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Autore: _Diane_    26/03/2008    12 recensioni
Un tavolo. Un topo. Un uomo. Fin qui niente di speciale, finchè non si viene a sapere che quell'uomo è stato uno dei più grandi sognatori del XX secolo, Walt Disney, e che quel topo si chiama... Bhè, l'avete intuito, no?
Una breve fiction, un piccolo omaggio al creatore di un piccolo topo che, a mio avviso, rivoluzionò il mondo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Table, a Mouse, a Man

(Un Tavolo, un Topo, un Uomo)


Disegnavo sul solito vecchio e logoro tavolo, cercando un'ispirazione che non arrivava. Tante idee avevo visto nascere, per poi morire. O almeno, tutte non avevano avuto il risultato che speravo.

Mi passai distrattamente le mani nei capelli. La matita rotola sul tavolo e cade per terra.
Tonf.

A dire il vero, non ci feci neanche caso.
Avevo per la testa troppe cose, e tirare su la matita da terra non rientrava tra quelle. Meglio che se ne stava lì, adagiata sul freddo pavimento. Eh. Forse un po' a terra lo ero anch'io.

I pensieri che avevo per la testa erano tanti. No, forse più che pensieri, si trattava di progetti. Tanti progetti. Troppi progetti. Grandi progetti. Accidenti se erano grandi!
Enormi, magnifici... no, adesso non esageriamo. Erano i progetti di un giovane squattrinato, con un misero studio, che cercava di mettersi contro un sacco di persone con potere e prestigio. Cercavo un confronto. Ma invano.

Mentre continuavo a pensare, alzai le braccia, portandole dietro la testa. Lasciai dondolare la sedia all'indietro, appoggiando i piedi sul tavolo, sopra a un malloppo di carta, matite e disegni, sparpagliati sul tavolo senza un minimo ordine logico.
Cercai distrattamente tra la caterva di roba il mio pacchetto di sigarette e l'accendino. Li trovai. Appoggiai le labbra alla sigaretta. Con un rapido movimento del pollice, l'accesi, e tirai una lunga boccata.
Sapevo che non avrebbe giovato alla mia salute, ma quando ero (e sono) nervoso è l'unica cosa che mi tranquillizzava. Mi metteva in pace con il mondo. Quel mondo che continuava a rifiutarmi!

Ah, come mi sarebbe piaciuto fargli vedere di che stoffa ero fatto io! Fare vedere a quegli sbruffoni di Hollywood quello che valevo veramente! Come sarebbe stato bello!
Mi ero già buttato a capofitto su tanti progetti, ma il pubblico non voleva mai accontentarsi. Desiderava sempre di più.

“Qualche volta, la gente dovrebbe imparare ad accontentarsi”, pensavo, tirando un’altra boccata alla sigaretta.
Purtroppo la gente non si accontentava mai. Forse neanche io avrei dovuto accontentarmi della misera esistenza che conducevo.

Mentre riflettevo, successe qualcosa che mi destò.
Mi sbilanciai, la sedia cadde all'indietro e caddi rovinosamente a terra, facendo un forte rumore. Caddi a terra, così come la mia matita. Le mie speranze.

-La mia matita! Ehi, dov'è finita? Era proprio qui!-
La mia matita migliore. Era finita chissà dove. Mi misi a gattoni, guardando sotto il tavolo, cercando anche nei buchi del pavimento. “Dove si sarà andata a cacciare?” Mentre ispezionavo ogni centimetro quadrato del pavimento sotto ad un vecchio cassettone, un rumore arrivò alle mie orecchie. Sembrava quasi qualcuno che rosicchia qualcosa.
Abbassandomi di più, cercai di trovare l'origine di quel rumore, avanzando a carponi.
Avvicinai l'orecchio ad una parete. Era da lì che proveniva!
Trovai una fessura nel muro, cercando di vedere meglio.... . Con mia somma sorpresa, vidi…

-E' un topolino!- Esclamai.
E stava sgranocchiando la mia matita. Avrei dovuto immediatamente strappargliela dalla sua boccaccia, e invece non lo feci.
Con dolcezza, lo presi tra le mani. Stranamente, lui si lasciò accarezzare. Però aveva ancora tra le sgrinfie la mia adorata matita.

Pazienza.

Lo appoggiai sul tavolo. E lui lasciò la matita, attratto probabilmente da tutta la cianfrusaglia che c’era sul mio tavolo. E cominciò a girarci dentro, divertendosi come un matto. Anche se la mia matita non era più come prima (ora semi rosicchiata), mi stava simpatico. Gli misi un po' delle briciole -che erano rimaste dal mio panino- su un foglio di carta, e lui corre subito a mangiare.
Poverino, doveva essere affamato. Veramente, lo ero anche io….
-Sai, mi stai simpatico, topo.-
Dissi ad alta voce. Cosa stavo facendo? Parlavo con un topo? Sembrerebbe una cosa da fuori di testa, eppure mi riuscì tanto normale… Sembrava quasi che mi comprendeva, con quelle orecchie tonde, e quello sguardo attento.
-Penso che noi due andremo d'accordo. Ora però..come ti chiami? Mmmh...Lasciami pensare-

Portai una mano al mento, per riflettere; che nome avrei potuto dargli?

-Vediamo..che ne dici di Mortimer?-
Il topo lasciò la briciola di pane che stava addentando e squittì.
-Ok, lo prendo per un sì. Ora mi presento io. Walter Elias Disney, lietissimo di fare la tua conoscenza, Mortimer! O semplicemente Walt, per gli amici..-
Il topolino pareva che mi stesse sul serio ascoltando.


Ripresi la matita e un foglio buono per disegnare.
-Dai, Walter, un giorno la fortuna girerà!-
Dissi fra me e me, mettendomi a disegnare il topo che stava allegramente mangiando il suo pasto.


******


Qualche anno più tardi, mentre Walt Disney con il treno tornava a casa (dopo l'ennesimo fallimento), gli tornò in mente quel dispettoso topolino che gli aveva tenuto compagnia nel suo piccolo e disordinato studio.
Abbozzò qualche linea, ritrovandosi di fronte quel topo che gli aveva mordicchiato la matita.
Lilian, la moglie che viaggiava con lui, vide i disegni, e chiese al marito come si chiama quella piccola creaturina. Walt gli rispose che lo aveva battezzato "Mortimer"; ma a Lilian sembrò troppo duro e serio per un dispettoso topolino.

Che venne così ribattezzato Mickey Mouse.

Mentre il suo creatore passò alla leggenda come l'uomo che ha saputo credere fino in fondo ai propri sogni.






Commenti dell'autrice:

Questa fiction la tenevo chiusa nel cassetto (ops, nella cartella del pc!) da qualche tempo, indecisa o meno se pubblicarla. Poco tempo fa, mi sono decisa a farlo, ma non trovando una sezione adatta, ho contattato Erika, la webmistress, che mi ha dato l'opzione di pubblicarla o qui, o nella sezione "generale". Ho scelto questa, anche se non è un film Disney, perchè mi pareva più bello parlare del creatore della Disney nella sezione dedicata ai suoi lungometraggi.
Importante (prima che me ne dimentichi! XD): Questa fiction descrive fatti, avvenimenti, persone (e animali!) come me li sono immaginati. La seguente storia, sebbene potrebbe avvicinarsi ad avvenimenti realmente accaduti, non vuole screditare nessuno. Non è pubblicata a scopo di lucro.

Dopo aver ben ricordato questo... Bhè, questa fiction è uscita un po' da sè, un po' alimentata dall'idea che io mi sono fatta di Walt Disney negli anni, leggendo libri, storie, bibliografie. Amo la Disney, e ammiro il suo creatore, per molti versi.
Qui ho cercato di immaginare il suo lato più "umano", in cui vediamo un uomo depresso alla presa con i suoi vizi e le sue ambizioni. C'è chi pensa a Walt come una persona onnipotente, magica, fantastica: qui è solo un semplice uomo, fragile, se vogliamo depresso.
Finchè nella sua vita fa capolino un topolino.. Che la cambierà, dandogli la svolta necessaria per fargli credere nei suoi sogni, fino in fondo.

Spero che la fiction sia stata di vostro gradimento, anche perchè è la mia prima a tema "Disney"... Fatemi sapere con un commento cose ve ne è parso, mi raccomando!

_Diane_




"Spero soltanto che non ci si dimentichi di una cosa. Che tutto è cominciato da un topo."


Walter Elias Disney

   
 
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