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Autore: benzodiazepunk    26/09/2013    6 recensioni
Avere degli amici è impegnativo, e Remus Lupin, che di amici non ne ha mai avuti, capisce bene l'impegno richiesto.
Capisce che bisogna essere sinceri a ogni costo, anche a discapito della propria felicità, perchè quell'amicizia che inaspettatamente gli è piovuta addosso per lui è la cosa più importante del mondo.
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One Shot partecipante al concorso "Secondi non vuol dire ultimi" indetto da SilverKiria
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Confesso
 
Piove.
Guardo fuori dalla finestra e mi sento triste, infinitamente triste, di quella tristezza che ti prende dentro e ti lacera pian piano senza darti possibilità di scampo.
Ricordo come fosse ieri il giorno in cui Sirius e James mi presero con loro, non ci potevo credere: avevano scelto me. Me tra tutti, tra tutti quanti.
E ora sto per rovinare tutto, come al solito.
Perché sono un mostro, e uno come me non può stare in società, non può avere amici; dovevo saperlo, dovevo allontanarli finché potevo e invece mi sono crogiolato nell’illusione di poter essere normale anche io, di poter avere dei migliori amici anche io, di poter essere popolare e parte di un gruppo.
La prima volta che Sirius mi ha rivolto la parola, ricordo, eravamo a lezione. Io ero in uno degli ultimi banchi, da solo, e lui e James quel giorno erano seduti proprio davanti a me; ad un certo punto Sirius si era girato dondolandosi sulla sedia e “Io mi chiamo Sirius Black” mi aveva detto. “E tu?”
Dal canto mio, io ero rimasto interdetto a fissarlo, incredulo che stesse parlando proprio a me, e solo quando anche James si era girato nella mia direzione mi ero fatto coraggio e mi ero deciso a rispondere.
Strano come un’amicizia tanto importante possa nascere da una frase così insulsa, ma tant'è.
Distolgo lo sguardo dalla pioggia che cola sul vetro e mi decido a scendere in sala comune. Di sotto di sicuro Sirius e James mi aspettano; da quando hanno iniziato a sospettare di me, che esco tutti i mesi una notte, la notte di luna piena, non fanno altro che pormi domande alle quali io non posso rispondere; e oggi mi bloccheranno definitivamente. Non mi lasceranno andare finché non avrò risposto, lo so.
E hanno ragione, che amico sono se ho di questi segreti, che amico sono se dico loro continue bugie? Un cattivo amico, ecco cosa.
Scendo le scale lentamente, come un condannato al patibolo, e quando sbuco in sala comune la prima cosa che vedo sono i capelli neri dei miei due amici che sbucano da due poltrone.
Quando sapranno non mi vorranno più vedere, lo so già; e come biasimarli?
Sarò solo, di nuovo.
Beh, è stato bello finché è durato.
Un sorriso ironico mi increspa le labbra mentre mi avvicino a loro in silenzio.
“Ciao” sussurro, tanto che faccio quasi fatica a sentire io stesso la mia voce. Ma James e Sirius mi aspettavano; mi sentono benissimo e, a tempo, si voltano.
“Eccolo, il bello addormentato! Dov’eri finito, Lupin?” mi chiede subito James fingendosi offeso.
“Io… vi devo parlare” rispondo solamente.
Via il dente, via il dolore, è così che si dice no?
I miei amici si scambiano un’occhiata stupita, poi annuiscono e si alzano.
Usciamo dalla sala comune di Grifondoro, troppo affollata per quello che devo confessare, e ci dirigiamo io in testa verso un posto più isolato, uno qualsiasi, non mi importa. Tanto, una volta rimasto solo, sarà la stessa cosa per me.
Mi fermo sotto i portici al riparo dalla pioggia e mi volto a fronteggiarli. Sono ancora stupiti, non sanno di cosa voglio parlare loro, o almeno non ancora, e mi guardano in attesa.
“Volevo… volevo solo spiegarvi, ecco… tutto quanto. Perché tanto oramai avete scoperto che esco una volta al mese di notte e continuare a dire bugie e inventare scuse non serve a niente… e poi voi siete miei amici, lo siete davvero per me, perciò voglio essere sincero, anche se dopo che vi avrò detto quello che vi devo dire voi probabilmente non vorrete essere miei amici più. Ma fin’ora” aggiungo alzando lo sguardo dalle mie mani. “Lo siete stati, e anche se non ne so molto di amicizia perché sono sempre stato da solo, credo che dire bugie non sia una bella cosa tra amici, vero?”
Sirius ride, spostandosi una ciocca di capelli dalla fronte. “Di solito no, ma si possono fare delle eccezioni” sorride con quel suo sorriso sghembo che fa impazzire le ragazze e che io trovo dolcissimo.
Sorrido anche io, stancamente, e riprendo il mio discorso “Beh, ecco, il motivo per cui io esco una volta al mese è che… è che io sono… sono…” inspiro una boccata d’aria, se lo dico la mia vita andrà in frantumi. “Sono un lupo mannaro” esalo tutto d’un fiato.
Chiudo gli occhi e abbasso la testa, pronto a una sfuriata o a ritrovarmi solo appena li riapro, pronto a tutto insomma.
Ma devo ammettere che mi sono tolto un peso confessando la mia natura a James e Sirius; da un lato sono contento, anche se ora li perderò per sempre.
Riapro gli occhi e sbircio in su, verso il punto in cui prima si trovavano loro due.
E incredibilmente, del tutto inaspettatamente, James Potter e Sirius Black sono ancora lì, davanti a me, con un’espressione leggermente stupita sul viso ma ben piantati per terra.
“…beh?” chiedo dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio.
“Beh cosa?” ribatte James.
“Che ci fate ancora qui?” domando, dando voce ai miei timori. “Voglio dire, non volete andarvene senza saperne più niente di me? Non vi faccio paura… schifo per quello che sono? Io sono… io sono un mostro e voi non vorrete avere a che fare con…”
“No” mi interrompe Sirius, lanciando un’occhiata all’amico di fianco a lui. Ma non è uno sguardo spaventato o carico di disprezzo come mi aspettavo, e neanche biasimevole, è uno sguardo deciso, risoluto, uno sguardo che James ricambia in pieno.
“Noi non ce ne andremo, non sarai solo” afferma.
Io non so cosa dire.
Non ci posso credere, non riesco davvero a realizzare ciò che sta succedendo, ma dentro di me, pian piano, la paura sta lasciando il posto al sollievo.
“Cioè, stai dicendo che…” balbetto.
“Sto dicendo che siamo amici, e che se tu hai avuto il coraggio di svelarci una cosa del genere noi di sicuro non avremo nessun problema ad affrontarla. Non è mica una malattia infettiva sai. E tu sei una delle migliori persone che io abbia mai conosciuto” aggiunge James con una smorfia, trattenendo un sorriso. “Perciò non inventare storie. Noi siamo i Malandrini, staremo insieme per sempre, qualsiasi cosa succeda. Lunastorta” sbotta ad un tratto.
Sia io che Sirius lo guardiamo interdetti.
“James, cosa…” azzarda lui.
“Lunastorta, certo, come soprannome no?! E poi potremmo cercare di…”
Ma io non ascolto già più i suoi ben noti deliri; sono fisso a guardare i miei due migliori amici, gli unici che non sono fuggiti conoscendo il ‘vero me’, per una volta.
E per una volta sono del tutto certo che non sarò solo, che su qualcuno posso davvero contare, che ho degli amici.
Degli amici veri.
Ed è la sensazione migliore del mondo.



 
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