma coglie un lampo di spento blu fiordaliso e la brillantezza dei suoi capelli sotto la luce del sole e il cuore le balza in gola. Senza pensarci, Santana si accoccola ancora di più a fianco di Puck, rifugiandosi lì e nascondendo il viso come un uccellino nelle ali della madre.

“Tutto ok?” borbotta Puck, rivolgendo in parte la sua attenzione a Santana, il resto rivolto a salutare i cittadini di Onawa che acclamano il circo mentre percorre la via.

Santana non gli risponde perché non lo sa.

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Quando i carri giungono al campo – solo parzialmente in piedi e nebbioso come un cimitero dell’Unione – Santana ha intenzione di procedere dalla zona di raccoglimento alla tenda, trascurando gli incarichi mattutini, pur di riuscire a evitare Brittany.

Sfortunatamente, non ne ha l’occasione.

La voce del signor Adams rimbomba sopra il prato, così fragorosa e sicura che entra nella pelle di Santana e lei quasi rabbrividisce al suono.

“Riunitevi, tutti quanti!”

Introno a lei, gli altri membri della compagnia scendono dai veicoli, balzando a terra coi loro stivali pesanti e leggere pantofole per l’esibizione, tutti che guardano interessati il signor Adams che si nota distintamente in piedi sopra il cassone di un carro, una ventiquattrore marrone in pelle con bottoni in ottone poggiata contro il ginocchio al suo fianco, e Ken a terra davanti a lui. Il signor Adams sta di fronte alla zona dei carri con le braccia aperte verso la folla che si sta radunando. Puck afferra la sua sacca e la borsa di Santana dal carro e le fa cenno di seguirlo nel mezzo della compagnia riunita.

Adesso le nuvole che coprivano il cielo alla stazione hanno iniziato a diradarsi e un chiaro sole dorato si affaccia all’orizzonte. Gli uccelli cinguettano tra gli alberi che circondano il campo e un coro di rane gracida da qualche parte in lontananza, riempiendo le loro gole di strani suoni carichi.

Il signor Adams pretende più attenzione della natura, in piedi sul carro, le sue scarpe perfettamente lucidate e abito più sgargiante che mai.

Ora che ci pensa, Santana non riesce a ricordarsi di aver mai visto il signor Adams così presto o così tanto nel profondo del campo, lontano dalla privata tenda degli affari. Inarca un sopracciglio a Puck, volendogli chiedere in cosa consista oggi la sua presenza tra la compagnia, ma non ha l’occasione di parlargli prima che il signor Adams in persona risponda alla sua domanda.

“Come ben sapete, il venerdì è il giorno di paga al Circo Itinerante e Serraglio J.P. Adams & Figlio,” comincia il signor Adams, osservando la compagnia mentre si accalca intorno al carro, ogni circense che alza lo sguardo in un misto di entusiasmo e curiosità.

(Santana non sapeva che il venerdì fosse il giorno di paga al circo.)

(In qualche modo non le era mai passato per la mente che gli artisti del circo ricevessero uno stipendio per il loro lavoro, sebbene Puck glielo avesse detto prima di finire nel libro paga.)

“Come ben sapete, ci troviamo in tempi di instabilità economica, e in particolare per un’attività di famiglia come la nostra. Mentre continuiamo a procurare ai nostri clienti il miglior intrattenimento disponibile in questo emisfero occidentale, attiriamo delle folle considerevolmente più piccole rispetto a una volta. Il fatto è che la gente è meno disposta a sborsare un nichelino per vedere il circo rispetto a tempi più prosperi. Quindi vorrei supplicarvi di comprendere, amici miei, e invitarvi ad essere pazienti, dato che questa è forse la più grande virtù che questa compagnia ha da offrire.”

Il signor Adams studia la folla dei suoi dipendenti, severi occhi azzurri colmi di qualcosa che assomiglia al rimpianto. Il suo discorso pare strano da fare in un giorno di paga e Santana si chiede cosa intenda. La folla ridacchia attorno a lei – Puck alla sua sinistra, Blaine il vagabondo col cappello di feltro alla sua destra, e i Dragoni Volanti Chang davanti – e Santana si chiede, brevemente, se il signor Adams introduca gli affari del venerdì con parole così solenni, forse per ricordare ai dipendenti che dovrebbero essere grati per i loro stipendi.

“Parla sempre così alla compagnia prima di pagarla?” chiede Santana, dando un colpetto con il gomito a Puck per avere la sua attenzione.

Puck le rivolge un’occhiata e apre la bocca per risponderle, ma non riesce a dire nulla prima che il signor Adams continui a parlare.

“Vorrei anche invitarvi al perdono prima di dovervi riferire queste notizie: ossia, che questa settimana non possiedo i fondi per pagarvi del tutto lo stipendio – ”

Un gemito gutturale si espande tra la folla e qualcuno in fondo urla delle oscenità. Il signor Adams alza semplicemente la voce e continua a parlare, facendo un cenno con la mano per calmare la compagnia.

“ – ma distribuirò tutto quello che ho al momento, insieme ad alcune cambiali per il rimborso ad una data da definire. Spero di recuperare in parte le nostre perdite la settimana prossima col giorno dell’Indipendenza! La gente di Onawa, Storm Lake e Ackley ci ha sempre mostrato un’enorme generosità. Una volta che certe transazioni andranno in porto – ”

“Intende quando lui e il signor Fabray concluderanno l’accordo,” borbotta Puck.

“ – nei prossimi giorni, sarò in grado di pagarvi tutto lo stipendio. Se resisterete un’altra settimana, ripagherò i debiti e sanerò la situazione! Vi chiedo di essere pazienti!”

Perfino il ruggito leonino del signor Adams non riesce ad acquietare il generale borbottio di agitazione che proviene dalla compagnia alla notizia di questo imbroglio. Alcune persone bestemmiano ad alta voce, mentre altre fischiano insoddisfatte, come se il signor Adams avesse appena messo in scena un trucco eseguito male. Qualcuno urla Che ne dice di rimanere lei senza paga per una settimana? e scaglia quella che ha tutta l’aria di essere una pietra in direzione del carro su cui si trova il signor Adams.

Santana si ritira su posto, a disagio nel mezzo di tale dissenso.

Proprio allora, si accorge per la prima volta di non avere idea di quanto il circo nel complesso stimi il signor Adams come loro datore di lavoro. Puck sembra leale come un cane al signor Adams e perfino adesso si astiene dal mostrarsi deluso per quanto riguarda la situazione attuale, ma Santana capisce che non tutti i membri della compagnia condividono lo stesso entusiasmo per l’uomo il cui nome splende sul tendone.

“Ken si occuperà della distribuzione, come al solito. Potete porre a lui tutte le domande,” dice il signor Adams con voce tagliente, evidentemente irritato dalla reazione insofferente della compagnia.

Rivolge un breve cenno della testa alla folla, poi si volta e salta giù dal retro del pianale, alzando un turbinio di tarme dall’erba dove atterra. Si affretta ad allontanarsi nella nebbia di prima mattina, i gemelli dorati sul suo abito che luccicano grazie al bagliore dell’alba.

“Vieni, coccinella,” dice Puck, strattonando il gomito di Santana e indicandole di seguirlo dove ha già iniziato a formarsi una coda di fronte a Ken, che ha recuperato la ventiquattrore dal cassone e adesso la stringe in modo possessivo tra le braccia.

“Cosa stiamo facendo?” balbetta Santana, tentando di tenersi al passo con lui mentre occupa un posto alla fine della fila.

Puck le rivolge uno sguardo divertito. “Prendiamo gli stipendi – o per lo meno la parte che possiamo prendere,” spiega e Santana si blocca di colpo.

Non aveva mai pensato al fatto che avrebbe avuto un suo stipendio.

Prima che il giovane milionario le offrisse la banconota da cento dollari sul viale centrale a St. James, Santana aveva raramente maneggiato del denaro, tranne per quelle rare occasioni quando era piccola in cui aveva curiosato tra le tasche del portafoglio di pelle di suo padre e giocato con i soldi, come è abitudine dei bambini. Sua nonna teneva un piccolo barattolo di monete straniere dall’aspetto bizzarro nel cassetto del comodino, ma raramente gliele faceva vedere.

(Mostravano tutte degli uomini dalla bocca piccola con mascelle marcate, tutte contrassegnate dalla parola ALFONSO insieme a lunghe serie di X e I dopo i loro nomi.)

Santana non riesce a ricordare di aver mai posseduto delle banconote o monete o di aver ricevuto una paghetta, nemmeno a Natale o per il suo compleanno. Suo padre si era sempre occupato delle finanze del cottage, ordinava la spesa dal negozio all’angolo per rifornire le credenze di casa, così che non fossero mai affamate, e pagava il vecchio giardiniere e gli altri lavoratori che si prendevano cura della casa con una costanza tale che Santana e sua nonna non dovettero mai preoccuparsi dei portafogli dei loro domestici. Non incorse mai in nessun debito né rovinò il suo conto per delle frivolezze.

Dal momento che Santana non ha mai posseduto del denaro suo, non ha mai riflettuto su cosa potrebbe farsene, e adesso si sente all’improvviso veramente stupida perché non ha la più pallida idea di come spendere o risparmiare lo stipendio.

Tranne per quello che il denaro non può comprarle, non desidera nulla al circo. Ma Jones le prepara tre pasti al giorno, se Santana non ne salta nessuno, e il costume che indossa e la tenda sopra la sua testa di notte le fanno da guardaroba e da casa migliori di New York se fosse rimasta dopo la morte del padre. Al contrario di Puck, non ha bisogno di comprarsi un dopobarba, e, al contrario di Ma Jones e Theresa Schuester, non ha la responsabilità di provvedere a nessun altro oltre a se stessa.

(C’è solo una cosa che Santana vuole veramente e non può averla comunque, per quanti stipendi riceva a suo nome.)

Prima di potersi fermare, pensa che le piacerebbe comprare un libro, non per lei, ma per Brittany perché, dopotutto, le ha promesso di insegnarle a leggere.

(La versione rilegata di “Sara Crewe.”)

(Amare il libro preferito di una persona significa amare una parte segreta di lei, delicata e nascosta e curiosa.)

(Santana sente una fitta al cuore.)

Dopo essere riusciti ad assicurarsi un posto vicino alla prima fila, Santana e Puck non ci impiegano molto a raggiungere Ken, che non finge nemmeno di nascondere il suo disgusto alla loro vista. Saluta Puck con un ringhio, poi allunga le sue dita suine nella ventiquattrore, frugando tra i contenuti e borbottando a bassa voce Karofsky, Kemper, Kuntz, Peters, Pierce, Pierce, Podinzky, P..., P..., P... fino a quando non arriva a Puckerman.

“Grazie mille, Kenny,” dice Puck compiaciuto appena Ken gli porge una busta biancastra. Ken aggrotta le sopracciglia e Puck fa un sorrisetto.

Ken porge una busta a Santana. “Signorina,” brontola, alzando gli occhi al cielo allo stupore di Santana appena la accetta.

Puck la trascina per la manica lontana da Ken prima che possa ringraziarlo per averla pagata. Una volta che lei e Puck si allontanano dal tumulto della fila, lui apre senza tante cerimonie la busta, strappandola in una linea seghettata con uno dei suoi spessi indici. Osserva scrupolosamente il contenuto. Dopo un secondo, sospira, serrando le labbra, chiaramente insoddisfatto.

“Il signor Adams si rifarà con quella cambiale,” borbotta, più a se stesso che a Santana.

Santana sposta lo sguardo fra Puck e la busta che tiene in mano. Con molta cautela, infila un’unghia tra la linguetta e il retro della busta, aprendola con un unico movimento netto. Riesce a malapena a dare un’occhiata al foglio al suo interno – CAMBIALE DEL J.P. ADAMS & FIGLIO CIRC – prima che Puck gliela strappi di mano.

“Se non ti dispiace, questa mi spetta, coccinella,” dice, abbassando il cappello. Quando Santana apre la bocca per lamentarsi del furto improvviso, Puck fa semplicemente un sorrisetto. “Le pensioni non sono economiche, coccinella,” dice, con un tono in parte di scusa e in parte compiaciuto. “Devi contribuire anche tu al mantenimento di questa famiglia, lo sai. Quel che è giusto è giusto.”

Sebbene Santana non avesse una vera idea su come spendere lo stipendio, è comunque irritata dal fatto che Puck gliel’abbia sottratto senza chiederle il permesso. È conscia però di essere in debito con lui: le ha pagato di tasca propria dalla morte di suo padre e non è di certo un milionario o nemmeno un chirurgo benestante. Chiude la bocca, sconfitta, sapendo che è meglio non discutere con Puck per lo stipendio quando gli deve più denaro di quanto riesca a calcolare.

“Grazie, coccinella,” dice tranquillamente e lei non annuisce né lo guarda in faccia.

(Se Puck le confiscasse ogni singolo stipendio per sempre, non ripagherebbe comunque tutto quello che ha fatto per lei da quando ha lasciato New York, considera Santana.)

“Non dovremmo andare a lavorare adesso?” chiede Santana in tono apatico.

“Sì,” risponde Puck, baciandole il capo per poi voltarsi, prendendo con sé la sacca, la borsa da viaggio, e i due stipendi appena si dirige verso la loro tenda. “Vai a cercare Ma o Theresa – avranno del lavoro per te!” le dice.

Non ci impiega molto a scomparire nella nebbia. Mentre se ne va, la folla si disperde insieme a lui, lasciando Santana quasi sola nella zona di raccolta dei carri, spenta e ancora infreddolita nella prima mattinata. Rimane immobile a lungo, solo respirando e facendosi domande. Si sente persa anche se sa esattamente dove si trova.

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Il sito del campo di Onawa si stende su colline ondulate, su un terreno più irregolare dei campi precedenti in cui Santana si è imbattuta col circo. Gli uccelli gracchiano e cinguettano in cielo e lungo la distante fila di alberi. La città bianca è stata rapidamente eretta vicina ad una serie di querce verdi e castagni e ad un’ansa del lago simile a un fiume che Santana ha adocchiato prima alla stazione. Dei tumuli spuntano all’orizzonte appena oltre la boscaglia, gettando lunghe ombre sul circo appena il cielo sale più in alto nel cielo mattutino.

Santana vaga per il cuore del campo, senza essere diretta da nessuna parte in particolare. Sa che dovrebbe andare alla mensa ad offrire il suo aiuto a Ma Jones, ma non vuole imbattersi in Brittany. Considera di camminare fino alla zona degli affari del campo e nascondersi nel padiglione tutta la mattinata: Brittany non la troverebbe mai sul viale centrale e nessuno le urlerebbe contro.

Sfortunatamente, Santana non ha l’occasione di partire prima che una voce ugualmente tagliente e dolce interrompa i suoi pensieri.

“Non fare un altro passo!” Theresa Schuester sbotta, comparendo improvvisamente dietro Santana come fa Ma Jones.

“Signora?” dice Santana in modo confuso, arrestandosi sul prato.

Theresa porta con sé una pezzo di stoffa e un kit da cucito. Santana riconosce con un’occhiata che la stoffa appartiene al costume di uno degli eroici cavalieri blu che i ragazzi indossano durante il numero di apertura del circo.

“Quell’Evans ha bucato il suo costume,” la informa Theresa, sollevando il costume affinché Santana lo veda.

Santana nota un piccolo squarcio grande come l’impronta del suo pollice proprio dove si troverebbe il cuore di Sam.

“Un gioco sfrenato, nessun dubbio,” brontola Theresa. “Le mie ragazze sono già occupate a preparare l’evento spettacolare del signor Adams per il Giorno dell’Indipendenza e non hanno tempo da perdere con delle riparazioni insignificanti come questa. È superficiale! Volevo farlo rammendare a Brittany Pierce, ma farai un lavoro migliore di lei, credo – ”

Accade così in fretta che all’inizio Santana non si accorge nemmeno che qualcosa è cambiato.

Un attimo prima, Theresa blatera di come Santana farebbe meglio a stare attenta ai punti e a non sprecare del filo nel riparare il buco, e, il secondo successivo, Brittany Pierce compare tra le due tende situate a fianco di Theresa e Santana, un ampio sorriso luminoso da canaglia stampato sul viso.

Ti amo.

Santana lo prova più che pensarlo, ma poi sobbalza, terrorizzata di averlo detto ad alta voce. Il suo cuore batte come le ali di un uccellino impaurito e ansima.

(Pensa che sia perché è sorpresa.)

“Signora Schuester, Ma Jones ha detto che mi stava cercando –, ” inizia a parlare Brittany, ma poi si interrompe appena vede Santana. La sua espressione muta da un sorriso combina guai ad uno genuinamente caloroso e quasi sollevato. “Ehi, tesoro!” dice allegramente. “Da quanto tempo non ci vediamo!”

Santana non si è mai sentita così dolce e dispiaciuta allo stesso tempo prima. Tutta se stessa si risveglia per Brittany e fiorisce per lei, ma pulsa anche per un crudo, profondo dolore.

Sebbene abbia amato Brittany dalla prima volta che si sono viste, non le ha mai parlato con la consapevolezza di amarla. Adesso che è cosciente dei suoi sentimenti, scopre che non le viene in mente niente da dirle. Non vuole nemmeno rivelarle il suo segreto, ma in qualche modo le pare di non aver nient’altro da dire e che il suo segreto sia dipinto ovunque su di lei, in modo che l’intero mondo possa vederlo.

(Brittany è sempre così perfetta?)

Qualcosa si conficca nella sua gola e la fissa senza volerlo.

Oh Dio. Oh Dio. Oh Dio.

“Oh, eccoti!” dice Theresa, portandosi una mano al cuore, vagamente sorpresa per l’improvvisa apparizione di Brittany, al contrario di come si sente Santana.

“Ed ecco Santana,” dice Brittany impassibile, la sua espressione vacua come quando la prende in giro. “È da tutto il giorno che la cerco.”

(Santana cerca di non permettere al suo cuore di sciogliersi quando sente che Brittany l’ha cercata, ma non ci riesce e non ci riesce e non ci riesce.)

Theresa sembra confusa dalla sua impertinenza, che è proprio l’effetto desiderato da Brittany. La sua bocca si spalanca e osserva le due come si farebbe con una grafia illeggibile su un foglio ingiallito. Dopo un momento di riflessione, scaraventa tra le braccia di Santana il costume da cavaliere insieme al kit da cucito.

“Senti, signorina,” dice Theresa nel suo tono tagliente e infuriato, spezzettato. “Non voglio pagliacciate! Finisci questo lavoro e riportamelo prima di pranzo e non farti distrarre da Brittany, capito? Stai – attenta – ai – punti!”

I suoi grandi occhi arrabbiati si incrociano con quelli di Santana e lei si rimpicciolisce sotto la sua attenzione. Riesce solo ad annuire in risposta, ma Theresa gradisce a sufficienza il gesto.

“E niente pazzie da parte tua!” avverte Theresa, questa volta rivolgendo l’ordine a Brittany.

“Sì, signora,” risponde Brittany in modo sfacciato, con quel sorrisetto sul volto che la nonna di Santana avrebbe definito precoz.

Theresa sembra voler rimuovere il sorrisetto dal suo volto con uno straccio ruvido, completamente irritata da come Brittany la tratti senza un briciolo di serietà. Apre la bocca per dire qualcosa di aspro, ma poi la chiude, evidentemente decidendo che non ne vale la pena. Borbotta qualcosa di incomprensibile a bassa voce e parte in direzione dei camerini. Il momento in cui sparisce oltre la fila di tende, il petto di Santana si riempie d’ansia.

È sola insieme a Brittany.

Oh Dio. Oh Dio. Oh Dio.

Santana sa che non dovrebbe guardarla come sa che non dovrebbe guardare direttamente il sole, eppure lo fa comunque, incapace di fermarsi, sebbene farebbe volentieri qualsiasi altra cosa. Scopre che Brittany la sta fissando con quello stesso ardente interesse di sempre che vede ogni cosa, sfoggiando un sorriso soddisfatto, come se il suo giorno fosse alla fine iniziato dopo una serie di false partenze.

Oggi la sua bellezza ha una sfumatura che Santana non aveva mai notato prima, quasi una tristezza che si sofferma attorno agli occhi a forma di lacrima e agli angoli della sua bocca delicata, graziosa come dei petali di primula sparsi sul tavolo di una cucina. Brittany oggi suscita il suo interesse ancora di più di quando si sono incontrate per la prima volta alle tende e tutto dentro di lei sorge per incontrarla.

Ti amo.

Santana percepisce una fitta al cuore, vivace e veloce come quando si buca per sbaglio un dito con un ago.

“ – ti ho cercata ieri sera dopo lo spettacolo,” sta dicendo Brittany, “ma sei scomparsa meglio di Rachel Berry durante il numero di magia di suo papà.” Si interrompe proprio in quel momento e sembra accorgersi di qualcosa di diverso nell’espressione di Santana. La sua fronte si corruga. “Tutto bene, tesoro?” chiede. “Sei davvero, davvero silenziosa questa mattina.”

La guarda preoccupata, il suo sguardo che si sposta dagli occhi di Santana alla bocca e poi di nuovo indietro. Attende che risponda, paziente e apprensiva.

Santana vorrebbe poter semplicemente ridere e dirle che non è niente e che loro due potrebbero scappare da qualche parte insieme per cucire in pace il costume di Sam, ridendo più che lavorando mentre trascorrono la mattinata l’una in compagnia dell’altra, ma adesso sa come andrebbe a finire.

Devono mantenersi distanti, anche se Brittany non lo sa. Santana non può starle vicina senza amarla, non ancora. Non sa come fare.

(La parte di Santana che non parla ma sente e basta non è sicura di volerlo.)

Tutto d’un tratto, Santana percepisce una tempesta di tristezza, come farebbe il giorno dopo un funerale: non ha mai conosciuto una tale solitudine a fianco di Brittany, nemmeno quella notte in cui suo padre le aveva ferito l’orecchio e Brittany aveva un’aria così stranamente assente.

Se Santana dicesse una singola parola, si tradirebbe e le racconterebbe la verità. Se raccontasse la verità, allora la preoccupazione di Brittany si trasformerebbe in confusione e paura. Santana non riesce a sopportare l’immagine di come sarebbe se lei non fosse felice di vederla.

“Io –, ” dice, perdendo la voce in gola, incapace di guardare del tutto Brittany e nemmeno di distogliere lo sguardo.

Santana sente di sbattere contro quel muro invisibile dentro di lei, duramente.

Parte di lei vuole prendere il volto di Brittany tra le mani e baciarla fino a rimanere senza fiato e parte di lei vuole sedersi tra l’erba e piangere. Si sente completamente senza speranze e sia persa che a casa ogni volta che la guarda negli occhi.

(Ogni volta che qualcosa l’ha intristita al circo, Brittany l’ha sempre curata con un bacio.)

(Dolore, dolore, dolore.)

Brittany nota la stranezza in Santana. “Stai bene, tesoro?” chiede Brittany, fronte che si corruga ancora di più di prima. “Le tue mani stanno tremando,” dice, mettendo il broncio e allungando la mano per toccare il suo polso.

Santana serra gli occhi appena le punte delle sue dita le sfiorano la pelle. Non sa se abbandonarsi al tocco di Brittany oppure fuggire.

“Tesoro, cosa c’è che non va?” domanda Brittany. I suoi modi trasmettono una preoccupazione che fanno sentire Santana sia riconoscente che colpevole. Santana non ha intenzione di spaventarla, ma non riesce nemmeno a risponderle.

“Brittany!”

La voce secca di Daniel Pierce viene portata a loro dal vento e Santana apre gli occhi e lo vede appena appare alla fine della fila di tende, il suo berretto di pelle di procione tra le mani e bandoliera senza coltelli, ma comunque fissata sul suo petto.

Il signor Pierce ignora Santana, ma si dirige verso sua figlia al passo estenuante di un soldato. Santana si irrigidisce sul posto e dà un’occhiata all’orecchio sinistro di Brittany – ancora leggermente arrossato e gonfio che spunta dal sipario dei suoi splendidi capelli – tremante.

Santana non si è mai sentita così felice e infelice di vedere qualcuno in vita sua.

“Su, Britt,” dice in tono rude, fermandosi a circa dieci passi da Brittany e Santana e facendole cenno di seguirlo in direzione della loro tenda. “Lo sai che ho bisogno di te oggi, bambina mia.”

Parla con una strana forzatura nelle parole, come se gli facesse male dirle, e si comporta come se Santana non ci fosse, come se non riuscisse nemmeno a vederla.

(Brittany si comporta come se non riuscisse a vedere altro.)

“Scusa, papà,” dice Brittany dopo un minuto, spostando lo sguardo tra suo padre e Santana, fronte ancora corrugata in confusione e apprensione. Gli occhi si fissano sul volto di Santana, cercando qualcosa. Se trova quello che cerca, Santana non lo saprà mai. “Ci vediamo più tardi, tesoro,” sussurra, volto che assume un’espressione bizzarra.

(Santana si sente come se si fosse dimenticata di qualcosa.)

Brittany allunga di nuovo la mano verso di lei e le dà una lieve stretta al polso. Continua a fissare Santana per tutto il tempo che si allontana da lei, camminando velocemente sul prato con piedi agili.

(La guarda come se fosse diventata qualcosa di nuovo per lei.)

Santana non risponde al saluto, la guarda solamente mentre si affianca al padre e poi lo segue in direzione della tenda della loro famiglia, sentendosi spenta e strana come una delle anime perdute di Hoffmann. Vuole così tanto chiamare Brittany dopo che se ne va, ma non sa cosa direbbe.

(Tranne, tranne, tranne.)

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L’espressione bizzarra di Brittany mentre lascia Santana la accompagna fino alla sua tenda, tormentandola.

(Stranamente, sembrava ferita.)

Se Santana non ne fosse stata certa prima, lo è adesso: ama Brittany Pierce oltre le sue ossa e sangue, fino alla sua essenza più dolce. Mentre se ne andava via insieme a suo padre, tutto quello che Santana poteva fare era trattenersi dal seguirla, e, ancora adesso, percepisce quell’insistente strattone del filo invisibile, desiderosa di vagare ovunque Brittany vada.

Santana è frastornata dal loro breve incontro, confusa perché il cuore vuole quello che la mente definisce impossibile, e dolorante per il desiderio di quello che ritiene di non potere mai avere. Il circo sembra più grigio del solito, meno magia e più trucchi. Sciami di moscerini fastidiosi la attaccano dal prato e la luce del giorno la acceca, luminosa in un modo opprimente. Delle erbacce si piegano, rinsecchite, a terra.

Parte di lei vorrebbe potersi sdraiare e dormire per sempre.

(Più che altro vorrebbe semplicemente poter seguire Brittany ai confini del mondo.)

Quando Santana apre la tenda, il costume di Sam e il kit da cucito di Theresa sottobraccio, non si aspetta nemmeno di trovare il luogo occupato, men che meno da Noah Puckerman semi nudo, che si sta infilando i calzoni da gitano a coprire il suo bianco didietro.

“Cristo Santo!” impreca Puck all’intrusione.

“Oddio!” risponde Santana, chiudendo gli occhi e serrando la tenda con un rapido movimento.

(Santana riesce a sentirlo sbattere contro più cose dentro la tenda, anche se non riesce a vederlo. )

Dopo un minuto, i lembi della tenda si muovo leggermente e la voce di Puck esclama: “Accidenti! Ti ha mai insegnato nessuno a bussare, coccinella?”

“Non pensavo di trovarti qui,” balbetta, socchiudendo gli occhi e trovando Puck vestito, per la maggior parte, ancora senza camicia e gilet, ma con indosso i pantaloni fissati saldamente in vita dalla cintura. Non sembra imbarazzato, ma lei riesce a percepire il rossore ovunque sulla pelle. Puck la fa entrare nella tenda e lei lo segue, ancora a disagio.

“Scusami, coccinella,” si scusa Puck, dando le spalle a Santana per frugare nella sua sacca. “Oggi è il nostro giorno del bagno e ho pensato di farlo prima di pranzo.”

“Non sapevo fosse arrivato di nuovo il nostro turno,” dice Santana confusa, distogliendo lo sguardo mentre Puck recupera la camicia e il gilet dalla sacca e li infila dalla testa, uno dopo l’altro.

Si sistema il costume e fa un sorrisetto, ficcando la camicia nei calzoni come un fornaio che maneggia l’impasto del pane con mani rapide e precise. “Ogni tre giorni, coccinella,” le ricorda. “Puoi andarci quando ti pare – anche se stavolta dovresti farlo prima che suoni la campana dello spettacolo, se ce la fai.”

Santana trasalisce. “Te ne hanno parlato?”

Puck annuisce, ridacchiando. “Il vecchio Kenny si è assicurato che ne venissi al corrente,” risponde gentilmente. “Dice che dovrei tatuarti in testa l’orario dello spettacolo così saresti obbligata a vederlo ogni volta che ti guardi allo specchio, ma gli ho detto che non sei abbastanza vanitosa e non ti aiuterebbe per niente a ricordare.”

Santana alza gli occhi al cielo e fa un sorrisetto. “Grazie,” dice seccamente.

Puck finisce di abbottonarsi il gilet, arrotolando le maniche della camicia, e mettendo al loro posto i foulard. Quando si avvicina a Santana all’entrata della tenda, la sua pelle odora di sego e mentolo, da poco pulita, ma la puzza del fuoco, sudore, e tabacco rimangono ancora attaccati ai suoi vestiti. Afferra il gomito di Santana e poi si sistema il cappello sul capo.

“Devo andare ad aiutare Finn e Shane a portare le balle di fieno nel recinto degli elefanti,” dice, sfoggiando un piccolo sorriso ebete, “ed è meglio che tu finisca il lavoro prima che Theresa Schuester abbia qualcosa da ridire al riguardo. Ci troviamo a pranzo, ok?”

Si comporta come se non l’avesse mai respinto ieri sera.

(La sorprende sempre con quanta rapidità Puck perdoni i suoi sbagli.)

“Ok,” ripete, osservandolo scomparire fuori dalla tenda, sentendosi stranamente un po’ triste nel lasciarlo andare. Non è che abbia voglia di trascorrere del tempo con lui, ma averlo nella tenda la salverebbe dal rimanere seduta da sola coi suoi pensieri. Non è pronta a sentirsi sola di nuovo così presto dopo aver visto Brittany andarsene.

(Si sente come se si fosse dimenticata qualcosa di importante.)

A quanto pare, appena Puck scompare all’aperto, un’ondata di colpa si fa strada dentro di lei il momento in cui capisce per la prima volta che non può amare Puck perché il suo cuore appartiene già a Brittany. Si siede tra l’erba vicino alla branda con un rumoroso sospiro, stendendo il suo lavoro di cucito di fronte a lei e tentando invano di non pensare troppo al giorno in cui Brittany era comparsa nella tenda ad aiutarla a finire i costumi.

Lei è perfetta nei suoi ricordi, come un enigma speciale che Santana sembra non riuscire mai a risolvere, ma che non la rende mai nervosa, malgrado non riesca a trovare una risposta. Ancora una volta, presume che sarebbe più facile disinnamorarsi di lei se solo Brittany avesse qualche difetto, ma se li ha, Santana non li conosce. È vero, Brittany può comportarsi in modo imprevedibile e non si riesce mai a indovinare la sua mossa successiva, ma dopo una vita di routine al cottage, la sua imprevedibilità pare più un tesoro che un problema.

Perfino l’abitudine di Brittany di dubitare a volte di se stessa le provoca il desiderio di aiutarla e non di abbandonarla.

Quando cerca ago e filo, tenta di pensare con chiarezza alla situazione – ossia, a quello che accadrebbe se si disinnamorasse di Brittany e a quello che accadrebbe se non avvenisse.

Se Santana si disinnamorasse di lei, potrebbero essere ancora amiche. Brittany la cercherebbe comunque in ogni angolo dl circo e le farebbe dei brillanti scherzi impertinenti e intreccerebbe ghirlande per i suoi capelli. Santana imparerà a comandare il suo cuore e a conoscere la differenza tra l’amicizia e qualcosa più grande.

(Non si è dimenticata di qualcosa?)

Brittany non la odierà e lei non rimarrà sola. Terrà questi ultimi pochi giorni segreti e lei non saprà mai che l’ha amata come nei libri di fiabe: vedrà solo il meglio di Santana.

Se però lei continuasse ad amarla, allora rivelerà di sicuro il suo amore, per quanto cerchi di trattenersi. Riesce già a percepire il segreto crescere dentro di lei, così vasto e grande che non può essere contenuto nel suo petto. Ogni volta che pensa a Brittany, il suo cuore pare ingigantirsi e traboccare, riformandosi di nuovo.

Se Santana continuerà ad amare Brittany, lei le chiederà Tutto bene, tesoro? fino a quando alla fine confesserà la verità. E poi l’entusiasmo e la speranza si dilegueranno dagli occhi di Brittany e si allontanerà da lei, non comprendendola più come prima. Quando le chiederà cosa intende, cercherà di spiegarsi e finirà col rivelare proprio quel genere di parole che non dovrebbe dire.

(Baciarti.)

(Tenerti tra le mie braccia.)

(Unico vero amore.)

Dato che Brittany è una persona così ammirevole – quel genere di persona che provò compassione per la piccola ragazza dalla pelle olivastra, fin dall’inizio – non le urlerà contro o le dirà quanto si sia completamente sbagliata o le impedirà di vederla di punto in bianco; invece, scomparirà dalla sua vita, e lo farà in silenzio.

Non verrà a cercarla agli angoli del circo o le mostrerà la luce nei luoghi segreti del campo. Quando si incontreranno agli spettacoli o lungo le file di tende, le rivolgerà un sorriso guardingo, trattenendo la sua parte migliore per impedire a Santana di amarla ancora di più, o per lo meno sarà quello che penserà.

Santana però continuerà ad amarla, in questo strano e disperato genere d’amore, sempre più sola più a lungo Brittany si allontana.

Il problema, Santana allora pensa, è che Brittany non capirà come faccia ad amarla – non quando la stessa Santana lo capisce a malapena, non quando amarla infrange ogni regola, non quando Brittany non prova lo stesso perché non può. Lei non vuole nemmeno nulla da Brittany, sul serio, tranne trascorrere del tempo insieme a lei.

Stare con lei.

Non sarebbe poi così terribile amare Brittany se anche lei l’amasse.

(Cos’è che Santana si è dimenticata? Sembra estremamente importante.)

Per un brevissimo istante, Santana si permette di pensare come sarebbe se Brittany contraccambiasse il suo amore. Immagina di confessarle i suoi sentimenti e poi Brittany sfoggerebbe il suo saggio sorriso felino e direbbe qualcosa di adorabile come È lo stesso per me, tesoro, lasciandola intontita fino a quando finirebbero col baciarsi.

Un sentimento caldo e fortunato si espande nel suo petto solo ad immaginare una scena del genere, e all’improvviso si chiede se tutti gli amori migliori siano quelli impossibili.

(Samuel Evans e il suo amore di denti di leone per Ma Jones.)

(Suo padre e sua madre angelica.)

(Il suo amore per la figlia del lanciatore di coltelli, profondo e dolce e solitario.)

È strano come sia semplice immaginarsi una vita in cui Brittany potrebbe amarla, come sembri naturale e rassicurante. È strano come sia un così piccolo sforzo per l’occhio della sua mente osservare una vita del genere.

(La cosa dimenticata danza appena fuori portata dalla sua memoria.)

(Ate una hebra de hilo alrededor de tu dedo para que recuerdes.)

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Santana ripara velocemente il buco nel costume di Sam usando la tecnica insegnatale da sua nonna, e le occorre meno di un quarto d’ora per completare il lavoro. Dopo aver rimesso a posto il kit da cucito e averlo riportato a Theresa Schuester insieme all’indumento rammendato ai camerini – Theresa non ringrazia Santana per il suo aiuto, ma non le addossa nemmeno altri compiti – Santana decide di riempire il tempo libero con la sua seconda doccia al circo.

Sebbene non abbia ancora un asciugamano – si fa una nota mentale di chiedere a Puck se ne posseggono uno prima del loro prossimo turno – sa come funziona la doccia molto meglio dell’ultima volta e quindi si dirige subito all’area dedicata situata dietro i camerini.

Trovando il luogo sgombro, proprio come l’ultima volta, Santana prende un secchio d’acqua e una barra di sapone prima di occupare uno stallo. Si sveste in fretta, slacciando la cintura e togliendo i foulard prima della gonna e la camicetta. Il terreno nella doccia è lievemente zuppo, dunque Santana sta molto attenta a non far cadere il costume a terra mentre lo avvolge attorno all’attaccapanni.

Si sente ancora strana, in piedi nuda nel mezzo di un campo senza nulla a preservare il suo pudore tranne che per una tenda di tela, ma gioisce anche della solitudine di lavarsi in pace. Si accorge di dover rimuovere con la mano dei moscerini annegati e una piccola ape dall’acqua prima di metterla nello scolapasta. In più, il sapone di sego è scivoloso a causa dell’uso precedente quando lo strofina contro la pelle.

La pelle è scura sotto la luce del sole, con una sfumatura rossa sottostante, come il roano che sbuca dalla superficie marrone di un vecchio penny. Si ricopre di uno strato di sapone e si posiziona sotto il getto d’acqua, chiudendo gli occhi appena l’acqua finisce sul suo volto.

In questo momento privato, la sua mente ritorna di nuovo a Brittany e a quando prima si sono trovate da sole vicino alle tende. Ricorda la sua strana espressione e si chiede cosa significhi. Si chiede anche per quale motivo suo padre sia venuto a prenderla e perché aveva bisogno di lei proprio oggi, tra tutti i giorni.

(Santana ha sempre bisogno di lei.)

Non devi amare Brittany, ricorda a se stessa e preme duramente le sue dita contro la pelle, strofinando e sfregando quello che non può rimuovere.

Per un secondo, Santana pensa che se Brittany la trovasse ora, le racconterebbe liberamente ogni cosa senza alcun rimpianto, ma poi sopprime un singhiozzo, sapendo che perfino nel migliore dei mondi, Brittany non potrebbe mai ricambiare questo grande e terribile sentimento che avvolge il suo cuore come una fiamma farebbe con un rovo in una delle storie magiche di Wagner. Santana si sente quasi estranea al suo corpo e alle sue ossa: da quando ha lasciato il cottage, si è sentita a casa solamente in un unico luogo e adesso non deve rimanervi.

(Se avesse saputo che il loro bacio di ieri tra i camerini sarebbe stato il loro ultimo momento di pace insieme, Santana l’avrebbe baciata meglio e forse non l’avrebbe mai lasciata andare.)

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Santana si lascia asciugare con calma nella doccia, ascoltando attentamente in caso, nel frattempo, suoni la campana del pranzo. Si siede sullo sgabello a tre gambe, il prato umido attorno alle caviglie, e appoggia la nuca contro i pali che formano lo stallo, respirando a fondo e sentendosi stanca, nonostante oggi abbia lavorato poco e ci siano ancora molte ore di fronte a sé prima di poter andare a dormire.

È strano come un cuore infranto somigli così tanto allo sfinimento ed è strano come Santana riesca a malapena a respirare, sebbene sieda all’aria aperta.

Dopo molto tempo, fa scorrere le mani sulla sua pelle un’ultima volta e strizza i capelli tra le dita come una delle ragazze della cucina farebbe con uno straccio nella tinozza. Respira profondamente e inizia a vestirsi, impiegando numerosi minuti a legare i foulard e lisciare le maniche fino a quando non riesce più a trovare altre scuse per nascondersi nello stallo della doccia.

Anche se la sua pelle sembra pulita, i vestiti sono sporchi e odorano di circo, sudore, polvere del treno, macchie d’erba e fumo. Portano anche un vago accenno di Puck e Brittany, di muschio, acido, tabacco da masticare e falò, vento, dolce. Santana esce sotto la luce, le dita dei piedi umide che si attaccano ai fili d’erba secchi, e sospira rumorosamente.

La campana del pranzo suona appena gira attorno al carro dispensa e compare nella mensa e si irrigidisce, non preparata alla marea di gente del circo in arrivo che si ammassa lì intorno. Rimane in piedi contro il carro dispensa, celata dall’ombra, in attesa dell’arrivo di Puck. Quando vede il suo nero cappello floscio al di sopra della ressa, gli fa un cenno con la mano. Sfortunatamente, non è l’unico ad accorgersi del segnale.

“Ehi, tesoro!”

Brittany sorride mentre saluta e saltella oltre la Donna Barbuta e tre robusti sovrintendenti per raggiungere Santana al carro dispensa lo stesso momento di Puck. Si muove aggraziata come l’acqua e per un momento Santana pensa che potrebbe annegare in lei, solo per l’unico sguardo condiviso tra loro due.

Puck appare a lato di Santana. “Oh bene! Hai fatto la doccia,” dice, facendo un sorrisetto quando nota i suoi capelli bagnati.

Lei vuole rispondergli, ma le è quasi impossibile parlare quando Brittany giunge al suo fianco destro e unisce i loro mignoli. Tutto d’un tratto, tutto è troppo luminoso e troppo caldo. Il battito del suo cuore accelera e lo stomaco si rivolta. Anche se la mente di Santana sa che non dovrebbe essere così entusiasta di vederla, il suo corpo si riscalda e accoglie comunque Brittany.

Il minuto successivo, arrivano Sam e Finn a chiudere il cerchio.

“Che ne dite se andiamo a prendere dei piatti per queste signore?” dice Sam cordialmente, gettando uno sguardo con la coda dell’occhio verso la tavola della cucina, dove Santana sa che Ma Jones si sta occupando del razionamento.

(Finn guarda Santana come se lei fosse Jack e lui il Gigante e non riuscisse a capire come interagire con una persona talmente piccola.)

Con così tante persone attorno a lei, Santana si sente intrappolata e improvvisamente frastornata, perché troppe voci e colori la accerchiano. Brittany non sembra essere infastidita dalla compagnia: rivolge ai ragazzi un sorriso malizioso e fa oscillare la sua mano e quella di Santana, contenta a tal punto che sembra quasi orgogliosa. Canticchia e Santana sente la sua voce attraversarle le ossa. È tutto troppo, troppo rumoroso, troppo vicino.

“Questa signora gradirebbe due biscotti, per favore,” dice Brittany in quel suo modo semplice, dando a Sam un colpetto ai fianchi. “Quanti ne vorresti, Santana?” le chiede, dando un colpetto anche a lei.

Santana si scioglie completamente al suono del suo nome.

(Come fa Brittany a farlo suonare sempre così dolce?)

(Cos’è che Santana si è dimenticata?)

“Io, uh – ,” balbetta, più stupita del solito in sua presenza e completamente travolta dalla sua voce e dal suo tocco.

“E se voi ragazze andaste a trovare un posto da sedere mentre noi vi portiamo il pranzo?” consiglia Puck, osservando la mensa e il tavolo del cibo, tenendo il labbro inferiore tra i denti. Si toglie il cappello e lo stropiccia tra le mani, più impaziente e affamato di quanto si darebbe a vedere.

“Per me va bene,” concorda Brittany, dando un’occhiata a Santana per chiedere conferma del piano.

Un singolo sguardo la lascia senza fiato e la fa barcollare, proprio come quella prima notte in cui gli occhi di Brittany hanno trovato i suoi durante il ballo del giorno di riposo. I suoi pensieri sfrecciano senza controllo, ancora più confusi di prima.

“Va bene,” balbetta e, subito dopo, i ragazzi si dileguano e Brittany la guida altrove, ridendo.

Dato che tutte le panchine sono occupate e la giornata è rovente come un forno, le ragazze non perdono tempo a rivendicare un pezzetto di terra all’ombra sotto la tela blu all’angolo più remoto della mensa, con Brittany che si siede e allunga le gambe in un modo che non si addice ad una ragazza, per tenere il posto a Puck, Sam e Finn.

Santana non vuole altro che comportarsi in modo normale e provare a se stessa di poter essere solamente amica di Brittany, ma il solo sedersi vicino a lei le provoca una stretta al cuore: vorrebbe o baciarla o fuggire il più velocemente possibile da lei, ma non è ancora certa di quale sia. Tenta disperatamente di mantenersi riservata, di mostrarsi distaccata e comportarsi da signora, come direbbe sua nonna, senza rivelare nulla e facendo attenzione alle sue parole come farebbe con le regole più rigide.

Da parte sua, Brittany le sorride con semplicità, contenta quanto Punch di trascorrere un momento in privato con lei prima del ritorno dei ragazzi. Si sdraia, le lunghe gambe inerti sul prato, senza alcuna fretta di fare nulla, felice come un gatto sotto il sole.

“Puck ha detto che non ti sentivi bene quando gli ho parlato al recinto degli elefanti stamattina,” le riferisce con quel tono particolare. “Stai meglio adesso?”

Santana cerca disperatamente di guardare l’erba e non Brittany, ma non riesce a distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Si immobilizza, persa nel loro profondo azzurro inimitabile.

(Si domanda brevemente per quale motivo si trovasse al recinto degli elefanti questa mattina. Suo padre non doveva andare con lei alla loro tenda?)

Impiega numerosi secondi a recuperare la voce. “Sì,” risponde alla fine, parlando in quella voce sommessa che non può fare a meno di usare con Brittany. Non è del tutto certa che quello che le dice sia la verità. Per lo meno non è una menzogna.

Brittany strappa dei fili d’erba dal suolo con le dita. Rivolge a Santana uno sguardo comprensivo, corrugando la fronte. “Sei sicura?” chiede. “Perché ho una buona medicina che potrebbe farti sentire meglio.”

Santana inarca un sopracciglio. “Sul serio?”

Brittany annuisce solennemente. “Un po’ di risate,” dice con serietà, e poi, con somma prudenza, sfoggia un’orribile – meravigliosa – smorfia, incrociando gli occhi e tirando fuori la lingua fino a farle toccare il mento, tirando con le dita la pelle delle guance per tenderle.

Santana non dovrebbe mai e poi mai trovare adorabile un aspetto così orribile, ma non può farne a meno: il suo cuore si sgretola dal sentimento così dolce per Brittany.

Prima di riuscire a fermarsi, Santana si lascia scappare, “Britt! Sei impossibile!” e ricade sull’erba in un attacco di risate, mani premute contro il petto. Significa più di quanto Brittany possa capire.

Puck e i ragazzi arrivano proprio in quel momento, Puck che porta il suo piatto e quello di Santana mentre Sam quello per Brittany, Finn che li segue, afferrando già del cibo dal piatto prima ancora di sedersi.

Dopo aver distribuito il pranzo alle ragazze, i ragazzi si sistemano al loro fianco, Puck che siede vicino alle gambe di Santana – così vicino che sua nonna definirebbe indecente la loro prossimità – e Sam e Finn di fronte a lui. Tutti i ragazzi si levano il cappello e sorridono anche se non erano presenti allo scherzo di Brittany, ma hanno solo udito la risposta di Santana.

“Brittany si sta ancora comportando male, signorina Santana?” chiede Sam, sorridendo ampiamente mentre sposta lo sguardo tra di lei, che si mette a sedere e sistema la gonna per conservare il pudore mentre si riprende dalle risate, e Brittany, con un sorriso compiaciuto stampato in volto, soddisfatta di sé al massimo.

“Nemmeno per sogno,” si difende Brittany, afferrando la forchetta per infilzare le patate. “Sto solo seguendo gli ordini del medico.” Non la smette di rivolgere il suo sorriso a Santana o di guardarla con incessante, lieto interesse.

Santana sa che non le dovrebbe piacere così tanto il suo modo di parlare, ma non può farne a meno. Lo sguardo si sposta dagli occhi di Brittany alle sue labbra e all’improvviso immagina di baciare quel sorriso, in profondità e a lungo e con dolcezza. Il momento in cui il pensiero le occupa la mente, arrossisce.

Nessuno sembra accorgersi della sua indiscrezione. I ragazzi mangiano voracemente il pranzo mentre blaterano del fieno per gli elefanti, ignari del dell’impossibile desiderio improvviso di Santana, e Brittany la osserva con lo stesso interesse interrogativo di sempre, inconsapevole del fatto che lei vorrebbe baciarla in modo più che amichevole.

Per la prima volta le passa per la mente il fatto che i loro baci hanno sempre significato qualcosa di diverso per lei che per Brittany e brucia di vergogna. Morde le labbra e si costringe a distogliere lo sguardo da lei, spostandolo di nuovo sul piatto, sentendosi colpevole, senza speranze, e frastornata allo stesso tempo, anche se per lo più è ancora innamorata e catturata da tutta Brittany.

Da adesso, Santana si mette in testa di non fissare Brittany. Invece, si guarda le dita dei piedi e si appoggia contro le gambe di Puck, al diavolo l’indecenza. La conversazione prende vita attorno a lei, ma non ne prende parte, intenta a mantenere il suo segreto anche se non dovesse più parlare con nessuno per riuscirci.

Un paio di volte, Brittany alza lo sguardo dal piatto per chiedere a Santana se va tutto bene, ma lei annuisce semplicemente e non parla per paura di dire troppo.

(Baciarti.)

(Tenerti fra le mie braccia.)

(Unico vero amore.)

Mentre il pasto procede, Brittany inizia a dare dei colpetti alla gonna di Santana con le dita dei piedi, e lei non può fare a meno di arrossire per il contatto. Santana cerca di ritrarsi dal tocco, ma con la schiena già appoggiata contro le gambe di Puck non ha più spazio per la ritirata. Brittany sfoggia un sorrisetto felino e le dà un altro colpetto.

Santana tenta disperatamente di non sorridere mentre mima con la bocca la parola Impossibile.

(Fallisce.)

Brittany non si sforza a trattenere il sorriso: è semplicemente raggiante con quella astuta, giocosa disinvoltura che ha fatto innamorare subito Santana.

Quando la campana di avvertimento suona per segnalare alla compagnia di prepararsi per lo spettacolo pomeridiano, Puck alza Santana da terra con un singolo forte strattone ad una sola mano e poi ripulisce i fili d’erba dalla sua gonna con il dorso della mano: Brittany osserva dietro di lui tutto il tempo, occhi fissi sul volto di Santana.

“Ci vedremo presto,” le promette Brittany appena Puck si appresta a condurla via.

“Ok,” dice Santana impotente, il braccio unito a quello di Puck, ma legata più che mai a Brittany dallo stesso onnipresente filo invisibile.

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Quando Santana giunge al viale centrale, trova un pezzo di legno inchiodato in fondo al cartello davanti al padiglione, sistemato con cura per omettere le parole che la definiscono una lettrice di tarocchi. Con la nuova aggiunta, il cartello ora promuove Santana come “MADAME ROSSETTI, CHIROMANTE GITANA: Lettrice di entrambi i palmi” – una presentazione alquanto attendibile se ce n’è mai stata una al circo.

(È stata opera di Ken, nessun dubbio.)

In seguito alla sua risata iniziale nei confronti del cartello, Santana non può fare a meno di vergognarsi un po’. Si era dimenticata di aver “perso” le carte ieri. Si era dimenticata di come l’idea di Brittany l’abbia salvata. Si era dimenticata di così tante cose tranne di tentare di disinnamorarsi di lei.

Solo il pensare nuovamente a Brittany provoca una fitta colpevole che risuona attraverso di lei come un’alta limpida nota di un pianoforte. La verità è che Santana riesce in un modo o nell’altro a far risalire a Brittany Pierce ogni buona cosa che le sia accaduta una volta arrivata al Circo Itinerante J.P. Adams & Figlio. Lei le ha sempre mostrato gentilezza e il cuore di Santana l’ha ripagata non solo con semplice gratitudine, ma innamorandosi stupidamente.

(Se Brittany se ne andrà cesseranno tutte le cose belle della sua vita?)

Durante la fiera, Santana legge palmo dopo palmo in modo assente e senza interesse, le increspature sulle mani dei clienti che si appannano insieme davanti ai suoi occhi come parole su una pagina rovinata dall’acqua. Mormora promesse vaghe alla gente, in cui saranno felici se sapranno far attenzione a una o l’altra regola di buonsenso, chiedendosi nel frattempo se riuscirà mai ad essere felice, senza contare a quali regole faccia o non faccia attenzione.

Quando un giovane uomo le chiede Troverò il mio vero amore? Santana gli ride in faccia e risponde saggiamente Il problema non sta nel trovarlo, signore, ma poi si spaventa della propria audacia.

(Da quando è diventata così sensibile e crudele?)

Santana non legge i tarocchi oggi, salvata, come sempre, da Brittany, Brittany, Brittany. Quando la campana dello spettacolo suona, si accascia sulla sedia e sospira. Ken dovrebbe prepararle un nuovo cartello: “SANTANA LOPEZ: La ragazza che offre a tutti buoni consigli tranne che a se stessa.”

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Santana aveva sperato che Rachel Berry l’avesse ormai perdonata per la cattiveria sulla tratta mattutina in treno, ma non ha questa fortuna.

Quando entra nella zona di backstage, Rachel la saluta con quella che Santana può solamente descrivere come apatia teatrale, voltandole le spalle con la velocità di un coltello a serramanico e avanzando stizzita mentre si sistema e risistema il costume senza che ne ce sia il bisogno. Rachel sfoggia un broncio burrascoso e sospira rumorosamente a intervalli. I suoi occhi sono scuri e impetuosi, ma nascondono ancora quello sguardo da daina ferita che Santana le ha instillato prima.

Puck la guarda con commiserazione quando si siede al suo fianco sulla panca e Santana può solo credere che sa come ci si sente ad attirare la collera di Rachel, sebbene non lo esprima a parole. Sfortunatamente, la sua compassione – sempre che lo sia – non fa nulla per sanare la situazione o aiutare Santana, che capisce improvvisamente che l’asprezza di Rachel nei suoi confronti diventerà decisamente d’impaccio quando dovranno salire sul palco.

Il fatto è che dato che Rachel è arrabbiata con lei, Santana non avrà nessun altro oltre Brittany a cui unirsi durante il numero dei cavalieri.

Quando si sono separate a pranzo, Brittany le ha promesso che l’avrebbe rivista presto. Adesso può solo assumere che intendesse incontrarla durante il numero dei cavalieri. Per la prima volta da quando è arrivata al circo, Santana vorrebbe all’improvviso che Brittany non mantenesse la parola data, perché è certa che se partecipa al numero dei cavalieri in sua compagnia, si innamorerà ancora di più di lei, senza dubbio.

(Il mondo intero ama Brittany, sfavillante sotto i riflettori del circo.)

(Santana ama Brittany ovunque, e in particolare nel tendone dove hanno condiviso il loro primo bacio fugace.)

Tenta di rimanere insieme a Rachel senza rivelare la sua intenzione di farlo mentre entrano sulle piste dopo i ragazzi, ma Rachel non ne vuole sapere. Si allontana teatralmente da lei verso la parte anteriore della pista, con più dolore negli occhi che ferocia mentre se ne va. Una volta che Rachel è fuori dalla sua portata, Santana considera brevemente di infiltrarsi tra le ragazze del gruppo delle Cavallerizze Sylvesteri, ma indietreggiano da lei come se fosse un topo morto trovato nella credenza della dispensa mentre cercavano la zuccheriera e le sbraitano contro nella loro dura lingua tagliente, espressioni fredde come ghiaccio.

Per un momento Santana rimane immobile nel mezzo del movimento del circo, chiudendo gli occhi ai riflettori e volendo che Brittany non la trovi, ma quando guarda di nuovo le piste, nota subito il suo solitario blu cobalto.

La musica cresce e Brittany afferra la sua mano.

Ti amo, pensa Santana impotente mentre Brittany la fa piroettare per posizionarsi di fronte ai cavalieri in arrivo e i loro due ramoscelli di fiori selvatici – primula bianca e piccoli lupini viola – si intrecciano dove si tengono per mano.

“Ehi, tesoro!” urla Brittany al di sopra della musica, già piena di eccitazione per l’esibizione.

Santana trattiene il respiro per tutta a durata del numero dei cavalieri e non rivolge alcuna attenzione a quale ragazzo offre il favore quando l’atto raggiunge la sua conclusione.

In qualche modo sente che sta perdendo Brittany, sebbene trascorrano il numero mano nella mano e del tutto prese l’una dall’altra. Mentre Brittany ride con spensieratezza, Santana sopporta ogni pensiero del mondo nel cuore. Non ha mai voluto nascondere nulla da lei, ma adesso pare che debba nasconderle ogni cosa – il vero significato che sta dietro ad ogni sguardo e parola e respiro – se vuole tenersi vicina Brittany.

Quando finisce la grande parata, Brittany la conduce fuori dal tendone all’aria aperta. Porta la mano di Santana vicino al suo viso e la tiene lì, le loro dita ancora intrecciate, oscurità e luce e oscurità nella luce, tutto di fila. Per un secondo, Santana pensa che potrebbe baciarle di nuovo le nocche, come all’interno della tenda quando si è occupata della sua ferita, e lo stomaco si capovolge dal desiderio. Invece, Brittany la tiene semplicemente stretta.

“Santana,” dice con serietà, “ti senti bene? Sembri...”

La frase si interrompe e la fissa con uno sguardo profondamente preoccupato.

“Puck ti ha detto qualcosa?” sussurra, voce appena percettibile al di sopra del frastuono del circo.

Santana scuote la testa perché è la verità: Puck non ha nulla a che fare con il suo stato d’animo attuale. Non sa che lei ama Brittany o che non vuole nient’atro che mettersi in punta di piedi e prenderle il volto tra le mani e baciarla fino a quando Brittany capisca almeno un pochino – solo minimamente – come il suo cuore batta per lei e il fatto che Santana la seguirebbe ovunque, perfino se il pensiero la spaventa a morte. Noah Puckerman non ha idea che in qualche modo Brittany ha messo radici attorno alle sue costole e che scorre nelle sue vene e la lascia senza fiato, in un desiderio sempre crescente.

“È per quello che è successo con Rachel Berry sul treno?” le chiede Brittany, lanciando un’occhiata furtiva in direzione di Rachel dietro le quinte. “Ho sentito che alcune ragazze di Ma Jones ne stavano spettegolando, ma scommetto che non è stata veramente colpa tua. Spesso Rachel non sa quando smettere di parlare e una volta versai del sugo sulle sue scarpe a cena e non mi perdonò per un’intera settimana, ma probabilmente ti perdonerà prima perché sei gentile. Se però sei preoccupata, potrei parlarle al posto tuo. Oppure potrei dirle che è rumorosa quanto Matusalemme e allora sarà arrabbiata con me invece che te, forse – ”

(Santana non ha mai sentito Brittany parlare così senza sosta prima d’ora.)

(In qualche modo, pensa che sia la cosa più dolce che le abbia mai detto, in mezzo a un milione di altre cose dolci.)

“Ehi!”

Un urlo impaziente interrompe il suo delirio ed entrambe alzano lo sguardo e vedono Ken procedere ondeggiando verso di loro. Si ferma a qualche piede da loro e fa un cenno con la mano a Brittany come se fosse un gatto domestico dispettoso che vorrebbe scacciare dalla tovaglia.

“Torna al tuo backstage!” le ordina. “Tuo padre ti sta cercando!”

Brittany annuisce a Ken, ma non obbedisce immediatamente. Invece, osserva Santana con un broncio, tenendo ancora le loro mani vicine a lei.

“Spero che tu ti senta meglio presto, tesoro,” dice in un rapido sussurro, la sua espressione carica di bisogno e qualcosa di nuovo – un’emozione che Santana non ha mai visto in Brittany.

Prima che Santana possa rispondere, le sue palpebre si serrano, delicate come le ali di una falena, e preme un veloce, dolce bacio sul dorso della mano di Santana. Il cuore le balza nel petto al contatto e guarda immediatamente Ken, chiedendosi se riesce a vedere quello che intende Brittany e quello che intende Santana e ciò che passa confuso tra loro. Pare pronto a urlare di nuovo, ma non ne ha l’occasione per farlo prima che Brittany la lasci andare.

“Abbi cura di te,” la saluta, superando Ken in direzione del suo retroscena. Tiene sempre gli occhi fissi su Santana mentre si allontana.

(Santana pensa di non averli mai visti così perfettamente azzurri.)

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Santana osserva lo spettacolo pomeridiano allo stesso modo della sfilata per le vie di Onawa questa mattina, vagamente consapevole di come gli acrobati volteggiano o se Jesse St. James riesca a far camminare la tigre sulle zampe posteriori. Quando arriva il momento del numero dei gitani, Santana si esibisce in modo passabile ma senza emozioni, piroettando in pigri cerchi e scuotendo il tamburello fuori tempo di mezzo battito rispetto alla musica. Trascorre poi il resto dello spettacolo al solito posto all’apertura sul retro del tendone, come abitudine.

Quando esordisce l’atto del lancio dei coltelli, Santana si costringe a distogliere lo sguardo dalle piste, voltandosi a guardare invece i bambini che giocano nel fango. Il fratellino di Sam Evans la fissa con un’espressione perplessa, curioso di sapere perché all’improvviso trovi più interessante lui e i suoi compagni di gioco invece di chiunque occupi il palco. Santana non ha una risposta per lui, quindi si abbraccia e attende quella che sembra un’eternità prima che il tendone esploda di applausi dietro di lei.

(Lascia andare il respiro che aveva trattenuto per Brittany e ritorna all’apertura proprio in tempo per vederla inchinarsi e precipitarsi fuori dalla pista.)

Durante la parata finale, Santana rimane vicina a Puck, senza curarsi delle torce. Quando i gitani escono dal tendone, annaspa per il bisogno d’aria, come una donna quasi annegata che risorge sulla superficie dell’acqua.

“Come mai così scostante, coccinella?” la prende in giro Puck dopo la terza volta in cui Santana controlla alle sue spalle che Brittany non l’abbia seguita mentre tornano alla tenda.

Santana decide di assecondarlo. “Vorrei solamente che questo giorno finisse,” ammette.

Puck fa un sorrisetto. “Beh, lo sai cosa dicono dei desideri, coccinella,” dice con saggezza.

Santana quasi odia chiederglielo. “Cosa?”

Puck mostra il suo sorriso diabolico: “Se fossero elefanti, saremmo nella merda fino al collo – perdona il mio francesismo, coccinella.”

Santana rimane un po’ sconvolta dalla volgarità di Puck – abuela l’avrebbe fatto licenziare da suo padre se avesse mai assistito in prima persona alla sua volgarità – ma si riprende a sufficienza per alzare gli occhi al cielo al suo inefficace umorismo.

Puck ridacchia e sistema la sacca con l’attrezzatura sulla spalla, divertito dalla battuta e dalla reazione di Santana. Si morde il labbro con un canino, come un lupo, e cerca di spiarla senza che lei se ne accorga. Ovviamente, Santana se ne accorge e che sia dannata se Puck non arrossisce davvero una volta che se ne accorge anche lui.

(Santana trema un po’.)

Puck si schiarisce la gola e guarda altrove. “Che ne dici di chiedere a Ma Jones se ha bisogno di aiuto a preparare la cena?” le suggerisce. “Sammy mi ha detto di averla vista preparare delle torte per stasera mentre stava saccheggiando il carro dispensa alla ricerca di biscotti questa mattina. Le farebbe veramente comodo un po’ d’aiuto – e so che ti piace fare una torta ogni tanto.”

“Non mi piace per nulla preparare torte,” si lamenta Santana. “È qualcosa che mia no – ”

“Beh, è meglio preparare torte con Ma che finire nelle grinfie di Theresa Schuester. È più pazza del solito, a causa di quel grande numero imminente del giorno dell’indipendenza,” la interrompe Puck, posando una mano sulla nuca di Santana e le scompiglia i capelli fino a quando non si ritrae dal suo tocco.

(Puck non ascolta mai una parola di quello che dice Santana.)

(Brittany la ascolta sempre, anche quando non dice nulla.)

“Va bene,” acconsente Santana, più che altro perché vuole liberarsi di Puck – ha iniziato a darle sui nervi, essendo così impertinente – ma anche perché, a dire il vero, sa che ha ragione: Ma Jones sarà un capo migliore di Theresa Schuester, la sua forte reazione nervosa alla sfacciataggine di Brittany ne è la prova.

“Brava coccinella,” la elogia Puck, dando un ultimo strattone al gomito di Santana appena iniziano a dirigersi in due direzioni diverse. “Fammi sapere come vengono le torte!”

Santana digrigna i denti lungo la via per la mensa.

Per fortuna, Ma Jones sembra essere lieta di disporre dell’aiuto di Santana e le affida un compito gradito, per essere un lavoro di preparazione di una torta.

“Ho bisogno che qualcuno affetti le mele. Le mie ragazze sono occupate a grattugiare la cannella, altrimenti ci penserebbero loro,” quasi si scusa Ma mentre porge a Santana il solito coltellino e la accompagna al tavolo della mensa su cui iniziare a lavorare.

“Non c’è problema,” dice Santana con sincerità, guardando Ma trasportare il sacco di iuta pieno di mele – deve pesare quasi 30 libbre, nel complesso – e seguirla al suo posto, posando il sacco contro la gamba di una panca una volta che Santana sceglie dove sedersi.

“Ci sono molte mele qui,” dice Ma con aria incerta. “Potrei mandare qualcuno a cercare Brittany – ”

“No!”

Santana non aveva intenzione di urlare, ma non riesce a trattenersi. Entrambe sussultano per la sua risolutezza, e Ma inarca un sopracciglio, confusa se non addirittura preoccupata. Santana inspira, calmandosi. Quando parla di nuovo, suona molto più tranquilla.

“Voglio dire, no,” dice. “Posso farcela da sola. Non vorrei disturbare Brittany. Scommetto che avrà cose migliori da – ”

(Santana non si era aspettata che la sua voce si incrinasse in questo modo.)

Ma la fissa come se non l’avesse mai vista prima. Mordicchia il labbro tra i denti e guarda Santana dall’alto in basso, esaminandola. Dopo un momento, Ma ricomincia a parlare.

“Sta bene,” dice adagio, voltandosi per andare. “Ma dubito fortemente che la signorina Brittany considererebbe un disturbo fare qualcosa insieme a te. Non penso di averla mai vista affezionarsi a qualcuno così velocemente come con te, o solamente affezionarsi a qualcuno, se è per quello. Non c’è nessuno in questo campo che capisca le parole che escono dalla bocca di quella ragazza, tranne te. Se però hai intenzione di affettare tutte le mele da sola, fa’ pure. Dio solo sa che non ho bisogno di mandare una delle mie ragazze a inseguire Brittany Pierce su e giù per questo campo quando hanno già del lavoro da fare.”

Ma non aspetta che Santana risponda, così ritorna dalle ragazze sull’altro lato della mensa. Le sue parole di commiato la colpiscono come un pugno allo stomaco. Lei e Brittany sono davvero diventate così inseparabili che Ma Jones si aspetta di vederle sempre in coppia? È vero che Brittany non aveva degli amici intimi prima di lei? Brittany era sola prima che si incontrassero?

Santana percepisce una fitta al cuore al solo pensiero.

Cade di peso sulla panca, frastornata, e impiega qualche minuto a riprendersi, chiudendo gli occhi e respirando profondamente col naso. In qualche modo, Santana aveva sempre pensato che Brittany fosse popolare tra la gente del circo, ma adesso che ci ripensa, si accorge che sembra veramente amichevole solo con Sam, che ama chiunque al circo come un cane ama i padroni: liberamente e con tutto il cuore, se gli è permesso. È possibile che Brittany fosse sola prima di incontrarla? Come ha fatto Santana a non rendersene conto?

Improvvisamente, Santana si sente estremamente negligente.

(Immagina Brittany seduta sola, silenziosa al circo come lei al cottage.)

Santana afferra lentamente e con dita intorpidite il coltellino e fruga nel sacco di iuta estraendo una mela. Del vento gelido le riempie lo stomaco malgrado l’afa della giornata appena fa il primo taglio sulla buccia levigata del frutto. I suoi occhi traboccano di lacrime.

(Si sente così confusa su ogni cosa che riguardi Brittany.)

(Non vuole che Brittany si senta sola senza di lei, ma lei si sente a sua volta sola nascondendo il suo amore quando stanno insieme.)

“Santana, stai piangendo?”

Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che Ma l’aveva colta di sorpresa alle spalle.

Santana alza gli occhi dal suo lavoro e vede Ma Jones in piedi all’altro lato del tavolo, portando una larga pentola in acciaio, probabilmente perché Santana la riempia di fette di mela. Ma la fissa con attenti occhi scuri e si umetta il labbro inferiore, mordendolo per un secondo mentre osserva la scena davanti a lei. Santana non sapeva che Ma Jones potesse parlare con un tono così delicato.

“M-mi dispiace,” si scusa Santana automaticamente, asciugandosi gli occhi col retro del polso e mordendosi le labbra per non versare altre lacrime. Non si era accorta che stava piangendo e adesso si sente stupida per averlo fatto. Cerca di sopprimere l’agitazione, ma lo trova difficile quando così tante cose la preoccupano.

(Sente il cuore dolorante, nel profondo.)

“Ti senti ancora poco bene?” le chiede Ma, posando la pentola sul tavolo e torcendo le mani davanti al grembiule. Le ragazze della cucina sbirciano nella mensa dietro di lei, osservando la sua conversazione con Santana con bianchi occhi spalancati, curiose come un nido pieno di piccoli gufi che guardano fuori da un albero.

Santana presume che un cuore infranto valga come indisposizione o qualcosa di simile. È conscia del fatto che deve avere un aspetto incredibilmente patetico per aver suscitato la preoccupazione di qualcuno che non sopporta le assurdità come Ma Jones.

“Sì,” risponde Santana, odiando il suono pietoso della sua voce.

Il viso di Ma si fa estremamente dolce e allunga la mano sopra il tavolo per posarla su quella di Santana, fermandole il polso che tiene il coltello. Ma le rivolge un sorriso gentile.

“Perché non vai a riposarti prima del prossimo spettacolo, allora? Posso sempre far affettare queste mele da una delle mie ragazze,” dice. Dopo una pausa, aggiunge, “Dio solo sa che preferirebbero tagliare la frutta piuttosto che grattugiare la cannella.”

Santana risponde alla battuta con una debole, triste risata. Vorrebbe ringraziare Ma Jones per la gentilezza, ma non riesce a trovare voce in gola. Invece, incrocia solamente i suoi occhi.

Grazie.

Ma la allontana leggermente con una mano. “Mettiti a letto,” dice risoluta. “E non muoverti finché non ti senti meglio, capito?”

Santana annuisce in consenso e si libera dalla panchina, asciugandosi un’ultima volta le lacrime. Tutto d’un tratto, si affeziona a Ma Jones come mai prima. Ripensa brevemente al primo giorno col circo, quando voleva assolutamente piacere a lei, e suppone che la sua sottile preoccupazione per lei sia la cosa che attualmente più gli si avvicina. Piega il capo a mo’ di saluto quando esce dalla mensa.

(Santana si chiede, vagamente, chi permette a Ma Jones di riposare quando il suo cuore soffre per Sam Evans.)

Nella disperazione, Santana prega tutti i diavoli che l’hanno sempre accompagnata sulla spalla di non imbattersi in Brittany mentre ritorna alla tenda. E per fortuna, almeno uno pare ascoltare le sue preghiere.

Si muove con passo incerto lungo le file di tende, il petto carico di singhiozzi soppressi, mascella così serrata da farle male, fino a quando non trova la sua, e sebbene soffra moltissimo mentre cammina, per lo meno non incontra Brittany sulla via.

La tenda all’interno è bollente come una febbre, ma non induce Santana a starne lontana. Si accascia sulla branda, nascondendo il volto tra le braccia e piangendo contro l’articolazione del gomito, sentendosi come se avesse inalato frammenti scheggiati di vetro. Soffoca nelle lacrime e il petto esplode a ogni nuovo singhiozzo, sterno in fiamme come se si fosse spezzato.

A Santana non importa se qualcuno possa sentirla al di fuori della tenda: vorrebbe solamente sapere cosa fare o come comportarsi o conoscere quale entità crudele l’abbia maledetta facendola innamorare di una ragazza che ha bisogno del suo amore per non sentirsi sola, ma che non deve mai venirne al corrente o ricambiare il sentimento.

Freme di rabbia – furiosa come quando capì per la prima volta che suo padre la aveva mentito su tutto, dal nome falso al fatto che lei era la sua figlia naturale e impossibile da riconoscere. Si sente frustrata come quando sbatte contro quel muro dentro di lei o quando si trova immischiata in un caos di regole senza senso. Vorrebbe urlare contro qualcuno per l’ingiustizia di tutto ciò, ma anche raggomitolarsi e dormire e dormire e dormire. Il sonno non vuole raggiungerla, però, nemmeno dopo aver pianto a lungo, inzuppando la manica della camicetta di calde lacrime fino a quando si seccano e la voce la abbandona.

Dopo, si sente incredibilmente infantile e rimane immobile, a disagio, perfino in solitudine, a causa della crisi di pianto. Aspetta che il respiro ritorni regolare e poi si volta di lato, togliendosi la gonna, rinfrescando la pelle. I suoi capelli si appiccicano in faccia e sul collo e il suo corpo brucia di calore e sudore. Aspetterà fino a quando la campana d’avvertimento suonerà, e poi, e poi, e poi –

Sente Puck camminare lungo la fila di tende, mentre parla con qualcuno – Blaine. Le loro voci discutono mentre si avvicinano alla tenda.

“Hudson mi deve ben tre dollari!”

“Ma, Noah, hai barato per vincerli. Sinceramente, penso che tu gli debba probabilmente più soldi, tipo almeno cinque o sette dollari – ”

“Se fossi onesto, non giocherei nemmeno, idiota! Non vale la pena giocare onestamente a Euchre!”

“ – quello è il motivo per cui Ken vuole che il signor Adams lo bandisca dal circo.”

“Aspetta! Vado un attimo dentro a prendere le mie carte.”

I lembi della tenda frusciano e Santana si irrigidisce sulla branda, corpo intero che si fa di pietra. Non vuole parlare con Puck e non vuole fargli sapere che stava piangendo. Serra gli occhi e finge quel sonno che in realtà non riesce a trovare.

“Oh, merda! Sant’Iddio!” sibila Puck e lo sente fare un balzo all’indietro.

“Che c’è?” chiede Blaine da fuori.

Puck risponde in un sussurro. “Coccinella è qui dentro che sta dormendo,” dice. “Non mi aspettavo di vederla, tutto qui.”

“Potremmo sempre chiedere ai ragazzi della banda di unirsi a noi e imprestarci le loro carte così non dovrai svegliarla,” gli suggerisce Blaine gentilmente.

Puck non risponde ad alta voce, ma Santana lo sente muoversi. I suoi piedi frusciano silenziosamente sull’erba. Santana non ne è certa, ma pensa che Blaine a quel punto se ne vada. Percepisce un’ondata di calore umano appena Puck passa vicino alla sua branda, e poi sente un fruscio rivelatore mentre recupera quella che deve essere la sua sacca dall’angolo.

“Sogni d’oro, coccinella,” bisbiglia ripassando dalla branda, quasi come se non riuscisse a trattenersi dal dirlo.

I lembi sibilano l’uno contro l’altro e il buio dietro agli occhi chiusi di Santana si trasforma in un arancione rossiccio mentre Puck apre la tenda per uscire, facendo entrare la luce pomeridiana. Un momento dopo, la tenda si richiude e ritorna l’oscurità. Santana dà un’occhiata ai dintorni e si ritrova sola: lascia sfuggire un sospiro di sollievo.

“Ehi, Puck!”

“Brittany!”

Santana quasi cade dalla branda al suono della voce di Brittany. Si fa tesa dove giace, il battito del cuore che accelera e ascolta attraverso la tela Brittany e Puck che iniziano una conversazione probabilmente a un piede o due fuori dalla porta, trattenendo il respiro nel frattempo.

“Hai visto Santana in giro? È scomparsa subito dopo lo spettacolo.”

“Uh, sì. A dire il vero è, uhm, lì dentro a letto. Penso che sia di nuovo indisposta.”

“Sta bene?”

“Oh, sono sicuro che si sentirà meglio. L’ho mandata da Ma Jones per aiutare a preparare la cena. Se fosse così malata, Ma avrebbe chiamato la signora Evans ad occuparsi di lei, non trovi?”

Per un momento, la conversazione cade nel silenzio e Santana si immagina Brittany corrugare la fronte, cercando di guardare attorno a Puck e dentro la tenda, incerta se fidarsi del suo ragionamento superficiale o meno. Dopo un battito, risponde.

“Beh,” dice con calma, “se ha bisogno di qualcosa quando si alza, posso andare a prenderglielo. E dille che spero che si senta meglio e che io... ” Si zittisce. Un altro battito. “Dille solamente che sono qui, se vuole.”

“Certo,” dice Puck apaticamente.

Suona totalmente annoiato da Brittany e dall’argomento in discussione. Dopo, nessuno dei due parla di nuovo. Santana non può esserne certa, ma pensa di udire del movimento e ipotizza che entrambi se ne siano andati lasciandosi dietro la tenda.

(Santana riesce finalmente a respirare.)

“Non devo amare Brittany,” sussurra a se stessa.

(Il suo cuore non l’ha mai, mai ascoltata meno.)

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Santana non ha idea di quanto tempo rimanga nella tenda oppressa dal caldo. Se ne sta sulla branda, col respiro affannato come se avesse appena corso per dieci miglia, torcendosi le mani e sopprimendo altre lacrime, e nel frattempo pensa a come Brittany sia la persona più perfetta e che, se non altro, vuole dirle quanto sia meravigliosa, anche se tutto il resto dovesse finire in rovina tra di loro.

Puck ritorna alla tenda proprio prima che suoni la campana d’avvertimento, puzzando di fumo di tabacco da pipa e portando una mazzetta di banconote in mano. Si siede al margine della branda e posa la mano sulla spalla di Santana, svegliandola dal suo finto sonno.

“Coccinella,” dice con gentilezza, voce appena più di un sussurro. “Ti senti abbastanza bene per continuare stasera? Perché dirò a Ken dove può infilarselo se sei malata.”

Le scosta una ciocca di capelli dal volto e le rivolge un semplice sorriso ebete appena apre gli occhi e si alza dal letto.

La sua voce è stridula e lieve quando gli risponde. “Posso continuare,” dice, per lo più perché non vuole avere guai con Ken per conto di Puck o Ma Jones se le è possibile, ma anche perché sa che Brittany si preoccuperà per lei se non farà la sua comparsa sul palco.

“Brava ragazza,” dice Puck e si china per baciare Santana sul capo, la sua mano che la cinge in vita.

Santana si irrigidisce e allontana il volto da lui per prevenire qualsiasi bacio indesiderato. La campana d’avvertimento suona appena si separa da lui.

“Vieni,” dice con dolcezza, aiutandola ad alzarsi.

La fiera serale passa senza eventi. Santana legge altri palmi e distribuisce ancora consigli pratici – se pensi che il tuo mulo morirà di torsioni allo stomaco, dovresti consultare un veterinario; quando decidi quale carriera dovresti perseguire, dovresti chiedere consiglio a qualcuno che ti conosce bene e di cui ti fidi; se un vecchio litigio ti preoccupa, dovresti cercare il perdono della persona che hai insultato – ricordando a se stessa tra un cliente e l’altro che non deve amare Brittany, non deve amare Brittany, non deve amare Brittany più di un’amica.

Quando trilla la campana dello spettacolo, Santana raccoglie le sue cose e si dirige con calma al tendone, ricevendo da una delle ragazze di Theresa Schuester un fazzoletto verde come velo e un floscio dente di leone come favore appena entra dietro le quinte. Puck si alza immediatamente appena vede Santana avvicinarsi a lui e si precipita al suo fianco, prendendola per il gomito come se fosse invalida. Rachel Berry osserva il loro scambio, un’evidente curiosità negli occhi insieme ai precedenti disappunto, diffidenza e dolore.

“Tua moglie non si sente bene?” chiede Rachel, fingendosi disinteressata, nonostante Santana riesca a capire che gli importi molto conoscere la risposta di Puck.

Rachel sposta lo sguardo tra loro due e si scosta in fretta sulla panca per fare spazio a Santana accanto a lei. Santana le rivolge uno sguardo colpevole appena Puck la lascia andare.

“No, non sta bene,” risponde semplicemente Puck. Rivolge la sua attenzione a Santana. “Lo sai che non sei obbligata a esibirti se tremi ancora,” le ricorda.

Per quanto l’alternativa di evitare di vedere Brittany in pista la tenti – non deve amarla come più di un’amica – sa che saltare lo spettacolo le provocherà più danni che conforto. Scrolla una spalla e inizia a sistemare il velo sul capo, determinata a non mostrare la sua agitazione.

“Ehi,” si intromette Rachel Berry. “Lascia che ti aiuti.”

Prima che Santana riesca ad obiettare, Rachel allunga le mani e le sistema il velo, faticando leggermente con gli angoli e lisciandole la camicetta sulle spalle con particolare cura. Quando Santana incrocia i suoi occhi, scopre che non è più né ferita né guardinga. Adesso la guarda solamente con compassione.

“Ecco fatto,” dice Rachel con gentilezza, infilando il velo al suo posto.

“Grazie,” risponde Santana con voce rauca, sentendosi improvvisamente molto grata nei suoi confronti, nonostante non le sia mai piaciuta molto.

(Santana si domanda brevemente quanto malata debba sembrare perché chiunque al circo che prima la disprezzava si mostri improvvisamente entusiasta di trattarla con dolcezza.)

La campana dello spettacolo suona e Puck se ne va insieme agli altri cavalieri sulla pista. Mentre Rachel e Santana attendono il loro segnale per unirsi ai ragazzi nel tendone, Rachel posa la mano sopra quella di Santana sulla panca e le dà una piccola stretta. Le si forma un nodo in gola.

(Rachel Berry è la persona più irritante che Santana conosca, ma è anche una delle più gentili.)

Rachel rimane al suo fianco quando entrano nel tendone per il numero, tenendola per il gomito come Puck aveva fatto prima. Si soffermano sul retro, lontane dal pubblico, Rachel che per una volta evita deliberatamente i riflettori, facendolo per lei.

Santana si sente in parte sollevata quando osserva la compagnia riunita nelle piste e si accorge che un gruppo delle cavallerizze assegnate all’area di retroscena di Brittany occupa la parte anteriore, il che le dà una ragione per credere che forse anche lei è entrata prima nel tendone come loro.

Sebbene Santana stia attenta a lei per tutto il numero, non la vede da nessuna parte. Si aggrappa a Rachel e offre il favore a Kurt alla fine dell’esibizione, rivolgendogli un vago cenno con la testa prima di permettere a Rachel di trascinarla in fretta e furia nella grande parata.

“Hai proprio un aspetto pallido, Santana,” annuncia Rachel appena escono dal tendone. Prima di riuscire a sfuggire, Rachel le tocca la fronte con le nocche e aggrotta le sopracciglia. “Sei molto calda,” dice severamente.

“Fa caldo nel tendone,” si difende Santana.

Pare che a Rachel non piaccia la sua scusa, ma non insiste, forse per paura che la insulterà di nuovo come stamattina sul treno. Studia Santana con scuri occhi tristi, ma per una volta in vita sua evita di dar voce ai suoi pensieri in merito a quello che vede. Quando occupa un posto sulla panchina, le fa cenno di sedersi con lei, ma Santana declina l’invito.

“Vado a vedere lo spettacolo,” dice Santana debolmente, incapace di spiegare che ha bisogno di distrarsi per non impazzire pensando in cerchio.

Si dirige all’apertura sul retro del tendone e Rachel non glielo impedisce. Anche se lungo la via supera Puck intento a preparare le torce, nemmeno lui la trattiene. Le offre una confortante pacca sulla spalla.

(Santana si chiede vagamente se Puck sarebbe dispiaciuto per lei se conoscesse il motivo della sua afflizione.)

I Dragoni Volanti Chang, il gruppo delle Cavallerizze Sylvesteri di San Pietroburgo, la compagnia di clown del signor Evans, e il domatore di leoni Jesse St. James mettono tutti in scena delle esibizioni impeccabili e Santana distoglie l’attenzione dalla loro perfezione. Senza errori e passi falsi da parte loro ad agitarla, finisce presto col sognare ad occhi aperti, immaginandosi per la seconda volta oggi cosa potrebbe accadere se rivelasse il suo pericoloso segreto a Brittany.

In cielo, il crepuscolo conquista l’orizzonte. La temperatura inizia a calare, anche se non abbastanza da provvedere un vero sollievo dalla calura. Santana oscilla sul posto, conversazioni immaginarie e duri promemoria a se stessa su quello che non deve mai confessare a Brittany che si agitano in mezzo ai suoi pensieri, uno dopo l’altro.

Ti amo, Brittany.

Ti amo anch’io, tesoro.

Non devi amare Brittany.

Ami Brittany veramente tanto.

Quando arriva il momento dell’atto dei gitani, Puck compare alle sue spalle e le dà un colpetto con le dita, indicandole di seguirlo, ma non dice una parola. Il pubblico si offusca davanti ai suoi occhi appena sale sul palco. Danza in modo quasi meccanico, mette un piede qui e l’altro lì, piroetta sul posto, batte il palmo della mano sul tamburello, evita il fuoco di Puck e gli sguardi compassionevoli di Rachel, e trattiene il respiro, anche se non sa che cosa aspetta, sempre che aspetti qualcosa.

Dopo il numero dei gitani, Santana non si preoccupa di riprendere posto sul retro del tendone per ascoltare Rachel cantare come la piccola Malibran, temendo che, se lo facesse, la bellezza malinconica della sua voce potrebbe in qualche modo commuoverla. Quando sente gli applausi provenire dal tendone – scroscianti come il suono delle onde che si infrangono su una spiaggia lontana – sa che dovrebbe rimanere dove si trova vicino al fuoco e non guardare nemmeno il numero dopo quello di Rachel.

(Non è mai stata capace di stare lontana da Brittany, però.)

(Ritorna all’apertura appena in tempo per ascoltare William Schuester mentre annuncia i Pierce sul palco.)

Dimenticatasi in un istante di tutti i buoni consigli che si era data, Santana attraversa l’apertura giungendo all’oscurità, aspettando nella profonda calma delle ombre, vedendo ogni cosa davanti a lei, sebbene rimanga invisibile grazie alla copertura delle tenebre. Si stringe con forza il petto e osserva Brittany che danza in pista, salutando il pubblico. Si sente quasi uno dei narratori di Poe, nascosta nel buio per osservare la scena senza essere vista.

Sebbene non riesca a vedere il suo volto, si chiede comunque se non ci sia qualcosa di diverso dal solito nel modo in cui cammina per salire sul palco. Brittany sembra in qualche modo attenta, non per dire che prima fosse disattenta, ma solo che stasera porta con sé qualche nuova preoccupazione.

Santana sbircia attraverso l’oscurità, cercando di leggerla come era solita leggere i libri della biblioteca con la luce della lampada dopo che sua nonna la metteva a letto, ma non riesce a cogliere nulla del suo nuovo atteggiamento prima che si posizioni davanti al bersaglio.

Il pubblico intero trattiene il fiato per lei quando il signor Pierce lancia il primo coltello e Santana trattiene il respiro insieme a loro, carica dello stesso genere di trepidazione nervosa che aveva provato aspettando il treno che l’avrebbe condotta verso ovest dal Grand Central Terminal appena una settimana fa. Allora, si era aggrappata al manico della borsa da viaggio per tenere occupate le mani, ma adesso non ha nulla da stringere e quindi torce le dita, facendo scorrere i pollici sopra le nocche, premendo nella pelle morbida tra le ossa.

Mentre Santana si è spesso chiesta se Brittany fosse più una ragazza diurna o notturna – e spesso ha supposto che Brittany fosse, prima di tutto, una ragazza senza tempo, bella sotto ogni luce – non riesce a fare a meno di pensare che sia ancora più bella all’ora dello spettacolo più di ogni altro momento, con un alone di luce bianca che le circonda i capelli e il pallido, grazioso costume, che fa emergere la sua radiosità affinché il mondo intero la veda.

Sotto il bagliore del palco, Santana coglie in parte quella stessa bellezza triste che ha riconosciuto in lei questa mattina nascosta agli angoli della bocca e negli occhi a forma di lacrima. Sente che il suo cuore potrebbe spezzarsi di nuovo solo guardandola, anche da lontano.

Il signor Pierce tiene fermo il braccio durante il primo, il secondo, il terzo, quarto, e quinto lancio, lungo tutta la prima parte del numero e, per un minuto, Santana dimentica che l’esibizione mette Brittany in pericolo: tutto sembra una meravigliosa, terribile danza.

Ma poi il signor Pierce fa un passo falso nel rilasciare il coltello successivo. Sembra quasi ebbro, o per lo meno disorientato, il braccio goffo nel lancio, il piede posizionato male sotto di lui.

Il pubblico urla prima ancora che la lama colpisca il bersaglio e forse Santana urla insieme a loro, anche se, se lo fa, non riesce a sentirsi.

Brittany sparisce dalla tavola come una bianca cometa che precipita nel cielo, gettandosi duramente a terra. Atterra sporcandosi le ginocchia e i palmi delle mani mentre il coltello si conficca nel legno dietro di lei, incastrandosi fino all’impugnatura proprio all’altezza del cuore della sagoma umana.

Per un attimo, sul tendone cala il silenzio e Santana pensa Oddio, anche se vede già che Brittany non è stata ferita, sebbene tremi a terra. Il suo cuore batte con così tanta forza che teme possa scoppiarle nel petto e quasi corre dal punto in cui si nasconde nella pista, solo per toccarla e sentirla viva.

Prima che Santana riesca a muoversi o parlare o pensare ad altro, il pubblico inizia a fischiare, liberando un gemito di scontento, mettendo le mani attorno alle proprio bocche e scuotendo i pugni, offeso dall’errore del signor Pierce. Dopo il rombo iniziale, alcuni dei clienti iniziano ad urlare oscenità. Santana osserva Brittany sussultare, perfino dal suolo, e percepisce una terribile, tagliente stretta al cuore.

Santana Lopez non dovrebbe amare Brittany Pierce come più di un’amica, ma lo fa comunque, e la uccide vedere il dolore nei suoi occhi mentre si ripulisce dalla sporcizia, ginocchia arrossate e graffiate e spalle che tremano per il trambusto.

Sebbene Santana abbia sperato di disinnamorarsi di lei entro stanotte quando sarebbe andata a dormire, sa che non accadrà – forse mai.

“Ti am... ,” mormora disperata, ancora irrigidita sul retro del tendone mentre guarda il presentatore del circo Will precipitarsi al fianco di Brittany e aiutarla ad alzarsi mentre suo padre si fissa sconvolto le mani come se l’avessero tradito di proposito.

Il pubblico rivolge ancora insulti verso la pista e qualcuno lancia perfino una bottiglia verde di vetro contro la pista da una delle file centrali degli spalti. Va in mille pezzi, i frammenti che rimbalzano qui e lì come fate allegre comparse a causa di un magico incantesimo. Del liquido spuma a terra e Will intima alla folla di acquietarsi e riprendere i loro posti.

“Ti am... ,” ripete ancora Santana appena Brittany compie una riverenza tremante.

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Santana vuole più di ogni altra cosa raggiungere Brittany alla conclusione dello spettacolo. Vuole baciare le sue ginocchia e i palmi graffiati con labbra morbide come un fiore. Vuole mormorarle all’orecchio ancora e ancora Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace fino a quando si addormentano insieme, respirando nella fresca aria di campagna e avvinghiate nelle tenebre.

(Segreto.)

Santana vuole che Brittany non sia ferita e non si senta sola o spaventata. Vuole che nessuno le lanci mai più un altro coltello. Vuole solo andare in un luogo sicuro per loro. Vuole tenerla al sicuro e non affliggerla. Vorrebbe poterle dire esattamente quello che vuole dirle: lo siento, te adoro, ti amo, perfetta, splendida ragazza.

Ma Santana desidera sempre quelle cose che non potrà mai avere.

(Vuole veramente solo Brittany.)

Desidera così tanto che si sente esplodere.

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Quando Puck le chiede se si sente meglio dopo lo spettacolo, gli risponde che a dire il vero sta peggio. Quando le chiede se pensa che cenare la aiuterà a stare meglio, gli risponde di no. Quando le chiede cosa la aiuterà, gli risponde che non lo sa.

“Vuoi che mandi qualcuno a cercare la signora Evans?” le domanda Puck, uno sguardo disperato dipinto sul volto. “Probabilmente sa cosa fare.”

Santana ride e suona triste, perfino per lei. “Non penso,” risponde in tutta onestà.

“Allora preferiresti andare a letto?” le chiede.

“Sì,” gli risponde. Poi, “Goditi la tua torta di mele.”

Puck la lascia alla loro tenda e non si ferma a guardarlo andare, entrando prima dentro, corpo, mente, e cuore esausti. La tenda si è rinfrescata molto rispetto al pomeriggio. Dei grilli friniscono tra il prato all’aperto, ma oltre a loro quasi nulla fa rumore. La notte sembra così immobile che Santana si chiede se forse potrebbe sentire le stelle e le loro orbite celesti se solo ascoltasse.

Santana si siede sulla branda, rimanendo a lungo ferma e muovendo le dita dei piedi contro il tappeto erboso che riesce a percepire ma non vedere. I piedi penzolano dal letto e si aggrappa con entrambe le mani al telaio della branda, spalle che si piegano in avanti mentre tenta di distendere la schiena rigida. I capelli le incorniciano il volto e si sente come a volte succedeva da bambina, quando aspettava che suo padre salisse le scale e la mettesse a letto.

Per la prima volta dal funerale, Santana si permette di sentire liberamente la mancanza di suo padre e di desiderare di poterlo avere con lei a salvarla dai problemi come faceva sempre. Le mancano i suoi occhi scuri e il volto marcato e il modo in cui ascoltava le sue storie con somma attenzione, come se lei fosse un’importante donna d’affari che gli recava notizie del mercato di Wall Street e non la sua piccola bambina che gli raccontava dei placidi giorni trascorsi da lei e sua nonna al cottage mentre lui leggeva la posta del giorno.

Santana si domanda, se suo padre fosse ancora vivo, se potrebbe rivelargli come si è innamorata di Brittany e pensa, mestamente, che se lo facesse, sarebbe la prima vera conversazione importante che avrebbe con lui. Comprenderebbe lo strazio di Santana? Una figlia di un lanciatore di coltelli è come un angelo? Conoscerebbe una canzone di San Juan che insegni a sua figlia tutti i segreti che dovrebbe sapere?

Per un istante, Santana immagina che suo padre le darebbe un’occhiata dal quotidiano, poggiato alla sua sedia in salotto, e le rivolgerebbe un sorriso comprensivo.

Un rumore picchiettante disturba i suoi pensieri – nocche che battono contro la tela. I lembi della tenda si gonfiano al tocco e una voce stupenda la chiama.

“Santana?”

(La voce più bella.)

Per una frazione di secondo, Santana considera di rimanere in silenzio e non rispondere a Brittany, fingendo di giacere addormentata a letto, ma poi si ricorda di lei che si tuffa in un baleno a terra nel tendone. Muore dalla voglia di vederla, anche solo per esaminare le sue ferite.

Santana risponde, “Sono qui.”

E poi la tenda si apre.

Santana non riesce a vedere la luna crescente che illumina il cielo attraverso la tenda, ma riesce a vedere la sua luce color zafferano, che rischiara Brittany contro lo sfondo oscuro e un mare di stelle vaganti che sembrano formare un diadema dietro il suo capo. Brittany indossa di nuovo il vestito blu usurato, già cambiata dal costume del circo. La sua bocca rimane spalancata in una o curiosa e scruta Santana attraverso le tenebre, fascino dipinto sui suoi lineamenti.

Se Santana fosse di umore migliore, farebbe una battuta sul fatto che Brittany le viene a fare visita nel Paese delle Meraviglie – sempre più curiosa. Invece, Santana aspetta semplicemente che parli, non fidandosi di proferire un parola che non tradirà il suo segreto se iniziasse lei la loro conversazione.

“Ehi, tesoro,” dice Brittany, bisbigliando come se l’avesse trovata a letto. “Come ti senti?”

Santana si aggrappa ancora più stretta al telaio del letto e tenta di immobilizzarsi.

(Quando ha iniziato a parlare?)

Decide di non mentire: “Non bene.”

Brittany fa un passo dentro la tenda, lasciando i lembi aperti dietro di lei per permettere alla luce lunare di entrare. Mostra ancora la sua espressione curiosa e indagatrice e si muove lentamente come se si stesse avvicinando a un uccellino che non ha intenzione di spaventare, per paura che prenda il volo. Si ferma appena oltre la soglia.

“Hai mangiato qualcosa oggi?” le chiede Brittany, sussurrando ancora. “Hai a malapena pranzato. Ma Jones ha preparato la torta di mele per stasera. Ne vorresti un po’?”

Gli occhi di Santana si colmano di lacrime e il petto si stringe. Si sforza di non piangere.

(Perché Brittany deve essere così dolce con lei?)

Alza una spalla e guarda a terra, fissando l’ombra di Brittany ma non lei in persona. “Non ho fame,” mormora, un nodo che si forma in gola.

(Perché questo sembra un addio di cui solo lei è a conoscenza?)

“Santana,” dice Brittany, parlando a voce appena più alta di prima. “Stai bene? Cosa c’è che non va?”

Santana oscilla i piedi sul prato, solo per avere qualcosa da fare. Si aggrappa alla branda, ancora ferma nella stessa posizione in cui l’ha trovata aprendo la tenda. Sente che il suo cuore intero potrebbe collassare da un momento all’altro. Non sarebbe così difficile farsi distante se Brittany non fosse così assolutamente perfetta, pensa disperata.

“Niente,” risponde Santana con voce soffocata, odiando il suo suono infantile e sommesso.

Brittany fa un altro passo in avanti, sollevando la mano verso di lei come per addolcirla, sebbene forse lo faccia solo per non sbattere contro qualcosa nell’oscurità. Adesso le ombre le oscurano il volto e Santana riesce a vederne solamente i contorni quando alza lo sguardo, ma, anche al buio, riesce ad accorgersi dell’insolita espressione impressa nei suoi lineamenti.

Quando Brittany arriva a un piede di distanza da lei, si accovaccia, piegando un ginocchio quasi a terra. Per un secondo, pare che allungherà la mano per toccarla, ma poi invece le sue mani si trovano e si intrecciano insieme. Quando Brittany ricomincia a parlare, la sua voce suona diversa dal solito, priva della solita inflessione.

“Ho fatto qualcosa di sbagliato?”

(Paura.)

Il tremore nella domanda è sufficiente a far scoppiare Santana in lacrime. Il suo petto soffre come se qualcuno le avesse spezzato lo sterno in due con il piccone di un minatore e si dondola in avanti, ancora aggrappata strettamente alla branda. Non aveva avuto intenzione di spaventarla, ma non sa come fermarsi. Qualsiasi cosa che le dirà adesso – che sia la verità o una menzogna – spaventerebbe Brittany ancora di più.

“Non hai fatto niente di sbagliato,” singhiozza Santana, lasciando che il resto rimanga non detto.

“Vuoi che me ne vada?” le chiede Brittany.

(Santana si spaventa a sentire come anche la sua voce suoni colma di lacrime.)

Non vuole che Brittany se ne vada. Vuole che rimanga qui al buio con lei per sempre, dove nulla – non le urla di Ken o i coltelli del signor Pierce o le regole o le carte o il diavolo o qualsiasi altra cosa – possa raggiungerle, ma sa che non possono e non dovrebbero, non quando ama Brittany e non può farci nulla. Se venisse a conoscenza del suo segreto, non vorrebbe più starle vicina. Altro dolore tormenta il petto.

“No-non so cosa voglio,” risponde.

Brittany rabbrividisce in risposta e porta una mano al volto per asciugare le lacrime contro il polso. Per un lungo periodo di tempo, Brittany non parla, e invece respira velocemente e flebilmente nell’oscurità. Impiega un intero minuto a ricomporsi.

Alla fine dice, “Va bene. Prenditi tutto il tempo che ti serve. Posso aspettare.”

Santana sa che Brittany vorrebbe una risposta, lo sa, ma non ci riesce, non quando sente il petto lacerato in due e la gola le duole come se avesse ingoiato i cocci di vetro verde che sono andati in frantumi prima nel tendone. Il petto viene scosso dai singhiozzi, sebbene rimanga stranamente calma in un modo impressionante, emettendo solo dei piccoli sospiri umidi. Adesso, Santana ama così tanto Brittany che pensa di poterne morire.

Ti amo.

Santana non parla.

Forse passa un minuto o un centinaio d’anni. I grilli all’aperto cantano in coro e la luce della luna si muove tra l’erba. Brittany la fissa nelle tenebre, anche se non riescono a vedersi in faccia, e Santana distoglie lo sguardo, riconoscendo ancora la sagoma della sua ombra a terra, tentando di memorizzarne la forma così da poterla portare con sé più tardi, una volta che Brittany se ne sarà andata, come si potrebbe memorizzare il passaggio del proprio libro preferito.

Brittany si alza lentamente.

Senza altre parole, si dirige verso l’uscita e si getta nella notte. Rivolge a Santana un ultimo lungo sguardo prima di chiudere la tenda.

E così all’improvviso, Santana sa che Brittany non verrà a cercarla domani.

E così all’improvviso, Santana sa che non può sopportare che finisca in questo modo.

Si alza dalla branda e si precipita ai lembi della tenda prima di comprendere del tutto cosa stia facendo, senza quasi preoccuparsi di scostarli davanti a lei appena incespica sotto la luce lunare, inciampando sulla tela e il groviglio della sua gonna. Il suo cuore batte da qualche parte attorno alle orecchie e quasi cade a terra di peso nella fretta, ma non si ferma fino a quando nota l’ombra di Brittany proiettarsi sulla fila di tende proprio davanti a lei.

“Voglio te!” dice d’impulso. “Voglio solo te! Voglio te e non so nient’altro!”

Le sue parole suonano disperate – come una supplica – ma non le importa se solo per grazia divina Brittany la ascolterà e si fermerà e accetterà di nuovo di venire sempre a cercarla. Santana non riesce a dire niente di più e niente di meno e si sente pazza e dispiaciuta e vorrebbe con tutto il cuore che in qualche modo Brittany la perdoni.

Trattiene il respiro e aspetta.

La sua ombra si ferma e Brittany si volta per guardarla, lentamente e deliberatamente.

Con sua solita sorpresa, Brittany le rivolge un sorriso – un vero, autentico sorriso che raggiunge gli occhi, anche se riporta ancora qualche traccia salata seccatasi lungo le guance. Inizia a ridere, una risata strangolata e triste, e quando lo fa, suona stranamente sollevata. Il volto si illumina completamente con un ampio sorriso il momento in cui i suoi occhi incrociano quelli di Santana.

“Va bene, tesoro,” dice, dolce e tremante. “Voglio quello che vuoi tu.”

Se Santana si è mai sentita più felice, non riesce a ricordarsi in quale occasione o nient’altro, a dire il vero: all’improvviso, per lei esiste solo Brittany. Quando ride di nuovo, più lacrime le colmano gli occhi. Corre quei tre passi che le separano e la cattura in un abbraccio, gettandole le braccia attorno al collo e facendo collidere le loro labbra, singhiozzando e ridendo allo stesso tempo nel bacio.

Brittany quasi inciampa sotto il peso di Santana, ma riesce a tenere entrambe in piedi, avvolgendo le braccia intorno alla vita di Santana e ricambiando il bacio col più ampio dei sorrisi. La sua bocca è calda e perfetta, è come tornare a casa in un migliaio di modi, e Santana la bacia profondamente, cercando di dipingere nel bacio tutta la dolcezza, il desiderio, la paura, e la confusione che prova a ogni nuovo cenno e respiro condiviso.

Si baciano con fervore e disperazione, ognuna che cerca di dire qualcosa che è stato taciuto tutto il giorno.

Santana sa che il bacio non risponderà alle loro domande o rivelerà i segreti al loro posto, ma in qualche modo sembra comunque tutto – come se fosse l’unica cosa che importasse veramente nel mondo intero, per il momento.

Brittany ride contro la sua bocca e tende la mano per asciugarle le lacrime dalle guance senza separarsi. Si immergono sempre di più l’una nell’altra, i loro corpi premuti vicini, fuochi che si accendono nel profondo del loro stomaco. Brittany si lascia sfuggire un piccolo sospiro e Santana si chiede se sia perché è sorpresa. Alla fine, si separano, senza fiato. Brittany la stringe con così tanta forza che Santana si domanda se non si fonderanno in un’unica persona.

“Pensi che andremo all’inferno?”

Santana si sorprende di averlo detto, ma Brittany non pare affatto sorpresa dal fatto che le ponga una domanda del genere. Suppone che quello che voleva veramente dire era Pensi che saremo mai felici insieme?, ma Brittany pare saperlo comunque a suo modo, profonda e saggia.

Scuote la testa e stringe Santana più vicina a sé. “Non so nulla dell’inferno,” risponde, i primi accenni del suo sorriso felino che sorgono sul volto, “ma pare che ci finiranno tutti per un motivo o per l’altro.”

“A volte penso che tu sia l’unica persona al mondo che non finge di essere qualcuno che non è,” dice Santana all’improvviso.

Brittany la studia per un secondo, guardandola veramente. Santana si sente strana sotto il suo sguardo con i loro volti così vicini, sebbene non la metta in imbarazzo: non succede così spesso che qualcuno veda veramente così tanto di te.

Rimangono quasi in una posizione del valzer, ma troppo vicine l’una all’altra per ballare correttamente, unite alle anche, Santana in punta di piedi, tenendo i loro torsi premuti insieme, il seno di Santana appena sopra quello di Brittany, i loro petti sollevati. Quando respirano, i loro addomi si sfiorano. Brittany la stringe in vita con un braccio, mentre Santana si aggrappa a lei al collo, allo stesso modo. La sua mano destra stringe quella sinistra di Santana, alzate al loro fianco come se fosse pronta a condurla in una pista da ballo all’aperto, illuminata dalla luce della luna.

Se Santana volesse, potrebbe contare ogni lentiggine sul naso di Brittany. Adesso, riesce a distinguere ogni sua singola ciglia di miele e il movimento della sua gola ogni volta che trasalisce o parla. Quando Santana respira, sente il fiato rimbalzare dal suo volto.

“Vuoi della torta di mele, tesoro?” chiede alla fine Brittany in quel suo modo un po’ così.

Non è per nulla quello che Santana si era aspettata di sentire.

(Brittany la sorprenderà sempre in questo modo?)

“Sì,” risponde con un filo di voce e si riappoggia sui talloni, sorridendo appena Brittany allunga subito la mano per unire i loro mignoli.

E così all’improvviso, ogni cosa sembra di nuovo stranamente semplice solo perché Brittany la rende così meravigliosa.

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Camminano fino alla mensa, mignoli uniti, e Santana fa oscillare le loro mani, solo perché può. Brittany non conosce ancora il suo segreto, ma in qualche modo questo non sembra importare, almeno per il momento.

Il fatto è che a Brittany piacciono loro per come sono – e dato che Santana l’ha sempre amata fin da quando si sono conosciute, loro per come sono include il suo amore, il che è un buon punto di partenza.

Santana canticchia, contenta, mentre percorrono la fila di tende. È strano come si sentisse così senza speranze solo un momento fa, quando invece adesso è a suo agio, insieme a Brittany. Sebbene si penta di essersi comportata in modo così sconsiderato ieri e oggi, pensa che per adesso starà bene.

Brittany vuole quello che vuole lei – la frase si ripete ancora e ancora nella sua mente, come una promessa o una delle preghiere del rosario di sua nonna.

Sa che Brittany non è in grado di ricambiare il suo amore, non allo stesso modo, ma comunque non si sente più sola – non quando Brittany vuole semplicemente trascorrere del tempo insieme e si comporta così bene con lei. Anche se non la ama, le piace un sacco Santana, più di quanto a Puck piacciano Finn o Sam, e in un modo diverso rispetto a come ci si aspetterebbe da una persona di apprezzare un amico.

A Brittany Pierce piace Santana Lopez senza regole o ragione, e in qualche modo quell’idea la conforta e la fa sentire a casa fino alle ossa.

Mentre prima aveva pensato che fosse impossibile, adesso crede che sia possibile amare Brittany senza farle del male. Si domanda vagamente se in parte Brittany conosca già il segreto. Si domanda vagamente se importasse se fosse così.

(Le lucciole scintillano a ogni svolta che prendono Brittany e Santana.)

“Se voi due pazze pensate di poter intrufolarvi a mangiare il dolce senza aver cenato, vi siete proprio sbagliate!” Ma Jones sgrida le ragazze appena arrivano alla mensa, muovendo il cucchiaio di legno contro di loro come se fossero degli insetti fastidiosi che vuole schiacciare.

Brittany sfoggia un sorrisetto. “Ma Santana non si sente bene e sono piuttosto certa che la torta di mele è l’unica cosa che la aiuterà a sentirsi meglio – ordini del dottore,” dice in modo sfacciato.

Ma non avrebbe potuto alzare gli occhi al cielo a Brittany e Santana in modo più teatrale nemmeno se avesse preso lezioni da Rachel. Comunque, non impedisce loro di dirigersi al tavolo dei dolci dopo che Brittany ne ha rivendicato il loro diritto.

(Santana non può esserne certa, ma pensa di notare Ma mentre osserva le tracce delle lacrime sulle loro guance appena si allontanano da lei.)

Brittany taglia una sola fetta di torta per loro due, anche se lo fa senza grazia, la crosta che si spezza sotto la pressione del coltello e ne rivela la farcitura. Solleva la torta dal piatto usando la lama del coltello e la posa sul piatto che Santana tiene in mano per lei, prima un pezzo, e poi l’altro, sorridendo colpevole tutto il tempo.

“Mi dispiace di averla rovinata,” si scusa velocemente, togliendo dalla lama l’ultimo rimasuglio della fetta, e il cuore di Santana si scioglie del tutto per lei.

“Non l’hai rovinata,” la consola Santana. “Avrà lo stesso sapore.”

Le orecchie di Brittany si tingono di rosa e si morde le labbra. Le rivolge uno sguardo adorante e riconoscente mentre ripulisce la parte piatta del coltello sul margine del piatto della torta. “Grazie,” dice con semplicità e Santana sa come ci si sente.

(Lo sa, lo sa, lo sa.)

Con così poche persone rimaste nella mensa, le ragazze colgono l’occasione per sedere su una delle panche lungo il tavolo della cucina, le loro anche premute vicine e piedi attorcigliati nell’erba. Ma e le sue ragazze si precipitano qui e lì a togliere i piatti vuoti dalla tovaglia, fermandosi di tanto in tanto a guardare Sam e Blaine, che fanno i pagliacci sul limitare della mensa, compiendo strane capriole e dandosi pacche mentre Sam cerca di rubare il cappello di feltro di Blaine e lui gli calcia in continuazione il didietro.

Ma mostra un’espressione dolce mentre strofina ancora e ancora un unico piatto con uno straccio, anche se è già asciutto. Osserva Sam e sembra distante e vicina allo stesso tempo.

(E Santana sa benissimo come si sente.)

(Lo sa, lo sa, lo sa.)

(Brittany dà un colpetto alla sua caviglia sotto il tavolo e le sorride ampiamente come se fosse Natale.)

Le ragazze si scambiano un’unica forchetta, Santana che mangia un boccone e poi Brittany. Santana non ha mai mangiato una torta di mele americana prima di stasera, ma scopre che le piace il familiare gusto di cannella – la spezia preferita di sua nonna per i dolci – e acido e dolce. Delle briciole si raccolgono agli angoli della bocca di Brittany mentre mangia e Santana si deve trattenere dal toglierli con un bacio.

“Prendi l’ultimo boccone, tesoro,” le offre Brittany e Santana alza gli al cielo perché è troppo perfetta.

“Sei impossibile, Britt,” dice semplicemente.

E Brittany non potrebbe essere più compiaciuta di sé nemmeno se avesse risolto i problemi finanziari del signor Adams senza il bisogno di vendere il circo. Per un secondo, i suoi occhi si fanno intensi e delicati, proprio come fanno prima di baciarla fino a rimanere senza fiato.

(Cos’è che Santana si è dimenticata?)

(Accarezza l’anello di filo legato al dito, sovrappensiero.)

Proprio allora, Brittany si tira indietro, animandosi in un attimo. “Guarda, una stella cadente!” esclama, indicando appena sopra la spalla di Santana. “Svelta, tesoro, esprimi un desiderio!”

Santana allunga il collo appena in tempo per vedere un raggio bianco sfrecciare nel cielo, brillante e violento mentre segue la sua traiettoria verso la terra. Il cuore cede. Chiude gli occhi e trattiene il respiro.

Vorrei che anche Brittany mi amasse.

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*The Song That Reached my heart (Traduzione)

Non mi dimenticherò mai di quella notte,
quella notte piena di piacere e dolore
penso alla cantante, penso alla canzone –

e poi cantò una canzone
che mi fece piangere
cantò una canzone, una canzone di casa,
una canzone che toccò il mio cuore


  
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