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Autore: Romanova    24/09/2013    5 recensioni
Draco è stanco e solo, dopo la Guerra nessuno gli dà più troppa importanza: non ha il potere di suo padre a parargli le spalle e se la deve cavare da solo.
Hermione è una delle eroine della Guerrache ha combattuto fianco a fianco con l'Ordine, ma pare che anche lei sia stanca e abbia bisogno di qualcuno con cui dividere le proprie giornate potendo essere semplicemente Hermione, ovvero la nostra secchiona e isterica preferita.
Ci sono guerre che non si possono vincere e forse è meglio così.
Scritta utilizzando l'immagine (vedi all'interno) proposta da Berkeley Efp sul gruppo Fanfictions Challengers II.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Non pensava che sarebbe successo proprio a lei: si è sempre ritenuta perfezionista, ma non pensava di esserne rimasta condizionata a tal punto.
Dopo otto anni di istruzione pensava che per quello ci dovesse essere una soluzione in qualche libro, eppure nessun tomo dava risposte adeguate al problema.
[...]
“Buongiorno, Mezzosangue”.
Un sopracciglio le scatta verso l’alto, deve contenere a fatica la cattiveria che la spingerebbe ad agire in modo francamente inappropriato per un’eroina del mondo magico e una brava studentessa ligia alle regole.
“Malfoy, non sei ancora stufo di chiamarmi così?” chiede senza nemmeno girarsi a vedere il ragazzo biondo che l’ha apostrofata con quell’appellativo davanti a tutta Hogwarts.
“No, Granger: è delizioso vedere di che colore diventa la tua faccia quando sei preda di un istinto umano come l’irritazione.”
“Sono solo molto stressata per gli esami!” ribatte lei contenendo malamente una punta d’isterismo pre-MAGO.
“Weasley e Potter ti scrivono ancora?” domanda lui affiancandosi alla diciottenne con la massima noncuranza dirigendosi verso la Sala Grande per la colazione.
“Non sono tenuti a farlo, siamo amici e loro lavorano”.
Il biondo fa un gesto noncurante con la mano.
“Se volessero scriverti troverebbero un modo: la magia aiuta, se la si conosce abbastanza a fondo”.
L’ex Grifondoro decide di ignorare quell’affermazione, per quanto l’abbia innegabilmente infastidita:“Pensavo che frasi del genere le dicessi solo io…” commenta Hermione sedendosi a un tavolo a caso di fronte a lui e servendosi del tè.
“Granger, pensi che faccia colazione con te solo perché non c’è altro posto in Sala?” soffia irritato il ragazzo.
La strega più brillante del mondo magico si sofferma a guardare un momento Draco Malfoy: è un diciottenne annoiato e stanco di tutto, che si ferma a far colazione con lei solo perché anche lei non ha nessuno con cui fare colazione-pranzo, cena e i compiti sono arrivati dopo, ma non importava, non ha quasi fatto caso alle distanze che si stavano mettendo fra lei e la famiglia di Ronald.
Ha cominciato a parlare con l’ex Serpeverde quasi senza farci troppo caso, un giorno lui le ha chiesto di passargli i titoli dei temi di Trasfigurazione e Pozioni e poi ogni scusa è diventata quella buona, un po’ perché quasi nessuno ormai si accorgeva di Draco e della sua presenza  senza lo stemma di Serpeverde e un po’ perché la Granger aveva davvero troppe attenzioni addosso e ha deciso di dare una possibilità a qualcuno che non le avrebbe fatto pressioni dal punto di vista dell’immagine o l’avrebbe stressata perché lei “HEY, E’ HERMIONE GRANGER!!!!!!!!!!!!111!!!!”
Hermione Granger vuol dire essere un’eroina.
Implica necessariamente essere una secchiona dalle proporzioni gigantesche.
Prevede l’essere una Grifondoro dura e pura, coraggiosa in tutte le occasioni e indissolubilmente legata ai suoi amici.
E ha capito che Draco non le chiede niente di particolare, se non qualche momento della giornata.
Tanto nessuno ha mai dato peso al fatto che si sono avvicinati e che l’unica cosa che provvede a far saltare (comprensibilmente, dopo che te lo hanno inciso nella carne)  i nervi della ragazza è l’aggettivo “mezzosangue”, ormai un semplice saluto.
“Dovrei trovare un metodo efficace per non esplodere prima di ogni esame…” borbotta lei torcendosi una ciocca di capelli e infilzando con poca delicatezza delle innocenti uova dopo aver deciso che la sua cute cranica ha sofferto abbastanza.
“Legati i capelli davanti agli occhi, evita di mangiarti le unghie e sei stressata dormi, santo cielo, o diventerai più brutta e insopportabile di quanto tu già non sia”.
A volte quel ragazzo le sembra una comare di paese per il modo in cui elargisce consigli.
“Ti adoro anche io, Malfoy.” Risponde tirando fuori sin da quell’ora del mattino i libri dalla borsa e guadagnandosi così un’occhiataccia dal ragazzo.
“Rimettili immediatamente via o li disintegro” minaccia lui.
“Oh, qualcuno è suscettibile?”lo canzona la riccia ignorando l’avvertimento e iniziando sfogliare un capitolo di un libro che avrà letto almeno mille volte prima di quella mattina.
“Evanesco” mormora il biondo accompagnando la parola con un pigro sventolio di bacchetta.
L’urletto scandalizzato di Hermione lo fa sogghignare come non faceva da secoli.
“Strilli come una maledetta aquila ed è un orario indecente per farlo” soffia maligno interrompendo il fiume di parole che sta per uscire dalla bocca della Granger:” Non che ci sia un orario decente per essere isterici, sia chiaro”.
“Oh, ho forse disturbato le tue auguste orecchie? Avrei letto in silenzio!”ribatte la diciottenne senza nascondere l’acidità.
Draco si gusta il suo tè alla menta mattutina ghignando senza ritegno.
“Cosa studi di tanto interessante?” chiede.
“Sto preparando una relazione sugli us… NON CAMBIARE DISCORSO!”
A quel punto il diciottenne ride apertamente.
Di certo nessuno dei due può dire di annoiarsi.
“Penso che andrò a Pozioni, Granger” risponde lui terminando il tè e portandosi via una fetta biscottata.
“Malfoy?”
Si ferma poco prima di uscire, le dà le spalle.
“Cosa vuoi, mezzosangue?”
“Il mio libro, furetto idiota”.
“Le cose si ottengono con la gentilezza, mezzosangue
E’ una guerra che decisamente non può vincere e Malfoy lo sa bene.
“ IL.MIO.LIBRO!” strilla lei attirando l’attenzione di un gruppetto di studenti che stanno arrivando per la colazione.
“Oh, come la mia principessa desidera…” mormora suadente.
Se Hermione avesse guardato in alto verso il soffitto.
Se Draco fosse stato un po’ più rapido a correre via in preda alle risatine isteriche mal trattenute.
Wingardium Leviosa.
Finite Incantatem.

“ E tu, Mezzosangue, saresti la strega più brillante della tua età?”
Il secondo libro che lo centra in pieno lo fa tacere per un attimo.
Quando la diciottenne esce nei corridoi mettendosi a inseguire il biondo per fargliela pagare stando ben attenta a evitare i professori, scoppia a ridere.
“MALFOY! SE TI PRENDO IL NOMIGNOLO DI RAGAZZO CHE E’ SOPRAVVISSUTO- SE SOPRAVVIVERAI- TE LO DOVRANNO DARE PER FORZA!”
Dio, da quanto non poteva permettersi persino quel gioco infantile? Da quanto i suoi amici sono troppo presi dal lavoro per ricordarsi di lei? E da quanto non riusciva a incontrare qualcuno in grado di farle dimenticare i suoi problemi? Di stare con lei senza chiederle i compiti, un autografo, un’intervista o una qualunque altra cosa?
Perché nessuno si prendeva cura di lei e lei non s’è più presa cura di sé sino a quando non è rientrata ad Hogwarts?
Quante domande a cui… può pensare dopo: non sta più morendo nessuno, la guerra è finita e oltretutto ha i suoi adorati esami di cui occuparsi.
Ritrova  Draco in un’aula vuota del secondo piano, hanno entrambi il fiato corto per la corsa.
“Arrenditi Granger,  non vincerai mai questa guerra!” le impone falsamente minaccioso.
“Puoi scommetterci che vincerò! “ ribatte lei bloccandolo contro un muro come al terzo anno.
Stavolta però è diverso: quando gli parla non riesce a smettere di sorridere e la cosa meravigliosa è che non importa a nessuno.
Nemmeno a lui.
Figuriamoci a lei.
Ride di nuovo.
Lo bacia.
Lo bacia con entusiasmo, convinzione e noncuranza per la conseguenza della sua azione.
Incluso un rifiuto, che però non arriva.
Quando si staccano, le risa sono ancora più irrefrenabili.
“Mezzosangue, dovrò rilavarmi i denti!”
“Quanto frigni, Malfuretto! Nemmeno ti avessi preso a pugni!” risponde pronta la Granger.
Ci sono guerre che nessuno dei due può vincere e a nessuno dei due importa.
Non inizieranno a fare i fidanzatini romantici che si sussurrano smielatezze, non è nel loro stile: una è la secchiona più famosa del Castello, l’altro è il più altezzoso, snob e irritante ragazzo che si sia mai visto.
Ma va bene, in fondo.
La guerra vera è finita e nessuno vuole sapere nulla di pregiudizi, malignità e sofferenze ancora tanto grandi da far ribollire il risentimento anche fra persone insospettabili.
Per quel motivo la Preside ha provveduto, seppur fra mille polemiche, ad eliminare progressivamente l’istituto della divisione in Case.
E’ più semplice smettere di combattersi quando non si hanno dei colori addosso.
E’ più facile riconoscersi come uguali nel momento in cui si scopre che una divisa non è una gabbia e un cognome non è un muro che ci separa dagli altri.
Ma soprattutto quando hai Hermione Granger che combatte al tuo fianco scopri che nessun ostacolo è insormontabile.
Nemmeno una guerra.
Nemmeno il sangue.
Nemmeno un divertente, illogico e incasinato primo amore.

N.D.A. Tutta la storia si basa sull'idea che Harry e Ron lavorino come Auror da subito dopo la Guerra e che Hermione sia tornata a Hogwarts.
   
 
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