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Autore: KH4    24/09/2013    4 recensioni
Estratto dal prologo:
"Io lo so…Tu non sei il tipo di persona che si lascia uccidere così facilmente. Non è nel tuo stile. Ti è sempre piaciuto essere teatrale in tutto ciò che fai, essere la svolta di una situazione prossima al fallimento. Ami essere egocentrico, vanitoso, arrogante, sai di esserlo, e non ti arrenderesti mai d’innanzi a una morte che non ti renderebbe il giusto onore. La sceglieresti solo dopo aver guardato a lungo una bella donna e averle sussurrato frasi che avrebbero fatto di te un ricordo prezioso e insostituibile. Soltanto allora, ne saresti soddisfatto." 
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen Walker, Lenalee Lee, Marian Cross, Nuovo personaggio | Coppie: Allen/Lenalee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Santi Oscuri.'
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- Ten Ban: Raitei Kaiten!* –

Lavi batté il suo martello contro il suolo dopo averlo ingrandito quanto bastava perché dall’attacco ne scaturisse la massima potenza. La sua esuberanza spesso e volentieri si rifletteva nel suo operato di Esorcista, il che dava l’impressione che non fosse una persona seria e attenta ai compiti che gli venivano affidati, ma era solo apparenza, una delle più comuni e lampanti illusioni dentro cui il semplice occhio umano poteva incombere, perché Lavi, a modo suo, sapeva sempre come affrontare le diverse situazioni che gli si paravano davanti.
Il Kanji del Cielo apparve luminoso sotto il Livello Due, la cui corazza fu bersagliata da un concentrato di elettricità diviso in fulmini e saette scintillanti. Il rosso sghignazzò vittorioso, compiaciuto di essere riuscito a mettere a segno un attacco decente: per la prima volta, quell’ammasso di ferro e ruggine, che non aveva fatto altro che sparare senza seguire alcuno schema solo per il piacere di vederli correre, pareva essere in difficoltà, provato dai fulmini lanciatogli contro. Al piccolo guercio era bastato un secondo per agire, un attimo che l’Akuma aveva inconsapevolmente ceduto per dare a lui e a Crowley la possibilità di rimontare alla grande. Il piano era semplice: sfruttare il fatto di essere nettamente più veloci dell’avversario e colpirlo laddove le sue difese non erano così ben compatte. In altre parole, la base.
Il Timbro Celeste gli aveva appena dato modo di constatare che quella parte del corpo in particolare non era protetta come la corazza superiore: era sufficientemente vulnerabile per essere scoperchiata con un solo colpo. Bisognava soltanto ribaltare quel bestione come una tartaruga e il gioco era fatto, ragione per cui Crowley era partito spietatamente all’attacco.

- Vediamo di levare questo fastidioso guscio -, ringhiò una volta avvicinatosi all’Akuma.

Il rumeno ne afferrò con forza le spesse lamiere sporgenti, cominciando a tirare verso l’alto con gli occhi neri rivolti a quello tondo e aperto del Livello Due. Non c’era modo di capire quale sentimento pervadesse la Bambola creata dal Conte del Millennio, ma di sicuro non si aspettava che uno dei due esorcisti riuscisse a sollevarla da terra. Crowley ruggì pesantemente, puntando i piedi e accingendo a ogni singolo grammo di quella forza disumana di cui l’Innocence gli aveva fatto dono, per staccare da terra quell’essere e fargli provare le brezza di un bel volo al chiaro di luna. Con un boato che fece tremare nuovamente la superficie rocciosa, l’Akuma venne ribaltato, privato della possibilità di utilizzare i cannoni fattisi incandescenti per l’incessante sparare. Un ghigno trionfante si dipinse sui volti dei due Esorcisti, nel constatare che l’interno della creatura era esattamente come se lo erano immaginato: scoperto e inerme.

- Diamoci dentro con il contrattacco, Crowlino! – Esclamò il rosso, ingrandendo il martello. 





Incredibile… -

Allen Walker era senza parole. I suoi occhi argentati erano aperti e bloccati su quanto gli si era appena presentato, impossibilitati a esprimere al meglio delle proprie facoltà le sensazioni che lo avevano pervaso dalla punta dei piedi fino a quella dei capelli. Da quand’era entrato a far parte ufficialmente dell’Ordine Oscuro, aveva avuto modo di visitare ogni sorta di luogo, dai più comuni ai più bizzarri, imparando che dietro a ogni stranezza se ne cela una ancora più bislacca.
L’ala raggiunta era, senz’ombra di dubbio, uno dei posti più surreali che gli fosse mai capitato di vedere. Taro e Lua lo avevano guidato con destrezza lungo tutta una serie di corridoi dissestati, attraversando stanze dai muri scoppiati e altri angoli così irriconoscibili da non avere più alcun nome. Era merito di quella rigogliosa e alquanto sorprendente vegetazione che tappezzava con fiori e ogni sorta di ramificazioni, se quei sotterranei non erano ancora crollati; sostenevano quanto rimasto della struttura portante senza alcuno sforzo apparente, resistendo a ogni genere di scossa che lì sotto rimbombava con fare sordo, ma nonostante ciò, non offrivano comunque una valida ragione per prendersela comoda. Non appena l’esorcista aveva messo piede fuori dall’ennesimo corridoio buio e umido, una luce fredda lo aveva investito interamente, spingendolo a coprirsi gli occhi col braccio sinistro. Era inusuale che sottoterra un simile bagliore fosse tanto accecante, ma la prima cosa che Allen vide una volta che gli occhi si furono abituati a quel chiarore, fu un enorme ammasso di cristalli lucenti uniti fra di loro sporgere dal soffitto come fossero un elegante lampadario appuntito. I raggi che emanavano, illuminavano con soffusi fasci bianchi e azzurri quella che assomigliava ad un’enorme piazza chiusa, sommersa quasi interamente dall’acqua cristallina filtrata dalle pareti.

E proprio in fondo a quel laghetto, quasi fosse un’isoletta sé, c’era il tanto decantato Albero della Fortuna, che costrinse l’albino ad alzare la testa e a dischiudere la bocca in un’espressione ebete per la sua spropositata grandezza.

- E’ quello? – Chiese giusto per essere sicuro.
- Sì. Io e Lua abbiamo scoperto questo posto qualche mese fa, mentre esploravamo i corridoi -, spiegò Taro, incrociando le braccia dietro la nuca.
- Vieni, Allen. Te lo facciamo vedere da vicino. – Concitata, la bambina gli strinse la mano, scendendo le scale di granito bianche, per poi salire sulle rocce sporgenti dalla superficie piatta e limpida.

Al quindicenne occorse qualche secondo per ridestarsi e lasciarsi condurre sul percorso improvvisato. Le inusuali iridi grigiastre erano incapacitate a guardare null’altro che non fosse quell’albero grande quanto una vecchia quercia americana; il corpo legnoso principale era un vistoso insieme di tronchi intrecciati fra loro, le cui radici sprofondavano nell’acqua e sporgevano fuori d’essa con le punte grassocce e arricciate. Sempre stando ben attento a dove metteva i piedi, Allen si accorse che la sua folta chioma era di un vedere smeraldino piuttosto brillante, con tanto di fronde che creavano un forte gioco di luci e ombre che dava davvero l’impressione che l’albero fosse magico.
Una volta appoggiati i piedi sulla superficie solida e stabile, che altri non era che un minuscolo e circolare spiazzo d’erba soffice, camminò verso di lui per osservarlo meglio da vicino. Nessun vegetale di quelle dimensioni poteva crescere tanto, anche con un lampadario di minerali lucenti a sostituire il sole. Aveva già percepito qualcosa sin dal primo sguardo, una sensazione familiare, ma troppo effimera perché potesse esprimerci sopra un giudizio sicuro. Soltanto toccandone con la mano deformata la corteccia ruvida e irregolare, avvertì distintamente un formicolio incandescente e pulsante scaturire dal legno e attraversargli l’arto intero.

- L’albero scotta. E’ come se dentro ci scorresse della lava -, pensò nello staccare il palmo della mano e sollevando lo sguardo – Non ci sono dubbi: qui c’è dell’Innocence. Se solo capissi dove, di preciso… - 

Assottigliò lo sguardo concentrato, perdendosi in ipotesi che potessero aiutarlo ad arrivare a una qualche conclusione plausibile. Dietro a tutto quel verde rigoglioso c’era il potere del cristallo divino, che, a quanto pareva, risiedeva nell’albero…

- Oppure che è l’albero stesso –, suppose spontaneamente, strabuzzando subito il viso.

Quest’ultima affermazione gli sembrò totalmente assurda, ma il flusso energetico che aveva sentito scorrere e mescolarsi sotto il proprio palmo inguantato, palpitare, oltre ad appartenere all’Innocence, era così esteso che neppure il riappoggiarci sopra la mano permise ad Allen di localizzarne il preciso punto di emissione. Solo un’ Innocence tipo di parassita avrebbe potuto sprigionare tanta forza e possedere un raggio d’azione ampio come quello, ma, insomma… Si parlava di un albero! Per quanto ne sapeva la sezione scientifica, anzi, L’Ordine Oscuro intero, l’Innocence sceglieva come suoi compatibili le persone, non dei vegetali!
Ma era anche vero…Che molte informazioni riguardanti essa fossero tutt’ora un mistero, il che riammetteva in gara l’ipotesi che quello smisurato albero potesse essere effettivamente un compatibile, compresa la terribile prospettiva di doverlo sradicare a mani nude e trascinarselo a presso come un bagaglio da viaggio.

- No, non esiste. In alcuna maniera -, decretò mentalmente l’albino, scuotendo la testa – E’ molto più probabile che un frammento sia finito in quest’albero e lo abbia fatto crescere col suo potere. Però, c’è da chiedersi come ci sia finito…A meno che...! - Un dettaglio scaturito da uno dei suoi più recenti ricordi gli guizzò in testa, trillando con scampanellio acuto.

Nel suo analizzare non aveva tenuto conto di quanto gli era stato raccontato in precedenza, lo aveva scartato quasi immediatamente senza prenderlo degnamente in considerazione. Strano da dirsi, lui stesso aveva chiesto informazioni su quel posto, se vi fosse qualcosa di prezioso che potesse spiegare il verde cresciuto e nel rammentarlo, si diede dell’idiota. Si voltò verso i bambini con scatto repentino, avvicinandosi a loro nel mentre questi lo guardavano confusamente.

Doveva verificare ancora una volta, per non sbagliare.

- Taro, Lua, la storia che mi avete raccontato prima, quella che la gente infilava nell’albero degli oggetti ed esprimeva un desiderio…Qualcuno lo hai mai fatto? –
I piccoli batterono gli occhi all’unisono, per poi scambiarsi un'occhiata complice – Sì, certo -, rispose poi il bambino, annuendo – Tantissime persone hanno… -

BOOM!

Una fortissima esplosione ruppe un punto indistinto del soffitto, echeggiando nell’intera piazza e scuotendo l’acqua che la riempiva. La sfera violacea di Dark Matter che andò a schiantarsi fra le macerie costrinse Allen ad agire in fretta, gettandosi lontano dall’Albero della Fortuna con Taro e Lua agguantati al volo.

- Tutto bene? – Domandò con i piccoli in braccio e la sua schiena a fare loro da scudo.
- C-Che...Che cos’è stato? – Chiese la bambina, visibilmente spaventata.
- Yuk, yuk, yuk! Ti trovata, bastarda di un’Innocence! –

La risata sogghignante del Giullare suonò come il peggiore campanello d’allarme mai udito fino a quel momento. Allen guardò in alto, in direzione di quell’enorme buco da cui era ora visibile il cielo notturno: l’Akuma era lì, a saltellare sulle punte dei piedi e a battere le mani in aria per il tesoro trovato. Digrignò i denti per come la risata del Livello Due gli suonò tanto fastidiosa e insopportabile. Tutte quelle scosse, alla fine, avevano portato all’esito da questo tanto sperato, ma per l’Esorcista dai capelli candidi, quella era tutt’altro che una buona notizia….

Oh, ma ci sei anche tu, sporco Esorcista! – Esultò quello, puntando le sue sadiche pupille su Allen – E ci sono pure dei cuccioli umani!!! – Squittì gioioso, nel notare con sguardo famelico i due bambini – Bene! Vorrà dire che mi riempirò la pancia per bene, prima di andare da sua eccellenza il Conte! –
- Accidenti! - Il quindicenne fece giusto in tempo a scansarsi, prima che l’Akuma cominciasse a bersagliarlo furiosamente.

Quando le macchine al servizio del Conte del Millennio si lasciavano prendere dalla follia e dalla fame per i corpi umani, tendevano a colpire istericamente qualunque cosa fosse loro d'intralcio, abbandonandosi all’istinto omicida incorporato all’ego sviluppato tramite l’evoluzione: Allen aveva già avuto modo di provare sulla sua pelle quell’esperienza, ringraziando più volte di essere un tipo parassita e non uno d’equipaggiamento, ma questa volta era diverso. In condizioni normali, un nemico di quel calibro lo avrebbe sconfitto con moderata facilità, ma i Livello Due non erano dotati di coscienza per puro caso e quel bastardo aveva trovato il modo perfetto per impedirgli di utilizzare la sua Innocence: bombardarlo di sfere Dark Matter. Se lo teneva sempre ben sotto tiro, non poteva fare altro che correre con i due bambini in braccio, proteggerli a discapito della sua vita, senza avere il tempo di guardarsi intorno e cercare un riparo abbastanza solido per nasconderli.  

- Che c’è, stupido Esorcista? Perché continui a correre?! YUK, YUK, YUK!!! DAI, COMBATTI!!! –

Schivando con fulminea agilità l’incessante pioggia di colpi, Allen lanciò un’occhiata malevola alla Bambola, avvertendo il guanto che copriva la propria Innocence divenire fastidiosamente stretto. La croce dolorosamente incastonata sul dorso della mano sinistra vibrava al richiamo piuttosto esplicito della Dark Matter, una calamita a cui l’albino però stava resistendo, anziché rispondergli come sempre aveva fatto. Era in trappola, un perfetto topolino alla merce del gufo. Il corridoio da cui era venuto era appena crollato e così ben chiusa, la piazza assomigliava a un recinto di pietra dentro cui non poteva far altro che correre circolarmente. Rannicchiati come due fagottini tremolanti fra le sue braccia, Taro e Lua tenevano la testa nascosta e le mani congiunte: la paura circolava nelle loro vene quanto bastava per far impazzire i loro cuoricini e tutto quel bombardare che cercavano di reprimere con le sole mani, non faceva altro che alimentarla.

- Devo uscire da qui sotto al più presto o quell’Akuma finirà per farmi crollare l’intero soffitto addosso! – Pensò animatamente Allen.

Con tutto quel fracasso rumoreggiante, le mura non avrebbero resistito ancora a lungo. L’albino cercò con gli occhi un qualunque spiraglio o crepa che potesse fargli venire la giusta idea, ma la sola apertura fattibile era quella sopra la sua testa, dove il Giullare danzava e rideva per il suo scappare ininterrotto. Strinse i denti, consapevole che non c’era altra scelta a sua disposizione, se non quella di lanciarsi contro il Livello Due a tutta velocità e fare da scudo umano ai due piccolini.

- Tenetevi ben stretti! Adesso usciamo! – Esclamò poco prima di puntare i piedi e balzare verso l’uscita.
- CREPA, ESORCISTA!!! –

L’impatto con i proiettili scagliatigli contro fu inevitabile. Un forte bruciore corrosivo attraversò la pelle di Allen e gli lacerò i fasci muscolari sino a insediarsi nelle sue ossa e bucarle. I polmoni gli si restrinsero pericolosamente, annebbiandogli la vista e rischiando di farlo scivolare. Mancò poco perché vacillasse, tanto percepì il virus dell’Akuma attecchire ai suoi organi vitali e scioglierli come fossero stati messi a mollo nell’acido: le stelle nere che simboleggiavano il contagio gli tempestarono il viso con lo stesso incisivo ardere di tanti marchi bollenti, ma con un ultimo sforzo serbato, riuscì a evadere dalla piazza e a tornare all’aria aperta, sbalzando via addirittura l’avversario.

Rotolò fra le macerie per diversi metri, sino a fermarsi proprio a pochi passi dalle rovine della chiesetta.

- Presto…Andatevi a nascondere -, ansimò una volta messi giù i bambini.
- E tu, Allen?! – Domandò Lua, preoccupata.
- Va tutto bene, non è niente. Adesso, andate. Veloci -, li rassicurò nel mentre si metteva in piedi.

Ogni giuntura del suo corpo scricchiolava e minacciava pericolosamente di sbriciolarsi in tantissimi pezzettini. Le membra interne erano in balia del virus mortale dell’Akuma, sprigionavano un dolore fisico che aumentava col numero di stelle nere che comparivano sulla sua pelle bianca, la cui resistenza non faceva che accrescerne l’intensità. Non c’era modo di scampare alla morte quando si veniva infettati dal virus delle Bambole del Conte del Millennio: era sufficiente un semplice sfregamento, un tocco qualunque perché si venisse condannati a diventare delle statue nere e frangibili anche col più flebile dei sospiri, ma nel pararsi di fronte all’allibito Livello Due, Allen Walker dimostrò come l’essere un compatibile di tipo parassita potesse avere tanti vantaggi quanti erano i suoi svantaggi. L’immunità al veleno era uno di questi.

- Come, come? Perché non sei a terra a contorcerti per il dolore, lurido Esorcista? Perché? – Si stupì il Giullare.
Allen boccheggiò ancora una volta, inghiottendo una copiosa manciata d’ossigeno prima di rispondergli sorridente e col braccio trasformato - Mi dispiace deluderti, ma la mia Innocence mi protegge dal tuo virus -, gli svelò – E ora che siamo soli, possiamo riprendere a combattere senza problemi. –

Di quello stupore che aveva studiato il regredire dell’effetto mortale della Dark Matter non rimase una singola briciola. I muscoli facciali dell’Akuma si mossero involontariamente in spasmi sospettosi, deformandosi e oscurandosi di un alone maligno che mise in mostra i denti aguzzi sporgenti dalle labbra scure.

- Tu…Tu… - La faccia grigiastra del Livello Due si deformò completamente, trasformandosi in un’espressione contorta e impazzita – Ti uccido! Ti uccido! Ti uccido! TI UCCIDO!!!! –

Le fiamme ametiste fumeggianti che avvolgevano l’anima tormentata del Livello Due avvamparono di lingue rosse e nere cariche di dolore e rabbia più dell’urlo che questa scagliò contro Allen, il cui avvertirne le mute preghiere nel viso ridotto all’osso lo trafisse da parte a parte. Stava soffrendo troppo; quell’anima era satura d’ogni sorta di emozione che la costringevano a muoversi contro la sua stessa volontà. Il Giullare partì all’attacco, guidato da un raptus di follia omicida che riluceva nei suoi occhi sanguinanti con un’intensità maggiore a quella precedente. Più un Esorcista opponeva resistenza, più le Bambole del Conte del Millennio erano soggiogate dal desiderio assassino che impediva loro di riflettere lucidamente e quella che si avventò sul quindicenne con tutta la velocità a sua disposizione, aveva decisamente perso il senno.
Allen si gettò sulla destra, per poi caricare il braccio tramutato in cannone e sparare contro l’avversario, che sfortunatamente per lui evitò il contrattacco.

- Dannazione! Non sono ancora disintossicato del tutto! – I tempi di reazione dei suoi muscoli vennero meno al suo appello, seppur oramai non ci fosse più traccia delle stelle nere che poco prima avevano tappezzato ogni centimetro della sua pelle.
- STAVOLTA VEDI DI CREPARE SUL SERIO, FOTTUTO ESORCISTA!!!
- Non così in fretta! – 

Ad appena due metri da Allen, il Livello Due si vide arrivare addosso un pericoloso fendente smeraldino che quasi riuscì a recidergli il collo, seguito da un calcio che invece ne colpì in pieno il viso grigio. Balzò all’indietro seduta stante, diventando invisibile e allontanandosi con la coda fra le gambe.

- E’ scappato via ancora… -
- Tutto a posto, Allen-kun? –

Soltanto nel vedersi tendere una mano, l’Esorcista sollevò il proprio sguardo fino a incontrare quello onice di….

- Amèlie-san, siete voi. –
- Chi altri avrei dovuto essere? – Gli domandò la donna, aiutandolo ad alzarsi – Piuttosto, non pensavo che ti avrei trovato in questo stato pietoso e ancora a combattere. –
- Diciamo che ho avuto qualche impedimento -, si scusò il più giovane.

Si misero schiena contro schiena, con le armi ben alzate e lo sguardo vigile.

- Lo vedi? – Domandò la corvina, a bassa voce.
- Sì, a ore otto, a circa 150 metri da dove ci troviamo. Non lo sottovaluti, Amèlie-san: oltre a essere molto veloce, quel Livello Due può rendersi invisibile. Perfino io ho difficoltà a intercettarlo quand’è in movimento –, la avvisò l’albino.
- Un giocattolino dai poteri insidiosi, eh? – Più che metterla sull’attenti, la notizia parve eccitarla – Bene: vorrà dire che lo rallenterò quanto basta perché tu possa eliminarlo una volta per tutte. Non è il genere di situazione per cui ricorrerei a simili mezzi, ma per te posso anche fare un eccezione -, sogghignò infine, con sorrisetto malizioso.
- D’accordo, purché funzioni. L’anima di quell’Akuma è al limite della sopportazione, presto sarà completamente corrosa dal risentimento. – Nonostante avesse imparato a mascherare la sua palese preoccupazione per quella componente umana bisognosa d’aiuto quanto bastava per non distrarlo troppo dal combattimento, l’imperturbabilità di Allen peccava ancora in durata e resistenza per via di quel suo stesso animo sensibile.
- Tranquillo, Allen-kun: funzionerà -, lo rassicurò lei – Io non faccio mai promesse a vuoto: detesto gli errori. -
- Che cosa avete in mente? -

L’occhiata seducente che Amèlie gli schioccò prima di staccarsi dalla sua schiena, lasciò intuire un’intenzione ben precisa, ma che agli occhi argentati dell’albino apparve soltanto come un’ombra enigmatica dai contorni poco definiti. Cosa mai poteva avere in mente la compagna per facilitargli la purificazione di quel Akuma?

- Ti voglio svelare un piccolo segreto, Allen-kun -, soffiò lei, leccandosi le labbra rosse col bastone della falce a roteare circolarmente – Marian Cross non è il solo Esorcista che sappia destreggiarsi nelle arti magiche. -




Note di fine capitolo:
1*: Timbro Celeste! Rotazione Divina di Tuoni e Fulmini!
Nuovo capitolo! Siamo quasi giunti alla fine di questa prima saga! Avevo anticipato che non sarebbe stata particolarmente lunga: devo dire che sono piuttosto soddisfatta di come questa storia sta procedendo, anche se mi sto complicando la vita per tutti i cambiamenti che sto apportando per renderla più consona alle mie aspettative, specialmente la parte che riguarda Amèlie. Ho deciso di utilizzare la pronuncia giapponese dei nomi di alcuni attacchi, specie quelli dei personaggi ufficiali di D Gray Man in quanto li trovo più adatti della comune pronuncia italiana: è una stupidata, però a volte sono queste piccolezze a fare la differenza! Ringrazio nuovamente tutti i lettori e recensori per seguire questa mia storia! Dopo questo aggiornamento, è possibile che io rallenti un po’ i tempi di pubblicazione, visti gli impegni di adesso; farò il possibile per non farvi attendere troppo e postare come sono riuscita a fare fino ad ora, ma nel caso dovessi assentarmi più del dovuto, sapete perché. Un ringraziamento in particolare a Darkrinoa88, che segue la mia storia e mi ha fatto un disegno di Amèlie che adoro alla follia (avrei voluto metterlo prima, ma quando una ha la testa a viole…)
Ecco il link: http://ciril09.deviantart.com/favourites/56394719#/art/The-Exorcist-388437342?_sid=78ab4a14
Un saluto a tutti voi!
  
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