Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Lilian Potter    27/03/2008    9 recensioni
//-Cosa sono diventato?- Mormorai impaurito rivolto a quell’uomo dai capelli di miele.//
L'inizio di un'esistenza che mai avrà fine. Per Edward Cullen non ci sarà mai un ''The End''. Solo una vita immortale.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nuova pagina 1

 

My Immortal Life – Mia vita immortale {Chicago 1918 – Forks 2005}

[Certo, ho sempre saputo di essere immortale, ma non avrei mai immaginato di avere tanto da raccontare!

Mi ripeto sempre che la mia esistenza abbia iniziato a poter essere chiamata tale quando ho conosciuto Bella, ma in realtà, so che non è così.

Tutto ha avuto inizio da quel morso di un secolo fa…]

 

 

                                                  Image and video hosting by TinyPic

                                                        Grazie mille a Patience90: il 99% del lavoro é suo!

                                                                      Io ho solo cercato le immagini e messo i brillantini.

 

Prefazione:

(Non è ‘’necessario’’ leggerla per chi volesse passare direttamente al vero inizio della storia, è solo una breve ‘’presentazione’’ al capitolo, una flash che introduce il capitolo uno.)

 

La tristezza, il dolore e la morte aleggiavano nell’aria,

opprimendo i malati –ed i loro parenti-.

Le mura di quell’ospedale erano bianche,

un bianco tanto candido da creare un’ ambiente surreale.

Avevo sempre immaginato quel tipo di bianco,

accecante –troppo-, per il paradiso.

Ma al paradiso probabilmente la gente non soffriva,

non si deprimeva e non versava lacrime costantemente.

Sospirai, tornando a quei cupi ricordi.

Era il 1918, mi trovavo a Chicago, nell’ospedale in cui ero rinchiuso.

Il mio ultimo ricordo umano è stata la sofferenza e la malinconia di quel luogo.

Ma, ricordo precisamente la mia ultima lacrima, quella più preziosa.

Per ultima, non intendo quella cascata d’acqua salata che scorreva

dai miei occhi per via della febbre che mi divorava.

No, intendo una lacrima di vero dolore:

puro ed intenso; distruttivo.

Quella lacrima che ho versato per Edward ed Elizabeth Masen.

Per quelli che sono stati i miei genitori,

per quelli che mi hanno cresciuto,

per quelli che semplicemente mi hanno amato come pochi hanno fatto.

Se potessi piangere, lo farei.

Ma a noi vampiri è proibito piangere: è un dono riservato agli umani.

Noi non possiamo sfogarci in questo modo liberatorio,

dalle nostre bocche possono solo uscirei singhiozzi strozzati; nessuna lacrima ad accompagnarli.

Sono molte –infinite- le cose che ci sono state proibite.

Ma non ho mai rimpianto il termine della mia esistenza umana:

Cosa perdevo? Nulla, la mia vita stava comunque per giungete al termine.

Sospirai nuovamente, immergendomi nei ricordi –quelli a partire dal 1918.-

 

         1°       *L’inizio dell’immortalità*

 

-Mi dispiace.-

Queste due semplici parole intrise di sincerità e pentimento mi giungevano alle orecchie, ripetutamente.

Ebbi l’impressione che la mia mente ricevesse solo quelle due parole.

Mi chiesi per quale motivo continuasse a ripetermelo ininterrottamente.

Sentivo la testa girarmi vorticosamente:

mi pareva di avere una fiera –di quelle particolarmente rumorose- in testa.

L’unico ricordo delle ore –o giorni, o settimane, o mesi… non avevo idea di quanto tempo fosse trascorso- precedenti era un’ immenso dolore.

I muscoli che tiravano, che si rinforzavano e la mia pelle che andava a fuoco, come se fossi stato gettato tra le fiamme ed esse non m’incenerissero mai.

Mi misi a sedere con un gesto rapido, che mi sorprese.

Involontariamente mi scappò un gemito: la testa continuava a dolere.

-Scusami, mi dispiace…-

Ancora.

Mi ritrovai sorpreso a scoprirmi arrabbiato, innervosito…

Volevo sapere cosa diamine aveva fatto per dovermi tutte quelle scuse!

Un’improvvisa vampata di rabbia mi colse.

Provai l’impulso di avventarmi su di lui e… Morderlo.

Non capì il perché volessi morderlo, ma l’istinto mi suggeriva così.

Cercai di calmarmi e successivamente deglutì.

Sentivo la gola in fiamme, come se avessi bevuto una strana sostanza.

Qualcosa di corrosivo, di velenoso

Quando misi a tacere i miei impulsi aggressivi mi rivolsi verso quell’uomo in camice bianco.

-Sarebbe così cortese da informarmi per quale motivo continua a scusarsi?- Chiesi, cercando di ostentare un tono gentile, per educazione.

Quel volto mi pareva familiare, sicuramente l’avevo già visto.

Possibile che fosse un dottore dell’ospedale? Dopo qualche secondo di riflessioni lo riconobbi.

Era il dottor Carlisle Cullen, l’uomo che era stato vicino a me e mia madre…

Ebbi un sussulto al ricordo di Elisabeth Masen, la donna più importante della mia vita, la mia mamma…

Lui si alzò silenziosamente dalla poltroncina accanto al letto morbido su cui ero steso,

con uno slancio elegante e raffinato. Lo vidi indirizzarsi verso un ripiano più in là, alla ricerca di qualcosa. Distolsi lo sguardo, per concentrarmi sull’ambiente circostante.

Mi trovavo in una stanza di grandezza media, dai colori luminosi, arredata riccamente.

Il dottor Cullen tornò al mio fianco, porgendomi un’ oggetto.

Lo presi, guardandolo curioso. Era uno specchio.

-Guardati- mi disse semplicemente. Nella sua voce potevo ancora scorgere quel senso di colpa che lo invadeva, che lo mortificava… La causa di tutte quelle scuse.

Impaurito e confuso –molto confuso, dovevo ammettere- mi specchiai.

L’impressione era leggibile nel mio volto.

Il mio colorito era sempre stato piuttosto pallido, ma certamente non così.

La mia pelle era bianca, color del gesso.

I lineamenti erano un poco più marcati sul volto, perfetti.

Sembrava che fossero stati cancellati in precedenza e rifatti da un’artista.

I capelli dello stesso ramato di sempre, ma apparivano più morbidi –forse-,

ed anche più indomabili, pareva.

Ma sicuramente la cosa che più creò stupore in me furono gli occhi:

Non più verdi smeraldo – come quelli di mia madre -, ma di un’ intenso color vinaccia.

Ero di una bellezza incredibile, che mi stordì.

-Cosa sono diventato?- Mormorai impaurito rivolto a quell’uomo dai capelli di miele.

Mi pentì un’ istante dopo aver completato la domanda: non ero sicuro di volere una risposta.

Ma ebbi comunque la mia risposta:

-Un vampiro.-

 

 

Prima long fic su Twilight.

Ma non per questo vi chiedo di essere clementi;

Se ho fatto un errore –anche il più minimo e stupido- vi chiedo di segnalarmelo.

Per quanto riguarda il prossimo capitolo, non so ancora.

Forse ogni due settimane, oppure uno al mese.

L’unica certezza che ho è che, prima di pubblicare un capitolo, devo assolutamente avere quello successivo, per non incepparmi troppo.

Ed ora, passo ai ringraziamenti:

Ringrazio tutte le persone che leggono e recensiscono le mie storie,

ma soprattutto quelle buone anime che mi hanno aggiunta agli autori preferiti. xD

Grazie mille, davvero!

Ed ora… Me lo lascereste un commentino?

 

P.S. Ringrazio Iside5 per l’errore che mi ha fatto notare:

Ho corretto.

 
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Lilian Potter