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Autore: Seagullgirl    24/09/2013    3 recensioni
"Vi sono diversi eventi traumatici, nel corso della vita di un individuo."
Nel caso di Michela, incontrare Zayn Malik, è stato il più grande.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Me: Io ti vedrei bene con uno nerd,con gli occhiali ma figo tipo Malik...
... e fissato coi videogiochi!
Mich: ... oddio, sarebbe un sogno *W*





 
                           



Vi sono diversi eventi traumatici, nel corso della vita di un individuo.
Basta pensare alla nascita: un attimo prima siamo al calduccio, nutriti e protetti, e quello dopo piangiamo, siamo al freddo e abbiamo mille occhi che ci fissano.
Con il passare del tempo, poi, i traumi si ripetono.
Possono leggermente variare da persona a persona, ma più o meno sono sempre gli stessi. Uno di questi, ad esempio, è il passaggio dal liceo all'università, ed era stato quello a destabilizzare Michela, che da alcuni mesi, ormai, frequentava il corso di Lettere Moderne a Bologna.
 
Michela – o Mich, come la chiamavano tutti i suoi amici – non era mai stata particolarmente brava ad adattarsi né agli ambienti nè alle persone nuove ( a dire il vero, non era brava ad adattarsi al nuovo in generale ), ma stavolta l'impresa le stava risultando persino più difficile del solito.
Lei e Maria, la sua migliore amica che frequentava Lingue, si spalleggiavano a vicenda, cercando di fronteggiare al meglio i nuovi ostacoli e non finire smarrite in un mare di disperazione.
Tuttavia, nonostante le difficoltà di organizzazione e orientamento, lo studio non era molto più impegnativo rispetto a quello che dovevano affrontare da liceali, e Michela era persino riuscita a farsi un nuovo amico: Liam.
A dire il vero, era stato lui a sedersi accanto a lei a lezione e ad attaccare bottone, ma quelli erano dettagli. Fatto stava che adesso aveva qualcuno con cui studiare, e la cosa le sollevava non poco l'umore.
Essendo uno studente del secondo anno, inoltre, aveva qualcuno a cui rivolgersi ogni qualvolta le capitava di avere un problema – cosa che, tra parentesi, le capitava parecchio spesso – o di avere bisogno di una guida attraverso i meandri dell'università. Liam era simpatico, gentile, educato e sempre molto disponibile, e a Michela sembrava quasi di approfittare della sua bontà, tanto che ogni volta che lui le proponeva di trovarsi per studiare lei attaccava con una serie infinita di “ma sei sicuro?” “non è che ti distraggo?”, ai quali il ragazzo ovviava sempre con un sorriso da bambino e un cenno negativo della testa.
Lo inteneriva quella sua costante paura di essere di troppo o di disturbare; chissà perché mai, aveva sempre il timore di infastidire le persone, quando invece lui la trovava adorabile.
Un'altra caratteristica tipica di Mich, aveva presto scoperto Liam, era quella di essere costantemente in ritardo.
Anche quella mattina, infatti, quando la campanella era suonata, il posto accanto al suo era ancora vuoto, in attesa che lei arrivasse.
Attento a non farsi notare – anche se era praticamente impossibile che lo vedessero dato che erano in centinaia nell'aula magna – tirò fuori dalla tasca il cellulare.
“Dove sei?” digitò velocemente, poi premette invio.
 
 
Dall'altra parte dell'ateneo, Michela stava correndo a perdifiato, cercando di orientarsi nei numerosi corridoi alla ricerca della sua aula.
Svoltò l'angolo con gli occhi fissi sul pavimento e urtò inavvertitamente contro qualcosa di solido.
Il qualcosa esclamò un “Accidenti!” e lei si rese conto che non si trattava di un oggetto, bensì di un ragazzo, in quel momento intento a raccogliere i libri che lei, finendogli addosso, aveva fatto cadere per terra.
« Oh, scusami! » balbettò desolata, chinandosi per aiutarlo.
« Stai più attenta la prossima volta! » borbottò l'altro, sbuffando un po' scocciato.
« Mi... mi dispiace » ripeté, raccogliendo gli ultimi volumi e porgendoglieli in fretta, ancora in ritardo per la sua lezione. « Scusami, devo scappare! » disse agitata, schizzando via senza che il ragazzo potesse aggiungere niente.
 
 
 
 
« Insomma, ho fatto una figura di merda e quando sono entrata, tutti si sono girati a guardarmi » concluse alzando gli occhi al cielo e incrociando le braccia.
Era una fortuna che la facoltà di Lingue fosse nello stesso edificio di Lettere; c'erano giorni in cui Michela era certa che non sarebbe arrivata a fine giornata, senza il supporto morale – e non solo – di Maria. Lei era l'unica che non le facesse pesare il suo essere così svampita e con la testa fra le nuvole.
« Certo che devi sempre farti notare, eh? » mormorò l'amica mentre Michela inseriva le monete nella macchinetta del caffè, contro ogni sua abitudine.
Il caffè non le era mai piaciuto, per cui non si era mai avvicinata a quei trabiccoli, nemmeno quando andava al liceo. I suoi gusti non erano cambiati, ma quella mattina aveva disperato bisogno di cioccolata, ed era persino disposta a usufruire di quello caldo e di pessima qualità che il distributore poteva offrirle.
« Non l'ho fatto apposta » ribatté Mich, aprendo lo sportellino trasparente per afferrare il bicchiere bollente.
« E poi non mi era suonata la sveglia, ero di fre- » non riuscì a terminare la frase: come si girò per andarsene, un ragazzo fece un passo in avanti fin troppo lungo, urtando il suo bicchiere e facendo rovesciare la metà del suo contenuto sul maglione che indossava. « Merda! » esclamò, mentre Michela lo guardava con gli occhi spalancati.
Neanche si era resa conto di cosa era successo, che uno sconosciuto le stava imprecando contro, nemmeno gli avesse fatto chissà cosa.
« Oddio, mi spiace... » balbettò, senza essere però davvero convinta che fosse colpa sua. Dopotutto, era sbucato dal nulla, e si era lanciato verso di lei come uno schiacciasassi, senza guardare dove andava.
Adesso non poteva lamentarsi, se il suo golfino a rombi era macchiato.
« Dio, nanerottola, ma hai lasciato la testa sul comodino? » continuò, afferrando un fazzoletto dalla borsa che portava appesa ad una spalla e cercando di limitare i danni.
« Nanerottola? » ripeté con tono acido, come per accertarsi di aver capito bene.
Il ragazzo sbuffò, senza prestare attenzione alle sue parole.
« Guarda che hai combinato » borbottò tra sé e sé, senza alzare gli occhi.
Mentre lo fissava senza sapere cosa dire, notò qualcosa di familiare nel suo tono di voce, come se l'avesse già sentito.
Eppure, fisicamente non ricordava nessuno del genere.
I capelli scuri e spettinati si accompagnavano bene al colore della pelle, che si aggirava attorno all'olivastro, e la montatura spessa degli occhiali gli incorniciava il viso in modo naturale, senza rovinarne le linee decise.
L'abbigliamento era decisamente insolito per un tipo del genere; sembrava quasi che volesse nascondere il suo fisico dietro a quel maglione troppo largo e a quegli occhiali troppo grandi.
E più lo guardava, più le pareva il ragazzo che aveva travolto quella mattina.
« Ehi, ma noi ci siamo già visti » se ne uscì Michela, ormai sicura.
« Già, sfortunatamente » borbottò lui, forse pensando che lei non riuscisse a sentirlo.
Allora non si era sbagliata; era davvero lui. Che sfiga, due volte in un giorno!
« Se mi sei venuto addosso non è colpa mia » si difese la ragazza, offesa, alzando un sopracciglio. Quel tipo iniziava a irritarla.
« Veramente, sei tu che mi sei venuta addosso » la corresse lui alzando per la prima volta gli occhi e fissandola intensamente a mo' di rimprovero.
« Solo la prima volta » puntualizzò Mich un po' saccentemente.
Di nuovo lui le regalò un'occhiataccia in piena regola, prima di buttare il fazzoletto nel cestino accanto e dare un'ultima occhiata rassegnata al suo golf.
« Tranquillo; sono sicura che sei pieno di golfini infeltriti nell'armadio » commentò acida Maria, che fino a quel momento era rimasta in silenzio ad osservare la scena.
Il ragazzo la fulminò con lo sguardo e per qualche istante Michela credette che l'avrebbe mandata a fanculo. Stranamente, però, non lo fece.
« Vedi di svegliarti, tu » dichiarò semplicemente, lanciando una breve occhiata a Mich prima di voltarsi e andarsene, senza una parola di più.
« Era lui il tipo di stamattina, vero? » domandò Maria, alzando un sopracciglio in segno di disapprovazione. L'amica annuì lentamente, osservando il ragazzo andarsene. « Già », ammise. « Ora che ci penso, non so nemmeno come si chiama ».
 
 
 
 
 
La mensa era una sorta di luogo di ritrovo, per molti studenti.
C'era chi ripassava per l'esame in vista, chi si abbuffava cercando di recuperare le forze e chi invece schiamazzava indisturbato con i propri amici.
Michela era abituata a sedersi in un angolino con Maria, solitamente, ma quel giorno sorte volle che la sua amica fosse malata, così le toccò pensare a un'alternativa.
Ovviamente, il suo primo pensiero corse a Liam.
Lo individuò facilmente, seduto da solo ad un tavolo non troppo grande, che ripassava da un grande libro, spilluzzicando di tanto in tanto il pranzo che aveva davanti. « Ehi » lo salutò quando gli fu abbastanza vicina da farsi sentire.
Il ragazzo sobbalzò appena, alzando gli occhi, sorpreso.
« Oh... ciao! » la salutò aprendosi in un tenero sorriso dei suoi.
« Ti spiace se mi siedo con te, oggi? » domandò leggermente in imbarazzo Mich, sentendosi un po' in colpa. Non si era mai seduta con lui, neanche lei sapeva perché. Liam le pareva un tipo così riservato, che aveva sempre preferito non disturbarlo.
Dall'altra parte, però, le sembrava un po' da ipocriti chiedergli compagnia solo il giorno in cui Maria non c'era, giusto per non rimanere sola.
Lui però non parve essere affatto offeso dalla cosa e annuì tranquillamente.
« No, affatto » le rispose cordialmente facendole cenno con la mano di occupare il posto libero davanti al suo.
« Mangi sempre da solo? » chiese Mich dopo qualche minuto di silenzio, giusto per cercare di intavolare una conversazione.
« No, in realtà stavo aspettando che arriva- » non fece in tempo a finire la frase che qualcuno lo interruppe, annunciando la sua presenza con un sonoro lamento.
« La gente non sa manco mettersi in fila, Madonna santa! » esclamò il qualcuno, facendo ridacchiare l'amico. « Buongiorno anche a te, Zayn ».
Michela si girò per osservare il ragazzo che le stava alle spalle, e non appena incrociò il suo sguardo, entrambi fecero una strana espressione.
« Oh. Ciao » mormorò in imbarazzo lei, riconoscendo il tipo che aveva accidentalmente urtato due volte nei giorni precedenti.
Lui la fissò più a lungo, guardandola con disapprovazione, e per un attimo la ragazza desiderò sprofondare nella sedia.
« Ciao » ripeté a denti stretti Zayn, « com'è che ti trovo ovunque vada? » continuò, esplicitando il suo evidente poco entusiasmo nell'incontrarla di nuovo.
Michela strinse i denti e tirò indietro le spalle, mostrando sicurezza.
« Potrei farti la stessa domanda » ribatté alzando le sopracciglia.
Non capiva davvero perché quel ragazzo si ostinasse a essere così insofferente.
Okay, gli era andata addosso un paio di volte, ma erano stati incidenti e aveva chiesto scusa! Che altro doveva fare, perché non la incendiasse con lo sguardo ogni volta?
« Si dà il caso che Liam sia mio amico » spiegò con aria furba, sedendosi accanto a lui. « Beh, è anche amico mio » ribatté lei sperando che Liam non avesse nulla in contrario a quell'affermazione.
Ma ovviamente, Liam si limitava a ridacchiare di quell'inutile battibecco.
Ignorandola totalmente, Zayn si voltò verso l'amico, come se fossero solo loro due.
« Allora domani pomeriggio partita a Metal Slug?Ti voglio stracciare! Non che ci voglia molto, ma insomma... ».
« Ehm, veramente » lo interruppe Liam lanciando una breve occhiata a Michela,
« domani pomeriggio noi dovremmo vederci per studiare » disse, sperando di non scatenare l'ira dell'amico. Dal canto suo, Mich sapeva di rischiare grosso, ma vedere i piani di Zayn rovinati con una sola frase era troppo soddisfacente.
Tuttavia, mossa da chissà quale senso del dovere o senso di colpa, si sforzò di andargli incontro. « Beh, se ci vediamo a casa tua, può sempre venire anche lui e giocate nelle pause... » suggerì, forse sperando di farsi perdonare da Zayn.
Anche se poi, lei non aveva nulla da farsi perdonare. Ma dettagli.
« La nanerottola ha avuto una buona idea » approvò il moro, senza ovviamente risparmiarsi una battutina. Mich lo fulminò con lo sguardo, ma lui la ignorò.
« Beh... sì, ok » annuì lentamente Liam, ma dalla voce si capiva che non era granché entusiasta dell'idea.
« Bene, allora andata » dichiarò soddisfatto Zayn, lanciando l'ennesima occhiata di sfida a Michela.
 
 
 
 
 
« Quindi, Petrarca è nato ad Arezzo il 20 Luglio del 1304, e la sua più importante opera è stata il...».
Il campanello suonò, distraendo i due ragazzi dal loro ripasso.
Zayn era perfettamente in orario, purtroppo per Michela.
Aveva sperato di poter avere un po' di pace, prima che il migliore amico del suo compagno di studio li interrompesse, ma ovviamente erano state speranze vane.
« Pronto per la partita? » fu la prima cosa che disse il ragazzo moro non appena giunse sulla soglia di casa.
« Almeno falle finire di ripetere questa pagina, Zayn » lo ammonì pacatamente l'amico, facendolo accomodare dentro.
« No, tranquillo. Credo sia arrivato il momento di una pausa » dichiarò chiudendo sonoramente il libro.
In ogni caso, tanto, Malik – era quello il cognome Mr. Simpatia – avrebbe sicuramente trovato un modo per infastidirli. Tanto valeva lasciarli giocare.
« Quoto » si espresse il moro, buttandosi sul divano e accendendo la console della Playstation. Liam sospirò, prima di accomodarsi accanto a lui.
« Ok, ma una partita sola » lo ammonì, con la voce che avrebbe potuto usare un padre nei confronti del proprio figlio adolescente.
Zayn lo zittì, facendo partire il gioco. « Taci, Payne, e pensa a non farti ammazzare ».
 
 
 
 
« Sei morto. Di nuovo ». Zayn era sconcertato e piuttosto annoiato, mentre si rigirava il joypad tra le mani.
« Wow, Liam. Non credevo fossi peggio di me » mormorò Mich, appoggiata alla spalliera del divano.
« Io gliel'ho sempre detto che non so giocare » ribatté Liam lasciando il suo controller sul divano e alzandosi per sgranchirsi le gambe.
« Sei il peggior amico che si possa immaginare » borbottò Zayn pigiando di nuovo play, stavolta selezionando l'opzione giocatore singolo.
Michela girò attorno al divano e si sedette accanto a Zayn, a debita distanza.
Chissà che non lo disturbasse anche solo il contatto umano.
Per alcuni minuti l'unico suono percepibile fu quello degli spari provenienti dalla TV; Mich osservava interessata il ragazzo che giocava, senza fiatare, mentre Liam era già tornato ai suoi libri.
« Attento, sulla destra! » esclamò improvvisamente la ragazza puntando un dito contro lo schermo. Nel gioco il soldato che era comandato da Zayn evitò per un pelo di essere ucciso. « Grazie » mormorò il ragazzo con uno strano tono della voce, ma senza distogliere lo sguardo.
« Figurati » Michela si accasciò nuovamente contro la spalliera, continuando a seguire in silenzio.
« Ti va di giocare? » le domandò poco dopo il ragazzo, mettendo in pausa il gioco.
Mich strabuzzò gli occhi.
Seriamente? Malik stava chiedendo a lei di giocare? « Scherzi? ».
Zayn ridacchiò « Tranquilla, siamo in squadra insieme. Non mi farai perdere » spiegò porgendole il joypad che Liam aveva abbandonato accanto a lui.
Lei lo guardò un po' titubante, prima di afferrarlo con decisione e rispondergli a tono.
« Peccato, in quel caso sarebbe stato ancora più divertente ».
 
 
 
 
« Il fatto che la nanerottola giochi meglio di te è preoccupante, Leeyum » asserì Malik mentre la parola “level up” si illuminava sul televisore.
Mich storse la bocca nel sentire quell'appellativo riferito a lei, ma non disse nulla.
Forse se lo avesse lasciato perdere si sarebbe stufato.
« Quel che è preoccupante è che tu giochi alla playstation alla tua età, invece di studiare » ribatté l'amico, chiudendo finalmente i libri.
Alla fine, l'unico a studiare era stato Liam, ovvero l'unico che non ne aveva affatto bisogno. « Ma no, dai! Giocare mantiene giovani » gli fece notare Michela, sorridendo appena tra sé.
Liam alzò un sopracciglio, fermandosi di colpo per osservarla scettico.
« Ben detto » approvò invece Zayn, aprendosi in uno splendido sorriso verso la ragazza.
Aspetta... aveva davvero pensato che il sorriso di Malik fosse splendido?
Dio, tutte quelle onde magnetiche dovevano averle dato alla testa.
Forse aveva ragione Liam, giocare fa male alla salute.
« Se vi divertite così tanto perché non vi vedete per conto vostro? » suggerì quest'ultimo all'improvviso, ottenendo così il risultato di far arrossire violentemente Mich. Zayn scosse le spalle, indifferente, ma non disse nulla.
« Brutta bestia l'invidia, eh Payne? » aggiunse poco dopo sottovoce, ma abbastanza forte perché lei potesse sentirlo. I due si scambiarono una brevissima occhiata di intesa, ridacchiando appena.
 
 
 
 
 
 
Ovviamente, come era palese che sarebbe stato, Zayn e Michela non si videro mai per conto loro.
La cosa strana, invece, fu che si videro ogni volta che c'era Liam di mezzo.
Gli incontri “studio-gioco” si ripeterono e fu sempre Mich a prendere in mano il joystick, scoprendo videogiochi di cui fino ad allora aveva sempre ignorato l'esistenza.
Le piaceva definire Zayn “nerd” e ogni volta che lo faceva lui si arrabbiava, ricordandole che “nerd” non era altro che un termine stupido inventato da quelli che non capivano nulla di tecnologia solo per sminuire coloro che invece se ne intendevano.
Mich condivideva, ma non glie l'avrebbe mai detto; quello era il suo modo di vendicarsi per ogni volta che lui la chiamava “nanerottola”.
Col passare del tempo, si era scoperto che Zayn non era solo un appassionato di videogiochi, computer, fotografia e qualsiasi cosa contemplasse l'uso di mezzi tecnologici, ma era anche un aspirante architetto.
Era riuscita ad ammirare un paio di suoi plastici (a sua insaputa, ovviamente. Se l'avesse scoperto l'avrebbe uccisa: era terribilmente geloso dei suoi lavori) e li aveva trovati davvero belli.
Anche questa, però, era una cosa che probabilmente non gli avrebbe mai detto.
 
Anche Maria era stata introdotta nel “giro”, che ben presto si era allargato.
A loro quattro si erano infatti aggiunti Niall e Harry, studenti d'arte che avevano facilmente attaccato bottone con Zayn durante una lezione comune, e il migliore amico di quest'ultimo, Louis.
La cosa strana, però, era che anche circondato da ragazzi, Malik continuava a offrire a Mich il posto accanto al suo sul divano, a farle vedere come modificare un'immagine con Photoshop o a chiederle un parere sui suoi plastici, che aveva improvvisamente iniziato a mostrale, con enorme stupore di Liam.
E mentre tutti iniziavano a guardarli inteneriti, ormai certi che tra i due ci fosse del tenero, loro continuavano a parlare di videogiochi, strani programmi per il PC o convention sui fumetti della Marvel.
Zayn aveva ormai accantonato il suo iniziale astio verso Michela, piacevolmente sorpreso e anche un po' orgoglioso dell'interesse che la ragazza aveva mostrato verso le sue passioni mentre Michela, dal canto suo, non si era posta più di tante domande. Gli argomenti di Zayn erano completamente nuovi per lei, ma la affascinavano.
Passando più tempo con lui aveva scoperto che al di là del suo atteggiamento scorbutico e insofferente verso il genere umano c'era un ragazzo pieno di creatività, intelligente e spiritoso – seppur pungente – che le somigliava più di quanto avrebbe osato immaginare. Anche lui aveva iniziato a interessarsi ai gusti della ragazza, scoprendo che in fondo in fondo, era un po' nerd anche lei.
Le piaceva leggere, così tanto che leggeva persino “stupide storielline” - come le chiamava Zayn – pubblicate sul web e la sua seconda passione era la musica.
Era capitato diverse volte che lui dovesse sfilarle le cuffie dalle orecchie, per farsi sentire, e si era puntualmente lamentato per questo.
Eppure, in fondo, la cosa non gli dispiaceva come voleva far credere.
In ogni caso, pur non perdendo occasione per bisticciare, i due si erano avvicinati più di quanto si sarebbero aspettati,e anche di quanto si fossero resi conto.
Per Capodanno, Zayn – fortemente supportato da Niall e Louis – pregò Liam di organizzare una festa a casa sua, dato che l'appartamento di Malik era troppo piccolo per ospitare tutti, e in seguito a forti insistenze da parte di tutti fu costretto a cedere, seppur senza troppo entusiasmo. « E dai, Payne, non fare il guastafeste ».
 
 
 
 
 
« Liam, il punch fa schifo, devo dirtelo » ridacchiò Maria dopo averne preso un sorso. « È ovvio, l'ha fatto lui » ribatté Louis scompigliandosi i capelli e afferrando una birra dalle mani di Niall, che le stava tirando fuori dal frigo.
« Grazie a Dio ci siamo noi, eh Leeyum? » gli fece l'occhiolino il biondo mentre lui e Louis sistemavano le ultime bevande e il cibo sui tavoli.
« Grazie a Dio Zayn non ha invitato mezza università » borbottò di rimando Harry, alle prese con il computer. Michela osservava la scena dal divano, del tutto decisa a non prendere parte ai preparativi. La pensava come Liam, sulle feste: inutili, stressanti e piene di gente ubriaca. Non facevano per lei.
« Haz, staccati di lì » esordì all'improvviso Malik, entrando in salotto.
« Cercavo solo di... » il ragazzo tentò di giustificarsi, mentre si grattava la nuca.
« Ci penso io alla musica, giù le mani dal mio portatile ».
Mich ridacchiò tra sé e sé; aveva già sperimentato sulla sua pelle cosa voleva dire toccare la roba di Zayn, e benché non ci tenesse a ripetere l'esperienza, vederlo irritato le procurava una strana sensazione di piacere.
Non molto dopo che ebbero finito di preparare il tutto, iniziarono ad arrivare i primi invitati; in poco tempo l'appartamento era così pieno che a malapena ci si girava.
Ovviamente Liam non gradì molto la cosa. « Ne sono venuti più di quanti mi aspettassi » si era giustificato il suo migliore amico, facendogli alzare gli occhi al cielo. « Giuro che poi ripulisco tutto io », aveva aggiunto.
Sì, certo, come no. Promesse da marinaio, aveva pensato Michela, e probabilmente anche Liam. I ragazzi si scatenarono tra brindisi, balli di dubbio gusto e grida senza senso, e tutti parevano divertirsi un monte.
Mich dovette costringere un Louis troppo ubriaco a stendersi sul divano, prima di vomitare anche l'anima, mentre Liam tentava di impedire a Niall di farsi prendere troppo dall'euforia e combinare qualche casino.
« Odio le feste » biascicò Payne mentre raccattava birre in giro per casa e controllava che non ci fosse nessuno imbucato nelle camere da letto.
« Esagerato » lo riprese la ragazza, dandogli una leggera gomitata.
« Sono un po' un casino, ma ce la possiamo fare » lo incoraggiò raccattando qualche cartaccia in giro.
« Senti, io vado un po' sul terrazzo a prendere una boccata d'aria. Tu rilassati, okay? » gli sorrise, sperando che non se la prendesse troppo a male.
In fondo, con un migliore amico come Zayn, sarebbe dovuto essere abituato ai casini ormai, almeno un po'. « Sì, tranquilla » ricambiò il sorriso, e per un attimo Michela si chiese come era possibile che un ragazzo così dolce e tranquillo riuscisse a trovarsi bene con uno come Malik.
 
 
 
 
 
L'aria fredda di Gennaio era un vero toccasana, in occasioni come quelle.
Dopo il caldo, la musica a palla e il leggero odore di alcool e cibo che si respirava all'interno, uscire era un po' come riprendere coscienza di sé, per non impazzire.
Non era un segreto che Michela non amasse le feste; erano sempre state troppo per lei, per qualche motivo. Troppo casino, troppe urla, troppe luci. Troppo.
« Che ci fai qua fuori? ». Una voce improvvisa la fece sobbalzare.
« Zayn, mi hai fatto venire un infarto » balbettò la ragazza, voltandosi.
« Lo so, faccio questo effetto a molte » la prese in giro, ammiccando da dietro la montatura spessa. « Con quel maglione mi viene difficile crederti, perdonami » ribatté lei a tono, lanciando una breve occhiata all'abbigliamento del ragazzo.
« Tutte scuse » rispose lui, appoggiandosi al muro.
« In fondo ti piace come mi vesto » sorrise malizioso, portando alle labbra la birra che aveva in mano e bevendone un sorso. Michela avrebbe voluto ribattere, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu alzare un sopracciglio.
Zayn si staccò dal muro, avvicinandosi a passi lenti, e a ogni passo il cuore della ragazza sembrava battere sempre più forte.
Che ti prende? si domandò mentre la sua espressione diventava sempre più perplessa.
Sentiva i suoi occhi scuri scrutarla attentamente da cima a fondo, come se tentassero di leggerle dentro, e improvvisamente si sentì nuda.
« Perché mi fissi? » domandò imbarazzata, cercando di non arrossire.
Zayn sorrise, troppo vicino perché Michela potesse guardarlo senza dover alzare la testa. « Sai, in fondo non sei così male » disse, aumentando le perplessità della ragazza.
« Cosa vorresti dire? » il tono era così diffidente che Zayn non poté fare a meno di ridere della sua reazione.
« Che non sei così scema, rincoglionita e... normale come credevo » spiegò lui.
Mich alzò un sopracciglio « Mi stai dicendo che non sono normale? ».
Se c'era qualcuno non normale tra loro due, quello era senz'altro lui.
Malik rise di gusto stavolta, girando un po' la testa per guardarla, mentre i gomiti erano entrambi appoggiati alla ringhiera del terrazzo.
« Guarda che è un complimento » chiarì come se fosse perfettamente ovvio.
Mich arrossì; perché le stava dicendo una cosa come quella? Lui la detestava dal primo istante in cui si erano incontrati – o meglio, scontrati -; la detestava da sempre, e l'unico motivo per cui adesso sopportava la sua presenza era Liam, che era un amico in comune. Forse non la detestava più ormai – probabilmente si era fatto il callo alla sua presenza -, ma da lì a farle dei complimenti, ce ne correva.
« Nemmeno tu sei male » ricambiò imbarazzata, sistemandosi meglio un ciuffo ribelle dietro l'orecchio. Zayn sorrise, prima di portarsi alla bocca la bottiglia di birra che teneva tra le mani.
Per un po' rimasero in silenzio l'uno accanto all'altra, senza parlare, finché da dentro non iniziò il conto alla rovescia per la mezzanotte.
Dieci, nove, otto…” un coro di ragazzi non troppo sobri scandiva i secondi che mancavano all'anno nuovo.
« Le feste non ti entusiasmano, vero? » commentò Zayn, ridacchiando leggermente tra sé e sé. Mich scosse la testa, facendo spallucce.
Sette, sei, cinque” la cantilena proseguiva, ma i due erano troppo occupati a scambiarsi strane occhiate per darle peso.
« C'è qualcosa che ti piace, oltre i tuoi libri e la tua musica? » domandò lui, ma il tono di voce non fu sarcastico come lei se lo aspettava.
Non ci fu alcuna risposta; la voce le si bloccò in gola, mentre una strana sensazione le prendeva lo stomaco.
Quattro, tre, due” ormai Michela non capiva più se stessero facendo il conto alla rovescia per l'anno nuovo o per qualcos'altro. Qualcosa di molto più assurdo...
Gli occhi di Zayn la fissavano intensamente, riuscendo in qualche modo ad ancorarla al suolo, come se improvvisamente non potesse più muoversi.
Che diavolo sta succedendo?! esclamò leggermente isterica una vocina nella sua testa. Il suo stomaco continuava a contorcersi e le girava leggermente la testa.
Forse è colpa dello spumante, si disse.
Zayn si staccò dalla ringhiera, avvicinandosi di più a lei, e stavolta anche il cuore iniziò a batterle all'impazzata, come non le era mai successo prima.
Uno...”
Il viso del ragazzo le era paurosamente vicino; esitò solo un secondo, e Michela riuscì a sentire un boato che proveniva dal salotto, seguito da numerosi brindisi.
« Felice anno nuovo » sussurrò con il suo tipico tono sarcastico a un centimetro dalle sue labbra, prima di posarvi delicatamente sopra le sue.
 
Tutto si sarebbe aspettata, meno che Zayn Malik la baciasse. E con quella dolcezza, poi, che non faceva proprio parte del suo carattere.
Nei secondi che seguirono, la mente di Michela fu completamente offuscata, come se una palla l'avesse colpita in piena testa facendole perdere i sensi.
Sentiva solo il respiro delicato di Zayn contro la sua pelle, e le sue labbra morbide che si modellavano contro le sue, al di là di qualunque più assurda e irrealistica possibilità. Sentì una mano calda accarezzale il collo e sfiorare appena i suoi capelli corti, e d'istinto spostò una mano sul petto del ragazzo, sopra al maglione di cachemire, e lo strinse appena tra le dita sottili.
Non seppe dire per quanto rimasero lì, ma le parve un tempo infinito.
Quando alla fine Zayn si allontanò, lei riuscì incredibilmente a sostenere il suo sguardo malizioso.
« Allora? Non c'è nulla che ti piace? » domandò di nuovo, con tono sarcastico.
Ecco; quello era esattamente ciò che più detestava di lui. Il sarcasmo che le faceva venire voglia di strozzarlo, le risposte pungenti che la colpivano sempre nel punto giusto, l'egocentrismo che non si sforzava affatto di nascondere, le sue assurde passioni da nerd per i videogiochi e per i fumetti che tuttavia lei trovava divertenti, anche se non l'avrebbe mai ammesso in sua presenza.
Non sopportava la sua poca pazienza ma adorava i suoi golfini ridicoli e i suoi occhiali – anche se pubblicamente sosteneva il contrario, per dare man forte a Maria-. Detestava ogni suo singolo modo di fare, ma le piaceva come la guardava mentre la prendeva in giro e le sigarette che la facevano tossire ma che gli lasciavano sulla pelle un leggero profumo di tabacco, così dolce che le pareva impossibile potesse trattarsi davvero di fumo.
Le piacevano i suoi capelli perennemente spettinati e l'aria concentrata che assumeva quando costruiva uno dei suoi plastici. Non sopportava quando la chiamava “nanerottola”, ma la differenza di altezza tra loro la faceva sentire protetta e lo sguardo che aveva quando la chiamava in quel modo le facevano capire che si divertiva solo un mondo a vederla arrabbiarsi.
Dopotutto lo capiva; anche lei adorava vederlo arrabbiato, quando non era nulla di serio.
 
Mich si morse leggermente il labbro, poi sfoderò la sua finta aria di superiorità.
« Non lo so » rispose. Zayn la guardò per qualche istante, prima di scoppiare a ridere.
« Sicuramente non mi piacciono le feste » dichiarò, osservando da lontano il salotto buio, illuminato da raggi di luce colorati, sotto i quali decine di ragazzi stavano ballando allegri.
I loro sguardi si incrociarono e stavolta ridacchiò anche lei.
Ancora non riusciva a capire perché lui l'avesse baciata, ma probabilmente doveva aver seguito un ragionamento molto simile al suo.
Tutto ciò che la irritava di Malik era motivo di interesse, di attrazione.
Non sapeva perché, ma era così. E a quanto pare, per qualche strano motivo, la cosa era reciproca. « E neanche i tuoi golfini » aggiunse, rincarando la dose.
« Oh, piantala... nanerottola! » la rimbeccò lui, passandole un braccio attorno alle spalle e spingendola a rientrare. « Piantala tu! » ribatté ridendo e tirandogli un leggero schiaffo sulla mano che ciondolava accanto al suo viso.
Zayn non la spostò di un millimetro, limitandosi a scansare il colpo.
Sì, - sorrise lei tra sé e sé - decisamente insopportabile.








_Writer's corner_

Ehm. Ciao ^_^
Ok, avrei un sacco di cose da dire, per cui cercherò di essere più breve possibile.
Tanto per cominciare - come è evidente - questa storia è un regalo per Michela, alla quale faccio un sacco di auguri di buon compleanno.
È stato puro culo che tu compiessi gli anni oggi, perchè ho finito di scriverla due giorni fa e non era programmata per questo scopo, ma meglio! XD
Per cui, anche se ieri sei stata tanto antipatica con me ( XD ) ti mando comunque un bacio e un abbraccione... ti voglio bene, e spero che nonostante io non sia una scrittrice eccezionale, spero che la storia ti sia piaciuta lo stesso! ^_^ <3
Detto questo, ringrazio infinitamente
Flamel, che mi ha betata ( beata sia la tua pazienza, Fla! ) e anche Alexandra e Sleepingalone e Fabia, che l'hanno letta in anteprima e mi hanno detto cosa ne pensavano ( sempre troppo buone, comunque! XD )
E a Sleepingalone vanno anche i ringraziamenti per il banner, che a parer mio è bellissimo *W* ( sì lo ammetto: c'ho fangirlato un sacco XD )
E beh... credo che questo sia tutto.
:) Fatemi sapere cosa ne pensate!
Un bacio,
-El.

 
 
   
 
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