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Autore: Hiho_This_Is_Me    23/09/2013    1 recensioni
–se è un posto così adatto alla solitudine come dici tu,- gli chiese Coelette –perché mi ci hai portato invece di guardartelo da solo?-
Daiki continuò a tenere lo sguardo sul mare –perché i tuoi occhi vedono cose che gli altri non vedono..trasformano in poesia le nuvole e in melodie le onde,e i gabbiani,visti attraverso i tuoi occhi,sono angeli esiliati dal cielo perché possano apprezzare più da vicino le meraviglie di questo pianeta…- Coelette sgranò gli occhi stupita,poi li posò sull’orizzonte. Timidamente la mano di Daiki sfiorò la sua. Lei la ritirò quasi fosse stata scottata,ma lui,dolcemente,la riprese e la strinse piano piano. Lui le rivolse lo sguardo. I suo occhi brillavano come perle
-Ti prego,ti prego- la sua voce era una supplica venuta dal cuore –stammi vicino. Sono stanco di sentirmi solo.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ti prego,solo 5 minuti…-
-No.
-Dai,solo 5 minuti…
-No,alzati subito.
Hiho aprì lentamente gli occhi e sbatté ripetutamente le palpebre prima di mettere bene a fuoco il volto della madre. 
-Alzati,dai,o farai tardi come sempre.
-ti sbagli,non farò tardi,-sbadigliò-perché ho dormito vestita.
Scostò le coperte e mostrò i vestiti stropicciati.Lucy le passò una tazza di caffèlatte. Hiho si sedette e guardò l’orologio 
-Acc,se non mi sbrigo faccio tardi!- iniziò a bere di fretta il caffè
-Bevi piano,o ti andrà di traverso!a che ora ti aspetta Ian al parco?
-Glubglub alle sette glub e quarantacinque glubglub-
Si alzò di fretta dal divano,diede un bacio alla madre,prese la giacca e lo zaino e uscì di corsa da casa.
Il giardino del numero 2 di Privat Street era completamente coperto di neve. Hiho, che si era da subito rifiutata di liberare dalla neve il vialetto, affondava fino alle cosce e ogni passo le costava una fatica soprannaturale. Fiocco,il gatto della vicina,era raggomitolato lì vicino intento a prendere di mira un merlo, e non appena la vide passare inarcò la schiena e iniziò a soffiare minaccioso
-Sciò,sciò!brutto gattaccio!! Inutile ammasso di pelo!sei proprio odioso…e porti anche sfiga!- Fiocco si allontanò dimenticandosi del merlo.
Spinse il cancelletto di legno e uscì per la strada. Tutto era bianco. I marciapiedi e i lampioni, i muretti dei giardini e i grandi abeti che si intravedevano nella piazza. La strada era semideserta,eccezione per due bambini che giocavano a palla di neve prima di andare a scuola. Il cielo era coperto da nuvole grigiastre.
-Ehi,Scarpaccia,vieni a giocare!- George,un bambino di cinque anni che indossava un cappello grande il suo doppio,agitava una mano in segno di saluto
-No,grazie,vado di fretta.-rifiutò Hiho. Il parco era distante cinque minuti da casa di Hiho,ma il tempo necessario a raggiungerlo raddoppiava con la strada innevata. Nessuno si era occupato di spalare la neve e le macchine non potevano passare. Quando finalmente Hiho vide le altalene e le panchine del parco,erano le sette e cinquanta. Ian la stava aspettando in piedi davanti una fontanella. Portava un paio di jeans larghi calati,con la cinta infilata solo a metà e l’altra metà penzolante. La maglietta gli arrivava fino alle ginocchia e portava un cappello di lana enorme color grigio con le orecchie da gatto. Era intento a guardarsi le scarpe da ginnastica e non la notò. Perfetto. Lei si chinò dietro dei cespugli e gli girò intorno senza farsi vedere. Poi prese una manciata di neve,l’appallottolò,aspettò il momento giusto e non appena lui alzò la testa gliela tirò dritta in faccia. Per la forza incredibile con cui l’aveva lanciata e l’effetto sorpresa,Ian perse l’equilibrio e cadde di schiena. Hiho scoppiò in una sonora risata vedendo Ian sollevarsi goffamente e rinfilandosi il cappello che gli era volato via –Ma sei scema?!- il tono era serio,ma anche lui sorrideva. Il fatto che Ian e Hiho fossero così amici non sorprendeva nessuno. Erano praticamente identici,a eccezione del fatto che uno era maschio e l’altra femmina. Entrambi vestivano sportivi,attentamente e allo stesso tempo distrattamente,impiegando un ora per scegliere un abbinamento orribile. Entrambi erano testardi,per niente seri,orgogliosi e pessimi a scuola. Ed entrambi giocavano a calcetto.
Entrambi erano convinti che nessuno dei due sarebbe riuscito a trovare qualcuno che assomigliasse a loro così tanto. Passavano interi pomeriggi insieme a divertirsi. La salita era lunga e arrivarono al cortile della scuola che erano le otto e venti. Il cortile era vuoto e la porta d’ingresso spalancata. Hiho e Ian si scambiarono uno sguardo d’intesa. contarono fino e tre e poi iniziarono a correre come matti ,inciampando e rimettendosi in piedi,dandosi spinte e schiaffi dietro il collo. Ian fece lo sgambetto a Hiho,lei perse l’equilibrio e si aggrappò alla sua maglietta. lui provò a scollarsi ma lei gli saltò sulle spalle facendolo cadere di faccia a terra,poi lo superò e continuò a correre. lui si alzò subito come se non fosse successo niente,scivolò a terra,l’afferrò per i piedi e la fece cadere. Ricominciarono a correre. arrivarono insieme alla porta e cercando di entrare si incastrarono. niente da fare,nessuno dei due voleva fare un passo indietro e far passare avanti l’altro. Hiho assestò una gomitata a Ian e si liberò il passaggio. Mancavano due metri alla porta,ma lui la prese per una delle due trecce,la tirò indietro e la superò,entrando per primo. Questa volta aveva vinto.






ok.lo so. il primo capitolo non è granchè, ma andando avanti la trama diventa più chiara.
spero che vi sia piaciuto e che continuerete a leggere. 
ciao e grazie per aver letto! :33

 
  
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