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Autore: DanielaRegnard    24/09/2013    2 recensioni
«E’ la Francia, Jeanne. La responsabilità di questo paese sarà anche sulle tue spalle, un giorno. Proteggila e prega per lei. In questo periodo, soprattutto, ne ha davvero bisogno..» l’albino teneva la guancia poggiata al palmo della mano, e parlava con tono di voce basso, quasi come se volesse far sentire quelle parole solo a lei.
La Francia non brillava più, Parigi era povera, la gente moriva di fame in mezzo alle strade, e ogni giorno decine di innocenti motivano, vite si spegnevano come un incendio si estingue sotto la pioggia che batte violenta, lasciando echeggiare il suono degli spari delle pistole e dei cannoni. Quella non sembrava per niente la Francia splendente e ricca lasciata dal Re Sole, Luigi XIV. Versailles era svuotata dei suoi beni, era vuota come gli animi degli abitanti che uccidevano per un pezzo di pane.
«Michael-sama… Perché gli esseri umani si uccidono a vicenda in questo modo? Eppure, sono tutti francesi…»
{Contesto Storico: Rivoluzione Francese - 1789.}
Genere: Generale, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Michael
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Monsieur, sa bene com’è Parigi.
Una città pericolosa per la bellezza,
quando la bellezza non possiede un sou.
 


Sin dalla sua nascita, Jeanne era stata legata all’Arcangelo Michael da un rapporto abbastanza particolare e atipico per gli esseri umani.
Lei sentiva la sua voce da tempo, tanto che non riusciva quasi a stabilire un punto d’inizio, non riusciva a ricordare quando fosse iniziato; sapeva solo che, da un giorno all’altro, aveva cominciato a sentire la voce gentile e allo stesso tempo autoritaria dell’angelo che le parlava. Jeanne sentiva solo belle parole uscire da quella sua bocca divina, parole gentili che alla ragazza sembravano rivolte a lei e solamente a lei, come se non le rivolgesse a nessun altro, come se il legame che in futuro si sarebbe formato Michael non potesse condividerlo con altro, poiché aveva scelto lei.
Jeanne, dopo qualche anni, sentì di aver acquistato coraggio, consapevolezza, stando semplicemente ad ascoltare la sua voce, sentiva di essere in grado di poter fare tutto, tutto, per lui: anche sfidare intere nazioni.
E poi la ragazza fu ricompensata per quella fedeltà, quella costanza, quella forza con la quale combatteva per difendere la fede, per difendere i  francesi nel nome del Signore e nel nome dell’Arcangelo Michael, sotto la sua ala protettrice e sotto la sua spada.
Il 16 Maggio, di tanti anni dopo la sua morte, Jeanne venne nominata Patrona di Francia, con sua enorme sorpresa.
Era una ragazza molto umile, figlia di contadini, non aveva potuto ricevere un istruzione che non fosse quella religiosa o mirata a farla diventare una contadina, sapeva scrivere solamente il suo nome, non si riteneva all’altezza del compito assegnatole, inizialmente.
Michael, invece, riponeva in lei tutta la sua fiducia, come aveva sempre fatto, anche per salvare la Francia e per vincere quella guerra che sembrava impossibile concludere, lui le aveva affidato il suo appoggio, le aveva dato il coraggio, e l’aveva sempre sostenuta. Jeanne non poteva vederlo, ma l’arcangelo era sempre al suo fianco, a darle la protezione di cui aveva bisogno, e che solo lui poteva darle. La protezione di una specie di padre, un mentore, forse, una guida.
 
Ogni arcangelo, in Paradiso, aveva il compito di rappresentare e vegliare su una nazione, era sempre stato così, sin da quando si erano venute a creare le prime nazioni indipendenti l’una dall’altra. Quel tipo di pseudo-amministrazione era mirata al fine di responsabilizzare, non solo gli angeli, ma anche gli stessi arcangeli, e coinvolgerli il più possibile nelle faccende riguardanti gli esseri viventi, sui quali avevano il compito di vegliare; così come ad Uriel era toccata l’Inghilterra, a Michael era stata affidata la Francia.
Quasi tutti gli angeli più forti e importanti sapevano del legame, più spirituale che fisico, che si era venuto a creare tra l’Eterno Principe del Paradiso e la vergine guerriera, non se ne interessavano più di tanto, e se qualcuno chiedeva, rispondevano semplicemente che era una specie di rapporto padre-figlia, un po’ strano.
Lo stesso Michael, infatti, la considerava come la sua protetta per eccellenza: l’aveva vista nascere, crescere, maturare, era stato al suo fianco mentre la sua vita veniva spazzata via tra le fiamme della stupidità degli uomini che lei stessa aveva contribuito a salvare, e l’aveva personalmente guidata verso il Paradiso. E Jeanne, per lui, sarebbe sempre stata disposta a combattere contro ogni demone a spada tratta.
Era un legame basato sul rispetto reciproco, ma soprattutto sulla subordinazione: la vergine non si sarebbe mai permessa di sforarlo, di andare oltre la linea invisibile che lei stessa aveva tracciato sin dalla prima volta che lo aveva visto “di persona”, e Michael, realmente, si interessava di se stesso più che degli altri angeli, era sempre stato così. Era un angelo strano, il Principe, alcuni l’avrebbero definito egoista, altri sadico, forse crudele, la maggior parte del popolo celeste comunque, lo rispettava e lo considerava un ottimo capo nei momenti di confusione.
 
«Jeanne, avvicinati e guarda.»
Michael era seduto sugli allori, da solo, ma si era accorto della presenza della ragazza alle sue spalle che lo osservava da qualche minuto, e le aveva fatto cenno di avvicinarsi. Lei obbedì, ascoltandolo continuare a parlare, quasi incantata in un religioso silenzio.
«E’ la Francia, Jeanne. La responsabilità di questo paese sarà anche sulle tue spalle, un giorno. Proteggila e prega per lei. In questo periodo, soprattutto, ne ha davvero bisogno..» l’albino teneva la guancia poggiata al palmo della mano, e parlava con tono di voce basso, quasi come se volesse far sentire quelle parole solo a lei.
La Francia non brillava più, Parigi era povera, la gente moriva di fame in mezzo alle strade, e ogni giorno decine di innocenti motivano, vite si spegnevano come un incendio si estingue sotto la pioggia che batte violenta, lasciando echeggiare il suono degli spari delle pistole e dei cannoni. Quella non sembrava per niente la Francia splendente e ricca lasciata dal Re Sole, Luigi XIV. Versailles era svuotata dei suoi beni, era vuota come gli animi degli abitanti che uccidevano per un pezzo di pane. Alla reggia mancava, adesso, il tesoro più importante, il più splendente di tutti: il Sole.
Il re Luigi XVI era infatti fuggito dall’edificio, abbandonandolo ai saccheggi; l’ultimo sole di Versailles era tramontato.
Stava per finire un’era, in Francia, e presto ne sarebbe iniziata un’altra, magari più giusta, meno violenta e sanguinosa, questa era la speranza che condividevano l’arcangelo albino, Michael, e la santa vergine Patrona di Francia, Jeanne d’Arc.

«Michael-sama… Perché gli esseri umani si uccidono a vicenda in questo modo? Eppure, sono tutti francesi…» gli chiese ingenuamente Jeanne. Michael si voltò verso di lei, guardandola e sorridendole. Era così pura, Jeanne, troppo pura per quel mondo che l’aveva rifiutata, troppo buona con il suo prossimo, troppo gentile con i suoi nemici.
«Gli esseri umani non imparano mai, non importa quanto li si possa punire, non importa cosa perdono con questo loro atteggiamento; compiranno sempre due volte lo stesso errore.» sospirò l’albino senza smettere di guardarla, per poi continuare dopo qualche minuto.
«Ho sentito che l’artefice di questa rivoluzione, Maximilienne de Robespierre, è stato ucciso dallo stesso popolo che aveva contribuito a liberare.» concluse Michael, ridacchiando appena e portandosi una delle due mani pallide davanti la bocca.
«Ma non è giusto… Dovrebbero aiutarsi a vicenda, non uccidersi per il potere… Che libertà può avere un uomo schiavo delle armi?» gli chiese ancora Jeanne, che non riusciva proprio a capire il perché di tanta violenza ingiustificata verso cittadini innocenti.
«Questo, Jeanne, non lo so.. Possiamo solo sperare che, prima o poi, l’uomo si renda conto delle atrocità che commette in ogni epoca, e sperare che la consapevolezza lo aiuti a migliorare.» le rispose ancora Michael, tornando a guardare il territorio sotto di loro.
«Io spero che tutto questo finisca presto…» abbassò appena la testa la vergine, sospirando.
«Il fatto che lo desideriamo entrambi, Jeanne, è il primo passo.»





Angolo dell'Autrice
Tre giorni che non pubblicavo niente, notando i miei attuali ritmi, è tanto, relativamente. 
Non so se si capisca in base a questa storia, ma adoro la storia francese, e la rivoluzione francese è il mio periodo storico preferito.
Inizialmente, volevo scrivere qualcosa di breve incentrato sul rapporto tra Jeanne e Michael, poi per articolare meglio le vicende, ho insertito un argomento base per la fanfiction, e questo è quello che ne è venuto fuori.
La citazione all'inizio è di uno scrittore inglese, Henry James, per la precizione!

Ditemi che ve ne pare,
Alla prossima!

 
  
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